«Rischio interruzione del servizio
nei Pronto soccorso del Maceratese,
unica soluzione: esternalizzare»

EMERGENZA - Al bando di gara per i Pronto Soccorso, Nefrodialisi e Pediatria, ha risposto una sola cooperativa di Bologna. Daniela Corsi negli atti sottolinea la necessità di trovare personale «per evitare interruzioni di pubblico servizio con conseguenti gravi ripercussioni sui cittadini»

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di Luca Patrassi

Una procedura negoziata per esternalizzare alcuni servizi ospedalieri, poi bandi, avvisi pubblici. Risultati zero. Neanche le cooperative rispondono agli appelli dell’Area Vasta 3, e forse anche della Regione a voler risalire la corrente, a coprire decine di turni di lavoro mensili che rischiano di rimanere scoperti a brevissimo termine nei Pronto soccorso.

Insomma, dopo aver assicurato (la Regione) che la sanità pubblica sarà potenziata togliendo spazio ai privati che – stando alle dichiarazioni – avrebbero invaso settori non in linea con le aspettative del nuovo esecutivo regionale, salta invece fuori una procedura negoziata andata in porto per un solo capitolo (i turni per la Pediatria a Civitanova) che smentisce clamorosamente alcuni punti che sembravano invece fermi.

disagi-pronto-soccorso-macerata-2_censored-325x244Il primo punto è che tra i requisiti che erano richiesti alle imprese non c’era la specializzazione in Medicina di urgenza per il personale da utilizzare, il secondo punto è l’impegno economico, a fare quattro conti grossolani il medico che sarebbe arrivato da una qualunque società, anche coop, sarebbe costato il triplo del collega specialista al lavoro in corsia. Si parla di centinaia di migliaia di euro. Non che all’Area Vasta 3 abbiano improvvisamente cambiato rotta, solo che dopo anni di tentativi infruttuosi e il peggioramento della situazione degli organici nei Pronto soccorso, si sono decisi appunto per una parziale esternalizzazione.

Il bando era per la durata di tre mesi in tre settori: 237mila euro per la fornitura di assistenza medica nei Pronto soccorso degli ospedali di Macerata, Civitanova e Camerino, San Severino, 63mila euro per la Pediatria di Civitanova e 39mila euro per la Nefrodialisi di Civitanova. Nel dettaglio ecco cosa veniva richiesto: Assistenza medica Pronto soccorso, 20 turni mensili di 12 ore negli ospedali di Civitanova, Camerino, San Severino e Macerata. Assistenza medica Pediatria a Civitanova, sedici turni di 12 ore, assistenza Medica nefrodialisi a Civitanova, venti turni mensili di sei ore. L’Area vasta 3 ha ricevuto una sola proposta per la Pediatria ed ha nominato una commissione per valutare l’offerta arrivata da una cooperativa sociale di Bologna.

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Daniela Corsi

La cosa più allarmante arriva però dalla lettura della motivazione degli atti, in particolare si tratta della pubblicazione del bando di gara a firma della dirigente dell’Av3 Daniela Corsi: «occorre garantire la continuità assistenziale nei Pronto soccorso dei presidi ospedalieri di Av3 e le unità operative di Pediatria e Nefrodialisi del presidio ospedaliero di Civitanova per evitare interruzioni di pubblico servizio con conseguenti gravi ripercussioni sui cittadini, utenti e responsabilità, talora anche di rilievo penale, per comportamenti omissivi afferenti l’assistenza.

Allo stato attuale l’unica soluzione praticabile per fronteggiare l’emergenza, al fine di non cagionare l’interruzione di un pubblico servizio essenziale a tutela della salute pubblica, risulta essere quella dell’affidamento esternalizzato del servizio come dimostrato anche dal ricorso a tale procedura straordinaria da parte, non solo di tutte le Aree vaste della Regione ma anche di altre Stazioni appaltanti sull’intero territorio nazionale».

Bene, bando pubblicato, gara svolta, una sola risposta di una coop sociale di Bologna per Pediatria. Il tempo di vedere che il ricorso alle coop non ha dato l’esito sperato e si ricomincia. Oggi all’albo pretorio è apparsa l’ennesima determina a firma Daniela Corsi: «Selezioni per il conferimento di incarichi di prestazione d’opera professionale a medici abilitati… per ciascun incarico eventualmente conferito all’esito della procedura selettiva in oggetto, è previsto un impegno di 160 ore mensili per la durata massima di mesi 12, non rinnovabili compenso di 70mila euro». Un bando tira l’altro per i Pronto Soccorso, inutilmente oramai da due anni, ma si continuano a pubblicare bandi, a cercare di affidarsi alle coop, perfino a prezzi tripli rispetto agli standard appena citati, e perfino inutilmente. L’Asur un mese fa ha messo nero su bianco che si rischia l’interruzione di pubblico servizio, ma si continuano a pubblicare avvisi che non risolvono nulla. Però, l’importante è continuare a tenere aperti in provincia Pronti soccorso, Punti di primo intervento e strutture similari, con i relativi medici specialisti, anche dove non va quasi nessuno: non è chiaro se sia un problema di politica sanitaria o più semplicemente di politica senza sanità.



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