di Elisabetta Brasca
Il primo decreto del presidente del Consiglio Draghi ha salvato le librerie che sono aperte anche nelle zone rosse. Già dopo il lockdown dello scorso anno le librerie erano state le prime a riaprire. I librai hanno avuto in questi mesi un’ottica privilegiata dalla quale sono riusciti ad osservare, anche grazie ad una certa sensibilità, i cambiamenti sociali attraverso le trasformazioni di abitudini e gusti di lettura. «In questo periodo il libro è davvero un bene essenziale capace di curare l’anima, dimostra quanto la libreria sia un presidio oltre che culturale anche sociale». A dirlo è Matteo Sciapeconi della libreria Feltrinelli in corso della Repubblica a Macerata. Dello stesso avviso la sua dirimpettaia Chiara Tomassetti della Bottega del Libro. «Con la chiusura forzata tanta gente ha scoperto e riscoperto il piacere della lettura». E sulle preferenze, è Raniero Ranieri dell’omonima libreria a Civitanova a dare indicazioni. «A marzo 2020, all’inizio della pandemia le persone non sapevano ancora bene di cosa si stava parlando. Quindi molti si sono affrettati per comprare libri che riguardassero gli scenari apocalittici e i virus più in generale. Ora la gente è stanca solo a sentire nominare il virus». Certo la zona rossa non aiuta. «Con la nuova ordinanza – sottolinea Sciapeconi della Feltrinelli- abbiamo registrato un fisiologico e conseguente calo di movimento. Questo è dovuto anche all’interpretazione dei divieti che può generare confusione tant’è che la maggior parte delle persone che ci contattano telefonicamente lo fanno esclusivamente per sapere se siamo aperti e se possono raggiungerci. In questi giorni, mancando il normale flusso di avventori, ovviamente il calo di vendite è oggettivo ma ciò che ci rincuora e conforta è la presenza costante dei nostri lettori abituali. Molti sono lettori forti, preparati e con i quali conversare di letteratura oltre ad essere piacevole è, anche per noi, stimolante».
Registra grande vicinanza da parte della clientela storica anche Tomassetti della Bottega del Libro e una tendenza, forse motivata dalla voglia di evadere e dal bisogno di magia in questo periodo. «Anche se non ha mai smesso di vendere, c’è stato un boom delle vendite di Harry Potter».
Nelle vendite non c’è stato un gran cambiamento, come spiega Ranieri della libreria Ranieri in piazza XX Settembre a Civitanova. «I libri sono un ottimo pasto per la nostra mente e indispensabili a fini scolastici. Infatti durante la zona gialla e arancione, col fatto che le persone potevano spostarsi non ho notato un grande cambiamento sulle vendite. La zona rossa, col fatto che le persone non possono muoversi molto, ha inciso inevitabilmente sul mio lavoro. Nonostante ciò in questo periodo di zona rossa mi capita che gli studenti mi chiamino al telefono per ordinare dei libri piuttosto che venire qui a ritirarli». Riguardo la vendita di testi sul Coronavirus e l’impennata nel primo lockdown, la tendenza era diffusa e ha riguardato tutte le fasce di età. «Tutti erano interessati all’argomento. Gli anziani avevano molto paura perché inevitabilmente erano e sono i più soggetti più a rischio ma anche i giovani erano attirati. All’inizio era un fenomeno sconosciuto quindi fare delle ricerche, è stato molti interessante, anche a livello scolastico».
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