Banca Marche, proposte salva-investitori
Si fanno strada gli emendamenti
dei marchigiani

Il governo sta prendendo in esame gli indirizzi venuti dai parlamentari Pd della regione per allargare una qualche forma di ristoro anche agli azionisti. Oltre al fondo di solidarietà per risarcire gli obbligazionisti, altre eventuali risorse si potrebbero attingere dalle cause risarcitorie contro gli ex vertici e dalla gestione delle sofferenze finite alla bad-bank. Irene Manzi: "Il frutto di un grande lavoro di squadra". Forza Italia Marche annuncia un esposto alla procura di Ancona. I dipendenti degli istituti salvati scrivono a Nicastro: "Le 4 banche siamo noi"
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Manifestazione a palazzo Chigi

Manifestazione davanti al Parlamento mentre era in discussione la legge di stabilità

di Marco Ricci

Dopo la vera e propria pioggia di emendamenti alla legge di stabilità caduta sulla commissione Bilancio della Camera per attutire gli effetti dei dissesti di Banca Marche, Carife, PopEtruria e Carichieti sui piccoli risparmiatori, dalle risposte del governo si può cominciare a immaginare su quali indirizzi stia ragionando l’esecutivo. Data la delicatezza della materia – nonché la necessità di approfondire quale potrebbe essere la posizione della Commissione europea sulle proposte in esame – la discussione sulla al termine della settimana, probabilmente sabato, ultimo giorno utile prima della presentazione della legge di stabilità alla Camera. La decisione finale del governo verrà con ogni probabilità espressa attraverso un sub-emendamento del relatore della legge di stabilità al maxi emendamento del governo che incorpora il decreto salva-banche, quello approvato d’urgenza due domeniche fa dal Consiglio dei ministri e che ha consentito la nascita dei nuovi quattro istituti di credito.

Delle quasi 50 pagine di proposte venute dai diversi gruppi parlamentari per lenire gli effetti dei dissesti sui piccoli investitori, il governo ne ha accantonati tre a firma di diversi deputati marchigiani, tra cui gli onorevoli Piergiorgio Carrescia, Irene Manzi, Paolo Petrini e Marco Marchetti. A differenza dei tanti emendamenti a cui è stato dato parere negativo, le proposte accantonate sono materia di ragionamento e di approfondimento, il che lascia intendere i ragionamenti su cui sta al momento lavorando il governo.

Paolo Petrini

Paolo Petrini

Innanzitutto non è stata bocciata la proposta proveniente dal gruppo Pd alla Camera per la creazione al  Mef di un fondo di solidarietà destinato agli obbligazionisti subordinati che si sono venuti a trovare in stato di indigenza a causa dell’azzeramento del loro investimento (leggi l’articolo). La proposta intende alimentare il fondo con 40 milioni di euro di risorse pubbliche a cui si aggiungerebbero altri 80 milioni di euro provenienti dal sistema bancario. Ugualmente in fase di analisi è un emendamento Pd – prima firma Paolo Petrini, a cui si aggiungono tra le altre quelle di Marco Marchetti e Irene Manzi – per destinare i ricavi derivanti dalle azioni giudiziarie promosse verso gli ex amministratori, nonché le eventuali plusvalenze derivanti dal recupero delle sofferenze cedute alla bad bank, a risarcire in primis gli obbligazioni subordinati e dunque, pro quota, i possessori delle azioni.

L’iniziativa dei parlamentari Pd marchigiani, oltre a ipotizzare diverse modalità con cui trovare le necessarie risorse per attutire gli effetti dei dissesti sui piccoli risparmiatori, allargano la platea di coloro che potrebbero usufruire di un parziale ristoro anche agli azionisti i quali, da quanto trapelava, avrebbero trovato fin’ora le porte sbarrate da parte del Governo. Per Banca Marche, lo ricordiamo, il problema principale – a differenza di PopEtruria e Carichieti – è proprio quello dei piccoli azionisti piuttosto che degli obbligazionisti subordinati. Oltre mezzo miliardo di euro di azioni, infatti, sono in mano ai piccoli risparmiatori.

Irene Manzi, deputata del Pd

Irene Manzi, deputata del Pd

Soddisfatti per ora del risultato ottenuto sono quei i parlamentari che più si sono spesi in questi giorni perché il governo prendesse in esame le proposte, tra cui appunto Petrini, Carrescia, Marchetti e Manzi. “E’ stato il frutto di un gran lavoro di squadra che in queste settimane abbiamo portato avanti con i colleghi delle altre regioni interessate ai dissesti – ci ha dichiarato la parlamentare maceratese – per arrivare a un risultato non scontato e significativo. È il lavoro, difficile e non semplice, del provare a governare la realtà – ha concluso la Manzi – cercando soluzioni praticabili, senza cadere nel populismo o nella demagogia. In questo momento gli emendamenti sono stati tecnicamente accantonati, non votati per essere riformulati in un secondo momento e per tentare di trovare, insieme al governo, soluzioni possibili ed adeguate”.

 

Remigio Ceroni ha annunciato un esposto alla procura di Ancona

Remigio Ceroni ha annunciato un esposto alla procura di Ancona

L’ESPOSTO – Forza Italia Marche presenterà un esposto alla procura di Ancona sulla vicenda del salvataggio di Banca Marche. Lo ha annunciato il coordinatore regionale Remigio Ceroni, che ha detto: “Siamo a fianco di tutti i risparmiatori che hanno perso il loro credito.
Metteremo l’esposto sul nostro sito perché possa essere preso come modello per fare analoga denuncia. Un’azione che invitiamo a compiere a tutti coloro che sono stati danneggiati da questa operazione, azionisti e obbligazionisti”. ha aggiunto: “Un intervento, che manda in malore le Marche e compie un saccheggio nella nostra regione per miliardi di euro.
Il decreto salva-banche è un provvedimento scellerato che Governo e Banca Italia hanno confezionato insieme, con cui si tutelano le banche, si puniscono i risparmiatori e si fa passare un messaggio rischioso sull’autofinanziamento delle banche. Se non ci si fida più delle banche, queste non sono in grado di raccogliere le risorse da utilizzare per le piccole e medie imprese e quindi l’economia del territorio si ferma. Non capiamo, perciò, l’esultanza del Governo Renzi e della Giunta regionale di Ceriscioli, visto che il salvataggio è il presupposto per la vendita della bad bank a qualche gruppo internazionale nel giro di qualche mese”.

Roberto Nicastro, presidente del Cda della Nuova Banca delle Marche

Roberto Nicastro, presidente del Cda della Nuova Banca delle Marche

I DIPENDENTI SCRIVONO A NICASTRO – “Noi siamo la banca”: a dichiararlo in una lettera aperta a Roberto Nicastro, presidente delle 4 banche ponte sono le segreterie di Fisac/Cgil delle banche e delle aziende dei gruppi creditizi Nuove Banca Marche, Carife, Carichieti ed Etruria Lazio. “Le 4 banche  – proseguono – sono le lavoratrici e i lavoratori, che ci hanno creduto e hanno mantenuto il rapporto di fiducia con il territorio, le famiglie, le imprese, la clientela, mettendoci sempre la faccia.Le 4 banche restano i lavoratori, anche ora che molti si attribuiscono il merito di averle salvate, tanti si accorgono tardivamente che la fiducia dei risparmiatori è tutto, pochi si pongono la domanda di quali prospettive per i lavoratori e le loro famiglie.
Se le 4 banche, anche nel periodo del commissariamento, hanno mantenuto l’ “eccezionale radicamento sul territorio“, se è stato posto un argine a forme di concorrenza sleale, se il risparmiatore allo sportello chiede conto, sono sempre i lavoratori ad essersene fatti carico. Sono i dipendenti delle 4 banche, delle altre banche e società facenti parte dei 4 gruppi bancari, coloro cui, per primi, è stato presentato il conto, pagato con riduzioni di salario, perdite di diritti e peggioramento delle condizioni di lavoro.
I dipendenti che, alla pari degli altri risparmiatori, hanno visto azzerato il valore delle azioni e delle obbligazioni subordinate, sottoscritte quando i rating delle Banche e dei titoli erano di assoluta fiducia e sicurezza. Sono sempre i lavoratori dipendenti che, di fronte alla collera montante dei risparmiatori, in prima persona tentano di fare comprendere che le 4 banche sono una ricchezza per i territori di insediamento, una opportunità da non trascurare tanto più se “Oggi sono delle vere e proprie good bank, ben capitalizzate, liquide e stabili, pronte a riprendere il dialogo con il territorio per il finanziamento alle pmi”, come ha dichiarato il nuovo presidente unico”.
Lavoratrici e dai lavoratori dei 4 gruppi bancari chiedono anche: “Quali sono i requisiti di ammissione all’asta richiesti ai soggetti (“banche medie o medio-grandi italiane, banche straniere con determinati requisiti e private equity di primario standing” ) che manifestano interesse al loro acquisto ? Quali progetti per i territori? Quali prospettive per i dipendenti e le loro famiglie?”



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