Dal governo il decreto salva-investitori
Fondo da 100 milioni, esclusi gli azionisti

I risarcimenti avverranno caso per caso. Degli arbitri valuteranno l'eventuale ammontare dei rimborsi, riservati in particolare a chi non avesse consapevolezza dei prodotti acquistati o fosse stato tratto in inganno. Il segretario della Fisac Megale: "Basta giocare al massacro"

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La protesta dei risparmiatori a Roma

La protesta dei risparmiatori a Roma

 

di Marco Ricci

Il governo ha varato il decreto legge per venire incontro ai risparmiatori che avevano investito in Banca Marche, Carife, Cassa di Risparmio di Ferrara e Popolare dell’Etruria. E lo ha fatto creando un fondo di solidarietà che verrà alimentato dal Fondo interbancario di tutela dei depositi con 100 milioni di euro. L’accesso alle risorse sarà però destinato solo a coloro che investirono in obbligazioni subordinate dei quattro istituti, escludendo di fatto gli azionisti. L’accesso è riservato alle persone fisiche, imprenditori individuali oltre che a imprenditori agricoli coltivatori diretti.

al momento della sottoscrizione di obbligazioni subordinate. Sarà adesso il Mef, in concorso con il Ministero di grazia e giustizia, a disciplinare il funzionamento del fondo di solidarietà e le modalità di accesso.

Per Banca Marche, lo ricordiamo, le obbligazioni subordinate ridotte a valore zero valevano circa 400 milioni di euro, con quasi il 50% dell’ammontare finito in mano alla clientela retail. Nel totale dei quattro istituti, le subordinate valevano poco meno di un miliardo di euro. Nessun risarcimento dunque per gli azionisti i quali, nel caso di Banca Marche, rappresentano la maggior parte dei piccoli investitori coinvolti nel dissesto dell’istituto di credito, a differenza ad esempio di quanto accaduto in Banca Popolare dell’Etruria.

Agostino Megale Fisac

Agostino Megale Fisac

IL SEGRETARIO GENERALE FISAC: “BASTA GIOCARE AL MASSACRO” – Con un comunicato è uscito oggi il segretario generale della Fisac-Cgil. Agostino Megale, il quale non condivide il gioco al massacro aperto in questi giorni contro la Banca d’Italia, puntando più che altro l’indice contro il governo.  “Abbiamo da tempo proposto di prevedere una black list dei prodotti a rischio. Sarebbe ora che il governo ne prevedesse l’obbligo, inserendone la previsione nell’atteso emendamento al provvedimento salva banche”, scrive Megale prima di ricordare come la Fisac avesse chiesto il rafforzamento dei poteri di Vigilanza.

“Nella vicenda delle vecchie quattro banche,  prosegue Megale, l’attenzione si è concentrata giustamente sui detentori delle obbligazioni subordinate ma se,come da più parti si va dichiarando, si tratterebbe addirittura di una truffa, cosa dire ai piccoli azionisti? Il direttore generale della Banca d’Italia ha dichiarato come il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, in tempi non sospetti avesse chiesto di arrivare a vietare la vendita di obbligazioni subordinate agli sportelli in modo che solo investitori istituzionali potessero acquistarli e non i semplici risparmiatori. Se è così, cosa c’entrano i dipendenti, additati a complici o ignavi?”

Il segretario generale della Fisac definisce poi “sconvolgenti” le dichiarazioni di un ex dipendente di una delle quattro banche il quale ha collocato le obbligazioni subordinate al pensionato di Civitavecchia. “Avevamo l’ordine di convincere più clienti possibili ad acquistare i prodotti della banca – sono le dichiarazioni del dipendete – Settimanalmente eravamo obbligati a presentare dei report con dei budget che ogni filiale doveva raggiungere. L’ultimo della lista veniva richiamato pesantemente dal direttore. Ci dicevano che la banca era sull’orlo del fallimento, e che l’aumento di capitale serviva a salvarci e che se non ci fossimo dati da fare la banca avrebbe chiuso e noi saremmo stati licenzianti. Ecco perché ognuno di noi convinceva più clienti possibili”.

“Non si perda tempo – commenta Megale – si accerti quanto effettivamente avvenuto, anziché speculare. Se, come è stato dichiarato dal Commissario Ue ai servizi finanziari, le vecchie banche oggetto del salvataggio hanno venduto strumenti finanziari inadeguati a persone che erano ignare del rischio che stavano correndo, il provvedimento annunciato dal Governo è chiaramente inadeguato.Eppure le obbligazioni subordinate sono state collocate quando le 4 vecchie banche non erano in crisi, anzi avevano rating elevati. E cosa dice la Consob, autorità che vigila sulla trasparenza e correttezza dei rapporti tra operatori finanziari e clienti?”

Dunque Megale passa alle pressioni commerciali insostenibili  che la Fisac avrebbe dununciato da tempo. “Le pressioni commerciali sugli addetti sono effettivamente insostenibili.E, nonostante ciò, i lavoratori bancari operano quotidianamente nel rispetto delle disposizioni di legge e delle autorità di vigilanza. Tanto più è intollerabile che, alla fine della fiera, proprio i lavoratori vengano additati a complici nella vendita dei prodotti finanziari a rischio”.

 

 



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