di Fabrizio Cambriani
Se – come diceva Ottone da Bismarck – la politica è l’arte del possibile, con il post epidemia possiamo serenamente affermare che è diventata la capacità dell’inverosimile. Prendiamo il caso delle Marche. Tre mesi fa il quadro politico, almeno nel centrosinistra, era abbastanza chiaro: si sceglieva di troncare l’esperienza Ceriscioli, di non procedere sul principio di continuità del suo governo e si virava secchi sul sindaco di Senigallia, Maurizio Mangialardi. Una cesura senza precedenti, ma anche un accordo di potere tutto interno al Pd, in vista di una sicura sconfitta. Così da riscrivere l’intero e futuro organigramma per la gestione del partito. In pochi e dai banchi dell’opposizione. Ceriscioli e la sua esperienza governativa, diventavano l’agnello sacrificale su cui scaricare ogni responsabilità della disfatta. Un passaggio meno repentino e traumatico avrebbe consigliato la scelta di una figura istituzionale, quale quella di Antonio Mastrovincenzo, presidente dell’assemblea legislativa. Ma lui – essendo una brava e stimata persona – si è sempre sottratto alle camarille dei giochi di corrente. Che, sia detto molto prosaicamente, consistono per lo più, nel sistemare insigni fannulloni su elettivi scranni, sì da sottrarli, diversamente dai comuni mortali, dalla fastidiosa ricerca di una occupazione vera.
Luca Ceriscioli, Maurizio Mangialardi (attuale candidato del centrosinistra) e la sindaca di Ancona Valeria Mancinelli
Oggi, e in meno di cento giorni, il quadro è completamente ribaltato. Il governatore uscente, consapevole di quali fossero le sue competenze in materia di salute, ha saputo ben gestire e in completa autonomia l’emergenza coronavirus. Ciò, anche grazie al suo staff sanitario e alla professionalità dei medici e di tutto il personale paramedico. Non è solo un’impressione. Ci sono dati e numeri a parlare per tutti loro. Un merito che gli va in tutta onestà riconosciuto, anche da chi come me, è stato con lui particolarmente critico in altre situazioni. Le eventuali sbavature – sto parlando del centro Covid di Civitanova – attengono al voler fare di più e meglio. Che in circostanze drammaticamente pericolose, come lo è stata questa emergenza, risultano apprezzate dalla gran parte dei marchigiani.
Quello che era il brutto anatroccolo, disprezzato e reietto da tutto il suo partito, si è trasformato, nel corso del tempo in un fantastico cigno. Che ha riscosso prima la fiducia, quindi il consenso di tantissime persone. Indipendentemente dagli schieramenti politici. Un cigno, tuttavia, tutt’altro che disposto a eseguire, nel proscenio regionale, il suo ultimo canto. Un miracolo che, stando ai sondaggi, lo vedrebbe addirittura quattro punti davanti a eventuali competitori alla carica di nuovo presidente. Eppure, questa improvvisa circostanza sta mettendo in fibrillazione, ma anche in seria difficoltà, il Partito Democratico, principale azionista di riferimento dell’intero centrosinistra regionale.
Luca Ceriscioli all’inaugurazione del Navigante a Castelsantangelo
Razionalità e logica vorrebbero un’immediata e risoluta conferma di Ceriscioli. Ma questi due termini sono – ahimè – ignoti al vocabolario dem. Che, viceversa, abbonda di vocaboli quali: trame, congiure, inganni, raggiri, macchinazioni, complotti, spartizioni, correnti, quote, ecc. Il punto è che, mentre fino a tre mesi fa, su di Ceriscioli sarebbe gravata l’intera responsabilità della sconfitta, oggi le parti si sono invertite. Tutta l’incombenza dell’operazione e ogni sua conseguenza stanno oggi in mano alla direzione regionale dei democrat. E Ceriscioli, da agnello sacrificale, si è trasformato in sommo sacerdote. Che talvolta si ammanta delle vesti di sibillino profeta.
Proprio l’altro ieri, con parole sagge e misurate, ha lanciato un obliquo e mellifluo ammonimento ai suoi, da Castelsantangelo sul Nera. Tradotto in prosa il richiamo è questo: “so bene che fino a qualche tempo fa il mio era un nome divisivo, ma adesso che le cose sono cambiate e il vento gira in mio favore, state bene attenti a quello che fate. Perché se mi fate fuori, vi intestate voi tutta la responsabilità della sconfitta”. Un simbolico, quanto elegantissimo passaggio di cerino a Gostoli e a tutti i suoi compari.
L’assessore Fabrizio Cesetti
All’interno del Pd, ma anche nell’intero centrosinistra, questo quadro è ormai chiaro a tutti quanti. Nessuno, tuttavia, ha il coraggio di affrontare di petto la situazione. L’unico che ci ha provato è stato l’assessore regionale Cesetti, ma è stato immediatamente smentito e zittito dalla sua stessa federazione. Il paradosso del millennio è che l’unità del Partito democratico regionale si realizza tutta intera solo intorno alla sconfitta del candidato presidente Mangialardi, mentre il partito va in mille pezzi con il candidato, a oggi vincente, Luca Ceriscioli. Fosse vivo, Ottone da Bismarck ci scriverebbe un saggio da almeno mille pagine.
