Da sinistra: Alessandro Garramone, Cinzia Maroni, Annalisa Reggi
di Marco Ribechi
L’opera incontra la fiction agli Antichi Forni. Nel terzo appuntamento con gli Aperitivi Culturali di Cinzia Maroni protagonista è stata la sceneggiatura con una coppia di ospiti che provengono proprio dal mondo del piccolo schermo: Alessandro Garramone, autore tra l’altro della recente serie Netflix su Wanna Marchi, e la sua compagna Annalisa Reggi melomane e anche lei attiva nel mondo delle crime story.
In apertura il saluto del sovrintendente Flavio Cavalli: «Lo Sferisterio è un gioiello che va custodito e valorizzato – ha detto Cavalli – per questo gli appuntamenti con gli Aperitivi Culturali sono sempre molto amati in quanto permettono di ampliare la conoscenza e la divulgazione della lirica».
Durante l’incontro, intitolato Uomini e Donne, si è parlato principalmente delle modalità narrative della lirica che dimostrano una capacità di parlare attraverso i secoli e di rinnovarsi in continuazione: «La cosa sorprendente è che in fin dei conti le storie sono sempre le stesse – spiega Garramone – però attraverso la rappresentazione si trasformano e racchiudono significati sempre nuovi. Credo che l’opera, senza saperlo, abbia inventato il moderno montaggio cinematografico poiché allo stesso tempo mette insieme musica, storia, poesia ma con una difficoltà in più, nell’opera è sempre tutto visibile, non si può decidere di mostrare solo un dettaglio».
In fin dei conti l’opera è considerato uno spettacolo nazionalpopolare in quanto racconta storie di uomini e di donne in un’epoca in cui praticamente tutti andavano al teatro.
«Si tratta del racconto popolare dell’Italia dell’800 – dice Reggi – oltre a questo però era anche un’industria che dava moltissimo lavoro. Gramsci criticando diceva che il popolo illetterato conosce solo il libretto d’opera e per questo melodrammatizza, questo fa comprendere la portata popolare di questo fenomeno».
Ma Amor Omnia vicit, ovvero l’amore vince sopra ogni cosa: «L’amore è il centro dell’opera – aggiunge Garramone – spesso ne è anche il twist, ovvero l’accadimento che genera un effetto inatteso trasformando anche i suoi protagonisti. Solo che è quasi una costante il fatto che i protagonisti maschili peggiorino attraverso l’amore, mentre le donne migliorano». «L’opera sembrerebbe la disfatta delle donne – conclude Reggi – poiché spesso i personaggi muoiono tragicamente. Ma queste morti in realtà servono per rendere immortali le protagoniste che non vengono mai salvate dall’amore ma piuttosto dalla morte stessa, e dopo viene dimostrato che in vita avevano ragione». Il dibattito si è concluso con il consueto aperitivo questa volta offerto dall’azienda Oleificio Cartechini di Montecassiano.
Domani sarà la volta del filosofo Andrea Panzavolta che insieme a Giuseppe Rivetti analizzerà la figura del toro attraverso i secoli per un incontro realizzato in collaborazione con il Fai.
Il sovrintendente Flavio Cavalli
Marco Cartechini dell’Oleificio Cartechini
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