di Giulia Ciarlantini
«Se il ritmo rimane questo, per il 20 giugno si riparte come lo scorso anno. Le mie previsioni sono molto positive». Così Matteo Flamini, titolare del balneare e ristorante Bagni Fiore di Porto Recanati. In città oggi è l’ultimo giorno della Settimana del brodetto, che offre degustazioni nei locali aderenti all’iniziativa, e Porto Recanati è ufficialmente pronta ad accogliere la nuova stagione con guanti, mascherina e metro di distanza. «Sono 8 anni che partecipiamo all’iniziativa, prevalentemente rivolta ai turisti, e sicuramente la loro mancanza in questi giorni si è fatta sentire – continua Flamini -. Tuttavia quelli locali ci sono, grazie a loro gli stagionali sono quasi raddoppiati».
«Le persone dopo due mesi di “reclusione”, vogliono garantirsi un posto in spiaggia – dice Alessandro Allegretti, del balneare Peter -, anche chi optava per la spiaggia libera si è convertito al balneare per andare sul sicuro». Inoltre, molti titolari non hanno risentito troppo della riorganizzazione degli spazi, essendo gli ombrelloni già a dovuta distanza. Insomma, diminuzione dei turisti, ma boom delle prenotazioni dei portorecanatesi e prospettive ottimistiche per i prossimi mesi.
Meno ottimismo per i ristoranti. Se da un lato alcuni non hanno dovuto ridurre di molto il numero di posti, potendo sfruttare spazi all’aperto come nel caso dei Bagni Fiore, altri hanno dovuto ridurre i tavoli e di conseguenza i clinti. «Il numero dei tavoli si è ridotto tantissimo, e non possiamo mettere più di tre persone su ognuno» si lamenta Luisa Mazzieri dell’Oasi, che trova le norme eccessivamente rigide per la loro effettiva utilità: «Con tutte le spese che abbiamo dovuto affrontare, il guadagno sarà minimo». Il titolare dei Bagni Fiore, sul fronte della ristorazione, fotografa pure lui una situazione poco positiva: «le prenotazioni si sono drasticamente ridotte durante la settimana, i dipendenti di aziende o lavoratori che si fermano a pranzo sono scesi», anche se non nega un lento ma progressivo aumento di numeri anche nei giorni feriali. L’unico punto su cui tutti i balneari sembrano concordare è la difficoltà nel far rispettare le norme in maniera scrupolosa. «Le persone vengono per rilassarsi, è difficile dire al bambino di non andare sotto l’ombrellone dell’amico, seguire le persone con scottex e disinfettante, rimproverare qualcuno di non portare la mascherina con 40 gradi all’ombra – dice Mazzieri -. Certo, la paura delle multe c’è».
Sulla stessa linea anche Allegretti: «Le norme non hanno molto senso in ambienti all’aperto come la spiaggia, perché farle rispettare alla perfezione è impossibile, c’è il rischio che le persone preferiscano rimanere a prendere il sole in balcone». Se, infatti, menù elettronici, gel disinfettante, paura di multe salate e camerieri armati di guanti e spray popolano i ristoranti, in piazza o sul corso la preoccupazione sembra essere nettamente minore. L’isola pedonale e il weekend sono i nemici principali del decreto. «E’ difficile rivedere amici dopo mesi e mantenere il metro di distanza, prendere un drink e non avvicinarsi a chiacchierare mentre si fa la fila. Le nuove regole non sono chiare, affidate al buonsenso delle persone, alla fine ognuno fa come vuole» contesta Veronica, 16enne a passeggio sul lungomare. Viola, tenendo la mano ai suoi nipotini, afferma con aria disillusa e un sorriso arreso «I giovani vogliono divertirsi, molti magari portano la mascherina e poi bevono dal bicchiere dell’amico, o si fermano a parlare in gruppo, ma è normale. L’estate 2020 non sarà poi così diversa dalle altre».
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