di Monia Orazi
Da duemila a duecento articoli, 48 ordinanze su 117 abrogate, 165 pagine al posto di 2.500: sono questi i numeri del nuovo testo unico sulla ricostruzione delle case private e delle attività produttive, per ora solo una bozza, predisposto dal gruppo di collaboratori giuridici del commissario straordinario alla ricostruzione Giovanni Legnini, presentato ieri pomeriggio in video conferenza ad una cinquantina di rappresentanti dei comitati per i terremotati, insieme ai rappresentanti di Action Aid e Cittadinanzattiva, le due associazioni con cui la struttura commissariale ha stipulato una convenzione per diffonderne i contenuti ed agevolare la partecipazione dei cittadini. I cittadini potranno leggerlo, lo si trova sul sito del commissario, potranno presentare osservazioni tramite una mail dedicata o tramite l’apposita sezione del sito web.
Una prima volta assoluta, nel panorama delle otto ricostruzioni sismiche ancora in corso, che costano alle casse pubbliche due miliardi di euro l’anno, ciascuna con le sue regole, che un commissario alla ricostruzione lancia la sfida di un testo unico delle regole su come ricostruire, ha spiegato Giovanni Legnini: «Non è casuale che abbiamo scelto di fare la prima presentazione pubblica del testo insieme a voi che rappresentate i cittadini, la partecipazione dei cittadini sarà reale ed effettiva, aspettiamo le vostre proposte, saranno tutte esaminate. Solo se arriveranno emendamenti, proposte puntuali, segnalazioni di problemi ed anche critiche, siamo sicuri che il futuro testo unico sarà migliore. E’ la prima volta che si attua un’iniziativa del genere, avremmo potuto fare solo un’opera di ricognizione e compilazione, invece abbiamo avuto l’ambizione di innovare, provando a mettere insieme le norme vigenti prima della semplificazione, con quelle successive, non è stata un’operazione semplicissima, ma un lavoro corale per cui ringrazio la struttura». L’ambizione non nascosta di questa bozza di testo unico è quella di diventare il manuale della ricostruzione privata, per tutti i terremoti che si dovessero verificare in futuro, come ha spiegato chiaramente Legnini: «Abbiamo l’ambizione che questo testo, oltre a riordinare la normativa, possa durare nel tempo, provare a dare certezza, chiarezza, leggibilità e stabilità negli anni delle regole. Mi piacerebbe che nel futuro se si modificherà la normativa sulla ricostruzione, si intervenga su questo testo spero con poche modifiche, questo dipenderà dalla sua capacità di intercettare i problemi non risolti. Mi piacerebbe chiudere questo lavoro entro il 30 ottobre, prima dell’entrata in vigore sarà attuato il trasferimento della piattaforma digitale per la gestione delle pratiche di ricostruzione digitale, un lavoro complesso con giuristi ed informatici non semplici. Non mettiamoci in attesa del testo unico, le norme ci sono andiamo avanti. Per i progetti pendenti varranno le norme in vigore all’avvio del procedimento, per quelli futuri varrà il testo unico una volta entrato in vigore. Sono ventimila le domande presentate, il grosso deve ancora arrivare».
Ad illustrare nel dettaglio i principi ispiratori del lavoro di revisione delle ordinanze, è stato Pierluigi Mantini, dello staff giuridico del commissario che vi ha lavorato insieme ad altri colleghi: «Questo è un lavoro ancora da finire, sarà da completare con le osservazioni che perverranno, da parte di chi partecipa alla consultazione. E’ il lavoro di cucitura di un vestito, a fronte di un insieme di ordinanze stratificate nel tempo che si sono succedute nell’emergenza, con sovrapposizione di previsioni normative, il rischio di un groviglio inestricabile, meritava un’iniziativa coraggiosa e ambiziosa come quella di ridare un ordine, a queste ordinanze non classificandole in ordine cronologico ma sistematico, semplificandole. Per la prima volta il testo unico per la ricostruzione privata ha un esordio basato sul principio della ricostruzione, è una novità, ricostruzione sicura, ecosostenibile, connessione digitale dei territori e delle aree interne che hanno sofferto lo spopolamento, sancito in principi giuridici e normativi, con la partecipazione dei cittadini alle scelte del testo unico». Per i cantieri già avviati ed i progetti già presentati restano valide le regole attuali, il testo unico è diviso in cinque parti, dopo la premessa con i principi fondamentali sulla ricostruzione. Si parla dei soggetti della ricostruzione (beneficiari contributi, titolari della domanda), poi l’oggetto cioè la domanda di contributo (tipologia, cosa deve contenere, quantificazione del contributo, il procedimento (istruttoria basata su ordinanza 100 semplificata ed ordinaria). Ha aggiunto Mantini: «Segnalo un’audace modifica, su cui abbiamo azzardato per uscire dall’intervento sopra e sotto soglia, sono previste solo due procedure la semplificata che vale per il 90 per cento degli interventi, la Scia prima procedura e la seconda ordinaria, per le delocalizzazioni, nuove costruzioni o interventi che aumentino la volumetria. Abbiamo aggiunto un allegato con norme regolamentari sul procedimento su cosa fare, quando e come. La terza parte è dedicata alle procedure speciali con beni vincolati, beni culturali, la parte quarta riguarda la sicurezza sismica con lo studio di frane, faglie, vincoli che ne derivano. La parte quinta riguarda l’urbanistica, è stata eliminata la regola che se prima non si approvava il piano attuativo non si poteva fare nulla, perchè prima di intervenire ci voleva un programma, si tratta di ricostruire non di costruire, si riparte dall’esistente. Infine la parte che raccoglie disposizioni in materia di imprese e professionisti, senza gli uomini dei progetti e buone imprese la ricostruzione non si fa». Diversi i contributi dal pubblico collegato via web, i ringraziamenti delle associazioni e l’apertura di questo percorso di partecipazione. Preoccupati alcuni interventi per l’aumento dei prezzi delle materie prime, che rischiano di fermare i cantieri.
Così ha risposto Legnini: «L’aumento dei prezzi si è abbattuto sulla ricostruzione e tutto il comparto dell’edilizia. Il senato sta per convertire in legge una norma per i contratti pubblici. Per le opere pubbliche si attinge ai ribassi d’asta per compensare l’aumento dei prezzi, questo non si applica direttamente alla ricostruzione privata che si regge su contratti privatistici, io mi sono battuto per estenderla alla ricostruzione privata. Sarà emanata un’ordinanza ad inizio agosto di adeguamento del prezziario, con la revisione dei prezzi per i futuri cantieri, o aumentando i contributi per la ricostruzione. Per i cantieri aperti o interviene il legislatore o proverò ad intervenire con apposita ordinanza, conosco la gravità della situazione. Gli analisti dicono si tratta di una bolla speculativa, che si attenuerà fortemente ed i prezzi torneranno a scendere».
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