Ballottaggio,
Deborah Pantana in cammino:
“Un magistrato assessore all’urbanistica”

MACERATA - -Sfuma anche l'apparentamento con Anna Menghi dopo i "no" di Mosca e Tardella. La candidata del centrodestra indica i 5 punti da realizzare nei primi cento giorni di governo: "Priorità a stadio, tasse, trasparenza, immigrazione e sicurezza". E lancio un appello: "Un minuto di tempo per cinque anni di libertà"

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Deborah Pantana

Deborah Pantana

Sfuma anche l’alleanza con Anna Menghi per il fronte anti Carancini di Deborah Pantana. Dopo i no di Maurizio Mosca (13,6% al primo turno) e Maria Francesca Tardella (3,8%) che hanno comunque lasciato libertà di voto ai componenti delle proprie liste (leggi l’articolo), la candidata di centro destra deve registrare anche il mancato apparentamento con la coalizione composta da Comitato Menghi e Lega Nord (7,2%). Il termine per presentare le comunicazione ufficiale in vista del ballottaggio di domenica 14 giugno è scaduto alle 13 di oggi con un nulla di fatto in termini di congiungimenti tra liste e coalizioni. Anna Menghi renderà note le sue posizioni solo in una conferenza stampa martedì. A questo punto la palla torna a Pantana che dovrà giocarsi il tutto per tutto contro il sindaco uscente forte di una coalizione compatta che conta sul 39,9% della tornata del primo turno. I due si confronteranno per la prima volta dopo il voto del 31 maggio domani sera alle 21 in un confronto in diretta streaming su Cronache Maceratesi. Intanto la candidata che ha rinviato una conferenza convocata per oggi pomeriggio ha inviato un comunicato in cui ribadisce i punti del suo programma per Macerata:

Carancini-Pantana

FACCIA A FACCIA – I ballottanti Romano Carancini e Deborah Pantana domani in diretta streaming su CM

«L’ipotesi di un apparentamento tecnico-giuridico e formale con le altre coalizioni candidatesi contro il sindaco uscente Romano Carancini non è andata in porto, nonostante i miei tentativi di questi ultimi giorni di trovare una soluzione comune – si legge nella nota –  C’è da dire che quella dell’apparentamento sarebbe stata una soluzione quasi inedita, dal momento che in rarissime occasioni se ne sono concretizzati. Ciò nonostante mi corre l’obbligo di ringraziare Maurizio Mosca e Maria Francesca Tardella per le loro parole di stima e di incoraggiamento nei miei confronti, oltre che per l’impegno da loro profuso nella direzione di un accordo. A tale riguardo, mi preme puntualizzare le prime cose a cui provvederemo nei primi cento giorni di governo del cambiamento:

1) Prioritario e urgentissimo l’intervento di adeguamento dello stadio Helvia Recina per far sì che la Maceratese possa disputare nel nostro stadio già le prime partite del campionato di Lega Pro. Dopo la perdita della Lube, non permetteremo che anche la Maceratese sia costretta ad andarsene. La Maceratese rimarrà a Macerata.

2) Riduzione cospicua delle imposte dell’Imu e della Tasi nell’ordine orientativo del 20%.

3) Come più volte detto in Consiglio, il Comune di Macerata necessita di legalità e trasparenza. Per questo motivo abbiamo individuato un Magistrato come Assessore all’Urbanistica e ai Lavori Pubblici: sappiamo tutti molto bene quanto il settore sia delicato, e quante attenzioni richieda. Intendiamo pertanto avvalerci di una figura altamente qualificata, nell’ottica di una gestione che sia totalmente trasparente e rigorosa, nel pieno rispetto della legalità e dei cittadini.

4) Problema dell’immigrazione: Macerata è una delle città con la più alta percentuale di presenza di cittadini extracomunitari. Sul punto le politiche dell’attuale amministrazione sono state carenti e inadeguate, con il legittimo sospetto di sottese speculazioni a danno, in primis, proprio degli immigrati, e con inevitabili negative ricadute sui maceratesi. Il primo provvedimento in materia sarà quello, insieme all’Ufficio tecnico – sinora assente –, dell’approfondita verifica del pieno rispetto della normativa vigente. Inoltre, intendiamo opporci all’arrivo in città, nelle prossime settimane, di ulteriori 400 extracomunitari. Macerata è satura, è una città piccola e già così fatica a gestire la massiccia presenza degli stranieri. Accoglienza dignitosa e senza condizioni per coloro che rispettano le regole e vogliono realmente integrarsi. Fermezza con coloro che delinquono danneggiando gli stessi stranieri che si comportano bene.

5) Sicurezza e disagio sociale: l’aumento esponenziale dei reati connessi al traffico di sostanze stupefacenti e dei furti nelle abitazioni dei cittadini maceratesi non è più tollerabile. Riproporremo per la nostra città la figura del “vigile di quartiere”. L’aumento della povertà e del disagio sociale di tanti maceratesi ci impone di realizzare immediatamente una nuova  “mensa sociale” in collaborazione con la Curia, la Caritas e l’Ircr.

