di Fabrizio Cambriani
In un clima surreale si è svolta ieri pomeriggio l’assemblea regionale del Partito Democratico. Non tanto nella forma e perché realizzata in via telematica, quanto piuttosto per i suoi contenuti. All’ordine del giorno la regolamentazione per le candidature alle prossime regionali. Apparentemente, tutto come da ordinaria amministrazione. Invece, questi intellettuali coevi che gestiscono il partito hanno avuto davvero una sfavillante idea. Confezionare a scatola chiusa una proposta secca non discutibile e nemmeno emendabile. Poi, sottoporla a ogni componente dell’assemblea con un’unica opzione: approvarla. Pare che l’unico precedente reperibile nei manuali di storia contemporanea risalga al marzo del 1929. Quando, cioè il gran Consiglio del partito nazionale fascista produsse la famosa lista unica, che gli italiani furono chiamati ad approvare in blocco.
Coronavirus o no, non credo sia stata scritta ieri una edificante pagina di storia del partito. E temo che si sia solo all’inizio di un percorso di dissoluzione irreversibile, iniziato circa una ventina di anni fa. Un precipitare degli eventi che, come un fiume in piena, travolge tutto: valori, principi, codici. Ma soprattutto umilia la sensibilità delle persone chiamate a partecipare, quali massimi protagonisti, a questo cupio dissolvi. A metà, tra le tanto derise consultazioni online, sulla piattaforma Rousseau, del Movimento 5 Stelle e la lista unica di stampo fascista, del secolo scorso. Le squalifica nella loro intelligenza, privandole del loro contributo. Le mortifica cassando, sin da subito, ogni forma di dibattito. Le derubrica a semplici robot, trasformandole in fredde e insignificanti espressioni di voto. Un metodo che chiunque definirebbe indegno in un qualsiasi regime sudamericano. Un atteggiamento gravido di bieca protervia, che – fossimo altrove – richiederebbe l’intervento degli osservatori internazionali. Invece questi qua, come se niente fosse, si fregiano addirittura dell’aggettivo di democratico. E nelle loro carte fanno orgogliosamente e pomposamente riferimento ai valori della Carta costituzionale. Ovviamente, qualcuno come per esempio, Antonio Mastrovincenzo si è rifiutato di votarla e li ha liquidati con laconico arrivederci e grazie.
Eppure, il comunicato stampa, inviato a tutte le redazioni, celebra l’evento come espressione massima di democrazia e partecipazione. Parla di progetti di contenuti e di consultazioni, ma tace con quali modalità siano state proposte al massimo organismo decisionale. Roba della peggiore Unione Sovietica degli anni Cinquanta. Ormai è chiaro a tutti che siamo ai titoli di coda. Che, tempo tre mesi, si sbaracca. Si fanno gli scatoloni e da palazzo Raffaello si porta via tutto. Ma una vera classe dirigente ha il dovere di non perdere la propria dignità. Il coraggio di uscire dalla porta principale a testa alta e non, nottetempo, da quella secondaria. La pattuglia dei 16 consiglieri verrà ridotta a sei, massimo sette e bisogna attrezzarsi affinché in consiglio regionale siedano i prescelti dall’inappellabile e ristrettissimo Politburo. Occorre dunque – oblio della ragione e mera vertigine dei sensi – realizzare liste il meno competitive possibile. Un film già visto poco più di due anni fa alle politiche. Da quattordici parlamentari a tre. Parafrasando Diaz: i resti di quella che fu un’armata politica tra le più potenti scendono oggi, a Roma, comodamente seduti dentro una Panda e senza più speranza, le valli che avevano risalito con orgogliosa sicurezza in autobus. Triste, solitario y final che qualsiasi sincero democratico si sarebbe volentieri risparmiato.
Regionali, il Pd apre le consultazioni dei circoli per selezionare i candidati
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Questi sinistroidi non hanno la dignita’ anche x i morti causati dal COVID-19.
A parte il metodo, giustamente scandaloso che, ormai, non mi meraviglia, non mi pare che risulti dall’articolo il contenuto del documento approvato….così tanto per avere un ulteriore argomento di cui scandalizzarci.
Si può avere il comunicato stampa? Così, tanto per sapere che cosa c’è scritto.
Per Angelo Gattafoni
Se ho ben capito un recente comunicato della segreteria regionale del PD ha eliminato il voto libero degli iscritti e dei simpatizzanti del PD, le tanto sbandierate primarie, per sostituirle con mere “consultazioni” degli organismi provinciali, il cui esito sarà poi trasmesso a livello regionale, di fatto alla segreteria, che deciderà sostanzialmente a propria discrezione, cercando di soddisfare i soliti maggiorenti piddini.
Dall’ANSA Marche del 13 giugno 2020:
“…L’Assemblea regionale Dem, infine, è l’organismo deputato a votare e dare via libera a tutte alle liste dei candidati Pd per il rinnovo del Consiglio regionale, su proposta del Segretario regionale dopo aver raccolto le indicazioni delle Federazioni”, precisano Gostoli e Amati….” .
Il comunicato del Pd è in calce all’articolo, era stato pubblicato ieri mattina: https://www.cronachemaceratesi.it/2020/06/13/regionali-il-pd-apre-le-consultazioni-dei-circoli-per-selezionare-i-candidati/1414326/
Non so come stavano le cose durante la cosiddetta “prima repubblica” ma, da almeno quindici anni a questa parte, la democrazia interna nei partiti è una barzelletta, e chiunque abbia avuto un minimo di esperienza lo sa bene.
Io stesso potrei raccontarne di cotte e di crude: congressi a puntate, oppure convocati di venerdì sera, oppure che non vengono convocati affatto, organi eletti per acclamazione su liste bloccate, regole scandalosamente violate o cambiate in corsa secondo le convenienze del momento.
Queste considerazioni valgono per tutti i partiti, di destra e della cosiddetta sinistra (“cosiddetta” perché, mentre i partiti di destra sono effettivamente di destra, quelli di sinistra lo sono solo di nome.)
Per come sono adesso, i partiti sono marci, sono comitati d’affari; in essi non c’è posto per una persona mossa principalmente dalla passione per la politica.
E, siccome le persone non sono cretine, nessuno vi s’iscrive, se non coloro che ambiscono al potere personale e a farsi i loro interessi privati ma non sono abbastanza seri, preparati e competenti da riuscirci con le proprie forze nel mondo del lavoro e delle professioni.
Caro Fabrizio, condivido quanto scrivi. Una domanda apparentemente estranea. Ti sei accorto che la “ggente” ( con due g) legge l’Infinito di Leopardi con la stessa tensione e cadenza ritmica di una ricetta per fare un buon ragù?
La ‘ggente’ l’Infinito di Leopardi non lo legge male perché non lo legge.
Condivido assolutamente il commento di Stefano Valenti. Aggiungo solo un aspetto – anche questo triste – che ho notato per conoscenza diretta. C’è un buon numero di iscritti ed, anche, militanti che non disapprovano l’andazzo perché, in buona fede, si fidano dei marpioni ( e capibastone) che ritengono più esperti e smaliziati e perché temono che, disapprovando, potrebbero favorire l’avversario politico. Dovrebbero capire che, ingoiando tanti rospi, piccoli e grandi, alla fine scoppieranno.
Caro Fabrizio, se per capire almeno un po’ il tuo pezzo occorre averne letto o andarsene a leggere un altro, non è un contributo all’informazione né tantomeno alla comprensione su quello che succede nel PD. I partiti sono in crisi da tempo e il PD non fa certo eccezione, ma almeno è un partito che pratica ancora un percorso di partecipazione, come si legge non nel tuo articolo ma in quello che bisogna leggere prima di poter capire il tuo: “consultazione nei Circoli dei Comuni, poi nelle assemblee provinciali e infine nell’assemblea regionale, che decide”. Tutto bene allora? No, anch’io credo che si sia ben al di sotto di quanto sarebbe auspicabile. Ma tra crisi dei partiti e delle idee, e divieti di assemblee-assembramenti per Covid, è già qualcosa. Niente a che vedere con lo spettacolo a cui si sta assistendo, per esempio, a destra: un candidato provvisorio scelto da una capa nazionale, non ancora riconosciuto dagli altri capi nazionali, che ai loro iscritti ed elettori marchigiani annunceranno il candidato vero sulla base di un accordo nazionale tra capi nazionali. Con affetto: a quando un tuo articolo con la medesima verve su un metodo democratico di tal fatta?