di Luca Patrassi
Si è mossa la macchina elettorale dei democrat maceratesi per arrivare, entro il prossimo 4 luglio, alla formulazione delle segnalazioni per i candidati alle elezioni regionali nella circoscrizione maceratese. In azione dunque i segretari dei vari circoli dem per l’organizzazione delle consultazioni degli iscritti per l’indicazione dei nomi da proporre come candidati. Stante l’emergenza legata al Covid 19, le riunioni – di svolgersi entro il prossimo 30 giugno – potranno avvenire in un luogo fisico purché nel rispetto delle misure di sicurezza iniziando dal distanziamento, oppure ricorrendo a collegamenti da remoto attraverso le piattaforme digitali. Nel caso di riunioni online, è stato previsto che l’iscritto, eventualmente impossibilitato ad accedere alla piattaforma, possa comunicare la propria valutazione al segretario del circolo che ne darà comunicazione. La procedura di selezione dei candidati è aperta soltanto agli iscritti, il Pd regionale rende noto che – tributo alla democrazia interna – “la discussione dei circoli può avere ad oggetto oltre alla segnalazione delle candidature anche la proposta di contenuti programmatici di rilievo regionale”.
Poi c’è il decalogo del candidato, che per la verità si risolve in pochissimi punti, non sempre definitivi. Possono essere indicati come candidati “gli iscritti al Pd e i cittadini che si dichiarino elettori del Pd, che abbiano i requisiti richiesti dalla legge, dagli statuti del Pd”. Poi devono contribuire con mille euro alle spese elettorali, con 2500 euro qualora eletti. Chi non si può candidare con il Pd? L’articolo 4 ha un titolo fortemente ostativo (“non sono candidabili…”) che si declina con altrettanti divieti (non in linea con il codice etico, mancato rispetto del finanziamento del partito, membri di commissioni di garanzia). Tolleranza zero? L’articolo 5 apre il fronte delle eccezioni. “Solo eccezionalmente sono candidabili i presidente delle province o i sindaci eletti alle recenti elezioni amministrative e non a scadenza elettorale del mandato. Non sono ammesse deroghe per terzi mandati in consiglio regionale”. L’articolo 6 dice che “tutte le norme che riguardano i candidati al consiglio regionale, si applicano anche agli assessori esterni eventualmente nominati, qualora iscritti al Pd”. Entro il 4 luglio il segretario provinciale- nella fattispecie maceratese si tratta di Francesco Vitali – presenterà una ipotesi di lista all’assemblea provinciale che può essere convocata anche online. Ci sono dei criteri anche nella formazione della lista: “l’ipotesi di lista può contenere anche un numero dei nominativi superiore alla lista elettorale. Non è possibile proporre la doppia candidatura di un uomo e di una donna della stessa città di residenza, in particolare sopra i 15mila abitanti”.
Nessuna indicazione sulla parità di genere: da verificare se il rapporto sarà di uno a uno (tre donne e tre uomini visto che la lista è di sei candidati) o ci si rimetterà alle percentuali di legge, e dunque due donne e quattro uomini. Il regolamento regionale dem comunque offre le prime chiavi di lettura maceratesi. L’assessore regionale uscente Angelo Sciapichetti non si potrà ripresentare, nella fattispecie lo aveva già annunciato l’interessato. A Macerata, a Civitanova e nei centri maggiori non ci potranno essere due candidati se di sesso diverso e questo per evitare che il meccanismo della doppia preferenza (uomo e donna) agevoli accordi a discapito dei candidati dei centri più piccoli. Dunque se a Macerata si candiderà alle regionali il sindaco uscente Romano Carancini non potrà essere candidata una donna, ipotesi che era invece circolata negli ultimi giorni. Di regola non dovrebbe essere candidato nemmeno il primo cittadino di Montecassiano Leonardo Catena, in quanto sindaco eletto alle ultime amministrative, ma appunto il Pd regionale ha messo nero su bianco la parola “eccezionalmente” e l’attivismo social del primo cittadino lascia credere che si stia preparando alla candidatura. Per dirla alla pesarese, e alla corrente di maggioranza di riferimento del sindaco di Montecassiano, #nopanico. Infine il tema della doppia candidatura nei centri maggiori: non possono essere un uomo e una donna ma, appunto, possono essere due. A Macerata possibile che con il sindaco Carancini corra il segretario del circolo democrat Stefano Di Pietro. A Civitanova correrà l’attuale capogruppo del Pd Francesco Micucci. Altro nome che circola da mesi è quello della mateliceseBianca Verrillo
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Ma perché non ricorrere a elementi di “spicco” che una volta tirati giù dalla trave, invece di essere affettati, potrebbero con le loro professionalità ed esperienze maturate in ogni campo, specialmente in quello giuridico ( per uno dei soggetti) che ci ha avuto a che fare per la maggior parte di una vita che doveva brillare ma nemmeno con gli specialisti artificieri dei fuochi non esplosi a capodanno ha spumeggiato, sempre avvolto in vestiti nero becchino con la faccia da cane bastonato e invecchiato molto, molto precocemente e l’altro, sempre attento a fare terra bruciata, a costruire opere che nemmeno gli riconoscono più, abbandonato a se stesso e alla sua convinzione di essere ancora un faro di luce, sì per illuminare la cantina quando va via la luce. Non è piena Civitanova di questi elementi, sono solo due, (riferiti ad una certa tendenza a dir sciocchezze per una certa parte ) e ci starebbero ancora bene alla Regione. Sarebbero inutili, dannosi, costosi come tutti quelli che possono venir dal ammasso dell’usato non garantito. Aho, non è che a Civitanova non ci siano elementi alla pari di qua e di là che probabilmente saranno anche peggio ma non hanno ancora quel sapore di antico..vecchio che dà più l’idea, quel olezzo fragrante di fiori che più li recidi e più crescono e non se ne vanno neanche usando potentissimi diserbanti per le piante più infestanti e difficili da domare. Gruppo face da buc: Non sei di Civitanova se non li riconosci…