Taglio del nastro per il nuovo Dal Navigante
di Monia Orazi
Dopo quattro anni l’hotel ristorante Dal Navigante è tornato in una nuova veste, per un nuovo inizio sempre a Castelsantangelo. Completata la delocalizzazione in una struttura in legno a due piani, ampia mille metri quadrati, con camere e tavoli, a due passi dall’area Sae di piazzale Piccinini, con al timone sempre la famiglia Valentini, i figli Daniele e Battista, con i loro genitori.
Daniele Valentini insieme a Luca Ceriscioli
Al taglio del nastro sono intervenuti i vertici regionali, amministratori provinciali e sindaci della zona, l’arcivescovo di Camerino monsignor Francesco Massara, i vertici provinciali delle forze dell’ordine, il rettore Unimc Francesco Adornato, il direttore generale Mauro Giustozzi. Presente anche il presidente della Regione Luca Ceriscioli che rispondendo in merito ad una sua eventuale ricandidatura ha detto: «Questa domanda va rivolta ai protagonisti, il lavoro fatto durante la pandemia ha messo in evidenza quello che si vedeva meno. Il sisma è stato un evento condizionato da regole impossibili, scaricato sulla Regione che però le regole le applica e non le definisce. Per noi è importante la massima coesione, perché chiunque vada a governare ha bisogno di un mandato con un sostegno ampio, in una terra che riparte da due eventi drammatici come terremoto e pandemia. Durante la pandemia ci sono stati tempi stretti per valutare l’operato della Regione, è una consapevolezza, vedendo che il centro sinistra non si aggregava sulla mia figura, ho fatto un passo indietro. Ma qualora dalle forze politiche giunga un invito e ci sia coesione, sarà possibile valutare una eventuale candidatura. Domani si sarebbe dovuto votare, iniziano i tempi supplementari, in cui saremo tutti impegnati esclusivamente sul terremoto, per far capire al governo quello che ci serve e per riuscire ad ottenerlo. Il mio overtime sarà dedicato solo a questo, poi vedremo».
Brindisi nel nuovo Dal Navigante
Il taglio del nastro si è svolto tra gli applausi dei presenti, poi è stato il momento dei saluti di rito. Ha detto il sindaco Mauro Falcucci: «Si completa una delocalizzazione già in parte terminata due anni fa, con l’albergo ristorante, per cui ringrazio la famiglia Valentini che ci ha messo del proprio realizzando una struttura bellissima, in piena armonia con il contesto naturalistico del Parco. È importante per permettere ai tanti proprietari di seconde case di tornare qua, senza perdere quel legame con il territorio che le nuove generazioni continuano ad avere, altrimenti non verranno più in futuro. Con la riapertura delle frontiere Schengen, rientreranno coloro che sono originari di qua, attendiamo anche che le istituzioni facciano la loro parte, con le normative. Il commissario Legnini ha dato un impulso diverso, attendiamo ora i professionisti ed una legge che permetta di salvare la montagna italiana, con una zona franca stile Livigno».
Ha detto Daniele Valentini a nome della sua famiglia: «Sono di poche parole, altrimenti sarei un politico – ha scherzato – ripartiamo dopo quattro anni con questa struttura, cerchiamo la collaborazione di tutti, del Parco in primis, perché siamo in montagna. C’è una grandissima emozione per noi, abbiamo grande richiesta di persone che vogliono venire in montagna, ci siamo riusciti oggi torniamo a lavorare». Monsignor Massara durante la benedizione ha ricordato: «Questa è una realtà che rinasce, è importante dare segni positivi. Qui in montagna c’è gente forte e provata, ma le Marche hanno tante cose belle, ora la priorità sono i nuovi poveri, ci attendono periodi duri». Sono intervenuti anche il presidente della Provincia Antonio Pettinari, il presidente del Parco dei Sibillini Andrea Spaterna, l’assessore regionale Angelo Sciapichetti, il parroco monsignor Nello Tranzocchi, i sindaci di Camerino Sandro Sborgia e di Muccia Mario Baroni.
La benedizione del vescovo Massara
Spero per lui che sia uno scherzo Troppo tardi
Una barzelletta macabra
Appena usciti dal lookdown ricominciano le passarelle e i pochi tagli dei nastri tricolori. Ceriscioli torna a fare il professore.
Paolo Piancatelli, meglioo i "professori" della Lombardia...
Da ora penserò solo al post sisma... Eh vedi mbo, spetta n'altro pochetto!!!
No, tranquillo, già hai fatto troppi danni...
