di Giuseppe Bommarito*
Si abbassa l’età di contatto con le sostanze stupefacenti e di avvio al loro uso, oggi attestata, secondo le più recenti statistiche a livello nazionale effettuate dal Dipartimento politiche antidroga (peraltro esattamente corrispondenti a quelle riferite alla nostra realtà provinciale), intorno agli undici, dodici anni. E contemporaneamente e conseguentemente si riduce anche l’età degli spacciatori di droga, l’ultimo anello della catena infernale che dai produttori e dai grandi trafficanti arriva al consumatore finale, ormai reclutati con sempre maggiore frequenza tra gli stessi ragazzini che frequentano la scuola media inferiore, piccoli uomini che in breve tempo, senza nemmeno rendersene conto appieno, diventano contemporaneamente vittime ed artefici del male.
A dire il vero, proprio gli amici, i coetanei ed i compagni di classe degli studenti più giovani sono considerati i pusher ideali da parte dei mercanti di morte, da parte dei delinquenti che, privi di scrupoli e di pietà vogliono “entrare” in una scuola o allargare il giro già esistente in qualche istituto (il target iniziale dei trafficanti, quello su cui “investire”, è ormai quello delle scuole medie inferiori, dette anche – dopo la riforma Gelmini – scuole secondarie di primo grado).
I nuovi pusher sono infatti il più delle volte ragazzi di 12, 13, al massimo 14 anni, insospettabili ed anche poco costosi per gli organizzatori locali del traffico, visto che all’inizio essi si accontentano solo di qualche dose gratuita, di quattro soldi per arrotondare la paghetta settimanale e della considerazione come “eroi” negativi, forti ed invincibili, che finiscono per assumere in quel determinato ambiente scolastico e di cui – visti i modelli che la nostra società costantemente propone – vanno estremamente fieri.
Il meccanismo è molto semplice e collaudato. Per suscitare interesse è sufficiente che qualche ragazzino ben addestrato sulla falsa distinzione tra droghe pesanti e droghe leggere e sufficientemente sfrontato, con un anno o due in più dei nuovi arrivati ancora freschi delle scuole elementari, magari ripetente, prima dell’ingresso a scuola o durante la ricreazione o subito dopo l’uscita, racconti con una sicurezza da esperto e con toni entusiastici ai suoi coetanei le straordinarie sensazioni che si provano con la droga, oggetto misterioso ed inquietante per quasi tutti sino a quel momento, simbolo però della trasgressione ora finalmente a portata di mano. Poi si passa all’offerta gratuita in prova di un po’ di hashish e di marijuana (sostanze che ancora una volta si presentano come “apripista”), sminuendone del tutto i possibili effetti negativi e, al contrario, enfatizzandone i presunti benefici, senza dimenticarsi di ridicolizzare quei pochi che osano obiettare qualcosa con frasi del tipo: “sei un vigliacco, uno sfigato, non hai le palle, tornatene dalla mamma…”, e così il gioco è presto fatto.
D’altra parte, bisogna riconoscere che è difficile non sottostare alla legge del branco; ed anche che, prima di presentare il suo pesantissimo conto, la droga, qualsiasi droga, nelle prime assunzioni dispensa apparentemente euforia, allegria, entusiasmo, sensazione di libertà. Si tratta di quel piacere intenso, artificiale, certo, ma pur sempre piacere, la cui ricerca spinge poi il soggetto all’uso ripetuto, per finire poi in certi casi all’abuso e alla dipendenza.
Questo infame mercato, una volta avviato, andrà poi avanti da solo, grazie ai prezzi estremamente bassi delle dosi, al marketing della criminalità organizzata che riesce a presentare in modo positivo soprattutto le sostanze di approccio (cannabis ed ecstasy), al desiderio dei giovanissimi consumatori e delle giovanissime consumatrici di apparire grandi, alla dipendenza che la cannabis attuale riesce a creare (con un principio attivo che raggiunge e a volte supera il 50%, a fronte del 3 – 4% di qualche decennio fa), alla logica ed alla potenza trainante del gruppo, al ruolo ambiguo svolto da qualche social network, al fascino intrigante dell’atto contro le regole familiari e sociali, alla complicità consapevole o inconsapevole di molti adulti, alla disattenzione, all’assuefazione e alla disinformazione delle famiglie e delle autorità preposte, scuola compresa.
Con il passare del tempo naturalmente alcuni dei baby spacciatori si specializzano, iniziano a spacciare anche in altri luoghi di incontro e di aggregazione (bar, giardini comunali, sale giochi, locali pubblici, curve degli stadi), si creano una propria rete su qualche social network, passano piano piano a proporre pure altre sostanze (ecstasy, amfetamine, cocaina, eroina da fumare), smettono persino di assumere qualsiasi tipo di sostanze per essere sempre più “professionali”, aumentano le loro pretese economiche e quindi i loro guadagni (che diventano infine determinanti nella prosecuzione dell’attività di spaccio a più largo raggio). Insomma, risalgono qualche anello della filiera delinquenziale che porta la morte (psicologica, spirituale, a volte anche fisica) pure a ragazzini poco più che bambini e così, divenuti ormai i terminali di un sistema criminale che assicura guadagni facili anche ai livelli più bassi, finiscono per essere considerati non più come “eroi” negativi, ma come dei veri furbi – pur sempre però da ammirare – che hanno ben presto capito come va il mondo.
In questo contesto di carattere generale Macerata non poteva essere da meno. Anzi, collocata al centro di quel pianeta Marche che ormai costituisce il territorio al primo posto in Europa per il traffico di sostanze e per la morte per droga, l’apparentemente tranquilla Macerata da diverso tempo registra anche una estesa attività dei ragazzini spacciatori, sempre più impuniti, disinvolti e determinati.
Per esempio, e senza nulla togliere alle altre scuole cittadine, viene segnalata da tempo un’intensa attività di spaccio nei pressi dell’istituto comprensivo “Dante Alighieri” di Macerata, che sembra opportuno evidenziare alla dirigenza della scuola, al corpo insegnante, ai genitori ed alle autorità preposte, affinchè verifichino la situazione e adottino gli interventi necessari e l’indispensabile vigilanza.
Gli spacciatori in questo caso sono alcuni ragazzi tra di loro strettamente organizzati, sia italiani che stranieri, alcuni che frequentano (o che, per età, dovrebbero frequentare) le ultime classi dell’istituto ed altri invece esterni che all’orario di uscita da scuola raggiungono il gruppo, i quali utilizzano per la loro “attività” il campo sportivo dei Pini in viale Martiri della Libertà, le zone retrostanti ed alcune piccole aree verdi, sempre molto defilate e di sera scarsamente illuminate e poco o nulla frequentate, che dal vecchio stadio si connettono con la sottostante via Calabresi.
