Le ultime parole di Federico:
«Non piangete, ricordatemi con il sorriso»

IL CASO - L'identità di Federico Carboni (finora conosciuto col nome di Mario), tetraplegico dal 2010 per un incidente stradale, si è conosciuta solo oggi dopo la morte con l'auto-somministrazione per via endovenosa del tiopentone sodico. E' la prima persona ad aver ottenuto in Italia il via libera per il suicidio medico assistito. Filomena Gallo, segretario dell'associazione Coscioni: «Era tranquillo, ieri mi ha chiesto di portagli da Roma la porchetta di Ariccia. Ha mangiato insieme ad amici e familiari. Per il suo addio ha chiesto che tutti fossero vestiti bene»

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‘Mario’,all’anagrafe Federico Carboni, 44enne di Senigallia

 

«Non dovete piangere, ricordatemi con il sorriso. Io sono felice perchè così potrò essere finalmente libero». Sono state le ultime parole di Federico Carboni, alias ‘Mario’, prima di azionare il pulsante della pompa a infusione che gli ha indotto nel sangue il tiopentone sodico, la sostanza che lo ha condotto verso la morte, dichiarata alle 11,05 di questa mattina.

Carboni, che ha voluto rivelare la sua vera identità solo dopo la morte, era costretto a letto, nella sua casa, da 12 anni, da quel maledetto incidente stradale che gli ha provocato una lesione irreversibile alla colonna vertebrale, rendendolo paralizzato dai piedi alle spalle.

Ci sono voluti due anni, battaglie giudiziarie, diffide e denunce all’Asur per arrivare al primo caso riconosciuto in Italia di suicidio medico assistito. Ad assistere Carboni negli ultimi momenti della sua vita sono stati i familiari (la mamma in particolare, il papà è morto nel 2015), gli amici di sempre e i rappresentanti dell’associazione Coscioni.

«Federico era il più tranquillo di tutti, ha detto di non fare piagnistei e di non voler vedere visi tristi» hanno raccontato Filomena Gallo e Marco Cappato, rispettivamente segretario e tesoriere dell’associazione.

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Marco Cappato e Filomena Gallo, rispettivamente tesoriere e segretario associazione Coscioni

Alla Gallo, ieri Federico ha lanciato un ultimo desiderio: «Mi ha chiesto, quando ero in partenza da Roma, di portagli la porchetta di Ariccia. L’ha mangiata ieri sera con gli amici e la sua famiglia. Prima di andarsene ha detto a noi dell’associazione di continuare a fare quello che facciamo perchè la gente ‘ha bisogno di voi’». E ancora: «Fino all’ultimo – ha continuato la Gallo – gli abbiamo detto che poteva fermarsi, che i pareri ottenuti non avevano scadenza, ma lui ha voluto procedere» non appena sono arrivati a casa sua la pompa a infusione e il tiopentone sodico, un potente barbiturico che fa perdere i sensi entro 60 secondi dalla somministrazione, avviata alle 10.55. Presente in casa di Carboni anche Mario Riccio, anestesista di Piergiorgio Welby e consulente del senigalliese: «E’ stato Federico ad azionare il sistema con un pulsante, dopo 5 minuti è cessata l’attività respiratoria, poi quella cardiaca. Alle 11,05 è stato dichiarato il decesso». Le fasi della somministrazione del farmaco e la dichiarazione del decesso sono stati filmati «affinché ci fosse piena trasparenza qualora la magistratura volesse ccartare la procedura» ha specificato la Gallo, componente del collegio di legali che negli ultimi due ha seguito il 44enne, ex autotrasportatore.

(fe. ser.)

«Ora sono libero di volare dove voglio» Si somministra il farmaco letale: primo caso di suicidio assistito in Italia



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