di Laura Boccanera
«Il pericolo per la democrazia è questa destra razzista, ma l’appello al voto utile arriva da chi ha abbandonato la ricostruzione e privatizzato la sanità, noi vogliamo cambiare il metodo, siamo la sinistra etica che chiede la partecipazione e la corresponsabilità».
Roberto Mancini a Porto Recanati ieri sera ha fatto appello alla passione e all’impegno. Questi secondo “Dipende da noi” gli ingredienti necessari per cambiare passo e metodo nella Regione Marche. All’anfiteatro di corso Matteotti l’ideatore del movimento civico ha presentato i candidati del maceratese: Katiuscia Merlini, Antonio Pagnarelli, Matteo Simoni e Barbara Salcocci. Tutti cittadini che a vario titolo hanno messo il proprio impegno al servizio della comunità. Appassionata la reprimenda della Salcocci, candidata di Tolentino, sulla gestione del terremoto: «Scelta scellerata quella del villaggio container da parte del comune – ha sottolineato – e la Regione è connivente perché non ha mai verificato come sono stati utilizzati i soldi. Sono arrabbiata, i nostri paesini non si ripopoleranno e perderemo un patrimonio, vogliamo ingranare una nuova marcia perché il silenzio è stato devastante più del terremoto». Ha parlato di integrazione Matteo Simoni, argomento noto e spinoso a Porto Recanati: «L’Hotel House viene utilizzato per dare soluzioni semplici ad un problema che è complesso – ha detto – è certo che l’integrazione deva passare per una certa fermezza nella legalità. Qui invece il tema viene strumentalizzato da una parte politica». Indica i criteri e il perché della discesa in campo il candidato presidente Mancini:
«Oggi ci dicono che per sconfiggere la destra serve il voto utile. Certo, la destra rimane l’avversario e il vero pericolo per la democrazia. Il localismo della Lega e di questa destra razzista è il pericolo vero e il motivo per cui questa destra non può governare le Marche, ma dall’altra parte c’è un centro sinistra che da due legislature ha praticato la politica dell’abbandono. Sul terremoto non ha dato risposte e ha privatizzato la sanità». Mancini passa poi ad indicare la metodologia che Dipende da noi si è data per costruire il programma che ha tra i punti cardine la ricostruzione, la sanità e una svolta ecologista all’economia. Un metodo che usa partecipazione, ascolto e competenze: «Noi usiamo un altro metodo – dice – quello del costruire le risposte insieme col dialogo, con la partecipazione. E’ la politica del prendersi cura, noi chiediamo di collaborare e sentirsi corresponsabile. E poi l’ ascolto perché le persone non portano solo problemi ma anche esperienze e infine la conoscenza perché la democrazia non può sorgere sulla paura e sull’ignoranza». La chiama la “sinistra etica”: «Noi non ci vergogniamo della parola sinistra – conclude – la società non è ridotta ad un mercato, le persone non sono cose che o producono profitto o diventano un esubero. Questo è l’orientamento della sinistra, la capacità di pensare alla società non come un mercato. L’Etica è la capacità di vedere le persone come coprotagonisti. Io non dirò mai “prima i marchigiani”, è stupido, viviamo tutti su questo pianeta. Il nome “Dipende da noi” è il contrario della politica che avviene oggi dove qualcuno chiede, opere, finanziamenti, servizi e qualcun altro li promette. Così i cittadini regrediscono a clienti e i politici a mestieranti».
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Condivido molti dei punti programmatici di Dipendedanoi. Ma il bollino di “sinistra etica” mi fa rabbrividire. Come dire che tutti gli altri di sinistra sono an-etici, senza morale e solo attaccati al potere. Non è così. Autodefinirsi “etici” in politica porta ai piagnoni di Savonarola, ai puritani di Cromwell, ai tagliateste di Robespierre, ai tagliagole dell’Isis etc. La politica è l’arte di governare, in mondo onesto, responsabile e à tempo determinato. Punto. Lasciamo l’etica alla sfera della coscienza individuale.
Immagino che Mancini data la sua sicumera parli a titolo personale e allora se sarà eletto rappresenterà al massimo se stesso!