Lo spaccio – i cui frutti vengono poi in gran parte versati a soggetti più grandi che circolano in zona e “riforniscono” – coinvolge anche diverse ragazzine ed implica pure una serie di favori a livello sessuale (spesso oggetto anche di riprese con il telefonino), sia per la cessione delle sostanze che per garantirsi un omertoso e ricattatorio silenzio nei riguardi delle famiglie di appartenenza.
Per gli avvertimenti e per le comunicazioni, interne al gruppo e del gruppo verso l’esterno, questi ragazzini spacciatori non usano quasi più Facebook, ritenuto troppo “infiltrato” da diversi genitori, ma altri social network di recente formazione, considerati meno permeabili.
Intendiamoci, quella intorno al vecchio stadio della Vittoria non è l’unica zona ove avviene attività di spaccio, né la scuola media Dante Alighieri – è bene ribadirlo – è il solo istituto nei cui pressi è presente un’attività di spaccio svolta da pusher giovanissimi, fenomeno che ormai, come abbiamo più volte scritto, interessa tutte le scuole maceratesi, inferiori e superiori, senza eccezione alcuna. Poi, certo, alcune differenze ci sono: in alcune situazioni lo spaccio è interno alla scuola, in altre avviene nei paraggi, prima dell’ingresso o all’uscita; in certi casi lo spaccio è massiccio, in altri ancora limitato; in alcuni istituti la vigilanza e la prevenzione sono più effettive, in altri vale il principio dell’ardente e quasi ostentata indifferenza.
Però la situazione è generalizzata e ormai nessuno può tirarsi fuori, magari pensando che la vicenda non lo riguarda in quanto lo spaccio avviene un metro fuori dal portone di ingresso della scuola. E tutti, a partire dalle famiglie per arrivare ai dirigenti scolastici, ai professori, alle forze dell’ordine, devono fare la loro parte per informare, sensibilizzare, prevenire, controllare, e reprimere se e quando necessario.
*Avv. Giuseppe Bommarito, presidente onlus “Con Nicola, oltre il deserto di indifferenza”
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Il problema è in tutte le scuole. Facessero controlli con i cani antidroga….ma non arrivando con le sirene spiegate (come è successo in altro istituto della città) perchè i ragazzi (che fanno uso o meno, ma sono sempre “complici”) si avvertono tramite telefonino e così le forze dell’ordine non trovano nulla.
Poi una sana e robusta sanzione disciplinare e se la famiglia non recepisce una sana e robusta multa alla famiglia (civilmente responsabile)!
Senza conseguenze penali!
<<[…] sulla falsa distinzione tra droghe pesanti e droghe leggere […]>>
In questa (parte) frase è contenuto il motivo per cui non convergerò mai con le posizioni dell’avv. Bommarito. Non è questione di opinioni, ma di dati scientifici universalmente riconosciuti, salvo quando entrano in gioco le ideologie.
Per giunta, poi, facciamo un grave danno ai giovani, perché se diciamo loro che tutte le droghe sono uguali, allora per loro tanto vale uno spinello, una pasticca o un buco di eroina. E invece non è così.
Non c’è da tirare in ballo la letteratura scientifica per dire che l’eroina, il crack e gli oppiacei in generale sono devastanti. Basterebbe citare le tante morte celebri (e non) di overdose.
Anche della cocaina sappiamo che da grosse rogne. Il pibe de oro a momenti ci lasciava le penne, come il rampollo made in fiat.
Sulle pasticche sappiamo, perchè la cronaca è abbondante, che sono devastanti.
Però non ho mai letto, e sfido a trovare dei casi, di overdose da spinello. Da overdose da cannabinoidi.
Non che siano innocui, non è bello incrociare per strada uno che guida dopo essersi fatto una canna (ma vale anche per alcool, farmaci o stati psico-fisici inadeguati).
So di predicare nel deserto, ma non recitiamo il solito rosario di luoghi comuni. Ci sono droghe e droghe, e se vogliamo essere onesti culturalmente tra le droghe (pesanti) andrebbero aggiunti alcool, benzodiazepine e (per elevato grado di dipendenza e gli enormi costi sociali) il tabacco.
@ Pischello
Purtroppo l’overdose da sostanze di distrazione di massa è presente: l’Italia è piena di zombie, apparentemente sani, che si bevono ancora tutte le balle che dicono la stragrande maggioranza dei politici (e poi li votano, sempre gli stessi…) 🙂
Quasi totalmente d’accordo con Pischello solo sulla distinzione tra droghe pesanti, leggere, alcool, psicofarmaci eccc. (il tabacco è dannoso per se stessi, non altera); comunque TUTTE sono dannose per se e per gli altri SEMPRE!!!!! E’ questo è il messaggio che credo voleva dare Peppe!
Il fatto poi è che qui si tratta di ragazzini ed è anche scientificamente provato che l’abuso di droghe “leggere” a lungo andare porta a conseguenze psico-fisiche di non poco conto. Basta vedere sul web le radiografie del cervello!
Droga,l’epidemia che ci toglie la libertà
Il Messaggero
Si attendeva con timore l’epidemia dell’influenza aviaria, è arrivata fra l’indifferenza generale l’epidemia delle droghe che includono anche l’alcool.
I dati sono preoccupanti: a Milano ogni giorno si consumano – secondo i dati dell’Istituto Mario Negri – almeno 10.000 dosi di cocaina al giorno che aumentano del 50 per cento durante il fine settimana. Una persona su tre ha avuto contatti con la droga, oltre alla cocaina, anfetamine di varia struttura chimica, cannabis ed eroina.
Le conseguenze sono evidenti a tutti: incidenti stradali, anche con la complicità dell’alcool, violenze, madri che si gettano con il figlio dalla finestra o dalla barca, solo per registrare alcune tragedie riportate con più evidenza dai mass-media. Cosa sta succedendo? E’ molto difficile fare analisi, ma la diffusione della droga a tutti i ceti e a tutte le classi d’età esclude che alla base si debba considerare solo uno stato di disagio psichico o una forma di malattia come da qualche parte si ipotizzava in passato.
L’epidemia sembra essere dovuta a una forma di contagio che si propaga in parte perchè è diventata una specie di moda incosciente, una forma di imitazione dovuta al “così fan tutti” che spesso trova riferimento nel mondo dell’arte, della canzone o dei personaggi “idolo” che rappresentano per i soggetti più fragili pericolosi punti di riferimento.
Una società opulenta che ha risolto i principali problemi materiali della vita quotidiana sembra voler evitare la noia del benessere cercando nuove emozioni, nuove sensazioni, nuove trasgressioni. Una volta la trasgressione giovanile era rappresentata dal sesso che oggi è diventato meno attraente data la disponibilità dovuta a una crescente offerta.
Per molti la droga sembra essere diventata una necessità dovuta alla difficoltà e alle insoddisfazioni della vita. Lo stress sempre invocato quando non si hanno altri termini, la fatica del lavoro che si prolunga oltre i normali orari, la necessità di resistere alle lunghe notti delle discoteche o delle feste sono spesso la meravigliata giustificazione che viene data alle richieste dei sondaggi.
Tutto ciò è naturalmente facilitato dalla grande disponibilità di droghe, acquistabili a tutti gli angoli delle strade e ottenibili anche solo con un ordine telefonico. Il consumatore e il venditore spesso si confondono nella stessa persona anche fra gente insospettabile.
L’abbassamento dei prezzi alla portata di tutti è un altro elemento che facilita l’impiego e la diffusione delle droghe. I danni indotti da questi prodotti – anche di quelli chiamati leggeri – sono alla portata di tutti e diventa ormai quasi noioso e banale continuare a ripeterli.
Sono danni alla salute, alla vita familiare, all’attività sociale che non sono percepiti come tali probabilmente per una completa mancanza di fiducia nei confronti delle fonti che cercano di dare informazioni.
Di fronte a questi indiscutibili danni indotti dalla droga sembra che gli stessi antiproibizionisti abbiano perso forza nel sostenere proposte di liberalizzazione o di legalizzazione. Non si otterrebbe altro risultato che aumentare il numero dei consumatori con le evidenti conseguenze.
Anche l’idea che in fondo questi sono comportamenti personali su cui la società e tanto meno lo Stato hanno il diritto di intervenire sembra perdere di peso. Chi vorrebbe che molti degli automobilisti che stanno avanti o dietro alla propria vettura fossero dei drogati? Chi accetterebbe che il tassista, il macchinista o il pilota a cui si rivolge per essere trasportato, fosse dedito all’uso della droga o dell’alcool? E ancora chi avrebbe piacere di sapere che prima di un intervento chirurgico il medico per tenersi in forma ha dato una sniffata?
Il drogarsi non può essere considerato un comportamento individuale perché ha forti ripercussioni sul benessere sociale.
Le droghe danno dipendenza oltre che generare malattie cardiovascolari e mentali, per citare le maggiori, e ciò si traduce in un considerevole peso economico per il Servizio Sanitario Nazionale che deve spendere risorse per situazioni patologiche che sarebbero evitabili. Recentemente l’attenzione è stata attratta dal problema degli incidenti stradali con la proposta di esercitare adeguati controlli.
Immediatamente sono scattati i soliti “garantisti” a sostenere che si tratta di una attentato alla libertà personale. Ci si dovrebbe sempre ricordare che la libertà individuale deve arrestarsi dove inizia la libertà degli altri. E’ giusto perciò eseguire controlli anche se non potrano essere generalizzati, ma legati a particolari situazioni scegliendo luoghi e orari più a rischio. Ciò comporterà situazioni certamente delle spese addizionali che dovranno essere sostenute da chi verrà ritrovato positivo a droghe o ad alcool attraverso multe esemplari che servano da deterrenti.
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E’ giusto che la società si difenda da questa nuova epidemia, anche se desta meraviglia la grande indifferenza di gran parte della popolazione, soprattutto della parte che ha un ruolo educativo. Genitori, insegnanti,medici,sacerdoti,sociologi,opinionisti anzichè sollevare una “riprovazione morale” sembrano essere paralizzati, incapaci di reagire, quasi rassegnati alla diffusione dell’epidemia.
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Occorre ricordare che gli interventi repressivi sono necessari, ma non possono essere risolutori. E’ necessario e urgente lavorare in senso preventivo non solo per sottolineare i danni, ma per sostituire la droga con i valori dello studio, dello sport, dell’arte, della solidarietà. Deve essere un impegno per tutti coloro che credono nei giovani come forza essenziale per il futuro della società.
Silvio Garattini
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E la cannabis? Il tetraidrocannabinolo – quello che dà euforia – è il composto più tossico, ma la cannabis ne contiene altri 400. Provocano il cancro? Probabilmente sì. Ci sono stati casi di cancro alla laringe e al polmone tra i consumatori abituali, e poi forme di cancro alla testa e al collo.
Se in gravidanza la mamma ha fumato cannabis i bambini hanno più probabilità di avere leucemie e tumori (il dato è solido, ma indiretto, va confermato). La cannabis danneggia i polmoni -enfisema – e c’è anche la malattia bollosa del polmone, rara, ma grave (questo col fumo di sigaretta non succede).
E poi il cuore: fumare marijuana aumenta il rischio di infarto. Ai giovanissimi non succede, per fortuna. Ma tanti che hanno l’infarto a 40 anni, lo devono ad abitudini sbagliate prese da giovani o da giovanissimi. Di 500 mila giovani visti nel pronto soccorso degli Ospedali degli Stati Uniti, 60 mila nei giorni prima avevano fumato marijuana (180 mila cocaina, 55 mila eroina). Settecento, di cannabis, sono morti – molti per incidenti stradali – quasi certamente per gli effetti “del fumo” sul sistema nervoso. Che sono tanti: difficoltà di concentrazione, ansia, attacchi di panico, e poi ossessioni e paure (quello che i medici chiamano psicosi).
“Fumare” per periodi prolungati cambia il carattere, modifica le relazioni sentimentali, fino alla mania di persecuzione, tutte cose a cui in genere non si dà grande peso, ma che cambiano la vita, certe volte. Fumare marijuana dà assuefazione? Si è sempre pensato di no. Ma adesso ci sono studi abbastanza convincenti che dicono il contrario.
E se lo spinello fosse il viatico per eroina o anfetamine? Ragazzi di 20 anni che hanno cominciato con gli spinelli – lo studio è stato fatto negli Stati Uniti – avevano più probabilità di passare a droghe pesanti di chi non ha mai “fumato”, ma fra tutti quelli che provano la marijuana solo una piccola percentuale, per fortuna, arriva alle droghe pesanti.
Di cannabis non si muore subito (come invece può succedere con la cocaina o con l’alcol), i guai vengono fuori a distanza. Così tanti ragazzi continuano a “fumare” con l’idea che “non è poi tanto pericoloso”. Non è così, purtroppo. Anche perché il 90 percento dei ragazzi che fumano cannabis eccede anche con l’alcol e allora i rischi per la salute sono davvero grandi. Così per la cannabis. Poi c’è l’ecstasy, l’LSD, la cocaina, le anfetamine. Anche di queste, con i ragazzi, si dovrà parlare. Apertamente. Come forse finora abbiamo avuto tutti paura di fare.
Giuseppe Remuzzi
””””’ fonte web ”””””
I reati connessi al traffico di stupefacenti non sembrano interessare più di tanto l’opinione pubblica. Certo, se il sequestro e’ di ingente quantitativo e magari coinvolge la sinergie tra più Procure, allora un trafiletto lo si deve dedicare anche sulla carta stampata, ma la notizia si perde in un giorno.
Una morte per overdose di un giovane fa un po’ più notizia perché ci sono anche i funerali, la notizia dura tre giorni.
La notizia della coltivazione in casa non raccoglie neppure la sensazione del disvalore, fa quasi sorridere.
L’articolo di Bommarito non fa ridere per nulla e non verrà dimenticato da chi lo ha letto con attenzione; si parla di noi maceratesi, di noi genitori, dei nostri figli, di chi non vuole proprio accorgersi di ciò che sta accadendo intorno a noi.
Grazie Giuseppe per tenere alto il livello di attenzione.
Per Pischello
Oggi non si distingue più tra droghe pesanti e droghe leggere, ma tra uso pesante e ripetuto ed uso limitato ed occasionale, con riferimento a qualsiasi droga, cannabis compresa.
In ogni caso, io non ho scritto e nemmeno penso che le varie droghe siano tutte eguali tra di loro. Ognuna, comprese le droghe legali (alcol e tabacco), quando dall’uso limitato si passa all’abuso e poi alla dipendenza, ha i suoi specifici effetti negativi. Per la cannabis non c’è la morte per overdose, ma ci possono essere conseguenze devastanti a livello psichiatrico e conseguenze comunque fortemente negative a livello comportamentale e di apprendimento. E ci sono anche tutti gli effetti negativi, accresciuti alla massima potenza, derivanti dal fumo del tabacco. Per non parlare dell’accentuazione, in soggetti predisposti, di tendenze suicidarie.
Comunque nell’articolo si parla di ragazzini di 11-12 anni che acquistano cannabis (quella attuale, con il principio attivo al 50%) da ragazzini di 12-13-14 anni. Se per lei ciò è normale in considerazione del fatto che la cannabis non sarebbe una droga, posso solo augurarmi che i suoi figli non condividano le sue convinzioni.
Per quanto mi riguarda, non andrò mai d’accordo con chi, divenendo complice consapevole o inconsapevole della vita rovinata di molti giovani, continua a sostenere che la cannabis attuale sia innocua o quasi innocua.
Ieri sera ho ricevuto una telefonata di una carissima amica che mi invitava ad un incontro che si terrà a Corridonia, il 25 ottobre, presso il teatro Lanzi, avente come oggetto il problema della droga. Mi ha anche raccontato della sua grande preoccupazione riguardo al futuro dei suoi figli e dei pericoli che incontrano soprattutto in posti dove dovrebbero essere tutelati. Sua figlia frequenta la terza media presso la scuola Dante Alighieri e in classe ha un compagno che già fuma le canne e le spaccia. Mi ha descritto i modi di fare e sono gli stessi riportati dall’avv. Bommarito nell’articolo. Tale ragazzina, molto coscienziosa, gli ha spiegato molto bene anche cosa avviene fuori dalla scuola (i ragazzini si conoscono tutti tra di loro) ed anche questo corrisponde a quanto riportato sempre nell’articolo. Bisogna fare qualcosa. Non possiamo consegnare dei bambini-ragazzini a questo mercato di morte.
gli insegnanti… sempre gli insegnanti… siamo sulla bocca di tutti e MAI, dico MAi si punta il dito sulle forze dell'(dis)ordine … per i social, sbaglio o ci dovrebbe essere la polizia postale?! ma, quale metodo … quale coscienza … quale consistenza … quale responsabilità dovrebbero possedere, in generale, gli agenti preposti al controllo? e il sindaco? che ruolo “gioca” questo primo cittadino? può garantire tutti noi cittadini sull’onestà e sul rigore della “sua” polizia municipale e sulla reale volontà di lavorare per garantirci la sicurezza a cui abbiamo diritto?
intanto che leggiamo i “trattati scientifici” sulla graduatoria invito tutti a fare due conti, visto che parliamo di ragazzi … I NOSTRI RAGAZZI … che STANNO IN TUTTE LE SCUOLE e che hanno “scelto” un pò per gioco, un pò per incoscienza, un pò per curiosità … strade tortuose …
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ogni volta che avviene qualcosa di grave si additano la scuola, la chiesa, le associazioni sportive, … tante AGENZIE che prendono in cura i ragazzi per qualche ora al giorno! siamo tutti colpevoli …ma dov’è la prima AGENZIA, quella vera, l’unica accreditata ad elargire i veri valori … dov’è la FAMIGLIA? e quando invece la famiglia c’è, ma si sente impotente e/o inadeguata, dove sono le ISTITUZIONI che gratuitamente la possono sostenere ed aiutare ad affrontare il dramma? perché di questo stiamo parlando, oppure ho capito male? un figlio che “cade in una trappola”… per un genitore inizia una vita d’inferno, un dramma, dal quale non riesce ad uscire, se non a pezzi, spesso pagando un prezzo troppo alto, mentre molti stolti stanno a discutere su cose futili, ma veramente futili! anche … anzi, soprattutto la famiglia che è cosciente del disagio del proprio figlio va “presa per mano” , responsabilizzata e guidata ad affrontare il problema, fino alla completa soluzione e con i fatti!
Ormai siamo alle chiacchiere astratte. Chi ha il potere, che scende in forma piramidale, ha deciso di drogare la nostra società attraverso i giovani e ci sta riuscendo alla grande. Così non hanno più rotture di coglioni dalla massa di futuri cittadini zombi… A noi rimangono le lacrime delle famiglie coinvolte e l’indifferenza di chi non è coinvolto.
Non dico quale dovrebbe essere il sistema per terrorizzare la piramide, poiché sarei censurato…
Quindi, l’obiettivo sarebbe una società drogata, insieme ad una società meticcia, priva di identità, come la vuole la Kyenge e come la volevano i marxisti per l’Africa. Obiettivo fallito poiché né i neri, né i bianchi africani hanno voluito una società meticcia. Quindi, alla Kyenge non rimarrebbe che tornarasene nei territori dei Bakunda a curare i bambini vittime delle tremende malattie tropicali agli occhi. Evidentermente alla Kyenghe non frega un tubo dei bimbi Bakunda, preferendo fare la vita “buona” in Italia ed essere, come ministro della scalcinata repubblica italiana, un vanto per l’intera Africa ed un esempio da seguire per i migranti clandestini che arrivano. Infatti, un eritreo potrebbe pensare che l’Italia è il paese di tanto bengodi che ti fanno pure ministro senza portafoglio. Ma con un portafoglio personale ben gonfio, come quello di tutti i ministri.
Adesso sappiamo che è stato proprio Letta a volere la Kyenge nel governo. Ha voluto fare Window Dressing da esibire all’occorrenza, ad esempio da Obama, un altro fallimento presidenziale, come lo è Letta. E come lo sarà il PD, malgrado tutto il fumo negli occhi che sta cercando di buttare in quelli dei “compagni” sempre più poveri e affamati, e soprattutto incazzati con la Sinistra. Anche a causa della Kyenge…
A questo punto Gianfranco Cerasi potrebbe dire: ma tutta la chiacchierata che hai fatto che caiser c’entra con la droga? C’entra, c’entra… La droga e la Kyenge sono due cose inutili e non risolutive dei problemi esistenziali della nostra società. Anzi, sono cose pericolose, perchè illudono i malcapitati cittadini sulla necessità di utilizzare le sostenze droganti e le idee illusorie, come “Genitore uno e genitore due”.
Una nitida fotografia, quella del Bommarito, che tra l’altro mostra, in barba al luogo comune, come le nostre scuole siano in grado di offrire sbocchi professionali qualificati, e questo già a livello di semplice scuola media.
Come giustamente sostengono i Radicali, sono le leggi attuali che hanno di fatto LIBERALIZZATO le droghe e le fanno circolare in modo incontrollato.
Molto meglio la LEGALIZZAZIONE ed il controllo da parte dello Stato.
Mio figlio è uscito da quella scuola tre anni fà e già c’erano dei ragazzini pericolosi. Uno di questi, proveniente da una famiglia del sud composta da pluripregiudicati, portata dal tribunale in domiciliazione obbligatoria a Macerata, era un consumatore di canne e allo stesso tempo spacciatore. Era un bullo ed il terrore di quelli più piccoli. Il suo mestiere, iniziato a scuola, lo sta svolgendo ancora presso il terminal degli autobus ed in altri luoghi di Macerata che tutti conoscono. E’ stato già fermato e colto in flagranza di reato più volte, ma essendo minorenne è ancora lì a commettere i suoi reati. Aveva anche dei collaboratori in erba, che anche oggi fanno parte del suo enturage, anche loro provenienti da situazioni di degrado famigliare e sociale. Ne ho parlato anche con i Carabinieri chi mi hanno detto che purtroppo hanno le mani legate in quanto la legge protegge questi piccoli delinquenti.
Egregio Bommarito, la sua mi sembra tanto una fumosa notizia buttata li tanto per fare il Gabanelli di Macerata. Quello che dice è in parte vero e come giustamente afferma è che tutte le scuole hanno questo problema. Allora perché buttare fango solo su una scuola? Se sono tante a Macerata, perché additare la Dante Alighieri come se fosse un Bronx? C’è qualcos’altro sotto? Ma lei ci è mai venuto in quella scuola? Ci sono quasi 700 alunni e la rigidità e l’organizzazione è impeccabile. Le posso garantire che i genitori vigilano e che la Dirigente scolastica è costantemente attenta e gira nei pressi della scuola anche lei. Se poi allo stadio dei pini c’è qualcuno che si fa le canne non è certo colpa di quella scuola, altrimenti potremmo dire che chi si fa le canne ai giardini Diaz è della Mestica e chi si canna in via Don Bosco è dei Salesiani. Lei ha, mi auguro involontariamente, buttato fango su una delle migliori scuole di Macerata e mi auguro che porga le scuse e faccia una correzione su quello frettolosamente da lei scritto. Poi un’altra cosa, come mai sapendo che addirittura ci sono casi di prostituzione minorile, non è andato a sporgere denuncia? Come fa a sapere tutte queste cose? Abbia pazienza ma credo veramente che la sua sia una, mi consenta la parola, fumosa inchiesta maceratese. Parli delle superiori, della Mestica. dei nobili Salesiani oppure parli in generale e non indichi con tanto di foto una scuola che probabilmente a causa delle numerossissime iscrizioni daranno fastidio a tanti. Abbiate pazienza ma su 700 alunni qualche pecora nera ci può stare ma vi assicuro che è ben controllato. Ok anche a lei sig Ricci? Il boomerang quando lo lanci torna indietro pertanto le notizie vanno pesate e valutate attentamente. Grazie
Nelle scuole di tutta Italia, si registra ormai una vera e propria emergenza droga. A Macerata gli interventi messi in atto fino ad adesso non bastano.Dovremmo gioire del fatto che molti fra gli stessi studenti si confi dano e parlano di ciò che accade sia dentro che fuori delle scuole di ogni ordine e grado Accogliendo proprio i loro racconti, ci si rende conto sempre più che, oltre alle proposte di sensibilizzarli al tema, illustrando la peri colosità delle sostanze stupefacenti, ci si deve spingere a considerare NECESSARIO e URGENTE l’intervento delle istituzioni e di una reale e fattiva collaborazione tra quest’ultime, le famiglie e le scuole, senza sottovalutazioni, indifferenze, alibi o logiche che non rispondono alla sola e unica cosa veramente impor tante:fermare tempestivamente il fenomeno ben descritto dall’avv. Bommarito . Tutte le droghe falsificano la personalità e sono nocive. Lo spacciatore di droga,a qualunque età, è un assassino che premedita il suo delit to, quasi sempre contro la gioventù o ADDIRITTURA l’amico più debole, ingenuo, afflitto da disagi e da proble mi familiari. A sua volta egli stesso, specie all’età riportata nell’articolo, è cresciuto fragile,’offeso’e deluso da un ‘sistema/famiglia’ che ha fallito: basta nasconderlo! Particolarmente importante può essere in questo sen so l’attenzione della scuola e l’aiuto che essa stessa puo’ dare ad acculturare la famiglia, che deve cambiare il proprio ‘sguardo’ sui figli e sui problemi che oggi manifestano nell’età evolutiva. Inoltre, lo spaccio all’età che l’avvocato denuncia, porta con sè altri due fenomeni gravi: la prostituzione in cui le giovani ragazzine sono chiamate a muovere i primi passi e il fatto che il trafficante, travestito da insospettabile, oggi rivolge la pro pria attenzione verso ragazzi di età sempre più bassa o appena diplomati, attratti da ambizioni quali il denaro facile e la carriera Semplificare il fenomeno ci guida solo verso il rischio di ridurre una realtà conclamata: docu mentiamoci piuttosto e alziamo la nostra voce e apriamo le braccia per accogliere, condividere, sostenere e promuovere la svolta al problema, dando un chiaro messaggio a tutti i genitori colpiti che non sono soli e che lottando,isoleremo i venditori di morte e arriveremo a dare speranza al futuro di una umanità che prima di tutto coinvolga i nostri ragazzi. Coprire o mistificare il fenomeno, ognuno pr esigenze diverse, alla fine non ci fa essere di sicuro nè soddisfatti, nè forti, nè ‘presenza’ consistente del creato e della linfa di vita, dono gra tuito sinonimo di Amore.
