di Gianluca Ginella
Contributi a fondo perduto per l’emergenza Covid, quattro aziende e un ristorante avrebbero percepito indebitamente gli aiuti economici per circa 60mila euro.
A scoprirlo la Guardia di finanza. Gli amministratori di tre società (una nel settore della ristorazione, una in quello della fabbricazione di attrezzature per la sicurezza e la terza nel settore della ferramenta) avrebbero destinato parte del contributo a fini familiari o personali, mentre un imprenditore avrebbe dichiarato un maggiore giro d’affari per ottenere un più sostanzioso contributo.
Il tema è lo stesso ma i filoni di indagine sono stati due. Fari puntati sulla verifica dei corretti presupposti per ottenere da parte delle imprese selezionate, finanziamenti garantiti dallo Stato e contributi a fondo perduto versati dall’Agenzia delle entrate per aiutare le aziende alle prese con la crisi economica legata al Covid.
Per uno di questi hanno operato i militari della Compagnia di Civitanova, diretta dal capitano Tiziano Padua e della tenenza di Porto Recanati, comandata dal luogotenente Diego Crovace.
I militari hanno esaminato sia i movimenti bancari di tre società che hanno percepito finanziamenti coperti da garanzia pubblica per circa 260mila euro, sia i dati della fatturazione elettronica associata all’attività svolta. In questo modo hanno constatato dei prelevamenti che non sarebbero giustificati e una presunta distrazione di parte dei contributi che sarebbero stati usati a fini personali o familiari. Le attività sono un ristorante di Civitanova, una ditta che si occupa di fabbricazione di attrezzature protettive per la sicurezza (il legale rappresentante è un civitanovese) e una ditta di Civitanova che lavora nel settore della ferramenta.
Per gli amministratori delle tre società c’è stata la segnalazione alla procura per malversazione a danno dello Stato e per appropriazione indebita. Inoltre sono stati segnalati all’Agenzia delle Entrate per l’applicazione delle relative sanzioni amministrative.
Il secondo filone ha riguardato un’impresa e l’attività è stata svolta dal Gruppo di Macerata, maggiore Giuseppe Perrone. Secondo l’indagine l’azienda avrebbe percepito un contributo a fondo perduto di oltre 14mila euro. Fin qui nulla di strano, ma dall’analisi della documentazione contabile è emerso che l’imprenditore avrebbe dichiarato un fatturato superiore a quello effettivo, riuscendo in questo modo ad incassare un contributo maggiore rispetto a quello che gli sarebbe spettato. L’imprenditore è stato segnalato all’Agenzia delle entrate per l’applicazione delle relative sanzioni amministrative.
Nel complesso è di 60mila euro la somma che sarebbe stata percepita indebitamente dalle 3 società e dall’imprenditore. Rischiano sanzioni fino al 200% del contributo ottenuto. Le aziende scoperte rientrano nei controlli, svolti nei giorni scorsi, su di un nutrito numero di imprese in base a specifici indici di anomalie.
(Ultimo aggiornamento alle 16,15)
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