Da sinistra l’assessore regionale Filippo Saltamartini, il sindaco Rosa Piermattei e la consigliera regionale Elena Leonardi
di Monia Orazi
Continuerà ad occuparsi dei malati oncologici, la dottoressa Benedetta Ferretti che il primo maggio del 2022 andrà in pensione, nel reparto di oncologia di San Severino sarà sostituita da un nuovo medico, ma sono in corso trattative tra la Regione e l’Istituto oncologico marchigiano, per attivare una sezione di assistenza domiciliare oncologica a San Severino, per cui saranno assunti cinque infermieri e la dottoressa Ferretti sarà la coordinatrice. Nel reparto di oculistica arriveranno altri due medici, che si aggiungeranno ai quattro attuali, a servizio di tutta l’area vasta provinciale. Sono queste le notizie positive date ieri pomeriggio dall’assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini, durante l’incontro per la riforma sul piano socio sanitario, tenutosi alla sala Italia di San Severino. Ha spiegato l’assessore regionale: «La dottoressa è molto amata per il suo impegno, ha accumulato 294 giorni di ferie, non possiamo cancellarle, le ferie sono un diritto costituzionale. Non possiamo allungare la sua missione, perché nella carenza di medici, abbiamo tenuto dei concorsi, in cui abbiamo assunto 15 nuovi oncologi, abbiamo un medico nuovo che la sostituirà. Per non disperdere la sua professionalità, siamo in trattative per portare a San Severino una sezione dell’Istituto oncologico marchigiano, che svolge assistenza domiciliare, in cui ci saranno cinque nuovi infermieri. San Severino è un presidio tutelato dalle carte, siamo qua per ascoltare, siamo pronti ad aprire un tavolo con i sindaci. Non vogliamo chiudere gli ospedali ma rafforzarli». Saltamartini ha poi resi noti alcuni dati sulle prestazioni dell’ospedale settempedano nel 2019: al punto di primo intervento si sono rivolte 10378 persone, contro i ventimila previsti dalla legge.
L’intervento dell’arcivescovo Massara
E’ l’unico ospedale di base della Regione, Saltamartini ha indicato come l’hospice ed oncologia siano un’eccellenza. A San Severino sono stati svolti 478 interventi in day hospital, con la percentuale di occupazione del 64 per cento. Presente anche l’arcivescovo di Camerino San Severino Francesco Massara, che ha esortato a mettere in rete gli ospedali esistenti, dotandoli di differenti specializzazioni: «Le notizie che ci ha dato Saltamartini le trovo confortanti, non possiamo fare ospedali copia e incolla, ma dobbiamo mantenere le prestazioni di base, mentre ogni struttura deve sviluppare le proprie specializzazioni, manca un hospice pediatrico».
Due posti letto di rianimazione per potenziare il pronto soccorso e la revoca della determina che rischia di declassare hospice, radiologia ed oncologia ad unità operative semplici, sono state le richieste presentate dal sindaco Rosa Piermattei all’assessore regionale Saltamartini: «Chiedo di revocare la determina 742 del 2019, in cui si declassano ad unità semplici l’oncologia, la radiologia e l’hospice, chiediamo un supporto medico per la dottoressa Ferretti, ricevo lettere di pazienti che chiedono che resti. Chiediamo due posti di rianimazione per il punto di primo intervento, di fare diventare la week surgery un punto di eccellenza delle ernie. Abbiamo la cassa del Cup chiusa dal 2016».
Ha ripercorso la storia della chiusura del punto nascita, Vincenzo Felicioli, che ha lavorato per 39 anni all’ospedale settempedano ed oggi è sindaco di Fiuminata: «Sono andato in pensione con 260 giorni di ferie, non vorrei che ci sia la scusa per declassare ad unità semplice oncologia». Sono intervenuti per Matelica il sindaco Massimo Baldini e l’assessore alla sanità Rosanna Procaccini, la quale ha evidenziato come occorra rendere funzionale l’ospedale di Matelica: «Chiediamo che Matelica abbia un ospedale di comunità pienamente funzionante, chiediamo di sostenere la rinascita dell’ospedale di Matelica, dall’ultimo sisma del 2016 è diventato sede per case di riposo. Non si può privare un intero territorio montano dei servizi socio sanitari, ci sono dieci posti letto di Rsa, mancano le cure intermedie ed una serie di ambulatori, vogliamo un ospedale di comunità di primo livello che funzioni come Treia, con l’adeguamento sismico e l’aria condizionata». Saltamartini ha poi spiegato che si terrà un incontro anche a Matelica, sul riassetto della sanità regionale.
E’ toccato poi a Marco Massei dell’associazione Anello della Vita Onlus e del comitato per la difesa dell’ospedale intervenire: «Occorre implementare l’oculistica, un’eccellenza che tutti ci riconoscono, per l’hospice mancano in regione circa 70 posti, l’hospice di San Severino ne ha 12, potrebbe essere raddoppiato. Per oncologia chiediamo che non sia declassato da unità semplice dipartimentale a unità semplice, la dottoressa Ferretti lo ha reso un reparto di eccellenza, la sua professionalità non va dispersa. La chiusura del punto nascita, è una delle ingiustizie più grandi commesse. L’accordo stato regioni ci dava possibilità di mantenere il reparto. Il 12 gennaio 2022 saranno discussi insieme al Tar di Ancona il ricorso del comune e quello del comitato». Sono poi intervenuti Andrea Casini della Uil che ha sottolineato l’aspetto della sicurezza nei luoghi di lavoro, Alessandro Tedeschi dell’albo infermieri di Macerata che ha proposto l’istituzione dell’infermiere di famiglia, il potenziamento della medicina territoriale, l’implementazione di una rete di cura completa per i cittadini.
E’ intervenuta Cristina Marcucci dell’associazione Help Sos che ha chiesto di potenziare i servizi per i bambini, in una regione dove ci sono solo cinque punti di soccorso pediatrico: «La nostra idea del riassetto degli ospedali nasce dai bisogni rilevati, partendo dalle donne e dai bambini che sono penalizzati dalla chiusura del punto nascite. E’ stata approvata in Regione la mozione sulla guardia medica pediatrica, abbiamo raccolto seimila firme, ci sono solo 5 punti di guardia medica in tutte le Marche. Si è arenata per il mancato accordo tra i pediatri di base e quelli ospedalieri, da mamma lancio un appello perché la situazione è disastrosa, l’unico punto di riferimento per tutto l’entroterra è Macerata, a San Severino serve un ginecologo tutte le mattine, va potenziata la week surgery, il dottor Buonsanto è solo, per certi interventi ci sono liste di attesa lunghe cinque anni». Americo Eugeni della Caritas ha chiesto di rivedere i servizi socio sanitari dal punto di vista del malato e dei suoi bisogni. All’incontro hanno preso parte i consiglieri regionali Elena Leonardi, Gianluca Pasqui, Renzo Marinelli, tutte le associazioni socio sanitarie di San Severino, il direttore di area vasta 3 Daniela Corsi, il direttore sanitario di presidio Carlo Di Falco, sindaci ed assessori dei comuni di Castelraimondo, Pioraco, Sefro Matelica, Fiuminata, Esanatoglia.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati