Da sinistra: Luciano Messi, Francesco Acquaroli, Sandro Parcaroli, Paolo Pinamonti, Donato Renzetti
di Luca Patrassi (foto Fabio Falcioni)
«Il concerto è sospeso, non possiamo che prendere atto di questa situazione di invasione dell’Ucraina e sperare che il tutto si risolva a breve termine con la pace. Altre soluzioni oggi non sono percorribili». Poche parole, e un concetto ribadito per rispondere a domande sul tema, quelle del direttore artistico dello Sferisterio Paolo Pinamonti pronunciate questa mattina nel corso della conferenza stampa di presentazione del cartellone 2022: tema del giorno la partecipazione, o meno, al concerto programmato ad agosto come chiusura del festival 2022, del celebre direttore d’orchestra russo Valery Gergiev alla guida dell’orchestra Mariinskij di San Pietroburgo, filo putiniano che già era stato allontanato dalla Scala.
La platea alla presentazione
Presentazione in grande stile – una cinquantina i presenti nell’auditorium della biblioteca comunale Mozzi Borgetti – per l’edizione 2022 del festival maceratese, a relazionare il governatore della Regione Francesco Acquaroli, il sindaco e presidente dell’associazione Sferisterio Sandro Parcaroli, il direttore artistico Paolo Pinamonti, il sovrintendente Luciano Messi, il direttore musicale Donato Renzetti e il sovrintendente Luciano Messi. Tra i presenti la consigliera regionale Elena Leonardi, la presidente della Fondazione Carima Rosaria Del Balzo Ruiti, l’avvocatessa Cinzia Maroni, i consiglieri di amministrazione dell’associazione Sferisterio, gli assessori comunali Katiuscia Cassetta, Riccardo Sacchi e Paolo Renna, diversi consiglieri, studenti dell’Accademia di Belle Arti. Opera, cinema e repertorio sinfonico sono i tre perni sui quali si sviluppa la programmazione 2022 del Macerata Opera Festival, firmata dal nuovo direttore artistico Paolo Pinamonti e dal sovrintendente Luciano Messi.
Dal 19 luglio al 21 agosto, ventidue serate allo Sferisterio e due al Teatro Lauro Rossi per riportare il pubblico sotto le stelle tra Beethoven (tre sinfonie e i cinque concerti per pianoforte), Puccini (Tosca), Rossini (Il barbiere di Siviglia) e il Novecento storico (Pagliacci di Leoncavallo, Rapsodia Satanica di Mascagni e The Circus di Chaplin) durante le quali i protagonisti del palcoscenico e della macchina da presa si incontrano. Novità significativa è la presenza di grandi orchestre insieme a celeberrime bacchette: ad aprire il festival sarà un concerto dell’Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino diretti da Zubin Mehta (19 luglio), impegnati nella Sinfonia n. 9 di Beethoven; quindi l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia arriverà a Macerata con Myung-Whun Chung (21 luglio) per proporre le Sinfonie n. 6 (la “Pastorale”) e n. 7 di Beethoven; i cinque concerti per pianoforte del compositore di Bonn saranno interpretati dal pluripremiato pianista Jan Lisiecki, star delle sale di tutto il mondo (4 e 6 agosto); la Cappella Neapolitana diretta da Antonio Florio (18 agosto, Teatro Lauro Rossi) eseguirà un programma dedicato alle Marche con una raccolta di Litaniae Lauretanae di Mozart e Giuseppe Giordani.
Paolo Pinamonti
«Sarà il mondo del cinema – sottolinea il direttore artistico Paolo Pinamonti, entrando nei dettagli della programmazione – a unire su più livelli il cartellone del Macerata Opera Festival 2022». Si svolgerà infatti in un set cinematografico anni Cinquanta la nuova produzione di Tosca con la regia di Valentina Carrasco, le scene di Samal Blak, i costumi di Silvia Aymonino, le luci di Peter van Praet; protagonisti vocali Carmen Giannattasio (Floria Tosca), Antonio Poli (Mario Cavaradossi) e Claudio Sgura (Scarpia). Sul podio, come detto, Donato Renzetti. Nuova produzione dell’allestimento 2015 di Pagliacci di Ruggero Leoncavallo (venerdì 5, domenica 7 e giovedì 11 agosto) firmato da Alessandro Talevi, con le scene di Madeleine Boyd, i costumi di Manuel Pedretti e le luci di Marco Giusti. L’opera sarà preceduta dalla proiezione sul muro dello Sferisterio di uno dei capolavori di Charlie Chaplin, il film The Circus nella versione restaurata dalla Cineteca di Bologna e con la prima esecuzione dal vivo dopo il debutto del 1928 della colonna sonora originale ripristinata da Timothy Brock, specialista internazionale di queste operazioni di recupero di musica e film, che poi nei Pagliacci dirigerà, tra gli altri, i cantanti Rebeka Lokar (Nedda), Fabio Sartori (Caino), George Petean (Tonio).
Donato Renzetti
Terzo titolo sarà Il barbiere di Siviglia, capolavoro buffo del più celebre e celebrato compositore marchigiano, Gioachino Rossini (venerdì 12, domenica 14, venerdì 19 e domenica 21 agosto), in scena allo Sferisterio dopo quasi venti anni di assenza con un nuovo allestimento firmato da Daniele Menghini, con le scene di Davide Signorini, i costumi di Nika Campisi e le luci di Simone de Angelis, vincitore del concorso internazionale per regia, scene e costumi riservato ad artisti under35, realizzato nel 2020 in collaborazione con Opera Europa e Rossini Opera Festival. Sul podio uno dei giovani talenti più seguiti del momento, Alessandro Bonato, direttore principale dell’Orchestra Filarmonica Marchigiana che, come tradizione, sarà impegnata in tutti e tre i titoli operistici allo Sferisterio. Il cast di questo nuovo Barbiere di Siviglia – ambientato anch’esso in un set, questa volta più da studio televisivo o casa di produzione di format per il grande pubblico, una fabbrica della finzione – è composto tra gli altri da Ruzil Gatin (Il conte d’Almaviva), Roberto De Candia (Bartolo), Serena Malfi (Rosina), Alessandro Luongo (Figaro), Andrea Concetti (Basilio). Il Coro sarà per i tre titoli sempre il Lirico Marchigiano “Vincenzo Bellini” guidato da Martino Faggiani, mentre i Pueri Cantores “D. Zamberletti” diretti da Gianluca Paolucci saranno impegnati in Tosca e Pagliacci.
Francesco Acquaroli e Sandro Parcaroli
«Un percorso nuovo che la città saprà abbracciare e recepire in un crescendo di qualità, bellezza e trasformazione: questo sarà il Macerata Opera Festival 2022 – a dirlo è il presidente dell’associazione Arena Sferisterio Sandro Parcaroli – Dopo anni decisamente particolari che però non hanno piegato lo spirito e il carattere del Mof, in questa stagione torniamo a un calendario completo, di tre opere, che oltre ad attrarre appassionati di lirica coinvolgerà anche gli amanti del repertorio sinfonico e del cinema. Un ringraziamento a chi, in questi mesi, alacremente, ha lavorato e creduto a quella che sarà la stagione delle novità per il festival e per Macerata».
