Area Vasta 3, sindacati all’attacco:
“Sanità devastata,
meglio il commissario”

Cgil e Cisl denunciano: "La Pet è ferma da giugno, la radiologia funziona 6 ore come istituzionale e altre 6 ore per la libera professione, liste d'attesa chilometriche, mancano i materassi antidecupito e scarseggiano i pannoloni". Tamagnini: "Che fine ha fatto il primario del Pronto Soccorso di Macerata?"

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Orlanda Rampichini, Sistino Tamagnini, Matteo Pintucci e Marcello Evangelista

 

di Gabriele Censi

“La situazione non si può nemmeno più definire semplicemente grave, i piani di Area Vasta sono stati disfatti, il privato si fa avanti e così torniamo indietro di 50 anni”. La  conferenza stampa dei comparti provinciali Funzione pubblica di Cgil e Cisl si apre con toni duri. Orlanda Rampichini (Cgil) elenca i numeri che riguardano la lungodegenza a Recanati, Matelica, Macerata Civitanova e Tolentino. Degli  848 posti previsti dal piano (erano 969) se ne perdono altri 100. “Le assunzioni di infermieri coprono solo un quinto dei pensionamenti, i lavoratori sono spostati a destra e sinistra senza un piano definito, così a farne le spese sono le  fragilità e le disabilità. L’Area Vasta 3 è la cenerentola della riforma. Serve una riprogrammazione degli accorpamenti, ma non esiste un progetto e la preoccupazione aumenta”. La rappresentante sindacale continua nell’elenco delle doglianze: “ Gli investimenti sono pari a zero, la Pet è ferma da giugno, la radiologia funziona 6 ore come istituzionale e altre 6 ore per la libera professione, mentre in Veneto azzerano le liste d’attesa con l’uso h24 delle attrezzature. Unica eccezione positiva il laboratorio di analisi che, con la nuova dirigente,  sta funzionando. Intanto ai  direttori di Area Vasta  vengono rinnovati gli incarichi di 15 giorni in 15 giorni”.

L'ospedale di Civitanova

L’ospedale di Civitanova

Rincara la dose Sistino Tamagnini (Cisl): “La Regione ha prodotto una montagna di carte e in tutte le decisioni prese in questi mesi noi siamo stati solo spettatori. Ora la riforma è fatta, avremmo voluto dare il nostro prezioso contributo ma la politica ha deciso  e, seppure non le condividiamo, le leggi devono essere applicate. Il direttore Asur ha scritto a luglio ai direttori di Area Vasta invitandoli a individuare entro il 31 luglio le strutture semplici e le strutture complesse da chiudere.  Sono coinvolti 3200 lavoratori che  ad oggi ancora non sanno che fine faranno. E il collegio professionale resta in silenzio, chi tutela gli infermieri? Siamo stanchi delle balle, di esempi ce ne sono molti: Rsa di Sarnano chiusa per l’ampliamento di San Ginesio (leggi l’articolo), lo stiamo ancora aspettando; Montecassiano doveva essere pronta a settembre, e i disabili mentali sono ancora a Corridonia in condizione pietose; i lavori al pronto soccorso di Macerata, sempre a settembre…  Insomma un lungo elenco di appuntamenti disattesi  a cui si aggiunge la polemica di questi giorni sull’elisoccorso (leggi l’articolo) mentre non ci sono i materassi antidecupito e scarseggiano i pannoloni” L’accusa dei sindacati è diretta:  “Una riforma devastante per i lavoratori che prepara il campo alla sanità privata. Tutto questo accade in un quadro generale di incertezza – interviene Matteo Pintucci (Cgil) – sulle risorse disponibili con la manovra del Governo  in corso di approvazione. Con circa 2 miliardi di euro in meno alle Regioni il piano viene scombinato. A questo si aggiunge una mancanza di trasparenza che denunciamo fortemente. Gli atti non sono reperibili  on line, mancano gli allegati che contengono informazione obbligatorie per gli enti pubblici, compresi gli emolumenti dei dirigenti. Abbiano inviato all’Asur una  lettera di diffida e il passo successivo sarà un ricorso giudiziario”. Conclude gli interventi Marcello Evangelista (Cisl) che torna sulla mancata condivisione del piano: “Non si possono migliorare i servizi con 500 dipendenti in meno (il saldo 2010-2013 ndr), e nemmeno ridurre le liste di attesa se non si mettono a regime le macchine ora sottoutilizzate, ma poco più in là del confine regionale ci sono strutture convenzionate che lavorano h24 e la mobilità passiva aumenta.

ospedale_macerata

Ospedale di Macerata

Vengono mantenuti reparti poco utilizzati e si accorpano Otorino con Ortopedia a Civitanova. Così torniamo veramente alla legge Crispi del 1890 con i grandi cameroni degli ‘ospitali’. Non accettiamo più che si agiti lo spettro del commissariamento, non è un tabù. Un commissario taglierebbe i dirigenti non medici, sarebbe forse meno influenzabile dalla politica e manterrebbe il servizio pubblico. Oggi l’Area Vasta 3 è terra di conquista, nascono come funghi nuove cliniche private”. La postilla velenosa di Tamagnini è sul nuovo primario del pronto soccorso, nominato il mese scorso (leggi l’articolo): “Che fine ha fatto? Ad oggi non se ne hanno notizie, mentre Tulli, a Civitanova, con il nuovo incarico continua a fare i turni”.

 

 

 

 

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