di Luca Patrassi
«Sono Sandro, il sindaco: la mia porta in Comune è aperta a tutti, dalle otto alle 20. Ci sono per tutti, pronto ad ascoltare ed anche a dare corso alle idee, ai progetti di tutti. Chiedo collaborazione e condivisione, il nostro obiettivo è il bene della città, non fare polemiche sterili per addetti ai lavori. In Consiglio comunale ieri sera ho presentato le linee guida di questa amministrazione, non è il vangelo.. si possono discutere, approfondire, integrare, variare. Il senso della politica è quello di mettersi in gioco, ascoltando le ragioni di tutti ed anche quelle dell’opposizione, purché valide e costruttive. Dobbiamo lavorare insieme, per il bene di tutti, per la crescita del territorio. Non ho mai attaccato chi c’era prima per le cose fatte all’epoca, non mi interessa, voglio guardare al futuro e voglio farlo con i maceratesi. Non faccio altro, non vado dietro alle dispute sui formalismi spiccioli…».
Insomma, il giorno dopo la grande gaffe, la maggioranza che segue l’invito del capogruppo della Lega, “esce” (la seduta era da remoto) e fa mancare il numero legale, fatto inedito negli ultimi decenni e forse riflesso condizionato di alcuni decenni di opposizione, il sindaco Sandro guarda avanti e invita l’opposizione a superare la logica dell’ostruzionismo e ribadisce alcune priorità del suo programma elettorale che in questi giorni ha ribadito in Consiglio comunale. «Sto lavorando tutto il giorno per preparare progetti da presentare come promotori per i fondi europei, per reperire i finanziamenti che ci servono per realizzare la Macerata del futuro che ho annunciato in campagna elettorale, per seguire momento per momento l’emergenza Covid. Sono tante le cose da fare e le sto seguendo con la mia squadra, fatta anche dagli assessori, dai dirigenti, dai dipendenti del Comune e dai tanti cittadini che vogliono collaborare. Collaborare a un progetto di rilancio di Macerata che parta dal senso di comunità, di adesione. Stiamo lavorando a pieno regime su tanti progetti bellissimi, dall’ex Ospedale psichiatrico a Santa Croce al parcheggio di Rampa Zara con attracco meccanizzato fino in piazza passando per il rilancio dell’area archeologica di Helvia Recina e dell’area fluviale del Potenza».
Facile a dirsi, difficile quanto al reperimento dei fondi: «Certo, ci vorranno tanti soldi che ad oggi non ci sono, anzi ci hanno lasciato con alcuni contenziosi legali da risolvere che potrebbero costare cari alle casse comunali. Stiamo lavorando anche per definire questi aspetti, ma penso che tra cinque o dieci anni che ci vogliamo realizzare il nostro obiettivo che è quello di vedere Macerata frequentata da giovani di tutti il mondo che vengono per studiare, per lavorare e per formarsi. Una città viva che offra occasioni di lavoro». Dice infine Parcaroli: «Oggi ho visitato gli orti che sono seguiti da 180 anziani, sono un gruppo unito, che ha senso delle radici e dell’appartenenza al territorio. Dobbiamo trasmettere questi valori a tutti, lavoriamo per questo, siamo una comunità».
A rimettere le lancette indietro a ieri, è il consigliere comunale dem Andrea Perticarari: «oltre a sottolineare – scrive Perticarari – come 25 secondi prima un consigliere che richiede il numero legale risulti poi assente è altrettanto curioso vedere come i consiglieri di maggioranza- tranne uno (Aldo Alessandrini, ndr) – e la Giunta tutta non fossero in realtà assenti (almeno informalmente) essendo tutti collegati ma con sola telecamera e microfono spenta (quindi anche la storia di problemi tecnici di collegamento lascia il tempo che trova). Purtroppo invece si sente chiaramente al minuto 3:25:00 della registrazione della seduta un pesante insulto non si sa bene a chi rivolto. Ma non finisce qui. Dal minuto 3:53:00 circa ed anche negli interventi successivi – con interventi evidentemente imbarazzati – i consiglieri di maggioranza parlano di errore dovuto all’inesperienza. Ecco, dico solo che molti di questi consiglieri sedevano sui banchi consiliari anche 10-15-20 anni fa, ma anche se si facesse un atto di fede nel credere a questa toppa messa lì al momento, comunque non si giustificherebbe la contestuale assenza, oltre che dei consiglieri di maggioranza, anche di tutta la Giunta…visto che questi ultimi non dovevamo – come poi è stato – fare alcun intervento. Ciò detto, se la maggioranza aveva necessità di rinviare la seduta vista l’ora, bastava chiederlo e votarlo, anzi votarselo…e si sarebbe evitata questa barzelletta. La politica maceratese se deve cambiare, deve cambiare in maniera seria».
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Questa e’ l’eredita’ scellerata lasciata dalla precedente amministrazione che ha rovinato l’intera citta’.
Il sindaco se la cava bene e anche lui ha il sospetto che alla Lega qualche cosa non va giù del programma, tant’è che li ha invitati a discuterne, piuttosto che andarsene. Le linee guida non sono il vangelo, si possono discutere, dice il sindaco. Non posso dare consigli al sindaco, specialmente perché mai richiesti. Posso però dire che bene ha fatto a fare il giro degli orti, molto più ampio del giro dell’orto. Farebbe bene anche a fare un giro nelle sedi dei partiti per costatare che la campagna elettorale polemica dei suoi alleati ha creato dirigenti politici ed un elettorato di centro destra litigioso col quale adesso Parcaroli deve fare i conti. E’ roba tua, te li sei presi tu, direbbe Guzzanti.
Apprezzabile è la disponibilità al dialogo del sindaco ma il documento che è stato approvato in Consiglio Comunale non è un Work in Progress ma il programma che la sua Giunta e la sua maggioranza si sono impegnati a realizzare. Il punto di riferimento per il giudizio degli elettori al termine del mandato.
Il compitino lo ha studiato bene.
C’è una notevole letteratura (politica/economica) al riguardo, in cui -se sorgono dei problemi- non si risponde alle domande (scomode) sul presente, ma si getta la palla lontano, indicando un futuro prossimo venuto, in cui tutto sarà possibile (faremo, progetteremo, realizzeremo, creeremo…).
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In questo modo si elude la domanda “presente” e l’interlocutore è silenziato.
E, al contempo, al proprio elettorato si fanno veicolare parole d’ordine semplici ed immediate che rassicurano, che fanno vedere il futuro roseo, un futuro dove tutto e possibile, in salsa populista e di destra.
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Si sta facendo, si sta facendo, diamogli tempo: tra poco risponderà ad una domanda con un’altra domanda (quindi non risponderà) e poi -forse con il tempo, gli anni e lo studio- arriverà alla saggezza di riuscire, in una intervista, a non ricevere domande scomode.
Cerasi, sii generoso.