«Il lockdown prolungato fino a giugno, ha gettato nella totale disperazione i tanti operatori che confidavano nella ripresa del lavoro a maggio, ho ricevuto tantissime telefonate». Il sindaco di Civitanova Fabrizio Ciarapica unisce la sua voce a quella dei parrucchieri, barbieri ed estetiste che sulla base del decreto riapriranno solo a giugno.
Sono 150 circa le attività del settore a Civitanova: «in questi due giorni – riferisce il sindaco Fabrizio Ciarapica – ho ricevuto tantissime telefonate da parte dei titolari delle imprese di acconciatura ed estetica ed anche di bar e ristorazione, che chiedono ai sindaci e alla Regione un intervento immediato per scongiurare perdite economiche non recuperabili. Si teme anche una concorrenza sleale da parte di coloro che proveranno a svolgere le loro attività abusivamente a domicilio. Mi sono immediatamente attivato per capire, sentendo altri sindaci delle Marche e la Regione, la strada da percorrere per dare risposte alle tante preoccupazioni che ho ricevuto in queste ore». Una preoccupazione tangibile da parte dei professionisti del capello che non capiscono il perché di una chiusura prolungata e si dicono pronti a riaprire in sicurezza. «Abbiamo kit monouso, sanificazioni ad ogni cambio di cliente, mascherine, maschere in plexiglass. Chiediamo solo di lavorare» spiegava questa mattina Karina Rogani del salone Karina Love hair di Civitanova (leggi l’articolo) accogliendo con favore il protocollo al vaglio della Regione per un’anticipazione sui tempi a metà maggio.
«Già stamattina mi sono messo in contatto col Governatore Ceriscioli – continua il sindaco – per condividere gli umori degli operatori, e dare il mio contributo per sollecitare l’adozione di misure di sicurezza che consentano una apertura in tempi brevi. Il presidente mi ha rassicurato sul fatto che la Regione sta studiando un protocollo con associazioni di categoria e medici per garantire la ripartenza quanto prima, e in piena sicurezza, sia per gli operatori che i clienti, come distanziamento, dispositivi di protezione individuale, pulizia e sanificazione. In caso di emanazione di specifica ordinanza regionale, l’amministrazione comunale farà la sua parte per la ripartenza anche di questi lavoratori. Dobbiamo restare tutti ancora in fase di massima allerta, il pericolo di un nuovo innalzamento dei contagi è reale e non ci permette di abbassare la guardia, ma non si possono discriminare interi settori se c’è l’impegno a garantire il rispetto di tutte le norme sanitarie necessarie. Domani ci sarà un incontro tra vertici regionali e categorie. Mi auguro di poter fare la mia parte, per quanto di competenza comunale, perché questo protocollo che salverà molte imprese artigiane diventi presto realtà».
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Ogni lavoratore autonomo di ogni ordine e grado sta dinnanzi ad una vera tragedia: interruzione degli incassi da un tempo infinito, con mantenimento del 99 per cento di ogni tipo di spesa. Lo stato non farà niente per loro. In USA, le piccole imprese in quarantena hanno ricevuto (sembra) 15.000 immediatamente a fondo perduto. Il governo che ha adottato misure restrittive quando invece avrebbe potuto imitare (invece della cina ) il Giappone o la Germania , avrà sulla coscienza oltre al resto, anche questo: ampliamento dilagante della povertà .. a livello di mensa Caritas. Questo lo farà rimanere nella storia come l’ultimo (speriamo ) dei governi che hanno distrutto l’Italia
regolarizzate e supportate con norme di sicurezza il servizio a domicilio, non sostituirà i saloni veri e propri ma per ora eviterà affollamenti, la problematica delle distanze di sicurezza,sanificazione ambienti, biancheria di supporto (salviette, asciugamani, ecc….). I futuro , una volta regolarizzato, potrà essere sempre utilizzato in aggiunta al servizio in negozio