di Gabriele Censi
“La situazione non si può nemmeno più definire semplicemente grave, i piani di Area Vasta sono stati disfatti, il privato si fa avanti e così torniamo indietro di 50 anni”. La conferenza stampa dei comparti provinciali Funzione pubblica di Cgil e Cisl si apre con toni duri. Orlanda Rampichini (Cgil) elenca i numeri che riguardano la lungodegenza a Recanati, Matelica, Macerata Civitanova e Tolentino. Degli 848 posti previsti dal piano (erano 969) se ne perdono altri 100. “Le assunzioni di infermieri coprono solo un quinto dei pensionamenti, i lavoratori sono spostati a destra e sinistra senza un piano definito, così a farne le spese sono le fragilità e le disabilità. L’Area Vasta 3 è la cenerentola della riforma. Serve una riprogrammazione degli accorpamenti, ma non esiste un progetto e la preoccupazione aumenta”. La rappresentante sindacale continua nell’elenco delle doglianze: “ Gli investimenti sono pari a zero, la Pet è ferma da giugno, la radiologia funziona 6 ore come istituzionale e altre 6 ore per la libera professione, mentre in Veneto azzerano le liste d’attesa con l’uso h24 delle attrezzature. Unica eccezione positiva il laboratorio di analisi che, con la nuova dirigente, sta funzionando. Intanto ai direttori di Area Vasta vengono rinnovati gli incarichi di 15 giorni in 15 giorni”.
Rincara la dose Sistino Tamagnini (Cisl): “La Regione ha prodotto una montagna di carte e in tutte le decisioni prese in questi mesi noi siamo stati solo spettatori. Ora la riforma è fatta, avremmo voluto dare il nostro prezioso contributo ma la politica ha deciso e, seppure non le condividiamo, le leggi devono essere applicate. Il direttore Asur ha scritto a luglio ai direttori di Area Vasta invitandoli a individuare entro il 31 luglio le strutture semplici e le strutture complesse da chiudere. Sono coinvolti 3200 lavoratori che ad oggi ancora non sanno che fine faranno. E il collegio professionale resta in silenzio, chi tutela gli infermieri? Siamo stanchi delle balle, di esempi ce ne sono molti: Rsa di Sarnano chiusa per l’ampliamento di San Ginesio (leggi l’articolo), lo stiamo ancora aspettando; Montecassiano doveva essere pronta a settembre, e i disabili mentali sono ancora a Corridonia in condizione pietose; i lavori al pronto soccorso di Macerata, sempre a settembre… Insomma un lungo elenco di appuntamenti disattesi a cui si aggiunge la polemica di questi giorni sull’elisoccorso (leggi l’articolo) mentre non ci sono i materassi antidecupito e scarseggiano i pannoloni” L’accusa dei sindacati è diretta: “Una riforma devastante per i lavoratori che prepara il campo alla sanità privata. Tutto questo accade in un quadro generale di incertezza – interviene Matteo Pintucci (Cgil) – sulle risorse disponibili con la manovra del Governo in corso di approvazione. Con circa 2 miliardi di euro in meno alle Regioni il piano viene scombinato. A questo si aggiunge una mancanza di trasparenza che denunciamo fortemente. Gli atti non sono reperibili on line, mancano gli allegati che contengono informazione obbligatorie per gli enti pubblici, compresi gli emolumenti dei dirigenti. Abbiano inviato all’Asur una lettera di diffida e il passo successivo sarà un ricorso giudiziario”. Conclude gli interventi Marcello Evangelista (Cisl) che torna sulla mancata condivisione del piano: “Non si possono migliorare i servizi con 500 dipendenti in meno (il saldo 2010-2013 ndr), e nemmeno ridurre le liste di attesa se non si mettono a regime le macchine ora sottoutilizzate, ma poco più in là del confine regionale ci sono strutture convenzionate che lavorano h24 e la mobilità passiva aumenta.
Vengono mantenuti reparti poco utilizzati e si accorpano Otorino con Ortopedia a Civitanova. Così torniamo veramente alla legge Crispi del 1890 con i grandi cameroni degli ‘ospitali’. Non accettiamo più che si agiti lo spettro del commissariamento, non è un tabù. Un commissario taglierebbe i dirigenti non medici, sarebbe forse meno influenzabile dalla politica e manterrebbe il servizio pubblico. Oggi l’Area Vasta 3 è terra di conquista, nascono come funghi nuove cliniche private”. La postilla velenosa di Tamagnini è sul nuovo primario del pronto soccorso, nominato il mese scorso (leggi l’articolo): “Che fine ha fatto? Ad oggi non se ne hanno notizie, mentre Tulli, a Civitanova, con il nuovo incarico continua a fare i turni”.
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Ci sono ospedali che non hanno ragione di esistere, ma piuttosto che chiuderli sarebbero da riconvertire. UTIC e STROKE UNIT andrebbero lasciate aperte ovunque e potenziate. Per il resto basta l’elicottero.
Andrebbero potenziati anche i servizi ambulatoriali, sfruttando le attuali strutture ospedaliere.
Un modello regionale con due strutture principali (Ancona e Fabriano) permetterebbe di riorganizzare il servizio in modo più efficiente ed economico. Cosa ovviamente difficilmente concepibile in un territorio così campanilistico e aperto ai bizantinismi come il nostro.
Avete voluto gli ospedalini sotto casa? Secondo voi è sostenibile una situazione in cui ci sono 7-8 ospedali in provincia di Macerata? Piatti gratis non esistono, qualcuno da qualche parte tira fuori i soldi per pagarli. In provincia dovrebbero esistere non più di 2 strutture. Strutturre grandi poste al di fuori del centro abitato, facilmente raggiungibili, con ampi parcheggi, hotel, ristoranti ecc…. Con i soldi risparmiati si potrebbero potenziare i collegamenti sia stradali che ferroviari da tutta la provincia. Si genererebbero economie di scala capaci di far risparmiare decine e decine di milioni di euro, rendendo più efficiente sia il servizio sia la gestione del personale. A questo si dovrebbe aggiungere l’aumento della settimana lavorativa del dipendente pubblico da 36 a 40 ore settimanali.
pigi e pischello, si vede che non conoscete lamateria, la degenza nei piccoli ospedali costa un quarto di quella nei grandi centri. nei piccoli ospedali, inoltre, il trattamento riservato al singolo è molto più empatico, il paziente è una persona e non un numero, inoltre l’utilizzo dei macchinari h24 risolverebbe in un colpo solo la lunghezza delle liste d’attesa e l’ammortamento dei macchinari, permettendo al contempo l’aggiornamento di softwear e macchinari a costo zero.
mi auguro che non vi capiti di aver bisogno del pronto soccorso dopo le venti, visto che il piano regionale prevede pronto soccorso a civitanova e macerata, dove in genere l’attesa per essere visitati è di molte ore, e se c’è maltempo e hai bisogno dell’eliambulanza, allora sei veramente nei guai.
ma che importa, nella vostra testolina è stato inculcato che il male dell’italia è il pubblico, che privato è bello, mentre basterebbe guardare oltreoceano per capire che privato significa una cosa sola, se hai i soldi ti curi sennò ti in..li.
gli sprechi nella sanità sono altri, sono le forniture al ribasso, che anzichè far risparmiare triplicano i costi, i troppi dirigenti superpagati, gli appalti, ecc, ecc.
i malati hanno bisogno di operatori non di manager.