di Matteo Zallocco
“L’importante non è vincere ma partecipare”. Ormai è chiaro, questo è il motto del centrodestra che da decenni ha lasciato in mano la città di Macerata al centrosinistra. Come volevasi dimostrare è stato tutto sin troppo facile per Romano Carancini che ha vinto il ballottaggio con Deborah Pantana a mani basse. Nei fatti il sindaco uscente è stato rieletto l’8 marzo quando ha superato l’ostacolo più alto, quello delle primarie del centrosinistra contro Bruno Mandrelli, grazie ad un clamoroso recupero al ballottaggio dopo che al primo turno il suo sfidante aveva mancato la vittoria diretta per soli 19 voti. Da lì in poi per il buon Romano è stato un percorso in discesa, l’unica difficoltà è stata ricompattare – almeno in apparenza – il suo partito, il Pd, uscito non certo coeso dalle primarie e soprattutto diviso da cinque anni di litigi con l’amministrazione comunale.
Un Pd che comunque ha presentato una lista forte a queste elezioni nonostante diverse rinunce eccellenti, confermandosi di gran lunga la principale forza politica di questa città. Da domani torneranno a litigare? Il rischio è concreto e molto dipenderà dallo stesso Romano Carancini che in questi cinque anni non ha certo brillato in comunicazione e trasparenza blindando all’interno di una cerchia di pochi eletti le decisioni più importanti per la città. E da domani i problemi ricominceranno se – ad esempio – non spiegherà con chiarezza perché vuole acquisire a tutti i costi il ParkSì, una scelta amministrativa criticata da gran parte della città e dalla sua stessa maggioranza e mai illustrata con limpidezza. Il parcheggio di Rampa Zara non si può fare? Bene, anche se i privati dicono di non essersi mai tirati indietro. Ma la città non è solo Giunta e Apm. C’è un Consiglio comunale, peraltro fortemente rinnovato con l’elezione di molte persone che sembrano promettere bene, sia in maggioranza che in opposizione. Ci sono le forze politiche. C’è l’opinione pubblica. C’è un esercito di 606 persone che si sono candidate al Consiglio comunale perché evidentemente hanno a cuore questa città. C’è una lista che il sindaco definisce “la mia lista” e che si chiama proprio La Città di Tutti. Carancini – il cui spirito civico non è certo inferiore a quello di uomo di partito – forse dovrebbe ripartire da questo, da un maggior coinvolgimento della città sulle scelte importanti. La città dei pochi si trasformi davvero nella città di tutti. Il sindaco in questi cinque anni è stato bravo a stare in mezzo alla gente ed è uno che con la gente ci sa fare. Se saprà coinvolgere la città anche nelle scelte amministrative più importanti il suo slogan #orailfuturo avrà un significato importante e i prossimi saranno cinque anni migliori dei precedenti. Ricordandosi che il dato dell’astensionismo è molto preoccupante: il calo dell’affluenza al ballottaggio può essere considerato fisiologico ma il 39% degli aventi diritto alle urne è un numero che fa rabbrividire. E se tanta gente non è andata a votare è anche perché non si riconosceva in nessuno dei due candidati.
#Sicambia è stato invece lo slogan elettorale di Deborah Pantana. Ma in città c’era la sensazione che non si sarebbe cambiato in meglio. Questo dicono i numeri elettorali. Numeri che Pantana ha stravolto accogliendo con “grande soddisfazione” sia il misero 18% del primo turno che il 40 del ballottaggio. D’altronde “l’importante non è vincere ma partecipare” diceva il barone Pierre de Coubertin, fondatore dei moderni giochi olimpici. Ma il centrodestra, dal 2010 ad oggi, ha fatto grossi passi indietro. Fabio Pistarelli perse al ballottaggio con Romano Carancini per soli 126 voti e arrivò al 49,70% dopo il 41,09 del primo turno (contro il 45,7 del centrosinistra). Quelle di oggi sono tutte altre cifre e fotografano un centrodestra che ha fallito. Ha fallito Forza Italia che un giorno propose le primarie per scegliere il candidato sindaco e due giorni dopo ufficializzò il sostegno alla candidatura Pantana che già ad agosto era scesa in campo raccontando a tutti di avere già sei liste civiche pronte. Qualcuno evidentemente le aveva creduto sul serio. Le civiche nel frattempo si accorpavano e i nomi dei candidati non uscivano mai, sino all’ultimo minuto dell’ultimo giorno utile per la presentazione delle liste. Liste deboli, con diversi candidati residenti anche fuori comune.
Sono poi davanti agli occhi di tutti gli errori di Deborah Pantana, evidentemente circondata da cattivi consiglieri. Si inizia a dicembre con l’alleanza con l’estrema destra (Casa Pound) che ha fatto storcere il naso a tutta l’area moderata. Si prosegue con mancati tentativi di coalizzarsi con tutte le altre forze del centrodestra che hanno portato poi alle candidature di Maurizio Mosca e Anna Menghi. Il primo ha iniziato la campagna elettorale un anno dopo, a neanche due mesi dal voto, e aveva a suo sostegno meno della metà delle liste di Pantana, eppure ha ottenuto quasi il 14%. Chissà come sarebbe andato questo ballottaggio se fosse stato Momo Mosca il candidato della coalizione di centrodestra, come velatamente suggerito dalla segretaria provinciale di Forza Italia Lorena Polidori che attraverso una lettera pubblica sconfessò la candidatura Pantana per non essere riuscita ad aggregare le altre forze di centrodestra. Ingiuste sono poi le dichiarazioni rilasciate ieri notte da Pantana su Anna Menghi: “Con lei è una storia chiusa per sempre e non si riaprirà più, ancora una volta ha fatto vincere il centro sinistra”. In realtà Anna Menghi spiegò a chiare lettere il suo rifiuto a sostenere la candidatura Pantana già ad inizio novembre: “Forza Italia e Pantana non hanno rispettato le regole, era stato costituito un tavolo di lavoro e individuato un metodo, prima il programma poi il candidato. Ma nel centrodestra maceratese continuano a decidere per tutti le solite 3-4 persone”.
IL SELFIE – I candidati della civica di Carancini “La città di tutti” ieri sera in festa in piazza per la vittoria al ballottaggio
Ma l’errore più grande di Deborah Pantana è stato quello di non sapersi proporre come sincera alternativa al potere che il centrosinistra ha avuto negli ultimi 20 anni. Non bastano toni violenti e spesso sbagliati contro l’avversario. Servono anche i contenuti. E’ stata poco chiara la sua linea sull’urbanistica e sulle opache vicende spesso denunciate da questo giornale. “A Macerata questa cose non succedono, non ci sono poteri forti” sono dichiarazioni che non danno proprio un’idea di nuovo. Perché è questo il punto, Deborah Pantana non ha saputo interpretare quella voglia di cambiamento che era diffusa in città. Paradossalmente l’ha saputa interpretare meglio Romano Carancini che è un uomo del Pd, spesso contro il Pd, e che ha combattuto contro alcuni poteri forti, con l’errore però di coinvolgerne altri. “Infatti il 75% degli elettori ha bocciato Carancini”, ha dichiarato ieri sera Pantana calcolando anche il numero degli astenuti. Seguendo questa logica, l’85% dei cittadini ha bocciato la candidatura Pantana. Il centrodestra dovrà creare un’alternativa credibile che Forza Italia è stata incapace di costruire.
(Qui sotto la galleria fotografica di Lucrezia Benfatto con le immagine dei festeggiamenti per la vittoria di Romano Carancini)
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Sicuramente Carancini dovrà sfruttare MOLTO meglio questo bonus di altri cinque anni di governo rispetto a quinquennio precedente…..
Il dato politico piu´rilevante e´che CHI VINCE FESTEGGIA, CHI PERDE SPIEGA.
Bene ….
Zallocco in sintesi dice quello che da stamattina presto dicevamo in tanti….
Pantana ma di cosa sei soddisfatta… Un bagno di umiltà proprio no ?