«Lo Sferisterio – dichiara Francesco Acquaroli presidente della Regione Marche – ha tutte le carte in regola per divenire uno dei grandi attrattori della nostra regione. Su questo progetto stiamo lavorando insieme al Comune di Macerata e a tutte le altre città che possono vantare elementi di grande capacità attrattiva. Da questo punto di vista lo Sferisterio rappresenta già ora un’eccellenza delle Marche, nata e cresciuta a Macerata grazie alla caparbietà di tanti che hanno creduto nelle sue potenzialità anche nei momenti più difficili per le finanze degli Enti locali. Però lo Sferisterio è sempre riuscito nella sua storia a emergere e a rappresentare un elemento riconoscibile per il nostro territorio, su cui la Regione punta per qualificare l’offerta turistica e culturale marchigiana. Complimenti quindi al sindaco Sandro Parcaroli, all’amministrazione comunale e al Macerata Opera Festival per l’impegno profuso e il ricco cartellone proposto per il 2022, con l’auspicio che questa sia un’altra stagione di successo».
Dal punto di vista organizzativo un elemento di novità è costituito dal fatto che ogni settimana ci saranno un’opera lirica (con le sue repliche) e un concerto sinfonico: negli anni passati invece il pubblico dei weekend poteva vedere in due o tre giorni tutte le opere del cartellone. Una scelta probabilmente dovuta alla necessità di ridurre i costi di allestimento e di montaggio e di smontaggio delle scene.
La stretta di mano tra Francesco Acquaroli e Sandro Parcaroli, sullo sfondo Paolo Pinamonti
Luciano Messi
Rosaria Del Balzo Ruiti
Gli assessori Riccardo Sacchi e Laura Laviano col presidente del Consiglio di Macerata Francesco Luciani
Paolo Pinamonti e Donato Renzetti
Nel mio essere ho sempre creduto che l'arte supera ogni barriera ogni confine.... Forse non hanno compreso che in gioco c'era esclusivamente la musica
Che patetico questo ' politically correct'!
Vergogna...allontanare un grande Maestro...schierarsi...invece di fare un atto che sarebbe stato...x me...un gesto x testimoniare neutralità...pace...x' la musica unisce...offre serenità agli animi....ancora divisione...discriminare tutti...giudicare...
Ma è proprio la musica la cultura l'amore che cambia il mondo.. e voi gli chiudete le porte in faccia.. VOI che avete la possibilità di amplificare tutto questo.. proprio qui a Macerata ..allo Sferisterio...!!e non cogliete l'opportunità di lanciare quel meraviglioso messaggio universale che unisce i Popoli... L'ARTE. ..L'ARTE...L'ARTE
Anzi davate un messaggio diverso dalla Scala di Milano mi dispiace dirlo ma qui avete toppato non c'entra nulla la cultura la musica e lo sport con la guerra
Qualcuno sa che tale direttore firmò a favore di Putin? Al numero 97.
Mariella Censi quindi?
Marco Sordini prima di direttori si è uomini e si deve scegliere da che parte stare. Il direttore ha scelto di stare dalla parte di un dittatore.
Mariella Censi il direttore ha scelto di non esporsi, perché non è un politico, ma un direttore chi orchestra. Seguendo la sua logica, dovevamo fare lo stesso con i milioni di italiani che presero la tessera del pnf? Perché anche loro sostennero un dittatore. Andavano epurati?
Marco Sordini si espone solo per firmare a favore? In Italia ci furono molti a non iscriversi, si informi.
Mariella Censi certo, ma non abbiamo epurato i milioni di italiani che lo fecero. Si informi.
Marco Sordini andarono in esilio. Studi.
Mariella Censi chi? I milioni di italiani che aderirono al fascismo? Ma non dica sciocchezze. Lo stesso Churchill ebbe a dire "curioso popolo quello italiano. Il giorno prima 60 milioni di fascisti, quello dopo altrettanti antifascisti". A giudicare da come siamo pronti ad epurare, i modi fascisti non li abbiamo dimenticati. A partire dal reato di opinione. Perché non mandiamo i russi che stanno a Macerata al confino? Ponza, Ventotene e le Tremiti non sono molto lontane.
Marco Sordini che lo dica uno straniero ci può stare, ma un italiano che ha studiato NO. Ripeto' STUDI! E non offenda né i fuoriusciti, né i dissidenti deportati, né i confinati, né i partigiani, né i morti per darci la libertà. Almeno il rispetto.
