di Marco Ricci
Che qualcosa non vada è sotto gli occhi tutti. Barelle in corsia, reparti in via di smantellamento, primari mai nominati, il malcontento diffuso degli operatori e dei cittadini, il grido di allarme di molti sindaci della Provincia. Ciò che sta accadendo alla sanità provinciale e in particolare alla sanità di Macerata non è solo frutto della crisi o della necessità di razionalizzare. E’ il frutto di una perdita di potere decisionale e di strategie regionali che stanno spogliando di investimenti e risorse la nostra Provincia a vantaggio di altre che, legittimamente, hanno difeso nel tempo con più forza di noi gli interessi dei propri cittadini. E davanti a questo scenario, in un momento topico della riorganizzazione sanitaria regionale, nessuno sembra davvero farsi carico dell’emergenza. Toccherebbe ai partiti e all’amministrazione se, in uno scenario surreale, non fossero troppo occupati con beghe da bar dello sport. Di fronte a questo vuoto istituzionale e ai rischi che comporta per la collettività, le cinque liste civiche presenti nel Consiglio Comunale di Macerata si mettono insieme e lanciano l’allarme. Dopo aver proposto un Consiglio aperto sulla questione hanno alzato l’asticella un poco più in là chiedendo al Presidente Mari – che ha subito accettato – di indire il Consiglio Comunale martedì alle 15.30 proprio presso l’Ospedale cittadino, nei locali della biblioteca scientifica. Seduti dietro lo stesso tavolo, Anna Menghi, Giorgio Ballesi e Fabio Massimo Conti per le rispettive liste, Massimiliano Bianchini e Gabriele Micarelli per Pensare Macerata, Fabrizio Nascimbeni e Francesca d’Alessandro per Macerata è nel Cuore, hanno presentato un quadro allarmante della situazione e proposto un’assunzione comune di responsabilità per cercare di agire e salvare il salvabile.
“E ‘necessario confrontarsi, aprirsi, partendo dalle esigenze degli operatori e dei cittadini”, ha sollecitato Fabio Massimo Conti, “in un momento allarmante in cui il decreto Balduzzi sta per mostrare i suoi effetti.” Giorgio Ballesi ha quindi sottolineato come molti Comuni della Provincia si stiano muovendo per far sentire la loro voce, allargando il problema non solo alla sanità maceratese ma a quella provinciale: “E’ tutto in Ancona e le nomenclature vecchie e nuove hanno portato a togliere a Macerata un potere giuridico-amministrativo necessario per governare la sanità di un territorio. E Macerata deve riscoprire il proprio ruolo, essere un baricentro di attrazione per l’intera Provincia. Viviamo in una carenza di risorse”, ha proseguito, “ed è necessario individuare i problemi fondamentali e risolverli. La sanità è uno di questi, probabilmente il principale. Qui stiamo parlando di garantire sul territorio un diritto fondamentale sancito dalla Costituzione.” Anche Francesca d’Alessandro ha sottolineato l’importanza del momento e invocato chiarezza sulla riorganizzazione imposta dalle Regione, sottolineando non solo quanto sia in sofferenza l’intera sanità provinciale ma come anche l’Ospedale di Macerata venga progressivamente depotenziato senza che nessuno faccia nulla. Allo stesso modo la pensa Anna Menghi che richiama tutti ad agire per di difendere il territorio e l’ospedale, creando un momento di consapevolezza generale sull’emergenza in cui viviamo, ragionando con Spacca e facendo chiarezza sui motivi per cui Macerata “che è sempre stata la più brava e la più virtuosa si trovi oggi senza azienda ospedaliera. La sensazione”, comune a tutti, “è che si sia voluto creare figli e figliastri.”
L’altro tema più volte sollecitato dalle cinque liste, palpabile nei toni solleciti, seriamente preoccupati e costruttivi della conferenza stampa, è la necessità di dialogo, di apertura alle istanze delle persone che parta in primo luogo da un ascolto reciproco e da un incontro su temi di interesse collettivo. Per le stesse liste civiche, sottolineano, è stato naturale incontrasi su un tema così complesso e articolato come la Sanità, per proporsi insieme e fare da traino insieme al resto delle forze politiche anche quando si è schierati su fronti diversi. “Per noi di Pensare Macerata”, ha detto ad esempio Massimiliano Bianchini, “era necessario aprirci e confrontarci con le altre liste su temi così importanti e questo nostro incontro dimostra come la politica possa fare passi avanti, incontrandoci anche al di là degli schieramenti su problemi reali. E’ necessaria la forza di un gruppo di persone che possano cambiare la vita della città e modificare l’esistente. I dati economici di questa città sono allarmanti. Tutti gli indicatori stanno andando a picco.”
