Gian Mario Spacca con Matteo Renzi in occasione dell’alluvione di Senigallia. Anche la mancata concessione dello stato di calamità per il maltempo del 4 e 5 febbraio tra le doglianze dell’amministrazione regionale verso il Governo
Una regione contesa come forse non lo è stata mai. Le Marche annoverate da lustri tra le “rosse”, in cui il centrodestra si limitava a partecipare alla competizione elettorale senza ambizioni reali di vittoria, sono al centro dell’attenzione nazionale per l’anomalia della candidatura del governatore uscente Gian Mario Spacca, contro il centrosinistra guidato dal Pd che lo ha espresso nel 2010 e oggi lo definisce traditore. Così scende in campo anche il Governo sul tema del terzo mandato del Presidente candidato da Area Popolare-Marche 2020 e in attesa di un probabile appoggio del centrodestra. Dovrebbe infatti essere riesaminata nella prossima seduta del Consiglio dei Ministri, l’eventuale impugnativa da parte del Governo della legge elettorale della Regione Marche. Tra gli aspetti da vagliare appunto il divieto del terzo mandato, che scatta solo nel 2020, permettendo a Spacca di candidarsi per la terza volta.
Per il senatore Gaetano Quagliariello, coordinatore nazionale di Ncd, che ha già lanciato il simbolo di Area Popolare con “Spacca presidente” la questione è infondata: «Allora non sarebbe ammissibile neppure il secondo mandato. Nelle Marche si parte! – ha twittato il senatore – Area popolare è la casa dei moderati, con Gian Mario Spacca per vincere! #andareoltre».
L’eventuale ricorso alla Consulta metterebbe a rischio le elezioni del 31 maggio. Sarebbe possibile anche l’annullamento del voto in caso di sentenza successiva.
Lo scontro con il Governo si allarga anche alle opere pubbliche dopo l’intervento dell’assessore Paola Giorgi (Marche 2020) sulla Fano-Grosseto: «Anni di lavoro della Regione Marche buttati all’aria: oramai è chiaro, la Fano-Grosseto, quella che a noi piace chiamare “‘la strada del Rinascimento”, non è una infrastruttura prioritaria per il Governo Renzi. E’ scritto, nero su bianco» .
L‘assessore regionale alle Infrastrutture Paola Giorgi, spiega che nel Def manca l’uscita ad Ovest per il porto di Ancona. «Tra le infrastrutture prioritarie – continua paola Giorgi – viene identificato solo il tratto Grosseto-Siena» La senatrice Pd Camilla Fabbri rassicura invece sul destino del collegamento viario: «Su Fano-Grosseto nessun passo indietro del governo. Ho parlato con il viceministro alle Infrastrutture e mi ha dato rassicurazioni sul fatto che la E-78 continuerà come programmato il suo percorso di realizzazione. Il fatto che non sia inserita tre le 25 opere strategiche del Def non compromette la sua realizzazione»
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Che spacc@mento di marroni….
Da una vita in politica, quasi come se si sia fatto fondere le chiappe sulla sedia… Mandiamolo a casa e vediamo se, senza politica, è capace di produrre reddito
Tra i principi fondamentali cui le leggi regionali sulla ineleggibilita’ devono attenersi, la legge statale 165 del 2004 in attuazione dell’art.122 primo comma della Costituzione, indica anche la “non immediata rieleggibilita’ allo scadere del secondo mandato consecutivo del Presidente della Giunta regionale eletto a suffragio universale e diretto, sulla base della normativa regionale adottata in materia”.
Luca Sparapani aveva espresso già da diversi mesi questa stessa opinione su Cronache Maceratesi.