Magari non arriviamo in tempo ad assistere! Se si va avanti così e non ci si mette ad un tavolo di trattative! Mi sa che si sottovaluta la Russia e Putin. Nucleare
Mi sembra saggio sabotare la cultura anziché perseguire la pace anche per il suo tramite!
BEATI GLI OPERATORI DI PACE!!
Nn ho parole
Vorrà dire che non verrò questanno - è un brutto segnale - così si alimenta lodio mentre larte può aiutare-
La cultura ci ha lasciato. Definitivamente.
Ogni persona dovrebbe essere libera di esprimere il proprio dissenso nei confronti di un regime e va altrettanto rispettato chi non rinnega. Chi decide che i motivi del silenzio siano meno giusti? Ci vuole coraggio per dissentire, talvolta ci vuole più coraggio per non rinnegare. La musica è larte per eccellenza capace di varcare i confini senza permessi perché sposta laria, cambia laria, parla direttamente allanima. Censurare un artista, oltre che stupido, è una contraddizione di termini, ve lo figurate un artista allineato? Un artista è sempre uno scandalo, sia che sia un dissidente, sia che non sottoscriva ciò che altri vorrebbero firmasse. Che ritorniamo alla caccia alle streghe? Macerata la provinciale perdendo questartista perde anche loccasione dessere per una volta la capitale della controcorrente allidiozia metropolitana. Sarebbe stato un bel segno di pace a firma: San Giuliano lOspitaliere.
Siamo all'impazzimento. Invece di promuovere il dialogo anche attraverso la cultura per dare un contributo al raggiungimento della pace si creano chiusure e steccati.
Il democratico occidente!!
Senza parole
Che peccato!!!!!!!
In questo modo dimostrate davvero poca cultura....la pace tra i popoli non si raggiunge con le scansioni.... ancora una volta si mette in evidenza l'ignoranza dell'uomo(mediocri)
Da non crederci,
Credo che la follia sia dilagante. Il medioevo che avanza
Non si può sentire
Che tristezza
Non c'è mai limite al peggio!
E vai con il liscio .ormai emarginare è diventato di moda
Chi fa questo si dimostra uguale a Putin...
Con questa mossa avete fatto strike!
Ora la Russia non invitera più Albano ,?
SOLO LUI ????????????
Ma siamo impazziti tutti? Incredibile!
Tristezza infinita
Sento aria di discriminazione
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Finalmente il grande repertorio sinfonico fa ingresso allo Sferisterio. Spiace che la situazione internazionale venutasi a creare costringa a rinunciare all’Orchestra di San Pietroburgo diretta da Gergiev; io tuttavia non dispero, una delle prossime volte, di poter assistere sul nostro splendido palcoscenico all’aperto ai quattro concerti per pianoforte e orchestra di Rachmaninov: che è stato, sì, un grande compositore russo; ma che appartiene al mondo intero. Come tutta l’arte e tutta la musica. E come la pace che, speriamo, venga presto ovunque e per sempre.
