Reparti accorpati all’ospedale
Mobili: “Pronto ad incatenarmi”

CIVITANOVA - L'ex sindaco denuncia il taglio dei posti letto e attacca il Dg Asur Piero Ciccarelli: "Aveva spergiurato che non ci sarebbero stati ridimensionamenti"

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L'ospedale di Civitanova

L’ospedale di Civitanova

«Scandalosi ridimensionamenti nell’ospedale civitanovese, sono pronto ad incatenarmi davanti all’ospedale». Così il consigliere d’opposizione ed ex sindaco Massimo Mobili critica la riorganizzazione d’Area Vasta in atto nella sanità regionale ed in particolare dà notizia di un accorpamento che sarebbe nelle volontà dei dirigenti e che riguarda i reparti di ortopedia e otorinolaringoiatria con riduzione dei posti letto: «Ci propinano come grande risultato della riorganizzazione il trasferimento della chirurgia breve a Recanati,  la proroga di due anni della chiusura dell’ ostetricia  o la nomina di un primario del Pronto Soccorso con numero invariato dei già scarsi medici in servizio. Ora la notizia di ulteriori ridimensionamenti perché vengono accorpati fisicamente otorino con ortopedia, tonsille e nasi con le fratture. Due reparti divisi funzionano sicuramente meglio in tutto e per tutto e  basta guardare in che condizioni operano urologia e chirurgia nonostante siano senza dubbio reparti più affini. Aereosol e gessi saranno messi insieme e questo è gravissimo con la conseguente riduzione di posti letto, nonostante il direttore Piero Ciccarelli avesse spergiurato nell’ ultimo consiglio comunale (leggi l’articolo) che Civitanova non avrebbe più avuto un ridimensionamento. La tecnica la conosciamo:  asfissia progressiva

Massimo Mobili

Massimo Mobili

modello Recanati. Prima fanno mancare i medici, non aggiornano gli strumenti, non sostituiscono gli infermieri, riducono le sedute operatorie, in pratica riducono l’attività, poi con la scusa del basso tasso di occupazione riducono i letti e con il ciclo perverso che innescano  alla fine chiudono i raparti. Tutto questo mentre il sindaco Corvatta è distratto dall’idea di rubare a Macerata la Lube. Noi diciamo forte al sindaco di svegliarsi e muoversi seriamente per la difesa della salute dei nostri concittadini  e siamo pronti a collaborare, a manifestare con lui, a spiegare gli errori che stanno facendo e se necessario anche ad incatenarci  davanti al nostro ospedale. Questo non è campanilismo ma  difesa del diritto  alla salute che non ha colore politico».

(l.b.)



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