di Laura Boccanera
«Non discutiamo di tagli e riorganizzazione, ma vogliamo che le reti cliniche e gli ospedali che rimangono aperti siano a norma secondo gli standard». Il sindacato Cimo con Daniela Corsi, Luciano Moretti e Stefano Mancini lanciano l’allarme sulla sanità. L’organizzazione sindacale questa mattina ha tenuto una conferenza stampa per chiedere chiarezza ai vertici regionali e rispetto degli standard: «Sappiamo che i finanziamenti mancano – ha detto Daniela Corsi –, e che è necessario un ridimensionamento rispetto al contesto economico. Non contestiamo questo, ma il fatto che le reti cliniche non rispettano i parametri di sicurezza. Civitanova ad esempio con il Dea doveva diventare il polo dell’emergenza non ha di notte né un anestesista né un radiologo che lavora in reperibilità, e se di notte viene chiamato l’indomani dovrà comunque coprire il suo turno. Le sedute operatorie sono scese da 700 a 600 a Civitanova». Minaccia esposti alla Procura di Macerata e di Ancona Luciano Moretti: «Se non si applicano le norme, presenteremo un esposto ad entrambe le procure».
La sanità sarà anche al centro dell’incontro che l’associazione Adesso! Di Civitanova e comprensorio ha organizzato per giovedì sera all’hotel Miramare. E’ il secondo incontro organizzato dai renziani dopo quello sul lavoro di qualche settimana fa. «La gente è preoccupata e proprio dal basso ci sono venute richieste per discutere di sanità, argomento più che mai caldo in questi giorni – ha spiegato la coordinatrice Cristiana Cecchetti –, non vogliamo fare polemica, ma capire. Capire ad esempio perché anni fa sono stati fatti investimenti per potenziare un’ala dell’ospedale e ora invece si parla di accorpamento». Al dibattito parteciperanno anche il cardiologo Carlo Massacci, il presidente della V Commissione in Regione, Francesco Comi e Vittoriano Solazzi, presidente dell’Assemblea legislativa regionale. «Abbiamo messo in cantiere questo appuntamento – dice Roberta Belvederesi di Adesso! -, perché da mesi sulla sanità è sceso il silenzio. Sulla vicenda delle farmacie si assiste solo ad un dibattito politico. Vendere o non vendere è una scelta importante, perché non fare un referendum sull’argomento?».
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