di Marco Ricci
Non è difficile pensare come oggi la Nuova Banca delle Marche – dopo mesi e mesi di ispezioni di Vigilanza condotte nel vecchio istituto di credito e dopo la cessione delle sofferenze – sia una delle banche più pulite del sistema. E se all’orizzonte c’è adesso il futuro ingresso in un grande gruppo bancario, profonde sono ancora le ferite rimaste tra i dipendenti, i clienti e il territorio per le conseguenze del dissesto.
Un tema su cui Goffi non ha certo evitato di parlare in un’intervista video a Cronache Maceratesi, partendo dalle perdite per gli azionisti e gli obbligazionisti. “Quando una qualsiasi impresa perde patrimonio – ha spiegato – ci sono due possibilità. O riesci a ricapitalizzarla o l’impresa va in fallimento. Per le banche c’è una terza via, l’intervento del Fondo di risoluzione alimentato dalle banche. Ma l’uso del fondo ha richiesto necessariamente, per via delle norme europee, l’azzeramento delle obbligazioni subordinate. Per le azioni – ha allargato le braccia l’ad di Nbm – il loro valore si era azzerato per via delle perdite pregresse”.
Luciano Goffi ha chiarito alcuni passaggi, dall’emissione nel giugno 2013 di obbligazioni subordinate Upper Tier II, alla cordata locale, al ruolo delle Fondazioni. “Quell’emissione sottoscritta da due delle tre fondazioni era necessario per portare avanti il progetto di ricapitalizzazione ipotizzato dalle Fondazioni e che prevedevano una ricapitalizzazione attraverso le forze del territorio. Quando la cordata locale non si è realizzata, alla banca non è rimasto altro che il commissariamento”. Goffi, a una domanda sulle condizioni in cui versano oggi le Fondazioni, ha ricordato come il Mef da tempo spingesse perché queste istituzioni riducessero il loro impegno nelle banche conferitarie. “Le Fondazioni azioniste di BM non hanno potuto o voluto ridurre le loro quote – ha spiegato Goffi – se l’avessero fatto, durante gli anni precedenti, per loro l’impatto del dissesto sarebbe stato ridotto. Mi auguro che possano proseguire la loro attività, magari riorganizzandosi”.
L’ad è poi tornato sulla questione delle obbligazioni subordinate. “I 100 milioni del Fitd sono una bella risposta per gli investitori che hanno perso una parte consistente dei loro risparmi”, ha detto Goffi, prima di ricordare come siano circa mille clienti di Nbm in possesso di subordinate. “Quasi duecento di questi possessori di subordinate sono dipendenti. Dei rimanenti 730 obbligazionisti, il 62% aveva investito in questi titoli meno del 30% dei propri risparmi. Coloro per cui c’è davvero un problema da risolvere, ammontano per l’ex Banca Marche a un centinaio.”
Goffi, rimarcando durante l’intervista a Cronache Maceratesi come si prenderanno tutti i provvedimenti del caso davanti a eventuali comportamenti scorretti di singoli dipendenti, ha voluto sottolineare come la rete abbia agito nella massima buona fede, come testimoniato dai tanti dipendenti in possesso di azioni e obbligazioni. “Oltre il 95% delle subordinate è stato emesso tra il 2005 e il 2007, prima che entrassero in vigore le norme Mifid e prima che avvenisse il crack di Lehman Brothers. In passato la percezione del rischio di questi titoli era molto basso, non c’era davvero la consapevolezza che fossero titoli rischiosi e tutte le banche hanno venduto questi prodotti ai clienti che garantivano qualche percentuale in più. Era normale anche per le azioni, poiché si veniva a creare un mutuo appoggio tra territorio e banca, senza che questo scivolasse in comportamenti scorretti”. Era insomma un altro mondo, lontano anni luce dall’entrata in vigore delle nuove norme sui salvataggi bancari. “Questi clienti sono arrabbiati – ha continuato l’ad – è comprensibile e mi auguro che in Europa sia la prima e l’ultima volta che accade qualcosa del genere. Da oggi la Vigilanza ha più poteri è più modi per evitare che si arrivi a questo punto, intervenendo prima che si compiano i dissesti”. Così Goffi ha ricordato le molte segnalazioni ispettive giunte in Banca Marche, come avevamo segnalato in un articolo dei giorni scorsi.