Il popolo, minoritario ma allineato e coperto, si è espresso…
5 anni di carne di maiale
Che tristezza che amarezza
c’è rimasta solo macerata che vota pd sempre e comunque…
daje carancì,altri 5 anni a non fare un c….!
SE ATENE NON PIANGE SPARTA NON RIDE . CREDO CHE ABBIA POCO DA RIDERE CARANCINI PERCHE’ LA MANCANZA DI CONSENSO ,QUELLO VERO, ANCHE INTERNO ALLO STESSO PD, PER UN SINDACO USCENTE , E’ ECLATANTE ED IL VASTO FRONTE DEL NON CONSENSO O ( in qualche misura ) DELLE OSTILITA’ LO CONDANNA COMUNQUE : HANNO PERSO SIA LA CITTA’ CHE I CITTADINI IN QUANTO LE ELEZIONI SONO SEMBRATE , COME SPESSO ACCADE, UN MERO ESERCIZIO PER UNA FARSA QUASI FOSSERO COSTRUITE APPOSTA PER UN NULLA DI NUOVO . Alcuni programmi non li ho neppure capiti nella loro effettiva concretezza rispetto ai tanti problemi che la Giunta Carancini , chiusa in se stessa ha creato e crea , quasi si fosse per magia innescato un intento persecutorio contro la città e , soprattutto, contro gli stessi cittadini i quali ,dal loro canto, infischiandosene semplicemente del voto e niente più ( altri argomenti giustificativi non servono a nulla e non corrispondono alla realtà ) , hanno dimostrato che vogliono rimanere come si vuole che siano : rimangono le posizioni di potere , sornione , povere idealmente e chiuse . Gli esempi che abbiamo avuto non mancano ed è pleonastico ripetersi . L’importante è essere al potere ; come non è il problema
La critica del Direttore, che poi è anche quella da più parti emersa, va accettata nella forma e va pure analizzata nella sostanza. Ognuno può focalizzare l’attenzione su un dato, esaltarlo a convenienza e glissare su altri che risultano scomodi da affrontare. Certo è che perdere (o non vincere!) e dibattere su chi è rimasto a casa rischia di animare la disaffezione anche su coloro che hanno espresso una preferenza per il centro destra.
Il centro destra (gli eletti in particolare, soprattutto quelli come me che hanno avuto il privilegio di beneficiare di una serie di circostanze favorevoli dovute ad una legge elettorale fatta di quozienti) ha il dovere di rappresentare anche coloro che hanno manifestato con il non voto un segnale di delusione. L’occasione c’è senz’altro anche perché il Sindaco Romano Carancini ha dichiarato in più occasioni che al Consiglio dovrà essere restituito il ruolo centrale di indirizzo e controllo dell’attività amministrativa.
Con l’entusiasmo dell’esordiente e con l’umiltà dell’allievo sono pronto ad affrontare questa scuola di formazione politica, unica alternativa per rispondere concretamente alle critiche del Direttore e di molti cittadini.
Caro Andrea, mi sembra che tu, recitando la parte di Alice nel paese delle meraviglie o dello scolaretto al primo giorno di scuola (scegli tu il paragone che preferisci), te la stia cavando con poco: pazienza, chissà perchè è andata così, certo poteva andare meglio, da oggi in poi io in Consiglio Comunale speriamo che me la cavo.
Tu nell’ultimo anno hai fatto parte del direttivo comunale di Forza Italia ed hai sempre detto, sia privatamente che pubblicamente, che la tua partecipazione era finalizzata a raggiungere il massimo di unità nel centrodestra e che, in caso contrario, non avresti partecipato alla partita.
Ebbene, è certo legittimo cambiare idea e partecipare comunque, però oggi, se intervieni, non puoi esimerti dal dire la tua su quello che è successo, sul perché è successo, sugli effetti devastanti per il centrodestra di una autocandidatura che non poteva non portare divisione e frammentazione nell’intero campo dell’opposizione che aspirava a divenire maggioranza, sulla miriade di errori fatti durante la campagna elettorale (Casa Pound, sostegno a Carancini alle primarie, Brini sempre al seguito, Carelli in lista, saluti fascisti, toni perennemente da invettiva).
