A sinistra Giorgio Fede, a destra in alto Gian Mario Mercorelli e Maurizio Mangialardi. A destra in basso Romina Pergolesi
di Federica Nardi
Il popolo degli attivisti del Movimento 5 stelle ha cliccato su Rousseau quasi 98mila volte (48.975 gli iscritti che hanno votato ieri ai due quesiti sulla piattaforma) stabilendo che sì, i pentastellati possono allearsi alle amministrative anche con i partiti tradizionali e quindi pure con il Pd. Ma dalle comunali alle regionali il passo e breve (sempre di faccende “locali” si tratta) e quindi la domanda è: a cinque giorni dalla presentazione delle liste, potrebbe quindi cambiare lo scenario per le regionali e le comunali? Non secondo i candidati in corsa: Gian Mario Mercorelli (per la Regione) e Roberto Cherubini (per le amministrative di Macerata). Certo è però che prima il veto ad alleanze con il Pd arrivava proprio da Roma, mentre ora i leader del Movimento – e poi a seguire gli iscritti a Rousseau – hanno cambiato idea (mentre sul terzo mandato si è trattato di una ratifica di una decisione già presa l’anno scorso). Ma «non ci sarà nessuna alleanza di Ferragosto».
Giorgio Fede
A chiarirlo Giorgio Fede, senatore e facilitatore regionale dei 5 stelle: «La votazione su Rousseau non ha cambiato nulla, perché riguarda le amministrazioni comunali. Per le regionali ci sono già stati dei voti ed era già prevista l’opportunità di aggregarsi. I fuoriusciti del Movimento utilizzano questo risultato per giustificare il loro comportamento non coerente e infedele. Da Roma non c’è nessuna indicazione sulla regionali, se non che i gruppi determinano le loro scelte. E al di là di tutto nessuno ha fatto una proposta programmatica. Uno si allea se condivide un programma, che per noi nello specifico prevede una discontinuità sulle politiche sanitarie, ambientali, e sulle infrastrutture. Mi sembra improbabile che da qui a cinque giorni cambi qualcosa. La proposta di alleanza non è mai arrivata a nessun tavolo concreto».
Nella tenaglia tra vecchie e nuove prospettive finiscono ovviamente Mercorelli e Cherubini. Più il primo che il secondo a dire la verità, date le pressioni per un’alleanza in favore del candidato di centrosinistra Mangialardi. Un “ticket Mangialardi-Mercorelli”, come lo ha definito anche il sindaco di Pesaro Matteo Ricci, che rallenti la corsa dell’avversario di centrodestra Francesco Acquaroli, dato in vantaggio dai sondaggi recenti ma perdente sommando le preferenze ipotetiche di centrosinistra e 5stelle (leggi l’articolo).
Roberto Cherubini
Cherubini chiude subito il discorso: «Non ho neanche il pensiero di una cosa del genere. E’ solo un libertà lasciata ai territori e personalmente ho votato no». Mercorelli, candidato del “Mai con il Pd” per eccellenza ora ovviamente non vuole sconfessare all’ultimo la linea. Tanto che commentando il voto su Rousseau spiega: «Si tratta di un’apertura che a me ovviamente non piace ma può essere valida per delle scelte programmatiche. Ma non ha niente a che fare con la Regione già in partenza, il quesito non era riferito alle elezioni regionali. Se ci saranno pressioni per un’alleanza io non ci sarò. Sono una persona prima che un uomo di partito, con la mia serietà e dignità».
Gianni Maggi
Solo che ora i fuoriusciti dal Movimento, a partire dal consigliere regionale Gianni Maggi, chiedono al candidato di fare un passo indietro. «Ora che la maggioranza degli iscritti sulla piattaforma Rousseau si è espressa a favore di quella coalizione che avevo ipotizzato nelle Marche, mi aspetto che, per dignità e coerenza, i candidati che pubblicamente si sono dichiarati decisamente contrari, ritirino la loro candidatura alle elezioni regionali», dice Maggi, riferendosi proprio a Mercorelli. E gli fa eco Romina Pergolesi, già approdata insieme proprio a Maggi nella lista delle Marche coraggiose in appoggio a Mangialardi (leggi l’articolo): «Il risultato del voto sulla piattaforma Rousseau di ieri indica che la prospettiva di accordi con le liste civiche e con i partiti del centrosinistra era quella giusta. L’esito della votazione ribalta la posizione di chi nelle Marche era stato definito come “dissidente”, perché appoggiava il progetto politico della lista civica Marche Coraggiose, a “coerente”». E aggiunge: «La solitaria candidatura di Mercorelli è già stantia, in quanto appartiene a un passato definitivamente archiviato con il voto dei militanti di tutta Italia. Denota la totale inadeguatezza dell’attuale classe dirigente, che, come i giapponesi, all’indomani della fine della Seconda guerra mondiale, continuano a combattere ancora la loro inutile battaglia, avendo perduto il senso della realtà».
Matteo Ricci
Politicamente festeggia soprattutto Matteo Ricci, sindaco di Pesaro e sostenitore dell’alleanza con i 5stelle in tempi non sospetti: «Sapevo che a Pesaro avremmo anticipato i tempi con Francesca Frenquellucci e i 5stelle pesaresi – dice Ricci, ricordando quando ha accolto la pentastellata in Giunta -. Tra l’altro le cose qui stanno andando molto bene. Ora basta tentennamenti, si faccia l’alleanza nelle Marche per Maurizio Mangialardi presidente. I 5stelle diventino protagonisti di un progetto di rinascita della Regione dopo l’emergenza Covid: ticket Mangialardi-Mercorelli e andiamo a vincere».
