Respinto il ricorso della Terzo Millennio
“Ceccotti, nessun inadempimento”

CIVITANOVA - Il Tar ha emesso in questi giorni la sentenza ,rinviando la valutazione nel merito e il risarcimento danni ad una futura udienza

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L'area già edificata da Terzo Millennio e Ventunesimo Secolo

di Alessandra Pierini

Il Tribunale amministrativo ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dalla Terzo Millennio contro il silenzio-inadempimento del Comune di Civitanova  relativamente alla zona Ceccotti, ma la pronuncia non scongiura il pericolo del risarcimento danni milionario chiesto dall’azienda all’ente pubblico. La domanda risarcitoria sarà infatti trattata in un’apposita futura udienza.
Nel ricorso presentato, la Terzo Millennio, società formata da colossi dell’imprenditoria locale, quali la Cementor, la Fimag –Gruppo Guzzini, la Mifin di Gianfranco Miccini e la Sielpa di Cingoli, faceva riferimento ad  un danno emergente derivante dall’acquisto delle aree e dagli oneri annessi all’acquisto stesso, dai costi sopportati per i titoli abilitativi edilizi, per le opere di urbanizzazione e per le opere murarie realizzate, per gli infissi interni ed esterni, per gli impianti e materiali elettrici, per la centrale termica e frigorifera, per le assicurazioni, per gli interessi passivi sui mutui e finanziamenti e per altri interessi passivi bancari, per le fideiussioni e tanto altro.

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La variante Ceccotti approvata dal Consiglio di Civitanova

Guido Malatini, presidente della Terzo Millennio, aveva già  sottolineato le difficoltà riscontrate nella ricostruzione della vicenda Ceccotti pubblicata da Cronache Maceratesi (leggi l’articolo):«Finora abbiamo fatto tutto quello che ci è stato chiesto abbiamo rispettato gli obblighi previsti dalla convenzione ma, a causa di questioni politiche che non ci riguardano, noi ci ritroviamo col cerino in mano: abbiamo realizzato delle opere, abbiamo acceso dei finanziamenti ma non ci fanno andare avanti. Siamo impantanati e prigionieri. Abbiamo un titolo di edificabilità con tanto di convenzione rilasciata dal Comune di Civitanova perciò faremo valere i nostri diritti. Questo progetto non si realizzerà mai e noi siamo incastrati. Alla fine saremo costretti a cedere i palazzi alla Banca delle Marche che ha dei crediti nei nostri confronti».

Secondo il Tar Marche però la Terzo Millennio denuncia un silenzio dell’Amministrazione che non esiste in quanto sono ancora in vigore il piano particolareggiato del 1998 e l’ NTA del Piano regolatore e questo vuol dire che la società potrebbe continuare i lavori in corso e chiedere il rilascio di titoli edilizi sull’area, se non fosse che il Comune nella nota del del 14 maggio 2009 ha negato alla società ricorrente la proroga di una concessione per opere di urbanizzazione primaria sull’area, appunto sulla base della necessità di una nuova pianificazione urbanistica. L’atto però non è stato impugnato dalla Terzo Millennio, per cui la rimostranza per questo sarebbe non accoglibile.
Il Giudice ha inoltre precisato che non è ipotizzabile un silenzio dell’amministrazione neanche dopo il 2009 e gli atti che lo dimostrano, secondo la sentenza emessa il 6 aprile scorso, sono la delibera di Consiglio comunale del 28 luglio che ha fornito le linee di indirizzo sulla ridefinizione urbanistica dell’area (leggi l’articolo) e l’adozione,il 23 febbraio scorso, da parte del Consiglio Comunale, della variante parziale relativa all’area di interesse (leggi l’articolo) che aveva suscitato non poche perplessità tra consiglieri e cittadini.

La Terzo Millennio sta valutando il da farsi poichè potrebbe appellare la sentenza al Consiglio di Stato.

 

 

 

 



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