Un bel programma: Pinamonti si conferma estraneo alla divisione rigida tra tradizione e innovazione nel melodramma, promuove la qualità musicale, investe sulla formazione e arruola Renzetti, valorizza voci e interpreti ma non a scapito della regia, rende centrali i concerti con i grandi direttori e le grandi orchestre, spinge sull’aspetto “polivoco” della realtà musicale e apre l’arena a Toquinho, legge il rapporto dello Sferisterio col territorio a partire dal recupero storico dei compositori marchigiani tra Loreto, Mozart e Giordani, porta il cinema allo Sferisterio rileggendo il Novecento con cura filologica e accostamenti stimolanti: i Pagliacci, Chaplin, Mascagni, le suggestioni faustiane, le dive e le colonne sonore del muto…
Peccato per la coincidenza con la discutibile scelta “politica” di sospendere il concerto di Gergiev con l’orchestra del teatro Mariinskij, che è stata con coraggio e misura annunciata e difesa dal direttore artistico, mentre forse andava più correttamente caricata soprattutto sulle spalle del presidente del Cda e del sovrintendente. Pinamonti peraltro non ha in realtà dato una motivazione, ha semmai sottolineato il contesto, parlando di una “drammatica situazione” in Ucraina con la “violenta aggressione da parte della Russia di Putin”; e dunque di fronte a ciò “questo concerto è inevitabilmente sospeso”, precisando poi che di sospensione e non di annullamento si tratta: se poi il concerto si terrà, vorrà dire che si è raggiunta una “situazione di pace” e saremo tutti contenti: “la cultura e la musica devono essere un terreno di dialogo sempre aperto”. Così però c’è il rischio che l’arte e la musica siano usate appunto dentro l’agenda della guerra e della pace e non solo influenzate da essa. Non siamo ingenui, il clima è quello che è e pure nel passato la realtà ha fatto irruzione nella musica e nell’arte, ma oltre a preoccuparci tanto di quello che pensa Gergiev, dovremmo preoccuparci di quello che pensiamo e facciamo noi, se siamo davvero l’occidente della democrazia liberale, della tolleranza eccetera, almeno a chiacchiere (e niente non è). Dalla piccola Macerata un qualche gesto meno scontato e automatico lo si poteva offrire o almeno ci si poteva richiamare direttamente a un comprensibile rispetto della ragion di stato (o di guerra, sic) superiore, piuttosto che accodarsi di fatto alla dannazione degli artisti russi, quando dovremmo tra l’altro accorgerci del tuttora vasto e profondo consenso (allevato certo anche dal regime autoritario e repressivo che sappiamo) del popolo russo verso Putin, verso una qualche grande Russia, altro che la bacchetta minacciosa di Gergiev.
Ogni persona dovrebbe essere libera di esprimere il proprio dissenso nei confronti di un regime e va altrettanto rispettato chi non rinnega. Chi decide che i motivi del silenzio siano meno giusti? Ci vuole coraggio per dissentire, talvolta ci vuole più coraggio per non rinnegare. La musica è l’arte per eccellenza capace di varcare i confini senza permessi perché sposta l’aria, cambia l’aria, parla direttamente all’anima. Censurare un artista, oltre che stupido, è una contraddizione di termini, ve lo figurate un artista allineato? Un artista è sempre uno scandalo, sia che sia un dissidente, sia che non sottoscriva ciò che altri vorrebbero firmasse. Che ritorniamo alla caccia alle streghe? Macerata la provinciale perdendo quest’artista perde anche l’occasione d’essere per una volta la capitale della controcorrente all’idiozia metropolitana. Sarebbe stato un bel segno di pace a firma: San Giuliano l’Ospitaliere.
E questa è una sanzione che Putin non regge di sicuro.
Hanno fatto molto bene a sospendere il direttore x dirigere la stagione lirica allo SFERISTERIO, cosi’ il regime putiniano e Company rimarranno sempre piu’ isolati al resto del mondo, xche’ non si deve assolutamente invadere uno stato legittimo e senza motivo.
La “sospensione” del direttore d’orchestra Valery Gergiev, al quale di fatto (come a Milano) si chiede un’abiura, è una cosa ignobile e indegna di una città che si vanta di essere democratica.
Se facimo come li vicinati, gnisciù ce pole di’ gnende…
Complimenti per la diplomazia, avanti con il coro, facciamo a chi colpisce più duro, (il ministro degli esteri, che dovrebbe essere il capo della diplomazia, di uno dei paesi principali del mondo che definisce animale feroce Putin dice tutto) Forza scaviamo fossati sempre più profondi, per rimediare ai danni incalcolabili causati da questa follia collettiva (i cosiddetti media in mano a cani e porci, in primis giornaliste/i) sono irrimediabili per decenni