Per Attila
Lungi da me l’intenzione di gettare fango sulla scuola Dante Alighieri. La mia intenzione era quella di evidenziare, in tutte le scuole medie inferiori maceratesi, il fenomeno dell’abbassamento dell’età di avvio alle sostanze e, al contempo – circostanza estremamente preoccupante – dell’età dei baby spacciatori, quasi sempre reclutati all’interno. E ciò con riferimento a tutte le scuole maceratesi, come è scritto almeno in un paio di passaggi in maniera chiarissima nell’articolo (che Lei sinceramente sembra non aver letto).
Poi, come ho spiegato anche alla attuale Dirigente Scolastica, con la quale ieri ho avuto un lunga comunicazione telefonica nella quale la stessa ha usato le stesse identiche parole da Lei utiliizzate nel commento qui sopra (sarà un caso), qualche riferimento specifico alla Dante Alighieri è venuto fuori nell’articolo perché mi sono giunte parecchie segnalazioni specifiche di diversi genitori ed anche di alcuni insegnanti che nella scuola lavorano, i quali hanno evidenziato una frequente attività di spaccio svolta nei pressi, cioè all’esterno della scuola (all’interno si svolge solo opera “promozionale”), da alcuni ragazzini che frequentano la scuola, tra di loro strettamente organizzati.
Circostanze di fatto che ho sentito il dovere di riferire per renderne edotti tutti gli interessati (ivi comprese le famiglie), senza minimamente mettere in dubbio la professionalità della Dirigente Scolastica ed anche del corpo insegnante.
Quanto all’aver voluto intenzionalmente aggravare la situazione di fatto per fare “colpo”, si faccia raccontare dalla attuale Dirigente Scolastica, che Lei dovrebbe conoscere abbastanza bene, quante volte è costretta a chiamare la polizia o i carabinieri per situazioni di spaccio che si evidenziano nei pressi della scuola. D’altra parte – e qui chiudo – la situazione alla Dante Alighieri non è nemmeno nuova, visto che pochi anni fa, mi sembra nel 2010, venne alla ribalta l’incredibile situazione di alcuni spacciatori interni segnalati da due o tre coraggiosi ragazzini alla Preside dell’epoca, la quale non trovò di meglio che far conoscere i loro nominativi, esponendoli così alla pesante reazione bullistica dei baby spacciatori interni (tutta la faccenda finì sui giornali e fu anche oggetto di una ispezione ministeriale).
La sua reazione, caro Attila, è quella tipica di coloro che ipocritamente preferiscono mettere il cosiddetto “buon nome” della scuola davanti alla tutela dei ragazzini che la scuola la frequentano.
Intanto le tolgo ogni dubbio perchè se la Dirigente scolastica le ha riferito le mie stesse cose è solo ed esclusivamente perchè è un pensiero comune di tutti, dipendenti e genitori. Non sono un dipendente di quella scuola, ma sono un appartenente ad una FF.PP. e mi sembra veramente strumentale e “””fumoso””” andare a sottolineare casi isolati e guarda caso proprio “nelle adiacenze” della Dante Alighieri e non in altre scuole. Come le ho già scritto ieri, se la Dirigente scolastica ha chiamato qualche volta le FF.OO. è proprio perchè c’è un controllo accuratissimo ed ogni pecora nera viene puntualmente isolata. Sono 700 ragazzi e se tutto andasse liscio come l’olio non sarebbe una scuola media ma…..un seminario. Il bullismo e gli atti di violenza si sono verificati dappertutto anche all’interno di scuole ….religiose. Il caso del 2010 è una ricerca accurata per una pseudo inchiesta mirata e ripeto MIRATA a screditare una scuola. Ipocritamente guardo i fatti e non il sentito dire come purtroppo in questa piccola città avviene quotidianamente. Buona domenica e buone….inchieste.
@ Attila: Un appartenente alle FF.PP. dovrebbe essere molto più sobrio nell’esprimersi. Nel suo commento di ieri, rivolgendosi a me, credo di cogliere una forma di minaccia. Quanto ho riportato è solamente un dato oggettivo di cui sono personalmente testimone. Ripeto che ho parlato di quella scuola e non di altre solamente perché i fatti di cui ho conoscenza personale si sono svolti lì. Non posso dire che si sono svolti altrove perché direi il falso. Credo che un appartenente alle FF.PP. dovrebbe apprezzare chi dice la verità, ma forse lei è uno di quelli (e purtroppo anche in tali corpi ci sono tante pecore nere) che preferiscono la menzogna . Per curiosità sono andato a leggere i commenti che da molto tempo lascia su CM e ho visto un modo di relazionarsi e di porgersi che non dovrebbe essere proprio di un esponente delle FF.PP. Spero che lei ritiri la minaccia velata che mi ha fatto perché altrimenti mi vedrò costretto a prendere le misure necessarie per tutelare me e i miei familiari. Essere minacciati, e soprattutto da un esponente di FF.PP, per aver detto la verità no lo tollero.
Caro Attila ha scelto tale nome per descrivere la sua personalità? Attila é sinonimo di violenza, di prepotenza, di arroganza, di malvagità. I suoi interventi rispecchiano un aggressività interiore molto accentuata. Il suo dichiararsi appartenente alle Forze di Polizia mi terrorizza. Si sta scagliando contro chi cerca di difendere la vita di tanti giovani che sono in pericolo a causa della droga e questo non è accettabile se detto da chi porta una divisa. L’avv. Bommarito le ha risposto molto chiaramente ma la sua tracotanza nel commento successivo è esasperante.
Sig. Attila, lei ha scritto: ” Ipocritamente guardo i fatti e non il sentito dire”.
Tale frase spiega tutto e lo ha detto lei!!!!!! Ipocritamente significa “in modo ipocrita, con ipocrisia”. Ha detto da solo che non vede le cose per come sono in realtà, ma in maniera ipocrita. Questo è gravissimo anche in considerazione che si è qualificato come appartenente alle Forze dell’Ordine. Se lei nello svolgimento del suo lavoro si comporta ipocritamente e vede ipocritamente, lavora a favore della delinquenza e non per la legalità.
Mi auguro che i suoi superiori intervengano e la estirpino dal corpo che non può rappresentare degnamente dopo tali ammissioni.
Ma sig. Ricci, da dove rileva la minaccia? Qui l’unica cosa che ho potuto notare è una descrizione di reati che vanno dallo spaccio alla prostituzione minorile senza che nessuno abbia sporto una benchè minima denuncia. “”””favori sessuali in cambio di qualche dose, filmati anche da telefonini”””. Lei ha detto che suo figlio è uscito da quella scuola tre anni fa ….ed ha descritto un caso circoscritto ad un elemento ben definito. Quello che volevo spiegare (forse male) è che prima di infangare un’Istituzione bisogna avere le prove e non lanciare accuse di spaccio e prostituzione minorile a vanvera, perchè il reato sarebbe molto ma molto grave e chi sa ha l’obbligo di denunciarlo. Comunque per concludere una volta per tutte, dico che si stia gonfiando la cosa in modo eccessivo la dimostrazione l’ha data proprio lei riferendo un caso singolo e non un malcostume comune in atto in quella scuola. La calunnia è un reato, così come lo è lo spaccio e la prostituzione. Se si è sentito minacciato mi dispiace ma non devo chiedere scusa perchè credo che abbia frainteso. A proposito, questa pecora nera delle FF.PP come lei mi definisce, è pur sempre un libero cittadino che esprime le proprie idee ….fuori dal lavoro, diretto ma mai in modo illegale o offensivo.
Inizio con una proposta shock
Dal momento che per quello che gli pare, certi ragazzini pensano di essere maturi, coscientissimi di quello che fanno, sicuri e bulli da far paura, io proporrei di abbassare il limite di maggiore età, portandolo da 18 a 16. Così a 16 anni se pensi di fare il duro e bullo, commettendo reati ( di qualsiasi genere) prendi e vai in galera senza aspettare i 18 anni. (lo so esistono già i carceri minorili, ma allora perché questi ragazzini baby spacciatori o come quelli che stuprano in gruppo una ragazza non vengono messi in carcere?).
Riguardo all’articolo invece mi ha colpito molto questa frase: “I nuovi pusher sono, infatti, il più delle volte ragazzi al massimo di 12-13 al massimo 1 4 anni” E mi viene a fare queste considerazioni.
O i loro padri sono pusher complici,
O spacciatori di altri/alti livelli gerarchici,
O sono a loro volta delinquenti (e che quindi se il loro figlio spaccia ben venga, anzi cosi arrotonda che tanto tutto serve per campare) il caso che racconta il commentatore Sig Ricci ne è la dimostrazione,
O sono degli inconsapevoli “fessi” che non si accorgono di cosa combinano i loro “bambini” . A 13-14 anni sei ancora un “bambino” che sta diventando ragazzino, posso capire che tuo figlio ti sfugge a 18-20-22 anni che non riesci a controllarlo, ma non capisco il fatto che un genitore non riesca a seguire un figlio preadolescente per quanto ribelle aggressivo irruento possa essere. Un ragazzino va monitorato come si monitora un fiume in piena. Poi magari ci sono casi e casi.
Quindi, ciò premesso SE è vero ( sottolineo il SE) che i nuovi pusher siano ragazzini da 13-14 anni, non riesco a capire come sia possibile che un genitore non si accorga di quello che combina il suo figliolo. Se diventa pusher girerà con più soldi, comprerà l’ultimo cellulare, comprerà scarpe di marca, comprerà altra droga (leggera o pesante sempre schifezze è che che ne dicano quelli che pensano che lo spinello non fa nulla (anche se poi un lettore sostenendo la differenza tra pesanti e leggere invita a non trovarsi di fronte uno che guida dopo essersi fatto una canna), possibile che un genitore di un 13-14 enne non se ne accorge?
SE è vero che i nuovi pusher hanno questa giovane età allora la cosa non è grave ma gravissima (chi sa cosa ne penseranno gli orgogliosi frequentatori dei vari rave party
Oggi questi ragazzini crescono con i nuovi miti:
Il mito dei soldi facili per avere tutto e subito ( che è il peggiore e il più grave)
Il mito che se fumi sei un figo
Il mito del lui fa il duro io devo essere come lui se no sono uno sfigato
Ai ragazzini si deve far capire che i miti sono ben altre cose. E spero che la scuola sia in grado di insegnarlo. Con tutte le difficoltà nel gestire un argomento cosi delicato.
Mi pare che nelle scuole è stata abolita una materia Storia dell’arte uno può dire che c’azzecca questa cosa con le droghe..centra eccome perché la dimostrazione che abolire una cosa considerata come “perditempo”,.”una cosa inutile”, “a che serve la cultura”..”con la cultura non ci si fa i soldi”…ecco il concetto che passa con l’abolizione di questa materia! Perché non viene abolita economia? Perché economia porta i soldi, soldi che fin da 13 anni vengono inculcati e presentati come l’unico modello da raggiungere ed avere a tutti i costi.
Un consiglio per tutte le scuole, in riferimento alla frase dell’Avvocato nel suo articolo sul fatto ch se un ragazzino si rifiuta di accettare un invito a provare, e che quindi viene ridicolizzato, insultato, offeso, ecc io proporrei una contromossa, farei affiggere a caratteri cubitali nelle scuole, cartelli del tipo:
I veri sfigati sono quelli che si fanno le canne; Gli sfigati sono quelli che non sanno dire di NO alle droghe. Gli sfigati sono quelli che fumano smerciano e comprano hashish e marjiuana.
E comunque la testimonianza del sig. n 14, è fondamentale e forse riassume il vero problema della droga tra i ragazzini. Se vieni da una situazione di degrado familiare trascinare nel vortice altro tuo simile, è un gioco da ragazzo, con tutte le conseguenze che vediamo.
Sig. Francesco Pergolesi, ma un pò di ironia No? La frase “ipocritamente guardo i fatti” è amara ironia dovuta alla scomposta reazione ad…..una reazione. Il tutto nasce da una analisi fatta, additanto solo una scuola…..la migliore di Macerata e questo sono io che non l’accetto.
Cmq questo è l’ultimo mio intervento
nb. “””estirpare dal copro””” questa si che è violenza.
Passo a chiudo
Agente Attila, forse è meglio se tace e se ne sta buono, in quanto, in tutti gli interventi che ha fatto, ha dimostrato di non saper scrivere in italiano corrente e dimostra la sua scarsa istruzione. Visto che si accanisce così tanto contro altri commentatori in maniera un po’ sconclusionata, le consiglio di tornare a scuola e di imparare in maniera più decente il suo italiano in quanto ne ha molto bisogno. Probabilmente non ha frequentato questa scuola e si vede molto bene.
