Il centro storico di Camerino
Sensori innovativi per il monitoraggio del cambiamento climatico e degli eventi estremi, reti sismiche per registrare in tempo reale terremoti anche di bassa magnitudo e cruscotti informativi digitali per informare cittadini e pubblica amministrazione e rafforzare la resilienza delle città. Sono alcuni dei risultati del progetto Arch 2020 1 , finanziato dal programma Horizon 2020, coordinato dal Fraunhofer Institute e realizzato, per la parte italiana, dall’Università di Camerino in collaborazione con Enea, Ingv e Comune. Il progetto ha testato questi risultati su quattro comuni tra cui proprio Camerino, col suo centro storico gravemente lesionato dal sisma del 2016, Bratislava, Amburgo e Valencia le cui aree storiche sono minacciate dai cambiamenti climatici. «Nell’ambito del progetto abbiamo colto l’opportunità della transizione digitale per co-creare piattaforme di analisi e servizi basati sui dati – spiega Sonia Giovinazzi, ricercatrice Enea – in questo modo abbiamo rafforzato la capacità delle pubbliche amministrazioni, dei gestori delle aree storiche e delle comunità locali di conoscere, valutare e rispondere agli eventi climatici estremi e ad altri pericoli naturali e di costruire un atteggiamento condiviso di resilienza». Nello specifico, nell’ambito del progetto sono stati acquisiti dati da sensori di ultima generazione, da analisi effettuate in situ e in laboratorio, da sondaggi somministrati alla popolazione e alle pubbliche amministrazioni.
I dati raccolti sono quindi stati trasformati in informazioni e conoscenze utili, facilmente fruibili attraverso cruscotti digitali che forniscono in tempo reale l’andamento di dati e indicatori chiave di prestazione, come ad esempio, la pericolosità del territorio, la vulnerabilità del costruito, i valori tangibili e intangibili di beni monumentali e opere d’arte delle aree storiche, consentendo di passare dal monitoraggio all’azione. «Per la città di Camerino l’Enea ha sviluppato dei cruscotti, o dashboard, per supportare la pianificazione degli interventi strutturali degli edifici ipotizzando possibili terremoti futuri di diversa intensità e gli scenari di impatto che potrebbero risultare prima e dopo l’implementazione di strategie di resilienza. I cruscotti consentono alle pubbliche amministrazioni e alla popolazione di apprezzare i benefici che tali interventi potrebbero portare nell’evitare danni agli edifici, conseguenze sulle popolazioni, e nel preservare la funzionalità, le tradizioni e le opere d’arte dei centri storici, di valore inestimabile, ma estremamente vulnerabili» evidenzia Maria Luisa Villani, ricercatrice Enea. «A Camerino abbiamo installato una rete sismica urbana che copre l’intero centro storico e il territorio interno a esso che consente di registrare in modo puntuale e in tempo reale eventi sismici anche di bassa magnitudo. Questo consentirà di caratterizzare al meglio la risposta sismica locale del centro storico e quindi di capire quali siti amplificano di più il terremoto al fine della pianificazione territoriale delle aree urbanizzate, come orientare la scelta di aree per nuovi insediamenti, definire le priorità e gli interventi ammissibili in una data area, programmare le indagini e i livelli di approfondimento necessari» sottolinea Antonio Costanzo ricercatore dell’Ingv e coordinatore delle attività dell’ente per il progetto.
L’Università di Camerino ha sviluppato metodi e strumenti per il monitoraggio e la diagnostica strutturale finalizzati al recupero di questi beni monumentali e li ha testati su Palazzo Ducale, fino al 2016 sede del Rettorato di Unicam e della scuola di Giurisprudenza, inagibile da allora a tutt’oggi. Proprio all’interno di palazzo ducale di Camerino Enea, Unicam, Ingv, coadiuvati dal Comune hanno avuto la possibilità di lavorare in team sviluppando e approfondendo competenze di multidisciplinarietà applicate ai beni culturali, ha spiegato il Andrea Dall’Asta. Inoltre, in collaborazione con il laboratorio Materiali e Processi Chimico-Fisici di Enea «abbiamo dato un contributo per la conoscenza delle malte storiche, le cui caratteristiche meccaniche e chimiche sono un elemento importante, tra gli altri, al fine della valutazione della vulnerabilità sismica degli edifici dei centri storici» conclude la docente Graziella Roselli.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati