Il Consiglio Comunale è finito all’Ospedale. Non per un day-hospital di cui la politica avrebbe ogni tanto bisogno ma per ascoltare e discutere con gli operatori i problemi della sanità alla luce dell’attuale riorganizzazione in atto e degli effetti della spending-review che imporranno alla Regione ulteriori tagli di risorse per circa 120 milioni di euro, di 18 Unità Operative complesse, di personale, oltre ad obbligare il sistema sanitario regionale al rispetto di precisi e vincolanti parametri di efficienza , pena il commissariamento della sanità. Che il consiglio venga convocato proprio in Ospedale il giorno dopo il piccolo incendio del laboratorio di microbiologia (leggi l’articolo) sembra un beffardo colpo del destino. Come se fosse necessario muoversi sempre all’ultimo momento. Ma se la politica si è mossa forse tardi, l’aver convocato la seduta proprio dove ogni cittadino tocca con mano l’efficienza o l’inefficienza della sanità, tra gli operatori che ci lavorano ogni giorno, è sicuramente una pubblica assunzione di un ruolo da parte del Consiglio Comunale e della Giunta nei confronti della Regione e dell’ASUR nel governare per quanto possibile il cambiamento in atto.
Oltre a Sindaco, Giunta e Consiglieri, nella biblioteca scientifica dell’Ospedale erano presenti i Consiglieri Regionali Sciapichetti, Giorgi, Massi, Marangoni, Comi, i rappresentanti sindacali di CGIL, CISL e UIL, della FINMG, dello SNAMI, il Presidente dell’Ordine dei Medici Sbriccoli, il presidente dell’AVULLS Salvucci, la Direttrice dell’Ospedale Mazzoccanti, il Direttore Amministrativo Cacciamani, oltre a numerosi dirigenti medici, infermieri, in una platea vasta e interessata che è stata raggiunta a metà seduta dallo stesso direttore generale dell’ASUR, Piero Ciccarelli. Molti i protagonisti e molti gli interventi. Una lunga serie di interessanti costatazioni, discussioni e quesiti chiusa dal Sindaco Carancini e dal Direttore Generale Ciccarelli.
Se il primo dei due punta i piedi, il secondo spiega. E dopo che ha spiegato il sindaco punta nuovamente i piedi. “Non venite a raccontarci che il Pronto Soccorso non è un’emergenza!”, ha urlato, “Sennò, per quale motivo si parla da anni di un ampliamento che non arriva mai?” Carancini, inoltre, sempre in tono stentoreo, ha mostrato al direttore della ASUR una parte del piano in cui si parla di un nuovo ospedale nella zona interna della Regione. “State parlando di Fabriano? Se state parlando di Fabriano allora ditelo chiaro e tondo, non in modo subdolo in un paragrafo di due righe. Perché un ospedale a Fabriano significa non avere mai più un nuovo ospedale a Macerata. E’ così oppure no?”
Il sindaco, inoltre, ha toccato più volte il tasto degli investimenti. “C’è un rapporto uno a quindici tra gli investimenti fatti a Macerata e quelli fatti nelle altre province. Se i tagli devono essere fatti in base all’efficienza, allora si abbia il coraggio di affondare il bisturi altrove. Non è campanilismo dire che l’Area Vasta 2 (Ancona) costa molto più di Macerata.”
Il sindaco ha anche sottolineato, riprendendo le parole dell’Onorevole Maria Teresa Carloni, dirigente medica in pensione, come con il governo Monti si sia rischiato di scivolare in un regime di sanità privata. “Bisogna muovere azioni politiche perché la sanità resti pubblica” e sulla riforma, che ritiene necessaria a fronte delle normative nazionali, sottolinea come sia necessario tener conto dei sindaci e del territorio. “Non faccio campanilismi”, risponde più volte al Consigliere del PD Del Gobbo che nel suo intervento aveva accusato Carancini di essersi messo alla testa delle proteste, “Dico che con molti altri sindaci abbiamo rivendicato il nostro ruolo. Sono certo”, ha poi concluso in tono conciliante verso il Direttore Ciccarelli, “che il dialogo sia necessario e che il passaggio di ascolto dei sindaci porterà a sicuri miglioramenti del piano.”