Tornando alle subordinate e agli azionisti, la banca si è detta disponibile a fornire ai clienti tutta la documentazione relativa al portafoglio titoli per chiunque, in qualsiasi sede, volesse intentare cause risarcitorie.
IL TOUR DEGLI ONESTI – Continuano ad aumentare le adesioni per il tour degli onesti sotto casa di Massimo Bianconi, l’ex dg di Banca Marche, a Roma organizzato da Daniele Crognaletti, imprenditore di Jesi che ha messo a disposizione due pullman, atri verranno forniti da altri operatori tra i quali Macerata Bus (leggi l’articolo). Il tour previsto inizialmente per il 17 dicembre si terrà il 17 gennaio: l’obiettivo è una pacifica dimostrazione sotto casa dell’ex manager, al centro di inchieste delle Procure di Ancona e di Roma sul dissesto dell’istituto di credito.
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Ringrazio a marco ricci che ci ha resi edotti della vicenda fin dai suoi tristi albori.
Un professionista serio che ho apprezzato per equilibrio pacatezza precisione e semplicità nello spiegare cose non semplici e immediate.
Perfettamente d’accordo, Marina; Marco Ricci è un vero giornalista, non d’assalto, ma un professionista., sa scrivere, comunicare, nel rispetto della verità di cronaca.
Fra le varie sigle del testo, vedo che manca il DTT più comunemente detto DITTITTI’. L’ad Goffi ci spiega che se un impresa sta per fallire bisogna ricapitalizzarla, quindi basta recarsi alla Banca più vicina o a quella di fiducia ( per modo di dire eh ) con un sacchetto della spesa per mettere i soldi che la Banca ha già pronti, belli impacchettati che stanno lì, ad aspettare tutti gli impresari in difficoltà. Poi aspettano il momento giusto e ti arriva una telefonata che ti invita gentilmente a rientrare ed è allora che si vede il buon cuore della Banca che gode nel vederti affondare. Però, tutti conosciamo il vero volto delle Banche e fin qui niente di strano, ma tu Goffi che tenti di rilanciare una Banca che ha truffato 40- 50.000 clienti compresi qualche dipendente come a far pensare che anche per loro che conoscevano la situazione, tutto appariva genuino, tu che inviti tutti i truffati a ritornare tra le braccia della grande Madre Banca Marche, o sei pazzo o inguaribilmente ottimista. Poi la prospettiva che la New BanK of Marche, venga assorbita da un altra Banca forse perché sta ritornando di moda la roulette russa ( quella del film ” Il Cacciatore ” con De Niro ), è una proposta che non si può rifiutare ( citazione dal ” Il Padrino ” film con Marlon Brando ” ).
Tutti ma veramente TUTTI devono ascoltare con attenzione l’intervista a Goffi.Si convinceranno dalla ricostruzione fatta della rapina,mi correggo del dissesto del secolo che di quest’uomo ci si puo’ fidare.Encomiabile anche la vicinanza dichiarata agli azionisti con il dolore di non poter fare niente per loro(il Goffi che li rassicurava,che lavorava per tutelare il valore delle azioni e vedeva luci in fondo al tunnel evidentemente era un sosia dell’attuale).Basta con le polemiche e le ritorsioni,ingrassiamo il porco( il nuovo porco) cosi’ chi lo scannera’ a febbraio lo trova pingue ed appetitoso,e Goffi potra’ salvare la poltrona fino all’eternita’ e senza vergogna,in fondo non e’ cosi’ vecchio,nell’intervista sfoggia una acconciatura folta e senza un capello bianco( il nuovo che avanza).Buon proseguimento a tutti,in bocca al lupo ed ovviamente buone feste,io di tutte queste chiacchere,anche delle mie,ho le…tasche piene,non ce la faccio piu’….
Servizio aggiornato con la seconda parte dell’intervista video a Luciano Goffi
E i risparmiatori che non sono dipendenti? Gli hanno salvato il posto di lavoro ma con la Bach in toccavano i c/c di quelli che hanno sopra a centomila euro in deposito i pesci grossi