Pamela, la Camera penale:
«Irrinunciabile il diritto di difesa,
inaccettabili attacchi al legale di Oseghale»

ORRORE A MACERATA - I penalisti intervengono sui commenti apparsi su Facebook dopo che uno degli indagati per l'omicidio della 18enne romana ha cambiato avvocato. «Così si mette seriamente in discussione l’esercizio della funzione difensiva»

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Pamela Mastropietro

 

«La Camera penale di Macerata ritiene opportuno intervenire sulle recenti vicende che hanno caratterizzato la nostra città al fine specifico di ribadire la necessità di tutelare l’irrinunciabile esercizio del diritto di difesa senza arrendersi a facili scorciatoie o ad ipotesi di giustizia sommaria che confondono la figura del difensore con quella dell’indagato» scrivono il presidente, Renato Coltorti e il segretario, Marielvia Valeri. In particolare parlano dei commenti circolati su Facebook dopo l’articolo di Cronache Maceratesi sulla sostituzione del difensore da parte Innocent Oseghale, uno degli indagati per la morte di Pamela, che ha nominato l’avvocato Simone Matraxia.

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L’avvocato Renato Coltorti

«Ha suscitato violenti commenti ed inusitati attacchi alla figura del difensore, che mettono seriamente in discussione l’esercizio stesso della funzione difensiva – scrivono gli avvocati Coltorti e Valeri –. Si passa dalla esortazione a “vergognarsi” rivolta all’avvocato officiato della difesa del nigeriano ritenuto responsabile della morte di Pamela, alle ben più gravi accuse di criminalità riferite genericamente al difensore stesso, meritevole, a dire dei più accesi fra i commentatori, addirittura di essere a sua volta punito per avere assunto la difesa di chi si sia macchiato di tanto efferati delitti. Queste affermazioni, seppure profferite da poche voci che a nostro avviso non riflettono i reali sentimenti della opinione pubblica, sono così gravi da imporre una nostra ferma riflessione che riporti chiarezza sulla natura stessa della funzione difensiva e sul ruolo del difensore nel processo, che sia conforme ai principi costituzionali ed alle convenzioni internazionali.

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Marielvia Valeri

È evidente – proseguono –, infatti, che alla domanda, sul “come si fa a difendere certe bestie” che riecheggia in limine ad ogni crimine che offende i valori più profondi della società civile sia sottesa una deformata proiezione dei principi costituzionali del diritto alla difesa, che l’articolo 24 della Carta costituzionale prevede come inviolabile e che, affinché abbia pratica attuazione, si svolga assicurando “ai non abbienti i mezzi per agire e difendersi davanti ad ogni giurisdizione”. Nella nostra Costituzione infatti viene riconosciuta la essenzialità del ruolo della difesa tecnica, che la Corte Costituzionale ha in più occasioni ribadito affermando che la presenza del difensore nel processo è “assoluta ed inderogabile” e mira ad assicurare il corretto svolgimento del processo e, in buona sostanza, la legittimità della decisione finale, sia essa di condanna o di assoluzione. Mettere in discussione non solo il diritto dell’imputato ad avere un difensore – continua la nota di Camere penali –, ma il dovere dello Stato di assicurarglielo significa ledere i diritti inviolabili dell’uomo e tradire il compito fondamentale della Repubblica di assicurare il rispetto della libertà e la dignità umana, che non possono deflettere neppure di fronte al più efferato dei crimini, tralasciando persino di richiamare quello che per i commentatori sembra essere un principio sconosciuto, ovvero che la Carta fondamentale prevede che nessuno possa essere ritenuto colpevole prima di una sentenza definitiva.

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L’avvocato Simone Matraxia nuovo legale di Oseghale

Queste semplici osservazioni – dicono ancora i due legali –, che traggono respiro dai principi fondamentali della nostra repubblica e dai principi della Convenzione Europea del diritti dell’Uomo, vanno ribaditi e difesi con maggior forza proprio in presenza di fatti tanto gravi che sconvolgono la sensibilità della collettività , allorquando deve essere tutelato il delicato compito dei giudici chiamati a decidere sulla responsabilità degli imputati sottraendola agli impulsi emotivi ed alle spinte giustizialiste di chi invoca processi sommari ed esecuzioni  di piazza che rischiano piuttosto di far regredire lo Stato al livello di barbarie tipico di coloro che sono responsabili di quegli atroci delitti».

 

Oseghale cambia difensore



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