CENTRODESTRA A DUE FACCE – Fabrizio Ciarapica e Francesco Acquaroli, due amici per una candidatura a Governatore
di Matteo Zallocco e Laura Boccanera
«La cena di Mattei è legittima, sono contento di vedere tutta questa vivacità attorno al centrodestra. Ha fatto bene Salvini a chiamare in un’ottica di rafforzamento della coalizione per cambiare il governo regionale».
Francesco Acquaroli non vede la cena che si è svolta sabato nella dimora di Mattei come uno sgambetto politico a favore di Ciarapica per mettere da parte la sua candidatura. Il deputato potentino, raggiunto al telefono, commenta in maniera costruttiva l’incontro e anche l’interesse del leader della Lega Matteo Salvini nei confronti delle Marche. E quindi non è stato un tentativo di farle le scarpe? «Io non mi sono autocandidato, ci sono delle logiche all’interno del centrodestra avvenute sui tavoli nazionali e non sono state fatte a caso. Io a quelle rimango. In quel tavolo che ha proposto il mio nome io non c’ero, bisognerebbe quindi chiedere alla Meloni e a Salvini piuttosto che a me. Io vado avanti e non ho motivo di dubitare degli alleati». Impatta tutto ciò col sostegno alla giunta Ciarapica? Fratelli d’Italia in questi mesi si è comportato in maniera piuttosto ambigua in Consiglio comunale con astensioni e assenze quasi “strategiche”: «Le dinamiche di Civitanova vanno chieste al gruppo locale e a Borroni. Abbiamo sostenuto l’amministrazione di Civitanova e la sosteniamo ancora, Ciarapica è una persona capace e sta facendo bene».
Stefano Montemarani, sindaco di Morrovalle, è uno dei tanti amministratori che sostengono il progetto di Mattei e Ciarapica
Fatto sta che la cena a villa Gigli a cui hanno partecipato tanti sindaci e imprenditori sta concentrando l’attenzione di tutta la regione su Fabrizio Ciarapica (che però non rilascia nessuna dichiarazione in merito). In particolare per la telefonata di Matteo Salvini (leggi l’anticipazione esclusiva di Cronache Maceratesi) che ha il sapore di un’investitura. Ha sorpreso la presenza di alcuni sindaci di fuori provincia come Calcinaro (Fermo) e Nicoletti (Loreto), nomi che qualcuno proprio non si aspettava vedere nel progetto di Mattei e Ciarapica. Tanti gli amministratori presenti come Antonio Pettinari (presidente della Provincia), Giuseppe Pezzanesi (sindaco di Tolentino) e il presidente dell’Aato 3 Stefano Montemarani. «Ritengo che Ciarapica sia il profilo giusto come candidato governatore – dichiara a Cm Montemarani, sindaco di Morrovalle – sopratutto per l’esperienza amministrativa che sta svolgendo come sindaco di Civitanova, una della poche città in espansione nelle Marche. E in questo periodo ho avuto modo di apprezzarne le qualità. C’è un gruppo di sindaci che su iniziativa di Paolo Mattei da un anno circa sta lavorando per una lista civica che rappresenti il territorio nelle elezioni regionali. E Ciarapica ha condiviso questa iniziativa fin dall’inizio. A un certo punto del percorso ci siamo resi conto che il candidato ideale sarebbe stato un amministratore, chi meglio di un amministratore infatti può conoscere i problemi del nostro territorio? Infine, c’è il fatto che Ciarapica può esercitare un certo appeal su quella grande fetta di elettorato moderato che attualmente è senza rappresentanza politica».
Chi scalpita ovviamente è anche l’assessore al turismo e cultura Maika Gabellieri, data fin da subito come “delfina”, predestinata verso la poltrona da sindaco. Potrebbe entrare nel toto-candidati anche Claudio Morresi che dopo essersi alleato con Ghio alle Comunali del 2017, è passato al centrodestra ottenendo la presidenza del consiglio, ed ora è confluito in Forza Italia. E da quelle parti, nel centrodestra moderato c’è anche chi ha contattato Silvia Squadroni, ex presidente dei TdC, che nel giro di pochi mesi è passata da sostenitrice ad accusatrice di Ciarapica. In tutto ciò è particolare anche il comportamento di alcuni esponenti del centrosinistra civitanovese che anziché accogliere l’assist per Palazzo Sforza, contestano la candidatura in Regione di Fabrizio Ciarapica e si esprimono con toni molto più teneri nei confronti di Francesco Acquaroli. Questo è spiegabile con il fatto che a livello regionale la candidatura di Acquaroli è considerata debole dal centrosinistra (ad Ancona in molti temevano la scesa in campo di Guido Castelli) in quanto facilmente attaccabile per la partecipazione alla cena nostalgica di Acquasanta.
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Visto che il Sindaco non può ricoprire la carica di consigliere comunale, sicuramente non può ricoprire la carica di presidente.
E, nel caso si tengano le elezioni, l’elezione è invalida e va ripetuta.
Dopo cinque anni continue di critiche a Ceriscioli, in verità ci sarebbe bisogno di un po’ di tranquillità. Ci vorrebbe un governatore che magari da sindaco non ha mai fatto tanto scalpore e la cui presenza se non fosse che ogni tanto sale su qualche palco come a S. Antonio, per salutare animali e forse anche la cittadinanza o che compare in qualche articolo giornalistico dove il giorno dopo viene smentito in maniera irreversibile sarebbe difficile ricordarsi di lui. Più appariscenti gli altri due sindaci, con cui in ricordo del tempo che fu, prima di passare tra i seguaci di Napo il leone quatto, il conquistatore di tutte le regioni al sud dalla catena alpina, aveva con patto romano formato un triumvirato che avrebbe dovuto durare almeno cento anni. Senonché, in politica c’è sempre chi fa satira ed ecco che all’orizzonte arrivano i celti che lo vogliono a capo delle Gallie che non c’entrano niente ma del resto come tutti quelli che compaiono nell’articolo, fatto salvo Acquaroli e i probabili candidati di altre forze politiche. Come si arguisce in questo e nell’articolo precedente si sta giocando alla conquista del mondo. Ricordano la Spectre quando a capo c’era l’indimenticabile Adolfo Celi e 007 gli impediva la conquista del mondo. Poi che cosa ci avrebbe fatto non si è mai potuto sapere. Come non si saprà mai con Ciarapica che comunque non potendo io, leggere il futuro, dovrebbe perlomeno vista la sua propensione alle vendite ( vedi Villa Eugenia e le trattative in corso per svendere Civitanova agli abruzzesi ) dovrebbe perlomeno firmare un foglio da protocollare al Quirinale dove si impegna a rinunciare alla vendita, tante volte gli venisse in mente, del Monte Conero, di non spostare le Due Sorelle visto che riesce a spostare anche campi da gioco, di non toccare Portonovo e di non mettere gli occhi sul monumento al Passetto e ognuno cerche di salvare il salvabile ma ricordarsi sempre che “ Carta canta “perché fra cinque anni magari la Soprintendenza alle belle arti avrà sede a casa sua. Comunque con questo articolo possiamo aggiungere oltre all’onesto, anche capace sul suo profilo. Qualcuno obbietterà che per il capace ci sarebbero almeno un duecento punti interrogativi e per l’onesto bisogna aspettare le sue confessioni alla fine della sua “ lunghissima “ carriera politica, come quella appunto della vendita di Villa Eugenia che lui ascrive a una veloce transizione per non far perdere soldi al comune. Perché parlo di lunghissima carriera politica? Semplice, vai su con l’aiuto di diecimila voti da parte di chi ha già detto da lui medesimo che li aveva passati a Ceriscioli che però dopo il grazie ha fatto spalancare il portone di Palazzo Raffaello e non rispettando i patti si è velocemente tolto dal groppone una bella e grossa cambiale, Il gioco si rifà e già l’annunci o è stato dato davanti alle telecamere di tutto il mondo e con tutti i satelliti che orbitano, chissà fino a dove sarà stato ascoltato. Una cosa c’è da dirla:” Dire apertamente come andrà a funzionare, come se si trattasse di andare in pescheria ad acquistare un chilo di Vuatti, non può che far onore all’ emittente”. Comunque questa era una semplice premessa perché volevo arrivare al vuoto di potere che si sarebbe creato con la partenza del Ciarapica e le lotte intestine o intestinali come si dice non lo so e a crampi non all’intestino ma ai poveri civitanovesi che si troverebbero tra il l’umanesimo dell’assessora e il pragmatismo del vice. Ho usato questo parolone perché lo vedo spesso associato al modo di far politica di qualche addetto ai “lavori”, quelli meno usuranti per loro ma in genere molto esasperanti per chi ne gode i benefici come i soliti semplici amministrati. Comunque , mi sono troppo dilungato nella premessa e mi risparmio il seguito. Ah, Acquaroli si sta comportando da vero signore, non vorrei però che anche lui costretto dal dover di patria, organizzasse un’altra cena con gli stessi invitati. pero alla Rocca di Senigallia. Per i curiosi: La resa dei conti di Senigallia fu perpetrata tra il 31 dicembre 1502 e il 18 gennaio 1503 dal duca Valentino (Cesare Borgia) ai danni dei suoi rivali: Vitellozzo Vitelli, il Duca di Gravina Francesco Orsini, Paolo Orsini, e Oliverotto da Fermo. I fatti della strage furono raccontati da Niccolò Machiavelli che talaltro stimava molto il Borgia.
