di Carmen Russo
A Macerata quasi non si parla d’altro. Al “centro” della polemica ancora il centro storico e la pedonalizzazione di piazza della Libertà. E’ diventato ormai un botta e risposta usando i più disparati mezzi di comunicazione, il dialogo tra amministrazione e commercianti, tutti caduti in un circuito di sfiducia e di abbattimento che anziché favorire l’accordo divide sempre più.
L’ultimo capitolo scritto della saga si fonda su un “qui pro quo” nato da presunte dichiarazioni dell’assessore alla cultura e, appunto, al centro storico Stefania Monteverde che ha fatto scattare la proposta delle sue dimissioni da parte degli esercenti del nucleo cittadino di Macerata.
Le soluzioni all’annoso problema ci sarebbero e a lanciare le proposte sono l’ex primo cittadino Gian Mario Maulo, che propone un nuovo parcheggio a Fontemaggiore e l’associazione Giovani Architetti Macerata pronti per la riqualificazione della città.
L’assessore Stefania Monteverde
L’APOLOGIA – Stefania Monteverde, “accusata” di essersi dichiarata pro centro commerciali, di aver incolpato i commercianti di non offrire alternative accattivanti per invogliare la clientela e di aver attribuito la rinascita del centro storico alle sole attività enogastronomiche, ha deciso di scrivere la sua apologia su Facebook, rispondendo ad una domanda: “Perché, secondo lei, i negozi chiudono?”. «Non chiudono solo in centro, purtroppo, anche negli altri quartieri – si legge sulla bacheca del suo profilo Facebook personale – Stiamo dentro una crisi che ha dimezzato il potere d’acquisto di tutti. I costi di impresa invece non sono diminuiti. Le grandi catene fanno una concorrenza difficile ai negozi, offrendo prodotti a bassissimo prezzo. I centri commerciali prosperano su questo, e non sui parcheggi, perché non è certo conveniente andare in auto a fare shopping a 30-40 km. I negozi nei centri storici chiudono perché, tra le tante cause, soffrono questa difficile concorrenza; il libero commercio, si sa, risponde alla legge della domanda/offerta che segue il vento delle mode e dell’utile: se aprono nuovi locali, bar e ristoranti, in centro forse, chissà, è segno di questo vento; i negozi dei centri storici, come tutti quelli delle nostre città, però, hanno un’arma che può fare la differenza: possono offrire una relazione di amicizia con i clienti, non solo cortesia di servizio ma buon umore e familiarità. Le mie sono considerazioni semplici, che nascono dal confronto con gli studi di settore e dall’osservazione».
La Monteverde dialoga con i commercianti durante il consiglio comunale
L’assessore nel descrivere poi la sua personale vita cittadina aggiunge dichiarando, ancora una volta, apertamente la sua idea sulla pedonalizzazione: «Non è un mistero che per me, come per tanti altri concittadini, il centro senz’auto ha solo da guadagnare e che questa sia la direzione verso cui camminare; non è un mistero neanche che non credo alla logica “o tutto o niente”: scelgo con coraggio il cambiamento, senza calcoli elettorali, ma alle rivoluzioni preferisco le riforme. Per questo non smetto di parlare con tutti e confrontarmi: non lo faccio da sola ma insieme amministriamo la città, giunta e consiglieri, e ogni giorno parliamo con tutti e tra noi per procedere per aggiustamenti verso quella direzione».
I commercianti durante la protesta
LO SCONFORTO DEI COMMERCIANTI – Arriva quindi nella vetrina del social network l’intervento dell’assessore che risponde alla lettera dei commercianti indignati che avevano dichiarato: “Chiediamo subito la posizione dell’assessore alle attività produttive, della maggioranza e dell’opposizione, perché noi da un amministratore del centro storico ci saremmo aspettati parole di sostegno, difesa e tutela di tutte le categorie commerciali. Non le nascondiamo signora Monteverde che tutti noi siamo addirittura arrivati a sperare che qualcun altro ci rappresenti visto che lei non lo fa”.
E gli esercenti continuano il loro dialogo e la loro azione di “lotta” contro la delibera della discordia nella pagina creata ad hoc “Commercianti uniti per accendere il centro storico”. Recente è l’intervento di Maria Francesca Tardella, l’attuale presidentessa della Macerata, nonché titolare di un esercizio commerciale in corso Cavour, la quale rivolgendosi ai suoi colleghi scrive: “Scrivo come farmacista, commerciante come voi. Scrivo per dichiarare tutta la mia solidarietà e il rispetto a un gruppo di persone che hanno fatto la storia di questa città.
Il presidente della Maceratese Maria Francesca Tardella
Scrivo perché molti di voi sono sponsor della nostra Rata e perché non avendo il tempo e la voglia di andare nei centri commerciali, preferisco venire in macchina a fare compere da voi. Certo anche io vorrei un Centro senza auto ma prima vorrei che si programmasse tale scelta attraverso la riqualificazione del centro, università , studi professionali, banche, uffici riportati in centro. Una politica di sgravi fiscali per le ristrutturazioni edilizie in centro. Una politica che, per gradi faccia rivivere la città”. Maria Francesca Tardella poi, indirizza un pensiero anche all’assessore Monteverde: “Sinistra? Ecologia? Perché non fa un giretto a Collevario, dove da alcuni giorni si sta lavorando per piazzare, al posto dell’eternit, un tetto di solare termico. 70 mila euro regalati dalla Maceratese al Comune ed ai ragazzi. Quello di Collevario sarà un campo quasi autonomo dal punto di vista energetico, nessuno ne parla, nessuno del comune conosce gli sgravi fiscali con i quali si potrebbero riscaldare molti se non tutti gli impianti sportivi”, e chiude augurando ai commercianti di “tenere duro”.
Gian Mario Maulo, l’ex primo cittadino di Macerata
LA SOLUZIONE DI MAULO – In fonte stat virtus. Arriva dall’ex sindaco di Macerata, Gian Mario Maulo una soluzione papabile per la tanto discussa questione dei parcheggi, ormai diventati “un caso” cittadino.
L’ex primo cittadino, scrive: “Macerata, città di servizi, cultura, studi, attività commerciali, ha predisposto negli anni aree di sosta per gli accessi dalle principali direzioni: in ordine temporale, parcheggio del Tribunale, Parksì (costruito in ‘concessione’ 1989) con tunnel e ascensore per il centro storico (dal ’96), ‘Garibaldi’ e ‘Sferisterio’ (legge Tognoli, dal ’96 ), oltre al ‘Direzionale’ (1997) ed altri realizzati da privati.
Per completare il piano urbano dei parcheggi a corona attorno al centro manca un’area di sosta lunga a nord est. La zona ha potenzialità culturali e turistiche con il percorso museale da Palazzo Buonaccorsi al centro; è vicina alle principali istituzioni pubbliche, alle sedi universitarie più importanti e all’ Accademia delle Belle Arti.
Non un parcheggio multipiano al di là di viale Leopardi, costoso per la costruzione e, quindi, per gli utenti e in zona con vincolo paesaggistico; neppure una struttura sotto il livello stradale di Rampa Zara, più costosa ancora, con incognite a livello idrogeologico e archeologico, realizzabile con notevoli problemi per il traffico e in tempi lunghi; un parcheggio, invece, nell’area a ridosso delle mura e di Fontemaggiore, gemello del parcheggio ‘Garibaldi’ a Nord Ovest: di medie dimensioni, a cielo aperto, a gradoni, senza box e senza volumetrie, senza rischi idrogeologici e sorprese archeologiche, inserito in un piano di riqualificazione a tutela del vincolo paesaggistico e del patrimonio artistico di Fontemaggiore, dotato di impianto di risalita fino a viale Leopardi, coordinato con l’ascensore dell’autosilos di via Armaroli (previsto intenzionalmente per gli utenti degli autobus e per un futuro parcheggio a Fontemaggiore).
Fonte Maggiore
Un accesso in rampa da viale Leopardi lo renderebbe fruibile da qualsiasi provenienza: il conseguente aumento di traffico sarebbe compensato dalla riduzione del medesimo dopo la costruzione della Galleria delle Fonti. Inoltre l’accesso dalla strada interquartiere, già esistente da via dei Velini a Santo Stefano e prevista fino al quartiere Pace, lo renderebbe comunicante col ‘Garibaldi’ e fruibile soprattutto da chi proviene dalla potentina: già da anni si utilizza la strada per Santo Stefano come parcheggio spontaneo per centinaia di auto.
Naturalmente, l’area di proprietà privata andrebbe adeguatamente espropriata, dato il prevalente interesse pubblico. I costi di costruzione e di gestione sarebbero limitati per il Comune; la realizzazione sarebbe in tempi brevi; la fruibilità a tariffe basse da chi frequenta il centro spesso e per tempi prolungati (professionisti, impiegati, docenti, studenti, operatori economici). Un parcheggio per soste lunghe, non alternativo, quindi, ma complementare agli spazi di sosta oraria lungo le mura e nell’Autosilos di via Armaroli, che resterebbero più disponibili per utenze brevi, principalmente acquirenti dei negozi, clienti di studi professionali, pubblico delle istituzioni. Uno studio di fattibilità era già previsto nel programma 2005-2010, ma a sostenerlo eravamo una minoranza; nel programma 2010-2015, invece, è un impegno di maggioranza”.
Carlo Ottaviani, presidente dell’associazione Gam
LA RIQUALIFICAZIONE DEI GIOVANI ARCHITETTI – Ad intervenire sulla questione anche il gruppo del Gam, nella loro nota si legge: “Scegliere di essere il motore del cambiamento comporta la capacità di difendere le proprie idee e essere in grado di reggere la responsabilità dei vincitori, perché pedonalizzare un centro storico non significa limitare il traffico con zone ZTL o giocare al rialzo dei posti auto, ma comporta un lavoro duro di gestione dei flussi e modalità di spostamento, magari iniziando dai supporti che la stessa Regione Marche sta sviluppando come gli strumenti di monitoraggio e miglioramento dei trasporti pubblici.
La vera sfida non è assecondare la maggior parte della cittadinanza ma avere uno sguardo lungimirante che anteponga agli interessi di pochi il bene comune, riconnettere le relazioni, responsabilizzare i privati, riattivare i cicli urbani (mobilità, rifiuti).
L’urbanistica è rimasta ingabbiata nel paradigma di credere che una energia esterna, finanziaria e normativa, possa essere la fonte delle decisioni e dei cambiamenti, perdendo la capacità di far partecipare la cittadinanza, vero soggetto protagonista delle scelte che investono la città.
Dare spazio al rinascimento manifatturiero riconvertendo gli spazi abbandonati in fab-lab e botteghe di artisti e artigiani, incentivare l’attività dei privati con agevolazioni fiscali in cambio di servizi o buone pratiche (manutenzione dello spazio pubblico, contenimento consumo energetico, smaltimento dei rifiuti), investire sull’innovazione e la cultura.
La speranza è che il rinnovato interesse sul tema della pedonalizzazione del centro storico sia occasione di un confronto pubblico costruttivo, perché la rabbia e l’indignazione senza una strategia di azione non aiuteranno la nostra città a costruire un’armatura in grado di adattarsi ai cambiamenti, ma rischiano di essere un’ulteriore lotta contro dei mulini a vento”.
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io sto con la Monteverde!!!!!!!!!!!!!!!!!!!Basta con le corporazioni!!!!!!!!!!!!!!
Mica me ne ero accorta che il centro commerciale Val di Chienti fosse a 30 km da Macerata..o anche Corridomnia fosse così lontano..pensavo che Piediripa e Corridonia fossero più vicine…
Caro Giovane architetto Ottaviani, Lei ha scritto cose interessanti e sono sicuro che saprà che in ogni processo di trasformazione ed in ogni settore, per arrivare all’obiettivo è necessario fare un progetto, dividerlo per punti, attuarli in ordine logico e monitorare nel frattempo dei parametri, preventivamente individuati, per capire se si è nella giusta direzione.
LA DELIBERA IN QUESTIONE NON E’ UN PROGETTO! è concepita in fretta e furia e tutti sappiamo perchè !…….in un processo di cambiamento che si rispetti è molto importante che le parti coinvolte in modo diretto (in questo caso commercianti e residenti) non subiscano danni, altrimenti sarebbe paragonabile ad una bonifica (SPIANIAMO TUTTO E RICOSTRUIAMO).
USATE IL CERVELLO
Signora Monteverde, con tutto il rispetto, i clienti vanno fidelizzati e non fatti amici. Così com’è ora il centro storico, non permette ai commercianti nè di fidelizzarli e tantomeno farli amici. Il problema di fondo credo sia quello che poi lo ritroviamo anche nei vari governi: persone incompetenti che ricoprono le cariche solo per i voti della politica, così magari l’avvocato si interessa di urbanistica, il geometra di cultura, il farmacista di affari sociali e chi più ne ha, più ne metta. Risultato: baldoria!!!!
il problema di macerata non è se chiudere o meno il centro storico alla auto. il centro e con esso tutta Macerata è morto perchè non si può parcheggiare se non a pagamento. Se si ha la sfortuna di avere un congiunto all’ospedale si spende più di parcheggio che per mangiare e questo è scandaloso. Figuriamoci se viene la voglia di fare tutte quelle salite, dopo aver pagato un lauto obolo all’apm per il parcheggio, per andare a fare degli acquisti dove, in altri comuni, puoi fare tranquillamente senza l’assillo del parcometro. Secondo me, togliendo la metà dei parcheggi a pagamento il commercio in centro ed a Macerata rifiorirebbe indipendentemente dalla chiusura o meno dello stesso ed il Comune incasserebbe gli stessi soldi in altre forme.
Non avete capito che comanda solo la Monteverde? Non c è sindaco o Giunta che tengano. E nel proprio agire è totalmente avulsa dalla principio di realtà e agisce solo tentando di applicare astratti principi ideologici. Chi non la pensa come lei è un avversario che sbaglia a prescidere. Il dialogo e il confronto non lo ammette se non in apparenza.
I clienti non vanno fatti amici……….. l’amicizia è un’altra cosa……. non diciamo ca@@ate per favore…..
E’ piu’ giusto parlare di fidelizzazione, ma……… Sig. Pieroni crede davvero che un cliente si riesca a fidelizzare solo dandogli la possibilità di venire a comprare pergheggiando l’auto a 3 metri dal negozio?
Ma sono negozi o Drive In……. Mac Drive?
Io penserei piu’ ad altri metodi che portino il cliente a dire: ” anche se devo pargheggiare un po’ fuoi dal centro, e magari farmi due passi……. mi trovo talmente bene in quel negozio che lo faccio volentieri”
e per quanto mi riguarda i commercianti del centro storico in questo non brillano, ne per prodotti offerti ne per modus operandi.
MI raccomando il prossimo anno votate ancora a sinistra!!!
Caro Carlo Ottaviani e cari tutti,
ribadisco una volta di più che il centro non rinascerà con una fiala al giorno di vitamine turistico-culturali. L’organismo del malato è gravemente malandato, occorre una trasfusione di cittadinanza residente (in dieci anni passata da circa 15000 unità a circa 1200).
Plaudo alla Presidente della Maceratese, Francesca Tardella, che – sola – ha scritto di agevolazioni per chi intende ristrutturare le case del centro a fini abitativi. Bene: aggiungerei politiche a favore del ripopolamento, tipo aiuti alle giovani coppie che intendano venire a vivere qui piuttosto che andare nei comuni limitrofi, dove gli affitti sono più bassi a volte della metà (questa e analoghe misure in questa falsariga); favorirei anche i bar e i ristoranti intenzionati a promuovere turismo e cultura con iniziative da loro finanziate, abbassando la tassa per l’occupazione del suolo pubblico (se ne avvantaggiano non solo loro, ma tutta la città, giusto?).
Naturalmente, l’innovazione incentivante richiede controlli a tappeto sui furbini che affittano a nero in tutto o in parte, i quali vanno scoraggiati con ogni mezzo a continuare a frodare lo Stato con l’evasione fiscale, la quale spesso favorisce anche che vengano affittate stamberghe più prossime a una catapecchia che a un’abitazione per esseri umani. La conseguenza quasi inevitabile è che a condizioni simili si adattino più facilmente gli extracomunitari o gli studenti universitari, in attesa di completamento studi, di vacanze o di situazioni migliori. Il centro storico, invece, ha urgente bisogno di popolazione stanziale, che ricominci a considerare il centro come la propria abitazione pubblica, il prolungamento delle proprie stanze, una parte sensibile della propria umanità, della propria memoria, della propria quotidianità.
Chiudete tutto o aprite tutto, la situazione non migliorerà per questo. Se manca la popolazione residente, è come aprire un teatro, riempirlo con un ottimo spettacolo… e poi richiuderlo, dopo l’ultimo applauso.