Sempre sul pezzo lui.. Nn gli sfugge nulla
Appena usciti dal lookdown ricominciano le passarelle e i pochi tagli dei nastri tricolori. Ceriscioli torna a fare il professore.
Son passati 4 anni quasi e ci si dedica ora
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Bellissima notizia complimenti ed auguri ai titolari che mi avranno come clienti. Dajjeeeeee
Tra le altre cose il sindaco Falcucci ha detto: è importante per permettere ai tanti proprietari di seconde case di tornare qua, senza perdere quel legame con il territorio che le nuove generazioni continuano ad avere, altrimenti non verranno più. Io credo che per far ritornare i proprietari delle seconde case, non sono solo la riapertura dei servizi, la cosa più importante è che i sindaci pretendano dai governi centrali che venga applicata la Costituzione Italiana, per fare in modo che non siano più costretti fare delle seconde case il bancomat della politica ladrona. Le seconde case sono proprietà priva che è riconosciuta e garantita dalla legge. L’art. 42 della nostra Costituzione non parla di seconde case, ma parla di proprietà che può essere pubblica o privata, e per questa ultima, l’unica imposta costituzionale anche se è molto discutibile, è quella di successione quando detta proprietà la si riceve per eredità. Quindi: perché dobbiamo pagare l’IMU e altre gabelle che non hanno alcun senso logico? Chi è fuorilegge chi non le paga o che non le vuol pagare, o pure coloro che le impongono con il pieno disprezzo della suprema legge dello Stato che detta le regole per legiferare?
Per gli scettici su quanto da me esposto, aggiungo lart. 42 Cost. commentato con molta chiarezza.
La proprietà è pubblica o privata. I beni economici appartengono allo Stato, ad enti o privati.
L proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge, che ne determina i modi di acquisto, di godimento e i limiti allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti.
La proprietà privata può essere, nei casi preveduti dalla legge,e salvo indennizzo,espropriata per motivi di interesse generale.
La legge stabilisce le norme ed i limiti della successione legittima e testamentaria e i diritti dello Stato sulle eredità.
COSA SIGNIFICA? Questo articolo è dedicato alla proprietà: dopo aver riconosciuto l’esistenza di due tipologie di proprietà, quella pubblica e quella privata, concentra l’attenzione su quest’ultima. La proprietà privata è “riconosciuta e garantita dalla legge”, ma l’interesse privato è subordinato all’interesse della collettività: lo Stato può infatti decidere la destinazione a uso pubblico di un bene privato attraverso l’espropriazione, alla quale corrisponde un indennizzo, cioè il versamento di una somma di denaro che compensa il proprietario della perdita del bene.
Più in generale lo Stato detiene in una certa misura il potere di controllare la proprietà privata, come nel caso dell’eredità: una persona non può decidere completamente a chi destinare i propri beni, ma deve rispettare le leggi (ad es. una certa parte dei beni spetta necessariamente alla moglie e ai figli).
MA PERCHE’…? Tal volta la proprietà privata di un cittadino può essere di ostacolo alla realizzazione di un’opera pubblica: in questo caso lo stato decide di intervenire attraverso lo strumento dell’espropriazione. Non si tratta di un atto arbitrario con il quale lo Stato sottrae a una persona i propri beni: l’esproprio ha una finalità sociale ed è accompagnato da un indennizzo; per esempio, nel caso della costruzione di una strada o di una tratta ferroviaria, che sono opere di interasse pubblico, lo Stato può intervenire per acquisire gli appezzamenti di terra su cui la strada o la ferrovia sono destinati a passare, con l’indennizzo previsto dalla legge. La Corte Costituzionale ha affermato che i criteri riguardanti aree edificabili, vale a dire su cui possono sorgere abitazioni o altri edifici, devono basarsi su loro valore di mercato e non su un prezzo stabilito in modo astratto.
QUINDI LA CARTA COSTITUZIONALE STA IN DIFESA DI CHI FA SACRIFICI PER AVERE QUALCOSA E NON DI QUELLI CHE SPENDONO E SPANDONO CON LA PRETESA DI MANGIARSI PURE LA PROPRIETA’ DEGLI ALTRI COME QUEI POLITICI CHE SI RITROVANO DELLE PROPRIETA’ E NON SANNO CHI GLIE L’HA PAGATE. IL PAESE NON CRESCE CON LE TASSE, MA CRESCE DANDO LA POSSIBILITA’ AI CITTADINI DI SPENDERE I LORO SOLDI NEI TERRITORI CHE A LORO PIACE A SPENDERLI. E AD INVOGLIARLI, CREDO CHE SPETTI ALLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE DEI TERRITORI.