…anche il signor Mancini, parlando di politica, non sa dire altro, parlando della destra, che essa è razzista (e poi ovviamente anche fascista, xenofoba, il male assoluto, eccetera eccetera…) e quindi un pericolo per la democrazia, ma, sinceramente, o come politico ha dei notevoli limiti, oppure è solo in grado, politicamente, di allinearsi al solito ritornello di chi, nella cosiddetta sinistra, non ha più niente da dire, tranne che sbraitare per insultare l’avversario con affermazioni che non stanno più né in cielo né in terra!! O la sinistra (cosiddetta…) cambia disco (oramai rotto…), oppure perderà sempre più voti. Meditate sinistri, meditate!! gv
@Giuseppe Vallesi
Che questa destra italiana sia fascista e razzista è un dato di fatto, non un’invenzione. E’ infarcita di persone del genere, nelle Marche e fuori dalle Marche, a meno che non vogliamo credere alle fandonie di Acquaroli sulla cena di Acquasanta Terme.
Dovrebbe bastare per considerare invotabile questa destra, ma non basta: perché non può essere un alibi; però queste sono le cose che, secondo me, pensa e dice anche Mancini. Si potrà contestare nel merito le sue posizioni, com’è legittimo: non è mica obbligatorio essere di sinistra. Si potrà discutere se quella che ha scelto sia un’opzione efficace, ma Mancini di certo ne è consapevole.
@Augusto Andreoli: c’è anche un’altra opzione, in cui qualificarsi come “sinistra etica” significa sostenere di essere una sinistra che non perde di vista i suoi valori in contrapposizione a una sinistra che questo, invece, l’ha fatto, che ha interpretato il governo come cinica gestione del potere.
Per il sig. Valenti. Indubbiamente esiste anche una destra fascista è razzista, infatti esiste anche una destra semplicemente conservatrice, antifascista e antirazzista.
ALLE SOLITE: IL FASCISTA CHE SCAPPA
Sui suoi profili social si definisce “naziskin, negazionista, omofobo, xenofobo, antidemocratico, anticostituzionale, anticomunista e antisemita”. Proprio così, letterale. Anzi, si definiva, perchè Christian D’Adamo, candidato al consiglio comunale di Fondi, in provincia di Latina, come fanno tutti i fascisti appena è stato beccato da alcuni giornalisti si è preso subito la briga di scappare e nascondersi rendendo privati i suoi profili social. E’ la solita legge non scritta: non tutti i vigliacchi sono fascisti ma tutti i fascisti sono vigliacchi.
Il 32enne è in lizza per le prossime amministrative nella lista civica “Giulio Mastrobattista sindaco” che è una delle tre liste in supporto al candidato sindaco Mastrobattista, uomo di Fratelli d’Italia, il partito di Giorgia Meloni che si indigna se si parla di fascismo di ritorno e che accusa noi di vedere fascisti dappertutto mentre lei si occupa semplicemente di detergerli per renderli un pò più presentabili. Con D’Adamo la missione non è riuscita perchè il candidato ha infarcito il suo diario Facebook con foto di magliette raffiguranti Benito Mussolini con citazioni come “Avanti Lazio, Dvce Dvce Dvce” e perfino il suo account su Twitch riporta una svastica come sfondo. Tutto alla luce del sole.
Geniale il candidato sindaco che a “Repubblica” risponde così: “Non conoscevo questa persona e abbiamo già lanciato l’hashtag #nessunovotid’adamo. Per quanto riguarda la candidatura dovrebbe rinunciare lui, ma stiamo verificando se lo stesso responsabile della lista sia legittimato ad estrometterlo. Intando io e tutti i candidati stiamo appunto lanciando l’hashtag”. La sua azione politica è stata quella di creare un hashtag, nessuna responsabilità ovviamente sull’avere candidato un personaggio del genere… (Giulio Cavalli, autore, attore e scrittore, “Left”, 27 agosto 2020)
Signor Valenti, mi permetta: inutile che le risponda in merito alle sue convinzioni, per me assurde, sul fatto la destra in Italia è fascismo, sarebbe per me, nei confronti di chi la pensa come Lei, un’inutile tentativo di buttare giù con le mie mani un muro spesso dieci metri e di muri Lei dovrebbe intendersene. Tuttavia le garantisco che nella sua sinistra ci sarà sempre qualcuno più a sinistra di un altro di sinistra e che ci sarà anche un sinistro più sinistro di altri, ma, se questo la può consolare, quella dei sinistri è una faccenda che anche la destra non disdegna!! Cordiali saluti. gv
Per il sig. Mancini.È troppo facile, e terribilmente vile, fare gli antifascisti senza fascismo.