Prima di Carancini era appunto intervenuto Piero Ciccarelli, direttore generale dell’ASUR, che ha fortemente difeso l’operato dell’ASUR e del piano sanitario, sottolineando come solo all’inizio di Dicembre, a seguito della spending-review, sia stata prodotta una delibera di Giunta che affidava ai quattro direttori di pianificare gli interventi da effettuare. Ciccarelli, oltre a spiegare i motivi nel ritardo nell’ampliamento del Pronto Soccorso, ritardo dovuto alla mancanza di personale tecnico all’interno dell’ASUR, ha voluto illustrare il senso complessivo del nuovo piano e la logica di fondo, illustrando come questo non andrà a caricare l’Ospedale di Macerata più di quanto lo sia oggi. Parlando con la sua solita estrema competenza, Ciccarelli ha sottolineato come oggi, a differenza del passato, sia “la struttura a fare la differenza. Possiamo mantenere quindici ospedali frutto degli anni settanta? Bisogna cambiare organizzazione. E se questo piano lo facciamo, non lo facciamo solo per i tagli.” A chi, in precedenza, aveva espresso preoccupazioni sulla diminuzione di posti per il trattamento delle acuzie, il direttore generale ha ricordato come l’invecchiamento della popolazione sia il fenomeno centrale che guida oggi la richiesta di sanità. “Sapete qual è l’età media di ingresso in Ospedale oggi? Settantotto anni”, ha spiegato, “questo vuol dire che i nostri reparti di acuzie sono usati in modo inappropriato per trattare situazioni e patologie che andrebbero trattate altrove. Quelle che mancano”, ha concluso il ragionamento, “sono le strutture di lungodegenza, i dipartimenti territoriali e le strutture sociali.” Una visione della Sanità, quella di Ciccarelli, sicuramente moderna, un nuovo modello che, obbligato dai tempi stretti prescritti dalla spending-review, rischia di creare incertezze e malumori. A chi poi lo accusava di scarsa partecipazione alle decisioni da prendere, il Direttore Generale ha fatto presente che la prima bozza di riforma è stata terminata solo quindici giorni fa. “Da allora sto chiamando i sindaci, gli operatori, vedrete che ascolteremo tutti”. Per quanto riguarda Macerata, oltre all’auspicato allargamento del Pronto Soccorso, il Direttore Generale ha parlato dell’acquisto dell’ex-INAIL che libererà oltre 600 metri quadri si spazio nella struttura ospedaliera e della riconversione dell’edificio che ospitava l’Unità Operativa di Malattie Infettive. Per quanto riguarda l’emodinamica, Ciccarelli ha concluso con un appello alla Fondazione Carima che si era già resa disponibile in precedenza.
Governare un cambiamento necessario, questa in sintesi quello che è emerso dal Consiglio Comunale e questa la posizione dei rappresentanti sindacali e del Presidente dell’Ordine dei Medici Americo Sbriccoli che, nel suo apprezzatissimo intervento, ha sottolineato come i tagli colpiscano sempre in maniera lineare, colpendo così la sanità marchigiana che, ricordiamo, è una delle due uniche sanità regionali in Italia a non essere commissariata. Sbriccoli, inoltre, ha insistito nel sottolineare che siamo davvero a un punto di svolta e che la sanità, così come il lavoro del medico, non può essere più quella di una volta, invitando tutti, medici per primi, “a una comune assunzione di responsabilità” nel versante del cambiamento. “Ma i tagli”, ha sottolineato provocatoriamente, “debbono essere tagli per tutti, non solo per le Aree Vaste periferiche. Siamo sicuri che possiamo permetterci un Centro Trapianti a Torrette che per essere efficiente ha bisogno di tre volte l’utenza attuale?” Anche il Presidente del Collegio degli Infermieri, Sandro Scipioni, e i rappresentanti di CGIL e CISL, Rampichini e Tamagnini, hanno puntato il dito nella necessità di un nuovo modello di sanità che non può essere affidata a strutture vecchie, inadeguate e parcellizzate, invitando a una riqualificazione della spesa che vada nella direzione dell’efficienza in un’ottica, come ha spiegato Bernardo Cannelli della FIMMG, di integrazione tra presidi e territorio. Lo stesso Cannelli, tra gli applausi della platea, ha ricordato come non sia possibile avere una sanità dove si aspetta mesi o anni per una TAC, dove non si può far ricoverare un paziente per assumere un antibiotico, una sanità che ancora annega nella burocrazia. Ma qual’è allora il motivo del contendere se tutti si rendono conto che il vecchio modello di sanità non deve esistere più? Principalmente, lamentano gli operatori, l’esistenza di un corposo piano di ristrutturazione mai visto e mai discusso, creato sulla carta, un piano che difficilmente potrà portare ad una buona operatività senza il coinvolgimento di tutti gli attori in causa. Su tutto incombe inoltre lo spettro di una “desertificazione della sanità in provincia”, come l’ha definita Rampichini della CGIL, una desertificazione che andrebbe a caricare ulteriormente l’Ospedale di Macerata.
