«Il nuovo Dpcm in vigore dal 6 marzo ci preoccupa sia a causa dell’ufficializzazione di sospendere le attività di acconciatura, barbieri e estetica in zona rossa, sia perché arriva in un momento forse tra i più critici dall’inizio della pandemia, in cui i cali di fatturato sono sempre più importanti e i ristori tardano ad arrivare». A dichiararlo Daniele Zucchini, presidente Acconciatori Confartigianato Imprese Macerata – Ascoli – Fermo che teme le conseguenze di un decreto che «non tiene in considerazione dell’efficacia dei protocolli di sicurezza a cui le imprese del settore si sono adeguate in maniera stringente e rigorosa. Chiediamo di intervenire con forza nei confronti del Governo sia sulla leva fiscale che per una azione reale di sostegno e ristoro economico dignitoso, ponte in attesa della efficacia dei vaccini, a supporto delle nostre attività duramente colpite da chiusure e limitazioni agli spostamenti che rischiano di mettere in ginocchio l’intero settore. Un comparto che conta oltre 5mila imprese fra estetiste e acconciatori e una forza lavoro che supera le 10mila unità e che ha sempre lavorato con grande professionalità applicando le regole con la massima diligenza, rispettando tutte le misure previste per offrire ai propri clienti le migliori garanzie di sicurezza».
«I divieti di spostamento tra comuni per raggiungere parrucchieri ed estetiste – sottolinea Rosetta Buldorini, presidente Estetica Confartigianato Imprese Macerata-Ascoli Piceno-Fermo – limitano in maniera importante l’afflusso della clientela e incidono pesantemente sui ricavi. Un danno anche per i clienti visto che i servizi sono personalizzati e fiduciari. Tra l’altro, le disposizioni del Dpcm 2 marzo, confermando la sospensione delle attività di estetica in zona rossa e reintroducendo la stessa misura anche per quelle di acconciatura, vanno nella direzione opposta alla recente sentenza del Tar del Lazio, che aveva accolto il ricorso sull’esclusione dei centri estetici dai servizi alla persona che possono essere erogati anche in zona rossa. Non comprendiamo il perché di tale dietro front, proprio in un frangente come questo». «Il comparto benessere è in sofferenza già da tempo per il pesante calo della clientela, fermi restando tutti i costi fissi che incidono sulle attività in maniera importante – dice Eleonora D’Angelantonio, responsabile Confartigianato Benessere-. Chiediamo quindi alla Regione Marche ristori realmente adeguati a compensare le perdite subite dalle imprese, sia dal punto di vista della quantità delle risorse messe in campo, che della commisurazione con i cali di fatturato. Le nostre imprese hanno bisogno prima di tutto di certezze e di chiarezza, e di ristori che consentano di mantenere in vita le proprie attività».
Qui non sono i Ristori, che sono la fame, è la sicurezza che abbiamo attivato nei nostri saloni,con molta scrupolosità, e la nostra dignità di lavoratori che ci va di mezzo... Abbiamo tutti famiglie e vogliamo lavorare , che ci mostrino che i contagi siano avvenuti nei nostri saloni..... A mio parere non mi sembra...
Ma ci sono quelli bravi adesso. Il Governo dei migliori. Maldetto Conte che ci metteva pure la faccia la sera quando annunciava i Dpcm.
Telefonare Draghi
Era meglio conte ??
E le palestre cosa devono dire?? Ci hanno massacrati
Ribellatevi...... Qua non ci sono più soluzioni.......
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Class action ragazzi, class action tutti insieme !! Rimborso dalla a alla z, oppure si lavora a casa, almeno si fa nero, e non si paga le tasse. Si danno la zappa sui piedi, “come se sonaa, se ballaa”.