Tutto il resto – lo sai bene – è fuffa, che non serve a niente, tanto meno ad una rinascita del centrodestra.
Perdonami la franchezza, ma tu sai che di queste cose abbiamo parlato molte volte e mi dispiace che l’autocritica di Forza Italia si riduca alle tue belle paroline ed alla frase di Riccardo Sacchi che oggi getta lontano da sé ogni responsabilità sull’avallo forzista all’autocandidatura della Pantana.
Era impossibile l’unione del centrodestra perché ho la sensazione che le finalità di fondo erano altre . Se Carancini ha vinto le primarie creando le condizioni per un improbabile ( mi sembrava proprio improbabile ! ) ballottaggio…… credete che non abbia lavorato sul fronte opposto prima della campagna elettorale ? Ma ! A pensar male si fa peccato ma forse ci si indovina diceva Andreotti . Aspettiamo al varco la controprova …..poi potrò anche ricredermi e con tante scuse .
anche i piccioni sanno come ha vinto le primarie.
Caro Direttore nella sua analisi ha omesso di dire che invece se qualora al ballottaggio fosse andato Mosca o Menghi noi eravamo pronti a fare l’alleanza perche’ per noi e’piu’ importante Macerata..tutti gia’ lo sapevano di questa nostra decisione..la serieta’ e la coerenza CI ha premiati ma purtroppo quello che eravamo disposti a fare noi gli altri non lo hanno fatti, solo per motivi personali, vede Direttore una vera proposta politica non puo’ nascere solo da un veto Su una persona CI vuole di piu’ .. Ormai e’ noto a tutti anche gli innumerevoli attacchi di voi di Cm che da piu’di un anno fate sempre contro di me e la mia persona ma non e’ questo che ha minimamente offuscato il mio consenso che anzi e’ sempre aumentato visto Il grande risultato ottenuto..io sono qui per continuare tutti Insieme Il nostro progetto di rinnovamento …questo e’ Il nuovo Centro Destra che vogliamo e saremo come sempre al fianco Della gente perbene…buon lavoro Direttore CI sentiamo per un incontro a breve Pubblico molto interessante..
Con te c’è scappa tante salsicce….
Cara Signora Pantana, le dichiarazioni post elezioni valgono meno di zero, soprattutto se fanno a cazzotti con il comportamento degli ultimi 6 mesi. Come si dice a Macerata “le chiacchiere fa li pidocchi”.
L’analisi di Matteo Zallocco coglie alcuni aspetti di una realtà politica che è più complessa, articolata e fortemente intrecciata con la struttura storico-sociale-familistica di Macerata. Non voglio qui sviluppare e aggiungere un’ulteriore ed inutile analisi, ma semplicemente ribadire quanto già detto alla Pantana al momento della mia adesione (da non candidato) al suo progetto politico: “ci sto perché stai seguendo -malamente- un percorso molto simile a quello seguito da Ottavio-Augusto (il grande baro) all’indomani delle idi di marzo nel 44 a.c.. Tuttavia Macerata ha dimostrato (confermando la sua antica astuzia di origine Pelasgico-Sabino-Picena), di saper barare ancora meglio.
@ Bommarito. Come è stato letale a Civitanova, Brini lo è stato anche a Macerata. Quello che non capisco è come si fa a ripetere errori già fatti e straconosciuti come appunto portarsi Brini a rimorchio. Lo fece Mobili, ostentandolo nelle ultime foto prima del voto è gli è costata la rinomina. Silenzi non fece saltare il banco a Corvatta perché era un emerito sconosciuto. Leggo nell’articolo […] blindando all’interno di una cerchia di pochi eletti le decisioni più importanti per la città [….] non spiegherà con chiarezza perché vuole acquisire a tutti i costi il ParkSì, una scelta amministrativa criticata da gran parte della città e dalla sua stessa maggioranza e mai illustrata con limpidezza….. Le Giunte Comunali civitanovese e maceratese, non sono cugine, sono più che sorelle, sono siamesi.