Il clima del consiglio si è venuto a scaldare con l’intervento del Dirigente del Pronto Soccorso Zampolini. Tra gli sguardi attoniti dei presenti ha presentato il suo reparto senza mezzi termini come “di una sanità da terzo mondo”. “Oggi al Pronto Soccorso è un giorno tranquillo, ha raccontato. E ci sono persone che passeranno lì in barella la seconda notte. Perché se non lo sapete, a Macerata ci sono persone che passano 24, 36, 48 ore così. Lo sapete”, ha scioccato tutti, “che stanno morendo persone al Pronto Soccorso? Già tre in questa settimana. Perché abbiamo in media nove persone in attesa di ricovero e nove in fila. A volte, ha concluso, arriviamo a venti barellati.”
Le parole del dottor Zampolini hanno fatto molto discutere tanto che Piero Ciccarelli, nel suo successivo intervento, alzerà i toni parlando schiettamente di esaurimento e facendo infuriare Deborah Pantana che abbandonerà per protesta l’aula. “Il burn-out dei medici è una patologia scientifica riconosciuta”, ha detto rivolgendosi evidentemente a Zampolini e facendo notare come i carichi del nostro Pronto Soccorso siano nella media. “Andate in un altro Pronto Soccorso, uno qualsiasi. E vedete come stanno che le cose”, ma a questo punto, come già riportato, Carancini ha puntato i piedi.
Prima di concludere riportiamo le bellissime parole di Giorgio Salvucci dell’AVULLS che ha toccato un tema che troppe volte si dimentica. La povertà che ha ridotto drasticamente i consumi sanitari. La sanità costa troppo, tantissimo se si guadagnano mille euro al mese. Solidarietà, allora. E davanti all’emergere di queste nuove povertà l’AVULLS, insieme ad altre associazioni, vorrebbe creare un punto di soccorso sanitario, un luogo di accoglienza dove poter accogliere chi ha bisogno di sanità ma che la sanità non se la può permettere. E lancia un appello al Sindaco e alla città. Uno spazio dove poter offrire questa sanità piccola e solidale.
Un bel Consiglio Comunale, nonostante le polemiche, su un tema che appassiona e interessa tutti. La verità? A volte sta davvero nel mezzo. Esistono anche situazioni come il Pronto Soccorso di Macerata ma è sicuramente vero che le Marche sono una delle due Regioni in Italia non commissariate, “un sistema sanitario regionale che”, ha sottolineato il Consigliere Sciapichetti, “è stato riconosciuto da tutti i ministri, di qualsiasi schieramento fossero, come il migliore.”
Il piano presentato dal Direttore Generale Ciccarelli va sicuramente verso un notevole ammodernamento della sanità provinciale e di certo non sono imputabili a Ciccarelli i tempi strettissimi con cui deve essere messo in pratica anche se, come ha sottolineato a ragione il Consigliere Regionale Massi, queste scelte andavano fatte molto prima, ai tempi delle vacche grasse e non ora. Anche le risposte alle criticità sottolineate dagli operatori appaiono soddisfacenti. Ma il piano va indubbiamente governato. Governato dagli operatori e sopratutto dalla politica. Perché le scelte più importanti, quelle di portata davvero regionale, si fanno dall’alto. Sopra la testa del sindaco, di Ciccarelli e di tutti quanti noi. Perché, come ha detto Anna Menghi, “non si possono assecondare i capricci altrui.”
(foto Cronache Maceratesi)
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Dell’ assistenza domiciliare da potenziare, della medicina di base da rendere efficace, delle cliniche male utilzzate o chiuse, degli ospedaletti di paese presidi inutili, ma dispendiosissimi, perchè nessuno ne parla seriamente e si prende la briga di farne una vera crociata mandando al diavolo i tanti politici che si oppongono al cambio di sistema o pensano che la sanità è fatta solo di ospedali. gli anziani dovrebbero essere curati in ambito domestico e non ghettizzati in strutture fatiscenti. La medicina di base potrebbe dimezzare gli interventi del pronto soccorso e già una legge parla di tempo pieno, ma chi investe su questo? Tolentino ha un pronto soccorso, ma è quasi sempre vuoto mentre Macerata scoppia, non sarebbe utile una semplice riorganizzazione? Ci dividono soltanto venti chilometri che si possono coprire con tempi certamente più che ragionevoli e secondo il giudizio dei medici del pronto intervento. Coraggio, non occorrono provvedimenti da Nobel.