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Deborah Pantana durante il pellegrinaggio Macerata-Loreto

«In queste ore un crescente numero di maceratesi mi chiede di andare avanti – continua la nota – Pertanto, sono fiduciosa e sicura che coloro i quali non hanno votato al primo turno o che si sono espressi per il cambiamento convergeranno sulla mia proposta, in vista dell’obiettivo condiviso e primario di mandare a casa Carancini. Il ballottaggio del 14 giugno è un referendum. Si vuole continuare con chi ha cacciato la Lube da Macerata? Spende milioni di euro per le piscine senza realizzarle? Spende milioni di euro per i sevizi sociali senza che i maceratesi ne traggano benefici? Ha trascurato le politiche sanitarie e non ha difeso l’ospedale di Macerata? Non pensa alla manutenzione ordinaria delle strade? Ha fallito nella gestione delle straordinarie risorse culturali? Ha gestito in modo personalistico ed arrogante le risorse pubbliche? Oppure si sceglie di cambiare? A questo punto, chiedo ai maceratesi di recarsi a votare: “un minuto di tempo per cinque anni di libertà!”.

***

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alberto tombesi

Alberto Tombesi

Da Alberto Tombesi candidato consigliere di Città Viva (una delle liste che ha appoggiato Maurizio Mosca) riceviamo:

«Chi nell’area che si contrapponeva al sindaco uscente Romano Carancini, pensava di prendere il 50% dei consensi era un pazzo o un illuso o un ingenuo. La domanda d’obbligo non poteva non essere quella di prassi: quali prospettive dopo il primo turno in visto del sicuro ballottaggio? Quali apparentamenti? I candidati sindaco Pantana, Mosca, Menghi, Tardella si presentavano quale alternativa certa a Carancini e non in contrapposizione tra di loro, fatte salve pacate critiche non scomposte, qualche scaramuccia che rientra nella normale dialettica e nel confronto pre-elettorale. Sembra assurdo che i quattro non riescano a trovare una soluzione politica fatta di reciproche concessioni e di compromesso nobile: la politica è il luogo tipico e naturale del compromesso e, dico io, del compromesso nobile, nel rispetto della città, degli elettori, del bene pubblico. Il denominatore comune a tutti è l’appartenenza al centro-destra: le formazioni di Pantana, Mosca e Menghi contengono rispettivamente Forza Italia, Fratelli d’Italia-AN, la Lega Nord, che in un passato non lontano hanno governato insieme l’Italia e che in alcune realtà regionali si sono presentate unite con risultati vincenti (vedi la Liguria ed il Veneto) ovvero prossimi alla vittoria come è accaduto in Umbria, regione quest’ultima dove il malgoverno decennale della sinistra fatto di “corruttela” clientelare, spartitoria e della spesa pubblica fonda il proprio potere moralmente “corrotto” ed inefficiente. Non possono tali forze che hanno caratterizzato e connotato le famiglie politiche di Pantana, di Mosca e di Menghi, tirarsi indietro. Sulla carta le predette forze politiche hanno una frazione di decimale superiore a quella del sindaco uscente, ammesso e non concesso che anche il partito dei comunisti italiani voti per quest’ultimo: 42,62 per Carancini, contro 42,70 per il centro-destra. Pertanto, al dato politico, si aggiunge un inconfutabile dato numerico su cui ragionare e dal quale partire e riflettere. A chi nel centro-destra pensa che se vince Carancini potrà fare il consigliere di opposizione mentre se vince la Pantana non entrerà in Consiglio ricordo un fatto: i consiglieri già contano poco quando sono in maggioranza, figuriamoci all’opposizione. Saranno destinati a fare le comparse o poco più. Non lo dico con disinvoltura o con spirito cinico o disincantato ma intendo evidenziare le ragioni del centro-destra che   vanno esaltate e salvaguardate a tutti i costi contro la prepotenza e l’arroganza del Pd maceratese e non. Per ognuno ci sarà modo di dimostrare le proprie capacità in ruoli politico-amministrativi diversi da quelli di consigliere. A chi nel centro-destra oggi si divide facendo riferimento a vecchie logiche correntizie o di tessere strappate a scapito di quella o di quell’altra corrente di partito, ricordo che l’unità è un bene supremo che va ripristinato, salvaguardato, rafforzato: non ci si può certo dimenticare che un’ora prima si stava insieme in Regione per sostenere il medesimo candidato Presidente, mentre un’ora dopo ci si trova divisi nel condividere con alcune di quelle  stesse forze politiche, le ragioni di quello che il corpo elettorale di centro-destra ha indicato quale candidato sindaco per il ballottaggio. Occorre coerenza, senso del dovere, spirito di appartenenza e di unità e riconoscersi nei valori della destra che sa coniugare l’economia liberale con le istanze sociali, i valori delle autonomie locali accanto ad uno   Stato forte con le sue funzioni tipiche, essenziali, compreso il potere di sostituirsi alle stesse autonomie in caso di loro inerzia, poiché espressione massima della plurisoggettività generale. L’unità del centro-destra di Macerata rappresenterebbe un esperimento politico serio, importante su cui fondare le basi per un attuale e futuro successo».

(Cla. Ri.)

 

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