Sfredda si sfoga dopo l’addio:
«Non c’è stato rispetto,
sono amareggiato e deluso»

MACERATESE - L'ormai ex ds dopo il divorzio lampo: «Stavo trattando un attaccante in accordo con il mister, la società mi ha bloccato. Poi vengo a sapere che un’altra persona al mio posto stava portando avanti un’altra trattativa con un altro giocatore. Se Crocioni non riesce a trovare di meglio al suo fianco, fa bene a portare le chiavi della società in comune»

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Giuseppe Sfredda

 

di Andrea Cesca

«Sono incazzato, si può dire». Giuseppe Sfredda è un fiume in piena. Il divorzio dalla Maceratese ventiquattrore dopo l’inizio della stagione ufficiale non se l’aspettava.

«Stavo trattando un attaccante in accordo con il mister, la società mi ha bloccato – dice Sfredda – Poi vengo a sapere che un’altra persona al mio posto stava portando avanti un’altra trattativa con un altro giocatore. Non esiste. Sono un personaggio scomodo, la gente lo sa, ma io porto rispetto e lo pretendo. A me dispiace per Alberto Crocioni, ma lui non si deve contornare di certi personaggi che non starebbero bene neanche in Terza Categoria. Hanno mancato di rispetto alla persona e al mio ruolo. Sono molto amareggiato e profondamente deluso. Quando sono arrivato a Macerata avevo chiesto una sola cosa, rispetto per il mio lavoro, non c’è stato».

«Certi personaggi non possono fare calcio a Macerata – dice Sfredda senza fare nomi –  Se Crocioni non riesce a trovare di meglio al suo fianco, fa bene a portare le chiavi della società in comune. Non bisogna buttare la cenere negli occhi ai tifosi. A Macerata c’è paura di vincere, io sono stato preso in giro, qualcuno deve delle spiegazioni». C’è la possibilità che anche qualche giocatore andrà via? «Penso proprio di sì». Tra i possibili partenti si fanno i nomi di Tortelli, Loviso, Papa. «Loro sono più grandi, ma non mi sorprenderebbe se decidessero di lasciare vista la situazione».

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