Errata corrige
Visto che il Sindaco non può ricoprire la carica di consigliere regionale, sicuramente non può ricoprire la carica di presidente.
E, nel caso si tengano le elezioni, l’elezione è invalida e va ripetuta.
Consiglio ai quattro che hanno votato pollice verso di leggersi le norme.
Che strano in un paese laico per essere Eletti ci vogliono le Benedizioni!Quindi non era una cena ma un Conclave!
D. Salvini, ma se dovesse perdere, cosa direbbe invece di dire come ripete spesso che in caso di vittoria a Roma dovrebbero tenerne conto?
R. Ma noi vinciamo!
D. Ma se proprio al limite, la Lega in Emilia perde?
R. Io sono milanista ma so che quest’anno il Milan non vincerà il campionato.
Fine
Ieri mattina in diretta col veggente. Che siano tre i Papi e non due? Comunque nell’ultima risposta per me l’enigma nasconde qualcosa di più che una semplice “chiamiamola dotta riflessione”, di esoterico forse ma nasconde.
STIAMO CALMI E LASCIAMO MATURARE!. DI NOMI BRUCIATI NE SONO PIENE LE FOSSE.
INUTILE ANCHE INSISTERE ANCHE SUL “NOSTRO”. IN REGIONE CI SONO COMPETENZE E CAPACITA’ CHE BASTA SAPERLE RICONOSCERE. E NON SONO I NOMI CHE C.M. RIPORTA CONTINUAMENTE.
PARLARE DEL TOTOCANDIDATURE FA IL GIOCO DI CHI VUOLE EVITARE I PROBLEMI ANCORA APERTI DELLA CITTA’: SS.77 ROTATORIA SOTTOPASSO, ZONA CECCOTTI (ancora!!)E MOLTO ALTRO.
OCCUPIAMOCI DI QUESTO. DOPO IL 26 GENNAIO TUTTO SI SCHIARIRA’.
UN COMPLIMENTO A MR.PETTINARI. NON CE LO AVREI VISTO LI IN MEZZO. LO ASPETTO AL RACI E ALL’INTERVALLIVA DI MACERATA.
https://it.wikipedia.org/wiki/Elezioni_regionali_in_Emilia-Romagna_del_2014
il 27 gennaio ricordiamoci che nel 2014 il candidato della Lega aveva preso 375.000 voti… a volte le domande sono più ridicole delle risposte…
Diciamo che a volte le domande sono altrettanto ridicole delle risposte. Ma non mi sembra questo il caso.
bè, è ragionevole prevedere che Lucia Borgonzoni otterrà intorno al milione di voti, forse non basteranno, ma definire sconfitta il triplicare i consensi è scandaloso per un domandante decente. Come è scandaloso attribuire al tradizionale successo piddino a Bologna, Modena e Reggio ( nelle altre province è improbabile ) il significato di una legittimazione democratica dello sgarrupato governo nazionale.
Qui a Piacenza c’è stato il comizio in piazza Cavalli di Bonaccini e ha rimediato una quarantina di ascoltatori, poi c’è stato il comizio di Salvini e c’erano 3000 persone e c’ero anch’io per un quarto d’ora poi me ne sono andato perchè faceva freddo e rischiavo di prendermi un malanno che poi ho preso, ma piccolo. Da giovane ho frequentato i comizi di Moro, Fanfani, Ugo La Malfa e lì ti sentivi una cac.ca di mosca davanti all’Onnipotente, con Salvini l’atmosfera è completamente diversa, lui non predica, non insegna, dialoga con quelli della prima fila, chiacchiera, dice banalità, str.onzate ma crea il gruppo, inventa la squadra, il bar, la curva sud, il tinello. Avevo casualmente accanto a me un ragazzo nero ed era entusiasta, beato, innamorato, si riconosceva in Salvini ed aveva ragione, perchè Salvini è un grande africano bianco, un capotribù. Tutta la sua filosofia è ubuntu: per relazionarti felicemente con gli altri devi porti più in basso di loro. E’ bravissimo.
@ Pavoni
Nelle ultime righe del suo intervento c’è tutta la sociologia spicciola degli ultimi 200 anni.
Quando c’è una folla devi sembrare allo stesso livello di chi hai di fronte.
E più il livello è basso e più ti adegui facendo il fanfarone, il compagno che fa ridere, quello che ama dialogare “da pari a pari” ecc ecc ecc
Salvini non si inventa nulla, ha solo un buon ufficio di marketing.
Si sta vendendo e, per vendersi, farebbe di tutto per fare il piacione.
Te lo vedi fare l’imbecille ad una riunione ONU, certamente no, ma va benissimo quando fa il clown al Papeete Beach
Sì, Cerasi, ma se fosse tanto facile lo farebbero tutti…