Il segretario cittadino Stefano Di Pietro con Giovanni Scoccianti e Narciso Ricotta nella sede del Pd
di Federica Nardi
L’assessore dem Narciso Ricotta e il misterioso candidato “civico” di Massimiliano Bianchini non sono gli unici papabili nel centrosinistra a contendersi la candidatura a sindaco per Macerata 2020. Alle primarie del prossimo inverno (dove si deciderà il candidato sindaco a turno unico) potrebbe esserci anche una sorpresa, che arriva proprio dal Pd.
Un “piano B” rispetto all’assessore ai Lavori pubblici, di cui i vertici locali stanno discutendo da qualche giorno e che potrebbe essere scelto tra professionisti che gravitano nel mondo Pd e che non avrebbero incarichi in Giunta o in Consiglio. Se i nomi sono prematuri una cosa è certa: sarà scelta una persona possibilmente lontana politicamente dal sindaco Romano Carancini per proporre un nome più di discontinuità rispetto a Ricotta. Un’alternativa di immagine e di fatto insomma, che permetta al partito (al momento di maggioranza in Consiglio comunale) di mettere sul piatto delle primarie due candidati forti. Soprattutto dopo l’annuncio di Bianchini (Pensare Macerata) che ha dato la sveglia alla coalizione annunciando che si sta lavorando a una candidatura proveniente dall’associazionismo e dal terzo settore, perché «c’è bisogno di un’alternativa dentro il centro sinistra». Non è esclusa nemmeno una partecipazione dell’attuale vicesindaca Stefania Monteverde, che non ha trovato fortuna alle europee dove si era candidata con “Italia in Comune” di Pizzarotti.
Se i preparativi nel centrosinistra fervono (con innumerevoli ore di discussione e analisi del voto delle ultime elezioni europee e comunali), dal centrodestra tutto tace, almeno ufficialmente. Non è dato sapere che fine farà l’alleanza, congelata prima delle elezioni, tra Lega e il resto delle forze centriste. Il Carroccio, o meglio il supercommissario Paolo Arrigoni, aveva interrotto ogni confronto ufficiale in attesa dell’esito delle urne. Una sospensione che ha fatto storcere il naso anche a chi aveva sostenuto in passato la candidatura in Parlamento di un altro volto nostrano della Lega, il deputato Tullio Patassini. E che ora, con un risultato forte alle europee ma estremamente magro alle comunali, potrebbe ridistribuire i rapporti di forza. Riccardo Sacchi (Forza Italia), non esclude nessuna possibilità: «Aspettiamo di conoscere i referenti locali, quando saranno decisi. Li aspettiamo a braccia aperte – spiega -. Solo uniti si vince. Con le prove muscolari non si va da nessuna parte».
Mozzarella?
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…o forse ricotta e spinaci, gli spinaci danno forza..eh..vi ricordate Braccio di Ferro!? gv
C’è bisogno di un volto ed una coalizione che faccia rinascere Macerata dalla decadenza e dal degrado di questi ultimi anni, sia da un punto di vista sociale, economico, strutturale che come capoluogo. Abbiamo bisogno di idee e partecipazione e non di un uomo solo al comando. Rilanciare l’identità della città con la sua storia, cultura e tradizioni: i cittadini al centro di un nuovo rinascimento. Io ci sto.
I politici hanno sempre un piano B per potere “aggirare” il lato B dei simpatizzanti. Un nome? Il Cavalier Prato anche se dubito che accetterebbe dopo il trattamento a cui avete sottoposto il suo museo all’ingresso del paese che con le sue forme e i suoi colori plasmati in originali e contrapposti abbinamenti, i quali tutti racchiusi in una virtuale cupola celeste davano a Macerata quella modernità, quell’allegria dal sapore rosa antico che copriva il triste colore della vecchiaia, delle muffe cercando di far dimenticare le inutili parole che disperse dai tanti convegni si rincorrono nei maleodoranti vicoli del centro storico che sembra come detto prima più vecchio che antico. Il gran nome di quella presidente che unisce in un fraterno abbraccio, croci, soldi e massoneria è già stato eliminato o non giudicato adatto allo scopo dopo aver con le sue ” operette immorali ” accennato il suo pensiero che purtroppo con gran dispiacere deve essere stato accantonato? A Macerata, potete toglier tutto il degrado che avete portato, accentuato, mantenuto e persino alimentato ma sotto il tappeto rimarrà quel bigottismo che avete nel Dna e che basta così poco una volta sollecitato a raccontarvi. Civitanova invece è diversa, tutto sembra fatto alla luce del sole solo che il risultato rasenta uno squallore intellettuale che non fa paura ma suscita proprio orrore.