di Gianluca Ginella
Una impronta di piede nel sangue. Una traccia che potrebbe essere decisiva per inchiodare alle proprie responsabilità chi ha ucciso Pamela Mastropietro il 30 gennaio scorso. Per questo i carabinieri stanno cercando tra i tre fermati e il quarto indagato a chi appartenga quella traccia trovata nella casa di via Spalato 124 nel corso dei rilievi svolti dai Ris nei giorni scorsi. Domani mattina intanto, al tribunale di Macerata si svolgerà l’udienza di convalida per gli ultimi due fermati: Desmond Lucky, 22, e Lucky Awelima, 27 anni.
A loro e al terzo indagato, Innocent Oseghale, 29, vengono contestati gli stessi reati, in concorso. Nel capo di incolpazione si dice che i tre nigeriani hanno colpito la ragazza con un’arma da punta e taglio (sono state trovate due ferite al fegato) e di averla colpita alla testa o di averle fatto battere il capo contro qualcosa. Sempre in concorso sono accusati di vilipendio di cadavere che avrebbero fatto a pezzi usando grossi strumenti da taglio e di averlo lavato con candeggina per far sparire ogni eventuale prova di contatti fisici. Devono poi rispondere dell’occultamento di cadavere, per aver abbandonato il corpo della ragazza nei trolley lasciati in via Dell’Industria a Casette Verdini di Pollenza. A Oseghale e a Lucky viene contestato lo spaccio di droga: il 29enne avrebbe fatto incontrare la ragazza con il 22enne e questo le avrebbe ceduto eroina in cambio di 30 euro. Risale invece al dicembre del 2017 un’ultima contestazione mossa a Oseghale e Lucky, quella di aver ceduto 10 grammi di marijuana a Jarra Sulayman, finito in manette proprio la scorsa notte per spaccio di droga, comunque estraneo al delitto.
Le indagini comunque proseguono e oggi sono state rilevate le impronte plantari di Awelima e del quarto indagato, pure lui nigeriano. In sostanza l’uomo entra nell’indagine per una telefonata che ha ricevuto da Innocent Oseghale in cui questo gli dice «Puoi venire a casa mia che c’è una ragazza che sta male?». L’altro però gli aveva risposto di no. Sono in corso comunque accertamenti per verificare se il suo cellulare si trovasse nella zona di via Spalato nel giorno e nelle ore in cui sarebbero avvenuti delitto e smembramento del corpo della ragazza (tra le 12 e le 19 del 30 gennaio scorso).
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Complimenti per tutto quello che hanno scoperto, ma perchè non si fanno dire per filo e per segno cosa hanno combinato di preciso e se mentiscono tagliate loro ogni volta una parte del corpo come hanno fatto con il corpo della povera Pamela, ma questa volta da vivi. Se la legge non lo permette basta cambiarla come si fa molto spesso in altri ambiti.