Mi domando a cosa sia servita tutta questa messa in scena. Comprendo la necessità dei politici di dire la loro sui tagli, gli accorpamenti, ecc .che riguardano la sanità publbica o se vogliamo definire tutto questo diversamente, chiamiamola pure la riforma sanitaria. Compredo pure che devono giocoforza assecondare quello che le persone vogliono sentirsi dire, anche per semplice companilismo, ma la domanda resta: a che pro? Quale è stato o sarà il risultato finale di questo, diciamo incontro pubblico vestito con un tocco di istituzionalità? La risposta è che tutto questo non ha né avrà alcun riultato concreto, e non poteva essere diversamente considerando il fatto che non è più sostenibile, economicamente parlando, mantenere tante strutture sanitarie diffuse sul territorio e, aimé, anche un servizio sanitario così come eravamo abituati semplicemente a pensarlo per non dire aspicarlo. Giocoforza, volenti o nolenti, l’unica strada che vedo percorribile (in termini di sostenibilità) è l’accorpamento delle strutture sanitarie e dei relativi servizi. La realtà credo sia questa ed è del tutto indipendente dal mio personale desideriderio, o auspicio.
Come al solito se ne accorgono tutti solo oggi e tutti, immancabilmente, cadono dal pero….
Ma andate tutti a fan…tastico
Abbiamo assistito al belato del gregge.
Noi maceratesi non contiamo un kaiser, ci trattano a pesci in faccia dandoci le briciole, tanto noi andiamo avanti col fare di sempre verso anconetani e pesaresi: a pecoroni…
hahaahahaha mi era sfuggita questa pagliacciata!!! Consiglio in ospedale…
quando venite a fare il consiglio a casa mia??? 🙂
Se è vero che Ciccarelli ha dato dell’ ESAURITO al dottor Zampolini,come traspare dall’articolo, vuol dire proprio che siamo alla frutta !! Ciò stà a dire che oltre ad essere uno dei carnefici della sanità maceratese ( giudizio personale),Ciccarelli è sicuramente un EMERITO MALEDUCATO !! Zampolini è PERSONA di una bontà infinita, che non si è mai visto perdere le staffe… ,persona che abitualmente usa toni molto sommessi, sicuramente una persona degna di assoluto rispetto ..Faceva bene il Dottor Chiodera ( vedi foto) , a sonnecchiare in fondo all’aula, magari pregustandosi il primariato al nuovo ospedale di Fermo . Ospedale che cade in disgrazia,peripatetiche per Corso Cairoli….Macerata stà andandosene a PUTTANE!!
Ero presente al consiglio comunale, riunitosi per l’occasione presso la Sala biblioteca dell’ospedale cittadino, sul tema dei tagli previsti alla sanità. Sono rimasta molto colpita dall’intervento di un medico del pronto soccorso, il quale ha spiegato la cruda realtà quotidiana che il personale è costretta ad affrontare: pazienti sui lettini nei corridoi, con conseguente difficoltà a gestire la sofferenza. Vorrei proporre degli interrogativi:
1) Perchè non vengono palesati ai cittadini e resi trasparenti i motivi delle scelte, quali quelle di chiudere o ridurre un reparto piuttosto che un altro? Perché, per esempio, l’Hospice, tanto propagandato e anche inaugurato 2 anni fa, non è stato ancora aperto? Mi chiedo: se un politico dovesse recarsi in ospedale, percorrerebbe tutta la trafila destinata ai “comuni mortali”? Verrebbe trattato come tutti i pazienti che hanno sempre pazientato sui tagli e sulle decisioni imposte da una classe politica inadeguata, o avrebbe qualche “canale privilegiato” e in questo modo, non potrebbero rendersi conto dei disagi a cui vanno incontro i ‘comuni cittadini’? Dopo i tagli che avevano proposto a livello comunale, e di cui lo stesso Ricotta se ne era fatto promotore,…… lui stesso è stato nominato assessore!!!!! La solita demagogia! Hanno il coraggio poi di intervenire chirurgicamente sulla Sanità; non c’è fine all’indecenza.
2) Perché il sindaco non propone dei tagli sui costi della politica e dell’amministrazione (indennità, stipendi e numero di assessori, consulenze esterne, che vengono date ai soliti noti, senza tener presente il criterio del risparmio) e convoglia i risparmi per migliorare la sanità? Questo è quello che la cittadinanza si aspetta dal primo cittadino e dai suoi collaboratori! Le competenze in merito alle decisioni del bilancio sono comunque assoggettate all’approvazione o almeno alla ratifica da parte del consiglio comunale. Il consiglio comunale, pertanto, potrebbe, se solo volesse, deliberare questi eventuali tagli e indirizzare i soldi del comune verso determinati scopi, attenti alle necessità e ai bisogni dei cittadini.