Da oggi le imprese possono presentare la domanda ai Confidi per il prestito o per il contributo previsti dalla legge regionale “Misure urgenti per il sostegno alle attività produttive e ai lavoratori autonomi, a seguito dell’emergenza Covid-19”. Cioè i 14 milioni messi sul piatto dalla Regione per fronteggiare la crisi economica dovuta al Coronavirus. Tutte le informazioni relative alla presentazione delle domande, compresi i moduli e i recapiti dei Confidi, sono disponibili sul sito della Regione Marche, all’indirizzo http://www.regione.marche.it/Regione-Utile/Attivit%C3%A0-Produttive/Credito-e-finanza.
«Gli schemi di domanda sono sono distinti tra impresa e lavoratore autonomo – spiega la Regione – La modulistica specifica necessaria per l’istruttoria verrà poi fornita direttamente dai Confidi stessi e sarà disponibile sui rispettivi siti. La domanda è valida quando viene consegnata congiuntamente a tutta la documentazione richiesta dai Confidi, che possono già procedere nell’istruttoria e concedere il prestito, o il contributo, sia ai lavoratori autonomi che alle imprese. Per il contributo è ovviamente necessario avere ottenuto un prestito da un istituto creditizio. Per l’erogazione si seguirà l’ordine cronologico di presentazione delle domande e ogni Confidi potrà operare nei limiti delle risorse assegnate a seguito del riparto». I confidi che finora si sono candidati sono: Unico, ConfidiCoop, Confidi.net, quindi le domande potranno essere inoltrate alle seguenti mail: per Unico: [email protected]; per Confidicoop: [email protected]; per Confidi.net: [email protected]. Eventuali ulteriori adesioni di Confidi saranno segnalate sul sito della Regione Marche.
Ecco il “bazooka” della Regione, 14 milioni a imprese e autonomi: «Siamo i primi in Italia»
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Forse prima di offrirci finanziamenti intermediati da consorzi di garanzia di vario tipo ed estrazione…. dovrebbero spiegarci nel dettaglio in cosa questi intermediari differiscono da quelli che per decenni hanno operato nel nostro territorio … finiti poi molto male… e con ricadute molto deleterie sulle aziende obbligate ad associarsi.