Massimiliano Sport Bianchini
di Federica Nardi
«Noi proporremo un nostro candidato (o candidata) alle primarie. Non per forza del Pd, non per forza del Consiglio comunale». Massimiliano Sport Bianchini (Pensare Macerata) esce allo scoperto e traccia il sentiero verso Macerata 2020. Con il voto alle urne per europee e comunali ancora caldo, prende il via il ragionamento politico interno al centrosinistra da qui a un anno, per le votazioni nel capoluogo di provincia. L’identikit è in fase di sviluppo: «Verrà dalla società civile, dal terzo settore, dall’associazionismo – spiega Bianchini -. Abbiamo diversi nomi in mente».
Sul fronte del Pd è ormai evidente che al momento il più papabile a sindaco sia Narciso Ricotta, assessore ai Lavori pubblici. Un nome che Bianchini non rinnega, ma che secondo lui non basta. «Non farò mai una campagna elettorale anti-Ricotta – assicura Bianchini -, perché è una figura dialogante ed è innegabile il suo impegno. Però è anche una figura marcata in un certo modo. Ricotta è un nome buono per il Pd e per una parte della coalizione. Noi abbiamo rispetto per lui e il Pd. Ma diremo un’altra cosa. C’è bisogno di un’alternativa dentro il centrosinistra. Per questo non pensiamo solo a una candidatura a sindaco ma a un gruppo di persone, perché c’è bisogno di una squadra». Il percorso politico che Bianchini ha già cominciato a delineare negli ultimi mesi ora fa i conti, nel bene e nel male, anche con il voto delle europee e delle comunali. Nelle prime la Lega ha stravinto, nelle seconde il Carroccio ha registrato un flop rispetto alle aspettative. In città dopo le europee ci sono anche altri movimenti politici molto attivi. Come i Verdi, che a Macerata stanno aprendo un tavolo di dialogo con il centrosinistra. «Il dato vero delle urne – sottolinea Bianchini – è che i cittadini ci hanno dato una lezione di civiltà e politica. Anche l’elettore della Lega, con idee molto precise quindi su alcuni temi, poi alle amministrative vota diversamente. Sono voti diversi. Nella città non c’è una visione ideologica ma amministrativa. Abbiamo visto che alle comunali i candidati “di bandiera” non sono andati benissimo. Sono state votate le persone che si impegnano per il bene comune e della città. Noi vogliamo aprire una discussione per individuare un candidato anche per quell’elettore. Dialogare con tutti i cittadini. Sicuramente dopo le elezioni il centrosinistra è un punto di riferimento».
Bruno Mandrelli e Romano Carancini davanti alla sede di via Spalato la notte delle primarie del 2015
Da qui «la necessità assoluta di essere aperti – ribadisce Bianchini -. La vera partecipazione non sono le primarie in sé, ma il percorso che si fa prima. Le primarie quindi sono solo uno strumento. Il punto vero è: come costruire il centrosinistra? Le primarie sono vere quando hanno proposte diverse». Un commento anche alla vicenda annosa delle piscine, con l’epilogo della transazione e lo strascico della querela all’avvocato Giuseppe Bommarito da parte del sindaco Carancini e dell’uscita dall’assise di Bruno Mandrelli dopo il voto contrario del Pd alla commissione d’indagine sulla vicenda. «Le piscine sono una storia vecchissima. Già quando ero nella giunta Meschini ero scettico. Non entro nel merito della cifra della transazione, penso solo che andava chiusa molti anni fa. La mia critica non è tanto sui conti quindi quanto sui tempi. In merito alla querela faccio un appello a Carancini: penso che dobbiamo recuperare serenità a Macerata. Per cui spero che la ritiri, altrimenti sarà difficile. La critica e la discussione servono a crescere. So che Bommarito fa il suo lavoro con grande attenzione, non credo nella politica delle querele». Infine Bianchini è amareggiato dall’uscita dall’assise di Mandrelli: «Siamo molto diversi io e Bruno ma penso sia una perdita. Sono stato un suo grande sponsor alle primarie perché è una risorsa enorme per la città e per la politica. Fa parte di un pezzo del Pd composto da professionisti (anche critici) ma con un ruolo ben specifico. Dispiace inoltre – aggiunge in chiusura Bianchini -, leggere persone che prima hanno fatto di tutto per far vincere Carancini e che ora invece ne parlano malissimo».
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Però si è notato che nonostante il successo di Salvini, là, dove si è governato bene si è mantenuto l’assetto. Certo, Carancini non potrà ricandidarsi ma se tutto l’entourage è stato all’altezza del sindaco uscente che non si può dire che non sia sulla ” bocca” di tutti i maceratesi, non ci dovrebbero essere problemi per essere riconfermati. Certo poi si sa , la donna è mobile muta d’accento e di pensier! Poi perché cercare un nome nella società civile. Dove sta scritto che ci sia ancora qualcuno su cui non scagliare la prima pietra. Tutti tempo fa a chiamare un grosso personaggio di una ancor più grande associazione umanitaria e a cui nonostante non sarebbero di certo mancati i denari per sopperire, visti i mancati ricavi ha rinunciato ad essere ” buona “. Ma cercate uno scaltro in grado di amministrare e di farlo bene,meglio se onestamente o quasi. Non cercate o dite di cercare ciò che non esiste e che potete riempire di mille aureole che non resisterebbero all’usura dell’inconsistenza. Manca ancora un anno, può darsi
che chi sentendosi colpevole di aver fiancheggiato il sindaco perché in simbiosi con lui deciderà di mollare. Ma Carancini colpevole o no, ha fatto tutto da solo?