di Alessandra Pierini
Indipendentemente da chi sarà il vincitore al ballottaggio del 14 giugno tra Romano Carancini e Deborah Pantana, le proiezioni relative al consiglio comunale definiscono con certezza una significativa trasformazione con l’esclusione di volti, anche eccellenti, della passata legislatura. Contribuiscono al cambiamento anche quei consiglieri che non si sono neanche ricandidati alle comunali (leggi l’articolo).
Nell’elenco delle preferenze, emblematico il caso di Francesca D’Alessandro, capogruppo di Macerata è nel cuore, la quale dopo la scissione dal collega Fabrizio Nascimbeni, ha fondato la quasi omonima Macerata nel cuore, lista in appoggio a Maurizio Mosca. La D’Alessandro con 190 preferenze è stata la donna più votata (la quarta in assoluto) tra i 606 candidati, eppure non troverà un posto nell’assise cittadina. Altro volto noto della politica è quello di Andrea Blarasin, ex assessore provinciale, candidato nelle file di Fratelli d’Italia – An, anche lui a fianco di Maurizio Mosca, il quale pur con un buon risultato (134 voti) non viene eletto.
Restano fuori anche l’ex assessore Ubaldo Urbani e con lui il collega dell’Idv Giuliano Meschini (i cui voti sono stati determinanti per Carancini alle primarie). Tra gli esclusi eccellenti Giorgio Ballesi che in questi 5 anni ha rappresentato il comitato Ballesi all’opposizione dopo aver partecipato alla corsa elettorale come candidato sindaco nel 2010. Ricandidato, questa volta come consigliere, a fianco di Deborah Pantana, nella lista Idea Macerata, ha raccolto solo 35 preferenze.
Fuori in ogni caso Alessandro Savi che, dopo l’esperienza come assessore comunale della Giunta Meschini e provinciale con Giulio Silenzi, per 5 anni ha seduto in maggioranza prima nelle file dei Comunisti Italiani poi con l’Idv. In questo turno elettorale, a fianco di Mariella Tardella nella lista Macerata Capoluogo, ha ottenuto 106 voti ma non troverà comunque posto nell’assise.
Senza scranno anche esponenti di spicco del Pd.
Bocciati per ora (ma potrebbero rientrare se Carancini dovesse vincere e scegliere assessori nelle file dei democrat) il segretario maceratese Paolo Micozzi (che si era autosospeso per partecipare alle elezioni) che ha avuto 113 preferenze, gli ex consiglieri Marco Morresi (108), Daniele Staffolani (101) e Maurizio Romoli (88). Solo 94 voti per Nicola Perfetti che, in una prima fase, era stato proposto da parte del suo partito anche come candidato sindaco in vsita delle primarie. Fuori anche il presidente dell’Ersu Maurizio Natali (91 preferenze).
Con l’esclusione di Michele Lattanzi che non ha superato la soglia di sbarramento del 3%, i Comunisti Italiani si sono praticamente estinti in consiglio. Non saranno nella nuova formazione gli ex consiglieri Stefano Blanchi e Luciano Borgiani.
L’Udc avrà spazio solo in caso di vittoria di Carancini. A quel punto verrebbe eletto Ivano Tacconi (133 voti). Con 54 preferenze scivola al quarto post con chance di ingresso quasi inesistenti Massimo Pizzichini.
L’elezione di Deborah Pantana non salverebbe Uliano Salvatori (36 voti) arrivato secondo nei Popolari per l’Italia, dopo Luigi Carelli che invece potrebbe tornare in Consiglio. Solo in caso di vittoria dell’esponente della coalizione di centro destra tornerebbero a sedere nell’assemblea cittadina anche Francesco Formentini di Forza Italia (36 voti) e Fabio Massimo Conti di Tradizione e Futuro che ha raccolto un buon bottino di 106 preferenze. Deludente il risultato di Arrigo Antolini, ex consigliere comunale, volto noto del centro destra che si ferma a 19 preferenze.
Se continuerà a dare battaglia dall’opposizione Anna Menghi, non entrerà invece in consiglio nessun esponente della Lega Nord. Il funzionario regionale del partito Nicola Prenna che si ferma a quota 43 voti, non entrerà nell’assise.
Chiunque sarà il primo cittadino avrà a che fare per la prima volta nella storia di Macerata con l’opposizione del Movimento 5 Stelle che sarà rappresentato, salvo improbabili apparentamenti, da Carla Messi, Roberto Cherubini e Marco Alfei.
Questa l’ipotesi del nuovo consiglio comunale in caso di vittoria di Carancini o Pantana (leggi l’articolo).
Ecco tutte le preferenze dei singoli candidati (leggi l’articolo).
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“Strana” lex, sed lex…..
Metti insieme la Moretti, la Bonafe, la Boschi e la Serracchiani, esce fuori la Scoccianti.
un’altra esclusa la Ciarlantini l’Avvocata Consigliera che stava a manifestare contro Salvini…je ce sta bene!!!
Scusatemi ma c’è un errore. Io non sono mai stato assessore in Comune. Solo in Provincia dal 2004 al 2009. Grazie.
Dimentichi che, anche se x alcuni come te è un assurdità, siamo in democrazia, e ognuno ha il DIRITTO di esprimere le proprie idee-opinioni!
Esclusi eccellenti!?!? Ammò chi dorme la notte.(Ma mi faccia il piacere!)
Tutto vero , ma al momento non c’è alcuna certezza granitica sulla fisionomia del prossimo Consiglio, che oltre a dipendere da chi vincerà le elezioni, potrebbe comporsi diversamente in virtù della legge che al secondo turno dà la possibilità di liste di collegamento. In caso di apparentamento formale, infatti, le liste collegate al sindaco che verrà eletto godrebbero anch’esse del premio di maggioranza del 60%, per cui potrebbe verificarsi che chi è stato escluso potrebbe rientrare fra i 20 Consiglieri di maggioranza, mentre quelli già considerati far parte del Consiglio venire esclusi in funzione all’attribuzione dei seggi sulla nuova compagine di liste facenti capo ai due candidati che si presentano al ballottaggio. Questo – se non ho capito male – prevede la legge sul doppio turno. Motivo per cui, se praticata formalmente e non per via di accordi sottobanco, l’assetto finale del Consiglio potrebbe subire una variazione di forze nella rappresentanza a sostegno del sindaco eletto , rispetto a come si erano configurate al primo turno.
Non nei modi e nei metodi con cui lo ha fatto Gabriella considerando poi che ricopriva anche una carica istituzionale