di Laura Boccanera
“I lavoratori ci hanno chiesto di manifestare dissenso verso gli ultimi sviluppi decisi a livello regionale e locale su accorpamenti. La Cisl scende in campo condividendo dissensi e mobilitazione per il modo con cui è stata gestita la riorganizzazione, che non genera risparmio e, se lo fa, lo fa sulle spalle dei lavoratori e degli utenti”. Spiega così Sistino Tamagnini, responsabile provinciale della FP Cisl, il picchetto a cui questa mattina hanno aderito una ventina di iscritti, infermieri e lavoratori delle professioni sanitarie che hanno manifestato all’ingresso dell’ospedale di Civitanova la propria contrarietà alla riorganizzazione prevista dall’Asur. Per il nosocomio locale è previsto l’accorpamento dei reparti di ortopedia ed otorinolaringoiatrica, che comporterebbe una diminuzione di circa 14 posti letto. A regime, infatti, dovrebbero rimanere 15 letti di ortopedia e 9 di otorino, per un totale di 24 posti letto. “E’ la prima di una serie di iniziative che tappezzeranno l’Area Vasta – prosegue Tamagnini -, va bene riorganizzare, ma bisogna che ci sia la concertazione con le parti sociali”. I dimostranti hanno esposto un volantino in cui dicono no alla “riduzione dei posti letto, agli accorpamenti selvaggi, alla carenza cronica del personale e ai disservizi”; un altro recitava “Tra protesi e tonsille, le infezioni vanno a mille!”. Anche Marcello Evangelisti, responsabile della Funzione Pubblica Cisl di Civitanova e Recanati, punta il dito contro la riorganizzazione: “E’ un film già visto. Abbiamo assistito a una lunga agonia dell’Ospedale Santa Lucia di Recanati che, dopo essere stato smontato pezzo dopo pezzo, alla fine è stato chiuso, a favore del privato. Su quale base tagliamo quando otorino ha un indice di occupazione del 70% e una mobilità attiva del 60%, di cui il 10% extra regionale? Che senso ha accorpare un reparto che è un’eccellenza? Chiediamo a Bordoni come possono migliorare i servizi con l’accorpamento di due reparti così differenti” dice Evangelisti. Il sindacalista prosegue, parlando della nuova ala dell’ospedale, che è in costruzione: “Cosa ci facciamo della nuova struttura, costata milioni di euro, se poi accorpiamo i reparti?”. Rimane dunque caldo il tema sanità a Civitanova, anche per le dichiarazioni del sindaco Corvatta che esprime perplessità sulla programmazione sanitaria per l’Area Vasta 3: “Apprendo con sentimento duplice la notizia della permanenza del reparto materno infantile per un anno, causa congelamento della delibera di Giunta regionale, presso l’ospedale di San Severino” dice Corvatta. “Da un lato va espressa infatti soddisfazione, per una scelta che rappresenta testimonianza del fatto che le amministrazioni locali abbiano voce in capitolo nelle scelte che riguardano la sanità. D’altra parte questa notizia suscita sconcerto, perché evidenzia quanto siano precarie e variabili le scelte della programmazione sanitaria regionale per quel che riguarda la nostra provincia. E’ naturale a questo punto chiedersi se i sacrifici che vengono chiesti alla comunità civitanovese facciano parte di un progetto più generale, o siano solo un tentativo di procedere a risparmi necessari, ma privi di una puntuale e dettagliata pianificazione. Di fronte a tale decisione, è indispensabile che emerga in modo chiaro, evidente e comprensibile quale sia il filo conduttore della programmazione sanitaria per l’Area vasta 3” conclude il primo cittadino.
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ma bravi, ora vi mobilitate? avete già assistito al film quando toccò a recanati? perchè non vi siete mossi allora? dell’ospedale di recanati, ve ne siete e ve ne strafregate tutt’ora, per civitanova invece fate i picchetti.
dovete vergognarvi voi della cisl e tutte le altre sigle.