Come siamo arrivati a quella che Fabrizio Nascimbeni definisce la “battaglia delle battaglie” lo spiega ancora Giorgio Ballesi, sottolineando una realtà purtroppo sotto occhi di tutti, ovvero come Macerata abbia vissuto di rendita negli ultimi trent’anni, perdendo progressivamente potere politico e decisionale, fino a non contare quasi più nulla nei luoghi decisionali. “C’è stata una fisiologica incapacità di chi aveva e ha il compito di tutelare i nostri interessi” ha sottolineato “e l’opposizione è responsabile tanto quanto la maggioranza perché certi assetti erano comodi a tutti. Adesso è necessario ripartire ma per farlo è necessario che la politica riacquisti la propria dignità” Lo stesso concetto di critica ai partiti di maggioranza e opposizione viene espresso da Fabio Massimo Conti che punta il dito non solo su DS e Margherita prima e PD poi, ma anche sui partiti di destra, arrivando a dire che “sono state fatte scelte coscienti mentre i soldi della sanità venivano spostati da qui a lì.”
Nonostante sul tavolo aleggi la sensazione condivisa di un’assenza, un’incapacità e forse una cattiva volontà dei partiti in merito alla difesa reale della sanità provinciale, sottendendo la motivazione più o meno vera che Macerata sia sempre stata considerata un po’ il ventre molle di alcuni partiti e dunque la provincia da spolpare a scapito di Ancona e Pesaro, le cinque liste civiche non sembrano in questo momento voler calcare troppo la mano sulle responsabilità passate, nel tentativo di essere più che altro uno sprone alla collettività maceratese affinché si possa aprire un serio fronte comune e affrontare di petto il problema. E la conferenza si chiude appunto con l’ennesimo accorato appello di Anna Menghi alla cittadinanza, agli operatori ospedalieri e alle associazioni ad intervenire al Consiglio Comunale aperto di martedì perché, anche se tardi, “abbiamo tutti il dovere di provarci.”
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Carissimi politici tutti
La “caciara” che state facendo fuori tempo massimo è avvilente! Avreste dovuto fare meno riunioni e assemblee inutili, parlare meno, non litigare sempre sul sesso dei lombrichi ma fare le cose concrete, urlare mentre si cade dal ponte non ci salva la vita
Le battaglie andavano fatte quando c’erano le risorse e la politica si mangiava la sanità, pezzo pezzo, con una opera di clientelismo selvaggio – dal portantino al chirurgo, dall’impiegato amministrativo al direttore generale -. Ormai ci sono da spartire solo le spoglie di un cadavere. Scusate per l’ottimismo!
C’è l’allarme TUTTO A MACERATA!!! non c’è niente!!!!!!!!!!!!!!!
La sinistra ha rovinato sanità, lavoro, unvirestità!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Bianchini che fa li in mezzo??? BaH… non ho PAROLE!!!
Macerata per fortuna ha ancora di suo una forte tradizione medica che ci permette ancora di avere fiducia nei nostri operatori sanitari. Da operatrice del settore mi meraviglio che ci siano dei consiglieri comunali di Macerata, del capoluogo di provincia appartenenti a delle liste civiche, che rilascino delle dichiarazioni così poco approfondite sul problema, addirittura tentano di farci credere che stiamo all’anno zero. A mio modesto parere, ritengo che il settore della sanità non può essere strumenalizzato per attaccare i partiti, in quanto i problemi che stiamo vivendo sono dovuti ad un sistema di welfare che non garantisce più tutto a tutti. Il nostro vero problema è che la dirigenza sanitaria anconetana ha sempre visto l’ospedale di Macerata con tutta la sua tradizione molto pesante ed ingobrante. Per questo c’è sempre stato da parte della politica del capoluogo un attacco sempre nei confronti di Macerata, che tra l’altro soffre da sempre di un problema strutturale, è un ospedale quello di Macerata da rifare completamente, soprattutto la parte del pronto soccorso, che sta diventando davvero ingestibile. Dietro a tutto questo poi deve esserci anche un cambiamento culturale: ci sono molti utenti che pensano al pronto soccorso come sostituto del medico di famiglia, tutti vogliono una tac o una radiografia subito, tutto diventa urgente. Concludo dicendo sicuramente un ovvietà che tutti sanno: l’ospedale di Macerata è salvo, anche se non ha ancora un elisuperficie, sono i piccoli presidi montani che soffriranno per la mancanza di strutture adeguate quindi la politica vera e non quella degli annunci, non arrivi sempre in ritardo, pensi a strutture di supporto e collegamenti viari più rapidi.
Ona, ona, ona ma che bella rificolona
Vedo Maurizio Failla reinventato sotto nuove (si fa per dire…) spoglie. Ma figlio caro, perché non ci dici anche qualcosa di pro-positivo, invece di lanciare pedissequi strali all’indirizzo della sinistra?
Quanto alla sanità: con anticipo bestiale sull’intervento di questi “neo-risvegliati” della politica nostrana, pubblicai proprio su queste colonne un cor(ro)sivo dal titolo “Sana malità”. Sono ancora di quell’avviso…
@Filippo Davoli
ha stancato vivamente: Senza alcuna prova dice cose senza alcun senso.
Non mi interessa che prove ha, la citerò in giudizio e spiegherà cosa va e perchè lo va dicendo ai giudici.
Distinti saluti.
Purtroppo non posso scrivere la mia vera identità, ma volevo informare i lettori, che noi del pronto soccorso di macerata, qualche mese fa, ci siamo autodenunciati. Tramite un esposto alla procura della repubblica, abbiamo segnalato che a causa di un abnorme ma ormai costante affollamento del pronto soccorso, l’incolumità del paziente in attesa di visita, non è garantita. Abbiamo denunciato che spesso viene meno la possibilità di poter applicare correttamente i protocolli operativi e che tutto ciò pregiudica il rispetto dell’art. 32 della Costituzione che garantisce il Diritto Alla Salute e il mantenimento dei livelli essenziali di Assistenza.
Non è cambiato nulla, nessuno si è mosso. E’ vergognoso.
leggete la determina 560 dell’area vasta 3 del 17/04/2013 – sezione Albo Pretorio.
Bei tempi,l’estate di tre anni fa, quando si insediava Bordoni promettendo l’apertura imminente di Geriatria, Hospice e Oculistica. La Geriatria c’è ,l’Hospice è ammobiliato da un paio d’anni ma è chiuso,l’Oculistica al sesto piano NON L’ HA VISTA NESSUNO.
Bianchini vuol coordinare le civiche con poco o nula.
Caro Nessuno,
come posso averti stancato se è la prima volta che replico a un tuo commento? Perché è la prima volta che replico a un tuo commento, giusto? Sì, mi stai dicendo tu stesso che non sei Maurizio Failla, quindi ti chiedo scusa e chiedo scusa a Maurizio Failla. Ma perché vorresti citarmi in giudizio? Perché ho scritto che sarebbe ora che scrivessi qualcosa di propositivo? O perché ti ho assimilato a Maurizio Failla? Te lo chiedo, perché secondo me non è un disonore essere assimilati a Maurizio Failla. Altrimenti, se lo ritieni un disonore, fossi in Maurizio Failla ti denuncerei io!
Un caro abbraccio.
adesso dormiamo tranquilli. La nostra sanità è al sicura ci pensa l’assessore Bianchini
Replica a Liliana Morresi.Su un punto concordo:l’inutile intasamento del pronto soccorso che si potrebbe risparmiare se solo i medici curanti ogni tanto si degnassero di fare uno sforzo ulteriore che non consista solo nello scrivere! Però mi chiedo: “Lei in che ospedale va a curarsi?” In quel di Macerata, non ci credo nemmeno se la vedo! E’ lodevole la sua incommensurabile fiducia nella sanità, per quella di Macerata poi! Ma non raccontiamoci le favole! Sicuramente ha avuto corsie preferenziali che non le hanno permesso di vivere ciò che invece conosce bene il “popolino”:file, attese, trattamenti di ogni sorta, e , per essere semplicemente e dovutamente informati, persino correre dietro a medici ” so tutto io”. Quei medici di forte tradizione medica che poi fanno morire i pazienti ( o forse intendeva medici dai forti appoggi?). La realtà è quella tipicamente italiana: nessuno si assume responsabilità: si delega,si attende si perde tempo, non si fa ( tanto qualcuno lo farà, no?) si nasconde, si ruba e alla fine è sempre colpa di qualcosa: di un partito di destra, di sinistra, di sopra di sotto, della crisi, del sistema welfare, dell’euro e così all’infinito.Smettiamola di parlare in modo neutrale! La sanità (come tutto ormai) è una parola vuota che non include e non colpisce nessuno!Non dice niente! Le singole persone vi lavorano in modo deresponsabilizzato e successivamente sono perfino giustificate, tanto è colpa della sanità. Al sig.M. Riserbo “dico”: ” eh, sì c’è geriatria, c’è chirurgia, c’è ortopedia, c’è perfino pneumologia! Eh.. c’è …c’è! C’è mai stato? e a geriatria di Macerata? Andar lì o in un porto è la stessa cosa. Ah, ma è colpa della crisi, della sanità, di destra, di sinistra, del cambiamento metereologico.. si salvi chi può!! Chi può si è sempre salvato e sempre si salverà e per tutti gli altri non resta che sperare nella buona sorte o nel caso fortuito.