Maceratese, La Cava rinuncia all’acquisto:
“C’è un debito da oltre un milione
e Spalletta chiede dei soldi”

CESSIONE BIANCOROSSA - L'imprenditore perugino oggi ha sciolto la riserva. "Non me la sento in questo momento. E' una scelta che ho preso a malincuore. Lascio comunque aperta una porta per il futuro"

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Giorgio La Cava

 

Maceratese, l’imprenditore Giorgio La Cava si tira indietro: «Dopo una attenta analisi dei bilanci mi sono reso conto che la situazione è messa, non male, di più. Non me la sono sentita. Devo rinunciare a malincuore perché le due volte che sono venuto a Macerata mi sono trovato benissimo». Ieri l’imprenditore aveva detto di aver fatto una scelta e ne avrebbe parlato oggi, ma la decisione era apparsa scontata fin da ieri (leggi l’articolo). E così esce di scena anche un altro possibile acquirente della Rata dopo che, per altri motivi, si erano tirati indietro sia la cordata Fantauzzi-Macaluso, sia l’imprenditore Paoloni. E adesso incombe il 16 aprile, data in cui dovranno essere versati gli stipendi ai giocatori. La Cava spiega la sua scelta: «Entrare in una situazione come quella in cui si trova la Maceratese, immettere subito 400mila euro in poco tempo e in più l’atteggiamento di una persona, di un imprenditore che ha una società con un milione e 100mila euro di debiti, secondo quanto risulta ai miei consulenti e chiede anche dei soldi. Al posto suo sarei io a pagare pur di trovare qualcuno che subentri» dice La Cava. Che ribadisce il suo dispiacere per aver dovuto rinunciare all’acquisto del club «Mi piaceva la città, l’allenatore e la squadra sono bravi, ho avuto un ottimo rapporto con gli avvocati Fabrizio Giustozzi e Gabriele Cofanelli. A malincuore ho dovuto tirarmi indietro. Se lascio una porta aperta? Sicuramente sì, certo, bisogna vedere l’evolversi della situazione. Purtroppo però in questo momento non me la sono sentita di entrare in una situazione come questa». Intanto nel pomeriggio è fissato l’appuntamento dal notaio per il concordato in bianco. Una iniziativa per tamponare la situazione e mettere la società al riparo da istanze di fallimento e per cercare di stabilire con i creditori piani di rientro del debito.

(Gian. Gin.)

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