di Alessandra Pierini
La famiglia Frontoni chiede al Comune di Civitanova Marche di rientrare in possesso di quella porzione dell’Area Ceccotti di cui in passato è stata espropriata.
E’ l’ultimo atto di una lunga e contorta vicenda fatta di cause giudiziarie, lungaggini burocratiche, atti amministrativi che hanno dato vita ad un limbo urbanistico che è ancora oggi l’Area Ceccotti, pensata per essere una superficie edificabile di 108.000 metri cubi , un parcheggio per 1.200 posti auto e un punto nevralgico per l’infrastrutturazione dell’intera provincia di Macerata. Di tutto questo oggi non c’è assolutamente niente, se non qualche cartello di divieto di sosta e un parcheggio di fortuna.
Proprio in virtù del fatto che nulla è stato ancora fatto, la famiglia Frontoni, che non ha mai ritenuto l’esproprio legittimo sia sul piano procedurale che riguardo alle proposte di indennità susseguitesi nel corso degli anni, ha scritto al Comune di Civitanova Marche e alla società Immobiliare Terzo Millennio, titolare delle aree espropriate: «Vi intimo – si legge nella missiva, firmata da Gabriele Frontoni – di reimmettermi nel possesso del bene oggetto di esproprio del quale ho riacquisito il diritto di proprietà, entro e non oltre 15 giorni» .
La richiesta di Frontoni è motivata da diversi elementi. Inanzitutto nel 1998 il Consiglio Comunale di Civitanova ha approvato il piano particolareggiato relativo alla Ceccotti, dichiarando le opere di pubblica utilità, e ha fissato come termine perentorio finale della conclusione delle opere 10 anni dall’approvazione del piano stesso e oggi sono passati ben 13 anni da allora e non c’è neppure l’ombra delle opere previste dalle convenzioni stipulate con il Comune. Per giunta, nel 2002 l’Ufficio Urbanistica del Comune di Civitanova ha dichiarato l’attuazione del comparto 1 dell’area Ceccotti, in cui si trovano le aree espropriate ai Frontoni, opera di pubblica utilità, indifferibilità e urgenza. Proprio per il carattere di indifferibilità ed urgenza riconosciuto alla costruzione , il Comune ha emesso il decreto di esproprio relativo ai beni della famiglia Frontoni. «Il termine di dieci anni – conclude Frontoni nella sua richiesta – dall’approvazione del piano particolareggiato per l’ultimazione dei lavori è ormai decorso e le opere non sono state ancora realizzate, perciò la dichiarazione di pubblica utilità decade e tutti gli atti diventano inefficaci».
A questo punto la situazione, già fortemente compromessa, si complica e la palla passa al Comune di Civitanova Marche che tra le altre cose, ha dovuto affrontare nei mesi scorsi sia la vivace protesta di comitati di cittadini che si oppongono con forza ad una pesante colata di cemento su una zona simbolo della città, sia le pressioni del Consorzio (Terzo millennio) che ha minacciato una richiesta di risarcimento danni di oltre 20 milioni ed ora quella di Frontoni che chiede aree e risarcimento danni.
A distanza di anni l’affaire Ceccotti resta avvolto nella nebulosità di ricorsi, determine, annullamenti e proposte che non hanno prodotto alcun risultato, le aree sono ancora dismesse, non c’è neppure l’ombra delle opere pubbliche promesse ai cittadini e stando alle carte da bollo scambiate tra il Comune ed i privati una soluzione al caso Ceccotti è ancora molto lontana.
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Mi auguro solamente che la splendida ciminiera che dominava l’area sia ancora al suo posto. Qualora l’istanza della famiglia avesse esito positivo, spero vogliano salvarla (essendo tra l’altro monumento nazionale) e valorizzarla come si conviene.