Ai giovani architetti del GAM, allora, consiglierei di occuparsi a tempo pieno di architettura: indichino come ristrutturare e come poter aiutare chi intenda farlo; si organizzino in questa direzione offrendo la propria consulenza e operatività, magari attivando canali europei di finanziamento a riguardo (perché esistono: ne fruì eccellentemente anni fa un’assessoressa di Jesi con cui avevo studiato all’Università: qui non era stata istituita una delega assessorile proprio per studiare i fondi europei? Che fine ha fatto?).
A poco meno da un anno dalle elezioni lo scontro FINGE di accendersi sul Centro Storico…
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Cominciano gli embedded dei presunti candidati Sindaci, dichiarazioni di fuoco, levate di scudi, spiegazioni che non spiegano, proposte che non propongono…. Insomma il solito teatrino alla ricerca dell’ultimo voto.
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Si cerca n tutti i modi di trovare le truppe per la battaglia, anche offrrendo l’impossibile o prospettando soluzioni che sembrano più scaturire da un uso smodato di LSD piuttosto che da uno studio REALISTICO della situazione.
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Tutti fingono, tutti sono pronti a vedere la pagliuzza nell’occhio dell’altro, tutti sono pronti a garantire una soluzione miracolosa, tutti sono pronti ad addossare le colpe al contendente e liberarsi l’anima delle proprie…
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Tutti FINGONO di non rendersi conto che il deserto dei tartari odierno è un complesso concatenarsi di diversi eventi, occasioni fallite, crisi economica, scelte al limite dell’imbecillità oceanica, cambiamento degli usi, ecc. ecc.
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25 anni fa Macerata era viva NON per merito dei suoi abitanti e/o commercianti ma PERCHE’ il deserto dei tartati era tutto intorno e Macerata rappresentava l’oasi nel deserto…
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L’Università raccoglieva MIGLIAIA di studenti residenti (oltre la colonia dei greci e le colonie regionali -Ancona, Ascoli, San Benedetto- c’erano pure le tribù della Puglia e dell’Abruzzo).
Non essendoci i centri commerciali (e 3 supermerati in croce) il flusso era verso Macerata e non verso fuori.
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Molte città intorno al Macerata (treia, Appignao, Montecassiano, perfino Tolentino e Urbisaglia) alle ore 21.00 chiedevano i battenti e quindi l’unico posto dove andare, dopocena, era la cittadina sulla collina.
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Le Vasche per il Corso nnon le facevano solo i maceratesi, ma era pieno di ragazzi da Tolentino, San Severino, Cingoli..
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Per tanti anni i maceratesi hanno beneficiato di questa “rendita da posizone dominante, fregandosene altamente TUTTI di interessarsi a quanto succedeva in fondo alla collina, in Provincia, in Regione, nel Mondo…
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C’era sempre la fiumana in città, dal lunedì pomeriggio alla domenica sera..
Tra i maceratesi e le migliaia di “forestieri” Macerata poteva contre su un bacino di utenza probabilmente di almeno di 70/80 MILA persone che GRAVITAVANO sulla città..
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.Poi il commercio è cambiato/trasformato, le colonie di studenti sono sparite, anche nella piccola frazioncina del piccolo borgo dimenticato da dio aprivano negozi….
E noi maceratesi TUTTI abbiamo continuato a pensare che, sebbene tutto intorno cambiasse, noi restavamo acora il centro dell’Universo..
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Anche chi ha progettato i parcheggi intorno a Macerata (parcheggi che, se fossero meglio organizzati, basterebbero ed avanzerebbero per il Centro Storico, senza bisogno di un altro inutile parcheggio) in diverse epoche e con diversi studi, sembra non esersi reso conto degli errori preogetuali:
– Per arivare al Garibaldi o vieni da Villa Potenza o fai il giro dell’oca, stesso dicasi per il Park Si che se vieni da Via Roma/Santacroce devi fare la trottola.