Due semplici considerazioni sul PD nelle Marche: A Macerata, si è cercato di non ricandidare a Sindaco Romano Carancini, sottoponendolo alle Primarie di coalizione, con la speranza che avesse vinto Mandrelli. Così non è stato anche per l’aiuto determinante di Giuliano Meschini (IDV) che, per soli 19 voti, non ha consentito a Mandrelli di vincere le primarie. Al ballottaggio, Carancini che ha dimostrato maggior dimestichezza del suo stesso partito con le primarie di coalizione, ha vinto. Ora il PD, che per la maggior parte non lo voleva ricandidare, dovrà appoggiarlo alle elezioni del 31/5 come prevede lo spirito stesso delle primarie. Per le elezioni regionali, invece, è stata votata una nuova legge regionale con consente a Spacca di ricandidarsi per la terza volta perché il divieto, in ossequio all’art. 122 della Costituzione (come previsto dalla legge 165/2004), scatterebbe solo dal 2020. Questa legge regionale è stata voluta anche dal PD ed è stata votata dai consiglieri regionali di quel partito. Ora si invoca, per voce dello stesso Presidente del Consiglio Renzi (che è anche segretario nazionale del PD), l’incostituzionalità delle legge elettorale della Regione Marche e viene chiamata in causa la Consulta. Io non entro nel merito se sia opportuno o meno che Spacca si ricandidi, ma credo che un po di coerenza non guasti anche per far capire agli elettori come funziona il Partito Democratico e se, lo stesso partito, ha stabilito cosa farà da grande!
Grazie avvocato, sono mesi che lo vado ripetendo e mi hanno insultato in tutte le maniere. La legge lo dice chiaramente è non sono ammesse scusanti. Ma si sa Spacca è avvezzo ad annaspare nel limbo della incostituzionalità, prova ne è la famigerata legge 03/2012 pro biogas! Se le elezioni rischiano di essere annullate non sarà però solo colpa di Spacca ma anche di tutto il PD che non ha mai saputo dire di no a Spacca e avere una linea propria politica. Ma con tutto questo mescolamento di ruoli politici, si può effettivamente dire che ci sia una vera linea politica per i partiti marchigiani? Spacca é stato la più grossa iattura per la nostra regione, e c’é ancora qualcuno del suo apparato che ne tesse le lodi?
L’elezione per un terzo mandato di un presidente di regione è contrastante con l’art. 2, lett. f), legge n. 165/2004,[5] che stabilisce la non immediata rieleggibilità allo scadere del secondo mandato consecutivo del presidente della giunta regionale eletto a suffragio universale e diretto,
In particolare questo articolo dispone:
Art. 2.
(Disposizioni di principio, in attuazione dell’articolo 122, primo comma, della Costituzione, in materia di ineleggibilita)
1. Fatte salve le disposizioni legislative statali in materia di
incandidabilita’ per coloro che hanno riportato sentenze di condanna
o nei cui confronti sono state applicate misure di prevenzione, le
regioni disciplinano con legge i casi di ineleggibilita’,
specificamente individuati, di cui all’articolo 122, primo comma,
della Costituzione, nei limiti dei seguenti principi fondamentali:
…omissis…
f) previsione della non immediata rieleggibilita’ allo scadere del
secondo mandato consecutivo del Presidente della Giunta regionale
eletto a suffragio universale e diretto, sulla base della normativa
regionale adottata in materia.
Inoltre l’art. 122, primo comma della costituzione riporta:
«Il sistema di elezione e i casi di ineleggibilita’ e di incompatibilita’ del Presidente e degli altri componenti della Giunta regionale nonche’ dei consiglieri regionali sono disciplinati con legge della regione nei limiti dei principi fondamentali stabiliti con legge della Repubblica, e stabilisce anche la durata degli organi elettivi.».
Si evince quindi che qualsiasi legge regionale in materia elettorale, deve sottostare alla disposizioni nazionali e in questo caso alla legge 165/2004 sopra riportata.
La legge elettorale della Regione Marche, del 16 dicembre 2004, n° 27 (http://www.elezioni.marche.it/LinkClick.aspx?fileticket=0XUQ4aYnQT0%3d&tabid=60&language=en-US) non riporta le indicazioni di incandidabilità per oltre due mandati del presidente regionale.
Il Consiglio regionale delle Marche ha varato la legge per la disciplina del sistema elettorale regionale nel dicembre 2004. La legge regionale 16 dicembre 2004, n. 27 “Norme per l’elezione del Consiglio e del Presidente della Giunta regionale” è stata però impugnata dal Governo, insieme a quella della regione Abruzzo e per motivazioni simili, attinenti ai limitati poteri legislativi in materia elettorale delle regioni, in assenza dell’approvazione del nuovo statuto.
La Corte Costituzionale, con sentenza n. 196/2003, aveva ribadito che il sistema elettorale è ormai demandato alla potestà legislativa delle regioni, ma, fino all’entrata in vigore dei nuovi statuti, che hanno il compito di definire la forma di governo, gli spazi di manovra del legislatore regionale sono necessariamente esigui, potendo, nel rispetto dell’art. 5 L. cost. 1/99, modificare solo aspetti di dettaglio e norme procedurali. Nulla vieta però di recepire la normativa statale vigente.
Recepiti gli insegnamenti della Corte, la regione ha approvato la legge regionale 1 febbraio 2005, n. 5 (BU n. 12 del 2 febbraio 2005) “Norme relative alle elezioni regionali 2005 – Modifica della legge regionale 16 dicembre 2004, n. 27 ‘Norme per l’elezione del Consiglio e del Presidente della Giunta’ – ”.
http://www.consiglio.marche.it/banche_dati_e_documentazione/leggirm/leggi/visualizza/vig/1454
Resta il fatto che Spacca è incandidabile. Ogni accostamento a Formigoni ed Errani è fuorviante, in quanto costoro erano in carica prima del 2004 e la giurisprudenza ha stabilito la non retroattività della norma.
Inoltre Spacca si è candidato nel 2005, quindi in una situazione ben al di fuori di quella di Formigoni ed Errani.
Qualcuno dice che Spacca non sia candidabile per questioni di opportunità politica legate alla “consecutio” di tre mandati e ad un ricambio politico.
Per me non è candidabile perché un terzo mandato violerebbe le disposizioni dell’ l’art. 2, lett. f), legge n. 165/2004
Scusate, ma sulla questione è tutto ancora molto incerto. Secondo un testo (T.Martines e altri autori sul diritto costituzionale regionale) che stavo leggendo pochi giorni fa, la legge costituzionale n. 165 del 2004 non sarebbe, sul punto, immediatamente precettiva, e lascerebbe la questione della incandidabilità immediata dopo il secondo mandato alle disposizioni regionali eventualmente emanate successivamente.Di questo sono certa.
Ora, se la legge da poco approvata in regione sia incostituzionale o no ovviamente non lo so, tuttavia se lo fosse ( se non ricordo male), la stessa sarebbe semplicemente inapplicabile e si ritornerebbe al regime precedente alla sua approvazione.
Ma vedremo che succede. Un saluto.
@ Blanchi
Mi sfugge totalmente il nesso fra la situazione di Macerata e quella Regionale . A torto o ragione nel primo caso il PD e’ stato separato nel corso delle primarie peraltro scelte ormai da tempo . Nel secondo invece rispetto a Spacca la scelta mi sembra sia stata sempre chiara e comunque condivisa da tutto il partito .
Legge elettorale votata dal pd…
PD o non PD, Renzi o non Renzi, Spacca è il nuovo candidato dell’ attuale opposizione regionale che secondo me ancora una volta dimostra la sua pochezza politica.
@ Mario Iesari:
Cerco di spiegarle il nesso tra la situazione di Macerata e quella regionale. Le cose sono andate nel modo che conosciamo perché il PD, in generale, non riesce a decidere alcunché. Infatti, se esistevano dei problemi per ricandidare Carancini, tali problemi andavano affrontati per tempo democraticamente in Consiglio Comunale, magari con una mozione di sfiducia. Nel caso della Regione bastava che i consiglieri del PD, sempre democraticamente, non avessero approvato la legge elettorale che consentirebbe a Spacca di ricandidarsi. In qualunque consiglio si discuta e si voti è sempre la democrazia che vince. Credo che il nesso sia chiaro. Il PD aspetta sempre che qualcun altro tolga le castagne del fuoco. Questa volta le castagne si sono bruciate!