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…mah, vedremo proprio chi avrà più…Fede!! gv
Personalmente ritengo improbabile che sia Cherubini che Mercorelli facciano un passo indietro!
Purtroppo alle Regionali, non essendoci ballottaggio, ripeto NON ESSENDOCI BALLOTTAGGIO, i voti dati a Mercorelli, come quelli dati agli altri candidati Mancini, Pasquinelli e Canino sono tutti voti persi!
Possiamo ancora fidarci delle parole dei 5 Stelle? Io mi ero fidato, poichè avrebbero aperto il Parlamento come una scatola di sardine. E li ho votati due volte. Ma ho capito che ciò che hanno aperto è il portafoglio, vedendoci dentro soldi e potere. Quindi, si sono messi a saltare di qua e di là come le pulci quando scappano da un gatto morto. Poveretti, fanno tanta pena: non sanno dove andare, salvo trovare ancora una strada per la poltrona.
@GiorgioRapanelli rispetto le idee di tutti ed ovviamente anche la sua. Mi riesce difficile immaginare come lei possa imputarci la ricerca delle poltrone quando sia i nostri parlamentari che i nostri regionali sono gli unici a restituire denato pubblicamente (www.tirendiconto.it) e sono gli unici che faranno al massimo 2 mandati retribuiti (è stato reso “mandato zero” il primo mandato da consigliere comunale perchè giustamente reputato una scuola politica). Mi piacerebbe capire cosa sceglie ora lei, ma solo per curiosità perchè sia destra che a sinistra trova gente che da 30 anni siede in quelle poltrone e lei critica chi governa da 2 anni portando battaglie per i più deboli prima solo raccontate. Ma davvero basta uno slogan di Salvini per credere alle minchiate che spara? osservi per cortesia la carriera di quel signore e vedrà che da tempo immemore occupa poltrone retribuite ed è spesso assente (sia in Italia che in Europa). Lo stesso vale per vari soggetti della sinistra. dare dei poltronari a dei ragazzi eletti nel 2018, molti dei quali al secondo mandato e che non si presenteranno mai più è purtroppo la dimostrazione che in troppi accendono la tv e molto meno il cervello.
Mi fa piacere leggere l’intervento di Roberto Cherubini, che immagino sia il candidato Sindaco per il Comune di Macerata (ci sono tanti altri Roberto Cherubini!).
Purtroppo non condivido l’impostazione antipolitica che ha contraddistinto la formazione e la crescita del Movimento 5S (i vaffaday, ecc.) ancora presente in parte di esso è che traspare anche nell’intervento di Cherubini.
Peraltro riconosco, anche per conoscenza diretta, che all’interno del Movimento ci sono molte persone di buona volontà ed animate da un sincero e spassionato impegno per la vita pubblica e per la comunità.
Detto questo ritengo che, sebbene il meccanismo elettorale sia diverso, anche nel caso delle Comunali di Macerata i voti raccolti dai 5S siano voti come dire “di bandiera”.
Sappiamo bene che i 2 candidati “forti” sono Parcaroli e Ricotta!
Infatti se uno dei due prende la maggioranza assoluta dei voti, il voto M5S serve solo ad eleggere un consigliere di opposizione; se si va al successivo ballottaggio bisogna convergere su uno dei due sopracitati. Ma allora non conviene votarlo sin dal primo turno?
Ovviamente i miei ragionamenti sono opinabili (e giustamente Cherubini recriminerà) ma penso di non sbagliarmi di molto!
Parcaroli essendo più leghista di Salvini è di conseguenza politicamente più insignificante, rappresenta lo stesso vuoto del suo capo, anzi capitano. Due slogan e pretendere di essere un partito mi sembra eccessivo ma evidentemente come ho letto ieri o giù di lì su un commento, un signore non pensava che in Italia ci fossero tanti stupidi. Forse parlava di coloro per cui il covid che non c’è come non esiste neanche una politica salviniana. Probabilmente dietro, qualche furbone che spinge per Lega Salvini c’è, sapendo che poi potrà rigirarlo come un calzino.Stessa cosa per il su mintuato. Il Pd, quando avrà scontato tutti gli errori fatti tra cui quello di aver dato spago al ex piddino Renzi ora in via di estinzione insieme ai suoi seguaci a cui basta oramai solo averne avuto simpatie per non essere assolutamente presi in considerazione. Certe simpatie purtroppo per loro non vanno mai in prescrizione. I 5 stelle? Stavano con Salvini,adesso con Zingaretti ma se riuscite a mescolare l’olio con l’acqua, si può ritornare sull’argomento.
iniziano i movimenti delle truppe cammellate, per creare più confusione di quanta già non ce ne sia.
Nella confusione la logica perde il suo senso e si naviga a sensazioni estemporanee e pertanto senza progettualità ponderata.
– Apriremo il parlamento come una scatola di tonno! (Contrordine: ci sediamo comodi)
– Massimo due mandati! (Vabbè , si scherzava)
– Mai alleanze con i vecchi partiti (Alleati del Pd).
– Uno vale uno! (Ma Casaleggio vale più uno degli altri)
Chi è così scemo da votarli ancora?