– Parcheggio Sferisterio funzionale per Corso Cairoli ma poco funzionale per il Cetro Storico perchè mancano bus navetta
– Parcheggio GRATIS dello Stadio NON collegato velocemente (bus navetta) con il Centro Storico
(per inciso per queste supercazzole progettuali NESSUNO in città ha mai detto nulla: non i politici, ne i commericanti e nemeno ir sidenti)
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Adesso ci si accipiglia per 30/40 miseri posti auto in centro che, per MINIMAMENTE funzionare (cioè essere utilizzati dai CLIENTI) , dovrebbero:
(A) essere vietati alla sosta per le auto dei commerianti (quanti con il permesso di SOLO transito -per raggiungere il negozio- lasciano le auto per tutta la giornata ferme??)
(B) esser vietati alla sosta (pomeridiana) per le auto dei residenti
(C) doverbbero conjsentire una sosta dei clienti per massimo 30/45 minuti per favorire il ricambio: isomma anche qui a bocce ferme si dovrebbe capire che i 30/40 posti auto sono un’altra (demagogica) supercazzola che non servierebbe a nulla.
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D’altro canto se si volesse veramente dare spazio al Centro Storico e farlo tornare vivibile per i pedoni (e chiuso alle auto), come da più parti da anni si dice, si potrebbe ripensare al piano della sosta e delle tariffe agevolando i clienti che lasciano le auto nei parcheggi (sia vicini che lotani) organizzando degli appositi bus per portarli/riportarli velocemente a destino.
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Due parole poi si dovrebbe spendere sul fato che il Centro Storico è stato trasformato, negli anni, in dormitorio universitario (miniappartamenti, ristrutturazioni concepite per offrire il massimo numero di posti per appartamento, ecc.) ed ora che gli universitari sono calati mostruosamente è ben difficile che una famiglia ritorni in Centro, se già sa che dovrà buttare un botto di soldi per riconvertire i “loculi universitari” in civile abitazione: le case (NON solo in Centro) costavano troppo (prima della crisi, figuriamoci oggi), anche quelle che avrebbero avuto bisogno di radicali ristrutturazioni.
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Invece di sedersi ad un tavolo e trovare delle soluzioni praticabili e condivise tutti gli attori (molti dei quali semplici comparse) continuano a pretendere che il loro punto di vista siua il migliore, che quanto pensano gli altri non valga nulla, che inanzitutto c’è da coltivare il proprio orticello….
Così NON si va da nessuna parte…
Bravo Carlo Ottaviani.
Incentivare aperture, creare spazi per il recupero delle artigianalità, investire nelle tipicità e nelle idee dei giovani artisti.
Lavorare ad un progetto unitario in cui tutti fanno la loro parte, residenti, studenti, commercianti…
Un progetto di cui la chiusura del centro, presentata con un piano di comunicazione decente, è una parte.
Ora la chiusura é il progetto…
Bravo Pieroni hai centrato il vero problema……..l’incompetenza al potere…….se poi ci aggiungi un pizzico
di ” ideologia “………una spruzzata di ” dirigismo autoritario ” ……BINGO 😀 il piatto è servito.
Quanti hanno avanzato idee piu’ o meno stravaganti in questi decenni……..quante ne abbiamo dovute
sentire????? Adesso anche quella delle botteghe di arti e mestieri……..poi ripopolare il centro con famiglie
stanziali ( quali?? dove stanno?? adesso girano solo quelle del Mali e del Senegal )……aaaaaaa ecco l’idea……..attiriamole con affitti politici ( cosa tra l’altro giusta …….che lo IACP dovrebbe assolutamente
fare proseguendo quell’opera di riqualificazione, del tipo fatto alla cocolla,o in via padre Matteo Ricci )
ma la vedo dura convincere i proprietari che hanno immobili sfitti ( o anche affittati ) in centro a spendere
cifre enormi di ristrutturazione, per poi affittare a affitti bassi e per cosi’ dire ” politici “…….invece questo
dovrebbe e potrebbe essere sostenuto dall’ente comunale o dall’ente case popolari.
Per non parlare dell’assenza di DIVERSIFICAZIONE COMMERCIALE………basta solo Boutique.
basta solo eventi estemporanei.
Mah………..siamo amministrati male……..da una categoria di persone che ” sostiene ” di avere una
VISIONE……..può darsi…….speriamo che questa visione non sia ” aiutata ” dall’ uso di sostanze
psicoattive come gli sciamani messicani….:-D 😀
Non so a voi……..ma a me fa impressione vedere la foto dell’ assessora con quel dito alzato………….
perché non so che vuole farne…. 😀 😀