Claudio Maria Maffei
di Claudio Maria Maffei*
La Giunta che attualmente governa le Marche ha la fissa della soppressione dell’Asur e della creazione di cinque Aziende Territoriali. In compenso, chiuderebbe l’Azienda Ospedaliera San Salvatore che verrebbe fatta confluire nella Azienda Territoriale di Pesaro. Proviamo a capire il senso di questa manovra (ammesso che ne abbia), una manovra complicata che ha dei costi elevati e rischia di provocare molti più danni che non benefici.
L’Asur è l’Azienda Sanitaria Unica Regionale ed è stata istituita con la Legge Regionale 13 del 2003 quando la Giunta di centro-sinistra con presidente Vito D’Ambrosio a fronte di un bilancio della sanità in netta perdita decise di ridurre le troppe Aziende Sanitarie. Allora c’erano tredici Aziende Sanitarie Locali più quattro Aziende Ospedaliere e più l’Inrca che è qualcosa di diverso. Si contava così di ottenere una riduzione dei costi amministrativi e una maggiore efficienza nei processi decisionali. Infatti, una Azienda Sanitaria ha autonomia giuridica quindi ha un suo direttore generale e un suo apparato dirigenziale. In effetti una riduzione dei costi amministrativi e una maggiore efficienza dei processi decisionali c’è stata, tanto è vero che le Marche sono tra le Regioni la cui sanità ha i conti più in ordine. Il problema è che la qualità dei servizi non è migliorata al pari dell’andamento dei conti e anche per questo nel 2020 il centro-sinistra ha perso le elezioni regionali.
Adesso col ritorno ad un maggior numero di Aziende (in controtendenza rispetto al resto d’Italia) non solo aumenteranno i costi amministrativi (5 direzioni e 5 apparati amministrativi al posto di uno), ma soprattutto si dedicherà un sacco di tempo dei massimi livelli politici e dirigenziali a fare tutti passaggi formali che sono tanti e impegnativi. Infatti, se accorpare le Aziende Sanitarie è complicato, moltiplicarle è complicatissimo. Oltretutto, non c’è nessun documento ufficiale che chiarisca chi, come e quando verrà fatta questa operazione.
L’assessore Filippo Saltamartini
Quello che colpisce è che la Giunta sembra non accorgersi di quello che stanno vivendo cittadini e operatori costretti a confrontarsi con problemi sempre più drammatici. I cittadini si confrontano con liste di attesa interminabili che li costringono a pagarsi quello cui hanno diritto. Gli operatori si confrontano con gli effetti di una drammatica carenza di personale e quindi con la difficoltà di prendersi ferie e con la necessità di fare assistenza con meno persone di quante ne servirebbero. Tutti si confrontano poi con le drammatiche difficoltà dei Servizi di Pronto Soccorso e della Medicina Generale.
E che ti fa la Giunta in un periodo così? Stressa inutilmente un sistema in difficoltà come quello sanitario per una rivoluzione istituzionale e burocratica di cui alla fine non si conoscono né i motivi né gli obiettivi. Il motivo che gli esponenti della maggioranza citano più spesso è che questa pseudo-rivoluzione era nel suo programma elettorale. Un programma di due anni fa quando il mondo sanitario era molto diverso. Oggi per mandare avanti i Pronti Soccorso, le Pediatrie e le Anestesie e Rianimazioni si ricorre sempre più spesso a delle cooperative e anziché pensare al riordino dei servizi e alla programmazione del personale che fa la Giunta … sopprime l’Asur.
Di queste criticità si sono accorti benissimo i sindacati sia dei medici che degli infermieri. Due sabati fa ad Ancona l’Anaao-Assomed (sindacato medico) e il Nursind (sindacato delle professioni infermieristiche) hanno fatto presente e motivato le loro perplessità su questa pseudo-rivoluzione, ma l’Assessore Filippo Saltamartini, di cui era prevista la partecipazione, non si è fatto vivo. Due giorni fa dopo un incontro con Presidente e Assessore un rappresentante dell’intersindacale medica in una intervista al Tg Regionale ha detto con chiarezza che adesso la sanità marchigiana con l’Asur va male e dopo con 5 Aziende Sanitarie andrà peggio .
Sembra decisamente opportuna una frenata su questa questione dell’Asur. Problemi ben più urgenti e gravi richiedono una risposta dalla politica, sempre che sia in grado di darla. Cosa di cui è legittimo a questo punto dubitare.
*Claudio Maria Maffei, medico e dirigente sanitario in pensione
Non si demolirà una cosa che non funziona per crearne un'altra che funzionerà. Chi gestisce la sanità Pubblica non ha le competenze per fare qualcosa di buono, solo rattoppi e compromessi Politici che saranno sempre un danno sulle spalle dei Cittadini. Si accettano scommesse.
Purtroppo le conseguenze ricadranno sui cittadini......sia su quelli che hanno chiara la situazione e anche quelli che non l'hanno chiara....
PURTROPPO il ritorno alle realtà territoriali sarà più semplice di quanto non si immagini perchè le competenze organizzative e amministrative sono saldamente rimaste in mano alle aree vaste , ed anche quelle della organizzazione del personale e dei presidi ospedalieri , come sempre , da decenni , i politici prefersicono cannibalizzare una struttura invece che farla funzionare , per loro è più semplice , e va a favore delle opinioni che si fanno i cittadini , i quali non capiscono molte delle motivazioni organizzative e si limitanoa constatare che per loro è andata sempre peggio . La verità è che si abolirà un inutile carrozzone , per metterne in piedi un altro più costoso e disorganizzato .Quanto all'azienda di Pesaro ... andrà in altro modo .. lo sanno tutti , sarà lei che incorporerà l'area vasta per dare luogo ad unaltro carrozzone ospedaliero ....
L asur unica regionale è stato un delitto politico ma siccome consente di controllare l intera sanità regionale in tutte le sue forme essa rimarrà, fa gola
Ho sempre pensato che l'accorpamento fu scelta sbagliata come più recentemente quello delle ERSU, dove si sperimenta che l'EX ERSU carrozzone inefficiente, ora che sono unificati, condiziona quelli che erano un fiore all'occhiello della Regione. Quando si mischia lo standard unificante è il peggio, mai il meglio.
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Da quando la politica e’ entrata nella sanita’ e’ stato un continuo disastro. C’e’ davvero da rimpiangere le tanto bistrattate mutue e in primis la grande I.N.A.M. distrutte perche’ davano fastidio per la loro SERIETA’ ed EFFICENZA specialmente nei confronti degli assistiti.