Il direttivo Pd di ieri sera: Stefano Di Pietro, Giovanni Scoccianti e Narciso Ricotta davanti alla sede del Pd
di Giovanni De Franceschi
Soldi versati, contenzioso risolto. Restano pesanti nuvole in casa Pd dopo lo scontro con Romano Carancini, di sicuro però il sindaco non verrà sospeso. Questa mattina infatti il primo cittadino di Macerata ha pagato le parte delle quote che il partito reclamava, 2.692 euro e almeno dal punto di vista formale la questione è risolta.
Irene Manzi e Stefano Di Pietro
Nel direttivo allargato di ieri sera convocato d’urgenza dal segretario Stefano Di Pietro proprio per discutere della delibera della commissione di garanzia provinciale, ha partecipato tra gli altri anche l’assessore Narciso Ricotta, che su indicazione dello stesso Carancini, ha assicurato i presenti sul fatto che avrebbe pagato. Soldi che appunto sono stati versati nelle casse del partito stamattina, prima che il sindaco partisse per il viaggio istituzionale in Cina. In questo modo, visto che dopo la notifica della delibera della commissione avvenuta ieri, il sindaco avrebbe avuto 10 giorni di tempo per regolarizzare la posizione e 15 per fare ricorso, il procedimento a suo carico è decaduto. Il nodo del contendere era relativo alle quote che il primo cittadino aveva detratto da quanto versato fin dal 2015, quelle dell’assicurazione che ha stipulato per tutelarsi nelle sue funzioni di amministratore. Secondo il partito non potevano essere detratte, per il sindaco sì. Una questione di regolamento interno, anche poco chiara su questo punto. Tanto che dopo la bufera di domenica che si è scatenata sul partito e le parole di fuoco, ieri era intervenuto per mediare anche il segretario regionale Giovanni Gostoli, proponendo una sorta di conciliazione.
Romano Carancini
Carancini però ha deciso di pagare tutto in un’unica soluzione, evitando anche la strada del ricorso. Dal punto di vista della forma, pace fatta dunque. Ma evidentemente la sostanza sarà dura da digerire ancora per molto. Sostanza che racconta di una guerra in atto ormai da 10 anni tra il partito, o meglio parte di esso, e il sindaco del capoluogo. Culminata con quella che è stata definita, anche tra i dem, una mossa irresponsabile e autolesionista: quella di diffondere la notizia dell’espulsione di Carancini dal Pd a giochi ancora in corso, con una decisione tutt’altro che ufficiale e fondata solo un verbale informale della commissione di garanzia. Una manovra che qualcuno ha provato a sfruttare a suo vantaggio per la guerra di potere interno, ma che si è rivelata un boomerang per tutto il partito. E le cui conseguenze sono ancora tutte da scoprire.
Ecco il documento approvato all’unanimità dal direttivo e inviato oggi pomeriggio: «Ieri sera, lunedì 8 aprile si è riunito il direttivo cittadino del Partito Democratico (Stefano Di Pietro, Andrea Ardiccioni, Sonia De Gaetano, Miriana Mazzolini, Massimo Gentili, Renato Pasqualetti, Andrea Perticarari, Norma Santoni, Paolo Serafini, Valentina Ugolinelli, Zeno Meriggi) al quale hanno partecipato Francesco Vitali e Giovanni Scoccianti (segretario e tesoriere provinciali del Pd, Narciso Ricotta, Alferio Canesin e Paola Casoni (assessori Pd al Comune di Macerata) Angelo Sciapichetti (assessore regionale) e Irene Manzi (membro della direzione nazionale del Pd) per assumere delle decisioni rispetto alla questione che ha interessato il Partito Democratico cittadino rispetto al mancato versamento di una parte delle quote che il sindaco Carancini doveva al partito come amministratori. Alla fine di una riunione rapida e lineare nei chiarimenti, all’unanimità dei presenti è stato stilato il comunicato. La questione emersa tra Romano Carancini e il Pd è una questione squisitamente contabile. Infatti, il circolo del partito di Macerata ha sempre espresso piena solidarietà, apprezzamento e condivisione per l’azione amministrativa del sindaco e della giunta maceratese. La questione, quindi, ha ruotato solo attorno ad un’interpretazione di Carancini che, pur accettando la regola di dare al Partito una percentuale della sua indennità di amministratore, ha ritenuto che dalla stessa potesse sottrarre il costo di un’Assicurazione accesa per cautelarsi nell’attività amministrativa . Questa interpretazione, seppure legittima da parte di Carancini, è stata valutata impraticabile dalla Commissione di garanzia del Partito abilitata a esprimersi sulla questione. L’interpretazione della commissione di garanzia è stata esposta a Carancini che, pur mantenendo la sua interpretazione, con senso di responsabilità ha deciso di versare quanto richiesto.»
(foto Falcioni)
«Regolamento di conti» Carancini-Pd Maggioranza spiazzata, l’opposizione gongola
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È finito il contenzioso, Carancini ha pagato, il PD ritiene chiuso il contenzioso. Ma politicamente sarà così?
Carancini al pari di Numero uno, celebre personaggio di Alan Ford cinico e opportunista, deve aver tirato fuori un libricino dove annota tutti i segreti più reconditi delle persone che frequenta e di cui conosce vita morte e miracoli seminando il panico tra tutti i suoi detrattori dell’ultima ora.
Ah ecco!! funziona così…. I soldi uno li prende poi se qualcuno se ne accorge, li restituisce e li finisce?? Non ci dovrebbe essere qualcosa in mezzo?? Tipo appropriazione indebita ?? Contenti loro…….
Sicuramente Carancini ha tirato troppo la corda, lui stesso ammette che non accetta quel pagamento perché non lo ritiene
giusto, forse chissà quante volte avrà chiesto di decidere tutti insieme di cambiare…non accolta la richiesta di parlarne
ha preso la strada più giusta,
si perché qui da noi se vuoi chiarire un problema o chiedere
spiegazioni…meglio andare a fare cappellate con i passeri, oppure non pagare….dopo si muovono tutti…..