di Marina Verdenelli
La Procura di Macerata ha disposto il sequestro preventivo e l’immediata chiusura delle centrali a biogas di Loro Piceno e di Sarrocciano (nel comune di Corridonia). L’esecuzione del provvedimento cautelativo è scattata ieri ed è durata fino alle 22 per l’ostruzionismo della proprietà degli impianti che fino all’ultimo ha cercato di opporsi. Irreperibile l’ingegnere della ditta, custode delle due centrali. La decisione del sequestro, notificato dal Corpo forestale di Macerata, è stata presa dall’autorità giudiziaria in seguito allo sforamento dei limiti di emissione del Carbonio Organico Totale (Cot) rilevati dall’Arpam. Ora si dovrà accertare nel dettaglio se il Cot è dannoso per la salute. I due impianti sono di proprietà delle aziende Vbio1 (Loro Piceno) e Vbio2 (Sarrocciano), entrambe facenti capo alla Viridis Energia.
La Procura aveva incaricato il responsabile del settore Aria dell’Arpam, Massimo Marcheggiani, per l’esecuzione del provvedimento ma il soggetto indicato ha ritenuto di confermare il piano regionale di spegnimento di lungo corso. Questo diversamente da quanto disposto dal gip che ne chiedeva la chiusura. La Procura ha chiesto spiegazioni sull’atteggiamento del responsabile e ha scritto alla Regione inviandole copia del provvedimento e per sapere se intende confermare il piano di spegnimento da loro attuato. «L’attività giudiziaria – ha detto il procuratore Giovanni Giorgio – è stata chiamata a supplire le inadeguatezze amministrative regionali ». La Viridis ha fatto mettere a verbale attraverso il suo amministratore delegato Claudio Gigli che è stato attuato nei loro confronti un accanimento incomprensibile. La chiusura ieri è stata attuata con lo spegnimento dell’impianto elettrico. Il procuratore Giorgio ha annunciato il controllo in tutti i 64 impianti che si trovano nelle Marche con verifiche, per la sua competenza, in quelli del circondario della Procura maceratese. Sono in corso accertamenti dell’Arpam negli impianti di Matelica e Morrovalle (Campomaggio). Soddisfazione è stata espressa dal Comitato Salute Territorio Corridonia. «Bene ha fatto la Magistratura – scrive il comitato – a porre la precauzione prima di ogni altra cosa. Continueremo la nostra azione a supporto delle istituzioni che hanno intenzione di cambiare la precaria situazione ambientale, sanitaria ed economica che stiamo vivendo».
(foto di Guido Picchio)
(ultimo aggiornamento alle 20,10)
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Ma guarda un pò?
Che strano..
Non ci posso credere….
Insomma , nelle centrali a biogas c’e’ roba che marcisce, e’ normale che emettano metano,
se non voleavmo roba che marcisse , sarebbe stato meglio mettere una bella centrale a carbone e passa la paura…!!
Vorrei evidenziare due questioni.
1) Considerato che, come dichiarato anche dalla stessa Viridis, allineandosi di fatto a quanto sostenuto da anni dai cosiddetti “Comitati del no a prescindere”, come apostrofati più volte, gli impianti a biogas attivi nella regione utilizzerebbero tutti la medesima tecnologia. E’ lecito presumere anche presso altri impianti la medesima situazione di violazione delle norme di legge in materia di emissioni in atmosfera, come mai l’ARPAM non si è ancora attivata per effettuare dei controlli anche presso gli altri impianti?
2) Visto che, i capi d’imputazione mossi dalla Procura di Ancona, sembrerebbero più pesanti o quantomeno sono più numerosi, come mai non si è ancora proceduto con il sequestro degli impianti oggetto delle indagini?
Sig. PELLICANO, ha le idee un po’ confuse. Qui non si sta parlando di metano combusto (tanto per intenderci quello bruciato nelle caldaie per scaldare l’acqua o per far camminare le nostra macchine) ma di materiale liberato nell’ambiente. È’ scientificamente dimostrato che il metano è uno dei peggiori inquinanti, così come definito anche nel protocollo di KYOTO. Lei dice, beh ma tanto è materiale che doveva marcire e che avrebbe prodotto metano…falso in quanto la produzione di metano avverrebbe solo per via anaerobica e il processo metabolico aerobico produrrebbe altre sostanze e in minima parte metano. E in ogni caso, se escludiamo la componente letame usata, la maggiorparte delle materie prime usate provengono da colture intensive appositamente destinate alla produzione di biogas e non da sottoprodotti come invece sarebbe auspicabile. Come vede la produzione di biogas da mais, e altre colture intensive è un processo antieconomico, con un forte impatto ambientale e che si regge solo sui soldi elargiti dai contribuenti tramite la bolletta elettrica
Regione inadeguata? ma chi l’assessore all’ambiente? ma se parla cosi beneeeeeee!!
E’ veramente avvilente, provate a pensare un attimo all’italia senza la magistratura, si sarebbero mangiati anche gli scogli…
Le parole del Procuratore sono di una gravità inaudita….”Inadeguatezza della struttura amministrativa regionale”. Ma ci rendiamo conto che se un Procuratore deve supplire ai doveri dei funzionari dello Stato siamo alla conferma del fatto che la Regione Marche è complice nello scandalo biogas? Ora mi auguro che il Procuratore abbia la forza ed il coraggio di avviare anche un procedimento per omissione in atti d’ufficio nei confronti di tutti i funzionari che in questa storia non hanno compiuto il loro dovere, nascondendosi, non ascoltando i cittadini e i comitati nelle loro giuste istanze e soprattutto gli inviti della magistratura a compiere il loro dovere. Il segretario generale della Regione dovrebbe prenderne atto e dare immediatamente le proprie dimissioni, così come tutti gli altri funzionari. E con loro Spacca, la GIannini, la Malaspina e la Giorgi (la ex paladina del no biogas)….
auspichiamo che i controlli avvengano anche a Morrovalle… l’uccellino che forse ha cantato, canterà anche questa volta?
La legge, che le aziende del biogas speculativo ed i loro complici a livello politico ed istituzionale hanno arrogantemente calpestato ormai da anni, in un circuito malefico tra affari e politica, comincia a poco a poco a fare capolino.
«Le leggi son, ma chi pon mano ad esse?»
(Purgatorio, Canto XVI)