di Marco Ricci
Si è conclusa ieri la prima fase della procedura di vendita delle quattro banche nate nel novembre scorso, a seguito dei dissesti di Banca Marche, Popolare dell’Etruria, Carife e Carichieti, dopo l’apertura da parte dell’Autorità per la gestione delle crisi, in mancanza di una soluzione di mercato di una procedura di risoluzione. Le manifestazioni di interesse, non vincolanti, sono ora al vaglio del presidente delle quattro banche, Roberto Nicastro, e dell’autorità costituita in seno alla Banca d’Italia. Diverse, almeno una decina, sono gli interessamenti pervenuti entro le 18 di ieri, per il resto c’è il massimo riserbo sia sui nomi che sugli specifici interessi di chi ha partecipato a questa prima fase della gara. Secondo fonti finanziarie, diversi sarebbero i fondi interessati ai quattro istituti mentre Bper avrebbe presentato una manifestazione di interesse per la più piccola delle quattro banche, presumibilmente la Cassa di Risparmio di Ferrara.
L’offerta di vendita, lo ricordiamo, è conseguente alla procedura di salvataggio e alle norme europee sulla gestioni delle crisi bancarie. La Nuova Banca delle Marche – così come i nuovi istituti nati a Ferrara, Chieti e Arezzo – è tecnicamente un ente-ponte, cioè una nuova banca patrimonializzata con le risorse del Fondo unico per la risoluzione delle crisi e destinata, in tempi congrui, ad essere posta sul mercato. Secondo fonti finanziarie, ci sarebbe soddisfazione per il numero degli interessamenti giunti nei giorni scorsi, sebbene non sia improbabile che le manifestazioni più importanti possano essere venuti da fondi di investimento, non certo la soluzione più gradita al sistema in quanto, per sua natura, in qualche modo di breve-medio periodo. Oggi, in un comunicato congiunto delle nuove quattro banche, si ribadisce ancora come la soluzione preferita dovrebbe contemplare l’acquisizione dei quattro istituti nella salvaguardia della loro importanza per i territori di riferimento.
E’ chiaro però – in un momento di forte tensione per il sistema bancario italiano e dopo i ripetuti aumenti di capitale che hanno interessato quasi tutti gli istituti di credito del paese – come un esborso di circa due miliardi di euro per il complesso dei quattro istituti possa essere un peso non trascurabile per una singola banca italiana la quale, oltretutto, avrebbe poi l’onere di ristrutturare i quattro istituti. “Non commento né ora né fino alla firma finale chi c’è e chi non c’è – ha spiegato Nicastro nella serata di ieri rivolgendosi ad alcuni giornalisti – Il vostro mestiere è quello di chiedere. Il nostro è quello di non commentare su queste cose, perché si tratta di un processo che ha tutti i suoi aspetti di riservatezza”. Dunque, come detto, bocche ovviamente cucite per non compromettere il miglio esito della cessione.
I prossimi passaggi prevederanno in primo luogo nei prossimi giorni l’invio alle società che hanno espresso un interesse per l’acquisizione degli istituti di un teaser, ovvero un primo documento descrittivo delle quattro banche accompagnato da una lettera con le informazioni sulla procedura. Sulla base di questi documenti verranno in seguito richieste informazioni più circostanziate sul possibile interesse all’acquisto, il che porterà da parte del presidente Nicastro e dell’Autorità per la risoluzione delle crisi all’avvio di una seconda selezione dei nomi e all’invio di un memorandum più circostanziato sulle quattro banche, in vista delle presentazione delle offerte di acquisto. Si immaginano dunque altri mesi di attesa prima di conoscere il destino della nuova Banca delle Marche e degli altri tre istituti nati dai dissesti delle vecchie banche.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Se Bper manifesta interesse per Nuova Carife ed Ubi si defila, sara’ interessante capire se esista
anche per Nuova Banca Marche l’interesse specifico di gruppi gia’ presenti direttamente o indirettamente in regione, perche’ in questi chiari di luna bancari e finanziari il sol boccone della vendita in blocco non si sa se sarebbe piu’ indigesto a chi compra, fondi compresi, o a chi e’ comprato, mentre il vituperato spezzatino con (tante) patate risulta pesante di suo ma talvolta si scioglie in bocca.
Menghi parla di spezzatino,patate ed altre leccornie ma nel caso della banda delle marche trattasi di polpette di m…e in piu’ avvelenate.Fanno meglio a muoversi altrimenti tra qualche mese chi compra( o meglio avra’ in regalo) banda marche non trovera’ neanche la pentola,figuriamoci le patate o lo spezzatino.Ancona pullula di manifesti che consigliano caldamente ai correntisti di scappare il 31/01 e nonostante le dichiarazioni ottimistiche del Fido Goffi l’emorragia e’ costante ed abbondante e portera’ alla morte prematura del malato.
Nicastro continua ad appelarsi al segreto di stato( o di che,di pulcinella?) ma se chi prendera’ per un tozzo di pane la bandina delle marche alla fine della fiera fosse BANCA UNIPOL credo che le reazioni dei truffati( consapevoli,inconsapevoli,speculatori ed altre fattispecie)non si limiterebbero al boicottaggio.Consiglio tra un segreto di stato e l’altro di cambiare in corsa il nome del fortunato vincitore della riffa,non tutte le ciambelle riescono con il buco…questa ennesima farsa dei finti pretendenti e’ se possibile ancora piu’ disgustosa della truffa del secolo detta affettuosamente salva banche( o sgozza risparmiatori,a scelta).
La riservatezza annunciata da Nicastro e’ stata rispettata sinora solo dai sindacati. Intanto si riaffaccia Cariparma e vanno tenuti d’occhio Banco Popolare e Banca Popolare di Milano tanto piu’ se prendono forma le ipotesi di un qualche loro matrimonio.
Ubi Mps minor cessat.