Il cartello “incriminato”
«Spiace, quando si intraprendono azioni serie e condivise, avere interlocutori poco adeguati, che annaspano nel rispondere in modo corretto e puntuale. Sorprende innanzi tutto che l’unica donna della giunta, a cui il ben noto meme non poteva essere riferito per regola grammaticale, lo abbia presuntuosamente avocato a sé».
Sono le parole della rete per il diritto all’aborto “Molto più di 194”, che interviene dopo la polemica che si è scatenata per uno dei cartelli esposti a Macerata durante l’azione dimostrativa dell’altro giorno davanti ai consultori. In uno di questi era scritto: “La storia ce lo insegna: andiamo a bruciargli la casa”. Secondo la giunta regionale, presidente Acquaroli in primis, quella era una minaccia rivolta all’assessora Giorgia Latini, che aveva già annunciato la volontà di rivedere la linee guida ministeriale sulla somministrazione della Ru486 nei consultori. In realtà, come specifica il movimento “Rete molto più di 194”, quel cartello era solo una citazione dello storico Alessandro Barbero. «Sorprende – continua infatti il movimento – che una assessora alle Pari opportunità non conosca il grido delle donne polacche “questa è guerra” e non sappia che non lo hanno inventato per lei, ma che è il simbolo della guerra che le istituzioni (di cui l’assessora fa parte) fanno ogni giorno e in ogni luogo alle donne. Sorprende infine che non conosca il noto meme ricavato da una lezione dello storico Alessandro Barbero sul tumulto dei Ciompi del 1378 che non è, ancora una volta, riferito a lei e alla sua casa. Piuttosto sono le case delle donne, i centri antiviolenza, i consultori che le istituzioni (di cui fa parte) “bruciano” simbolicamente. Prendiamo invece atto che la giunta Acquaroli, e la stessa assessora, non sono capaci di rispondere in modo adeguato alle nostre istanze, se non utilizzando strumentalmente ciò che non sono stati neppure in grado di interpretare correttamente. Ribadendo la nostra solidarietà alla grammatica (gli, le…non è uguale)».
Maurizio Gasparri
Ribadendo la nostra solidarietà alla grammatica (gli, le…non è uguale)». Ma intorno al cartello continua a soffiare il vento della polemica. Dopo tutti gli interventi di ieri da parte di vari esponenti del centrodestra, oggi interviene anche l’ex ministro e ora senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri. «La vicenda di Giorgia Latini – dice – alla quale esprimo la mia piena e totale solidarietà, viene poco citata. Eppure abbiamo visto nelle televisioni i conduttori dei talk show e tanti altri opinionisti su giornali insorgere in maniera sdegnata di fronte a casi meno gravi di quello di Giorgia Latini. C’è ipocrisia. Perché è la sinistra che decide tutto in questo Paese. Chi è vittima delle violenze e chi non lo è, chi merita solidarietà e chi invece no. Questa ipocrisia è più grave delle minacce stesse. Che vergogna questo silenzio».
Il meme è un concetto non ancora mainstream in una cultura come quella italiana a larga maggioranza boomer
Se ne ha parlato Gasparri è fatta!
GasparrAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH Ma che lo citate pure?????
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Quandoque bonus dormitat Homerus ((riferibile al noto storico)
https://it.wikipedia.org/wiki/Quandoque_bonus_dormitat_Homerus
Trappola-provocazione (vediamo se ci sei o ci fai) od errore di comunicazione (vediamo se sei bravo a capire), il cartello scritto da Molto di più di 194 meritava da parte di chi si è buttato sulla vicenda maggiore prudenza e una qualche perspicacia (che emergevano invece in diversi commenti su CM). Resta urgente naturalmente l’attenzione sul rischio che nuovi divieti uniti ad autocensure e scrupoli vadano a modellare una libertà di opinione provvisoria e ricattabile, già zavorrata dalla fretta di dire e dalla pretesa di capire senza verificare e senza confrontarsi.
Non era la casa della Latini, era la casa degli Strozzi, ma non era facile arrivarci e poi anche bruciare la casa degli Strozzi non mi pare bello, si rischia la desertificazione…
https://www.youtube.com/watch?v=R5eGesEen5A&feature=youtu.be
…caspita come avanza la cultura in queste donne “Molto di più”, si si, direi che basta ed avanza!! gv
Patetiche. Non hanno il coraggio neanche di difendere le loro azioni. Una giustificazione patetica.
Gasparri che fa l’avvocato, credo che sia l’avventura più sconcia che poteva capitare alla pessima Latini. Usare gli o le è oramai comunemente accettato. Adesso al di là di quello che tutte queste polemiche create più su questi pronomi che sulla vera motivazione e cioè la spregiudicatezza con cui la Latini interviene su leggi consolidate ed addirittura derivanti da un referendum, la dicono lunga sulla effettiva rappresentanza che simile elemento immesso in un qualsiasi serio contesto politico e preposto alla guida amministrativa fosse anche di una bocciofila dovrebbe avere e invece non ha. Ma è evidente che lei non ha rispetto delle leggi e in fondo non è la sola: basta pensare a carceri piene, processi tutti i giorni ecc. per vedere che si è in molti a trasgredire. La prossima volta che manifestate non usate slogan poco chiari e scrivete quello che effettivamente volete dire, parlate dello sconcerto che simili politicanti creano e soprattutto non permettete di abbassare il livello della discussione a sciocche manipolazioni . Vorrei ricordare una barzelletta da raccontare a tutti quei politici sulla cui buonafede attinente all’argomento non scommetterei neanche se i soldi fossero i loro, in cui i genitori dicono al figlio: ” Lo sai che quando sei nato tu, già da tempo si parlava di aborto?”.
Se l’assessore si è sentito chiamato in causa, per qualcosa che ha scritto o detto in passato, non è che ha di paglia la coda??
La regione arretra, le donne avanzano e …..i figli muoiono! Bel traguardo, si, proprio da esserne orgogliosi!
“LE” è morta la maestra di Italiano in seconda elementare?