Pieve Torina,
mascherine obbligatorie
in tutti i luoghi pubblici

CORONAVIRUS - Il Comune ha disposto che fino al 3 maggio dovranno essere indossati i dispositivi sia all'aperto che in uffici, filiali di banche e poste. 1.500 i presidi distribuiti. C'è chi lamenta che finiti quelli gli altri dovranno essere acquistati. Il sindaco Gentilucci: «Vogliamo uscire dalla fase critica senza rischio di ricadute»

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Distribuzione di mascherine alle sae di Pieve Torina

 

Obbligo di usare mascherine a Pieve Torina: da ieri e fino al 3 maggio il Comune ha disposto che nei luoghi pubblici, anche all’aperto, negli esercizi commerciali, negli uffici pubblici, alla Poste, in banca e comunque in ogni luogo in cui sia previsto pubblico accesso, possono entrare solo persone che indossino mascherine. In caso non si indossi la mascherina i responsabili o dirigenti degli uffici o i titolari o responsabili delle attività commerciali devono chiedere a chi entra di indossare la mascherina e in caso di rifiuto devono immediatamente contattare le forze dell’ordine. Per chi non indossi la mascherina in questi luoghi sono previste multe da 25 a 500 euro. Il Comune ha distribuito due mascherine per ogni residente, c’è però chi lamenta il fatto che i dispositivi hanno una durata di 8 ore e che finite quelle le altre devono essere acquistate. Sono 1.500 le mascherine che sono state distribuite. «Un dispositivo di prevenzione quanto mai necessario quello della mascherina che siamo riusciti a consegnare gratuitamente alle famiglie grazie al contributo di privati ed, in parte, ad un impegno diretto di spesa del comune – sottolinea il sindaco, Alessandro Gentilucci -. La situazione nel nostro territorio, pur risultando sotto controllo grazie anche alle tante azioni di prevenzione e sostegno che abbiamo messo in atto in queste settimane, va mantenuta in costante osservazione per consentirci di uscire efficacemente e rapidamente dalla fase critica, senza rischio di ricadute. Ecco il perché della nuova ordinanza. Per una comunità come la nostra, messa in ginocchio dal sisma – prosegue Gentilucci – affrontare questa terribile esperienza del virus non è facile. Quel che abbiamo cercato di fare è stato mantenere un legame tra di noi, un filo comunitario e di solidarietà che ci ha già sostenuti in passato di fronte alla tragica esperienza del terremoto. Molti oggi parlano del ritorno nei piccoli borghi come prospettiva di vita futura: ecco, noi non ci siamo mai mossi da questa convinzione, e abbiamo lottato con determinazione, e continueremo a farlo, perché il nostro paese torni a vivere pienamente ed il più presto possibile nello straordinario contesto di biodiversità, storia e bellezza naturale che lo contraddistingue».

 

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