Ceriscioli recupera 13 punti in 3 mesi Il sondaggio che allarma centrodestra e Pd
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La Politica e' il cancro dell'Italia. C'e' stato il terremoto, e' stato inventato un Assessore al terremoto, ma non e' bastato e' servito un Commissario, con il Covid stessa cosa, la Protezione civile e' stata affiancata da un altro Commissario. Ma a cosa servono le Provincie, le Regioni se poi si deve ricorrere ai Commissari. Chi paga tutta questa gente. POVERA ITALIA !!!!!!!!!!!! C'e' un Partito che stravince tutte le elezioni con oltre il 40% delle preferenze e nessuno ne parla. La Gente non crede piu' nella Polica e non va piu' a votare.
Non credo proprio! l'errore è quello di non candidarlo.
Meglio la seconda
Analisi e racconto lineare. Peccato 2 dimenticanze:1) Italia Viva e Alleati Minori si sono espressi e il cerino è vero che è in mano al Pd ma non è deciso. Anche Ceriscioli senza una necessaria condivisione dell'armata brancaleone della sinistra non ha scampo. E poi ci sarà la prova di come utilizzerà i 200 milioni che in modo infantile e senza riflettere il consiglio regionale ha messo in mano a Ceriscioli per il rilancio economico post Covid. se sbaglia mira sarà una Waterloo. E Ceriscioli farà come Conte distribuirà mancette a tutti scontentando tutti.2) la nomina del nuovo Commisario straordinario per la ricostruzione non porterà fortuna alla sinistra
cambiare tutto per non cambiare niente....
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Mi permetta, Cambriani, ma secondo me è leggermente fuori strada.
Partiamo dai fatti. E’ il quinto articolo, in pochi giorni, che parla di un fantomatico sondaggio, commissionato dalla lega, in cui si vedrebbe il prepotente ritorno in auge di Ceriscioli a scapito di Acquaroli. Ho chiamato Raitre, trasmissione Chi l’ha visto ? e mi hanno detto che non ne sanno nulla. 🙂
Poi sono andato sul sito dove troviamo sondaggi politici di ogni genere… peggio che andar di notte. Di solito, un sondaggio viene pubblicizzato in ogni dove, qui invece viene usato solo per scopi tutt’altro che nobili. Tra l’altro, mi chiedo, perchè mettere Aquaroli (candidato centrodx) vs Ceriscioli (candidato uscente e non riconfermato, almeno per ora) ?
Ora le opinioni. Il sondaggio è una fakenews (va tanto di moda, in questo periodo…), sia inventato o fatto dai militanti giusto in qualche bar. Insomma, attendibile come fare un sondaggio sui commentatori di CM e scoprire che… Acquaroli sarà il vincitore delle elezioni 😀
Questo addirittura porta a prendere i classici due piccioni con una fava. Azzoppare Acquaroli e “forzare la mano” al fronte opposto, facendo balenare l’ipotesi della ri-discesa in campo di Ceriscioli. Per la serie, ci scegliamo il candidato e anche l’avversario !
Ah… se vogliamo andare di fantasia, o fantapolitica (tanto da qui a 4-5 mesi… quante se ne sentiranno), gradirei un incontro Mangialardi-Acquaroli… che, da avversari e non da nemici, facciano un patto della crostata (no, questo era D’Alema-Bossi…) per lasciare alla porta sia Ceriscoli che… boh, insomma, quello che ancora deve nascere nella mente di Salvini. Poi alle elezioni, possono anche presentare candidati propri (quindi, uno scontro centrodx, centrosx, lega, Ceriscioli one man show, M5S). Sarebbero bellissime elezioni… rotfl !
Questa scadenza elettorale si colloca in un contesto economico e sociale senza precedenti per la sua drammaticità.
Sarebbe assolutamente necessario che tutti,partiti e dirigenti,dessero fondo ad ogni risorsa di progettazione,di elaborazione di proposte concrete e percorribili per offrire spunti di speranza ai cittadini in preda a vera disperazione per quanto sta avvenendo.Invece da ogni parte vedi solo uno scontro feroce per definire le candidature.Candidature per gestire che cosa?Questa volta non basterà l’abilità dialettica del consueto politicante che in altri tempi ben diversi ha funzionato.
Ottone ‘da’ Bismarck?
Ceriscioli fu anche eletto per i voti di Civitanova…..tutto il pd cittadino girava intorno a lui…ora il pd non pervenuto, sembra sparito, non se ne parla più….sono impegnati a pregare il buon Dio per far si che arrivino molti ammalati x il nuovissimo …
PALACOVID ….
Lo scenario di Cambriani mi pare fedele alla realtà di un PD che, non da oggi e non solo nelle Marche, si mostra nella veste, ormai consolidata,di accrocchio per il potere. Ma quello che emerge dalle posizioni dei protagonisti è certamente paradossale. Infatti per me, ormai ( e non solo per me )è chiaro che i maggiorenti puntano spasmodicamente al “potere” nel PD, come premessa necessaria ad un possibile futuro potere nelle Istituzioni. Solo così si spiega il fatto che il partito regionale abbia rinunciato a “correre” per tentare di vincere con un candidato al di fuori delle cordate di partito. Il vertice, poi, non vuole Ceriscioli perché appartiene all’altra congrega che, con gli stessi metodi, punta al potere interno, continuando a perpetuare quella lotta per bande che contraddistingue il PD attuale. Insomma c’è una competizione, per costoro, più importante delle elezioni, date per perse ma che, comunque, per la cerchia ristretta dei maggiorenti non andrà del tutto sprecata, perché anche i seggi dell’opposizione sono ben retribuiti.