Ciò che sta facendo in modo egregio l’Avv. Bommarito è ciò che dovrebbero fare tutte le cosiddette agenzie educative e che, invece, purtroppo non fanno, ovvero parlare, parlare e ancora parlare di un fenomeno che, piaccia o meno, è dilagante e allarmante. In famiglia il più delle volte non se ne parla perché si è convinti che i propri figli non ne saranno mai coinvolti. A scuola non se parla perché si ritiene che sia compito della famiglia e perché, presi da mille scartoffie e tempi didattici da rispettare, non si ritiene sia il luogo più adatto. Per di più, e la riprova sta anche in qualche commento sopra, la scuola sembra avere una sorta di tabù nei confronti di quest’argomento, come un’onta che potrebbe infangare il buon nome del l’istituzione scolastica, perdendo completamente di vista il fatto che in ballo è la Vita di tanti giovani. Senza voler enfatizzare troppo, ma senza neppure sminuire il fenomeno droga, oggi le nuove, nuovissime generazioni affrontano nella quotidianità ammalianti messaggi di morte, allettanti inviti a trasgressioni che passano sempre più spesso per comportamenti da accettare perché innocui. In realtà i giovani sanno perfettamente che l’assunzione di droga, canne o quello che sia, non è un comportamento buono, volto alla propria realizzazione, alla costruzione di un progetto per un futuro migliore, alla soddisfazione di bisogni affettivi. Dico questo per esperienza personale da insegnante. L’ultima riprova l’ho avuta ieri leggendo in classe questo articolo e facendone oggetto di discussione. Gli studenti sono stati contenti di sentire che un’insegnante parlava loro della droga. E questo non perché fossero tutti consumatori, ma perché hanno mostrato di sentirsi capiti, tanto da intervenire tutti nella discussione. Le classi erano un primo e un secondo superiore e tutti hanno condiviso il contenuto dell’articolo. in classe si è respirato un clima catartico come se qualcuno gli avesse detto, finalmente, che il mondo degli adulti sa che questo mostro che si chiama droga non è un fenomeno che abbraccia solo pochi disgraziati pieni di problemi, ma riguarda una fascia molto più ampia di giovani che il più delle volte cade in una voragine per disinformazione, per essere conforme ai comportamenti degli amici, per essere accettato, per mille motivi. Qualche ragazzo ha deprecato persino il comportamento di diversi genitori che invece di censurare l’uso di sostanze come l’hashish, ne avallano l’uso, raccomandandosi (questo si!) che non diventi abuso. In buona sostanza mi stupisco come si possa puntare il dito sul fatto che si possa infangare il buon nome di una scuola, piuttosto che essere contenti che venga detto apertamente ciò che sanno tutti, ma che tutti sembrano negare per ipocrisia, ignavia o ancor peggio vigliaccheria. Prima la scuola guarda in faccia a questa realtà senza paura e prima diventerà un luogo reale di crescita culturale e soprattutto umana e civile.
Capperi!!!!! Il sig. Attila si è trasformato in Xxxyyy. Sarà stata opera di Mago Otelma oppure é un opera di depistaggio dello stesso, che si vergognava di avere quel nome e di tutte le brutte figure che fa’ con i commenti che lascia?
Questa società tecnologica e cibernetica globalizzata ha sostituito la società locale fatta di rapporti personali e conoscenze partecipate di una identità sociale. Non per niente mi ricordo che nella mia gioventù spesso si trovavano le chiavi sulle porte di casa e se c’era qualcosa di nuovo, nelle persone o nelle cose, il mezzo d’informazione più diffuso era il passaparola. Questo modo di vita che si diceva provinciale, che delle volte veniva accusato di essere maldicevole e senza privacy, aveva il merito di conoscersi tutti e favoriva una difesa agli allarmi sociali. In qualche modo ogni persona era responsabile dell’altro, persone (figli) e cose. L’aspetto educativo era visto come fatto partecipativo sociale e non ristretto alle istituzioni, alla famiglia o alla singola persona. Forse è venuto il momento di ripensare la società, affinché gli anticorpi agli allarmi sociali vengano da una vita partecipata più che dagli organi dello stato preposti alla sicurezza. L’individualismo esasperato dell’attuale società è innaturale in quanto ci isola nel privato che spesso diventa paura ed angoscia su cui attecchisce la violenza.
Concordo con lei sig. Giul.iano e condivido pienamente quanto espresso dalla sig.a Francesca
Sentirsi ‘attaccati e screditati’ favorisce solo l’ignoranza ( ossia la non conoscenza) del problema che è ormai realtà conosciuta da tutti, specie dai più attenti al mondo dei giovani. Al contrario una scuola che guarda in faccia a questa realtà senza paura , anzi sollevando dibattito e collaborazione, si dimostrerà un luogo reale di crescita culturale, umana e civile e luogo sicuro .Aiutiamo l’Avv. Bommarito a far cadere ogni sorta di tabù e inutile chiusura, non degna del nostro paese di poeti e letterati che tante denunce sociali hanno fatto anche anticipando i ‘tempi’….
Bla, bla, bla…Cosa riusciamo a dare noi “grandi” ai giovani? La droga! La cosa più semplice che solo in qualche occcasione mette mai in discussione i rapporti. C’è la scuola, lo sport, la cultura, ma queste sono troppo impegnative.
E’ preoccupante il silenzio ufficiale delle scuole chiamate in causa. In un commento sopra si minimizza il fenomeno dello spaccio dicendo che si tratta solo di un caso isolato: ma se c’è uno che vende specularmente ci sono molti che acquistano e ne fanno uso. E’ lo specchio di un atteggiamento che ignora i problemi sino a quando rimangono circoscritti e non danno fastidio. Qui non si tratta di gettare fango, ma di cercare, insieme alle altre agenzie educative, di trovare gli strumenti per adempiere al compito educativo della scuola. Che cosa fa la scuola per incentivare l’indispensabile collaborazione con i genitori? Esiste uno sportello dedicato alla prevenzione di queste problematiche? Quali sono le attività messe in campo?
@ester sperandini, invece di piccarsi perchè fa parte del corpo docente, dovrebbe risentirsi del fatto che, tutto ciò che l’avv. Bommarito denuncia, avviene sotto i vostri occhi, che evidentemente sono voltati altrove, forse in sala insegnanti, perchè il vostro mansionario vi dice che la vostra responsabilità inizia con il suono della campanella.
Alcuni anni fa, quando i miei figli facevano la prima media, chiesi un colloquio con la preside, le riferii che alcuni ragazzi della sua scuola (minorenni 11-13 anni), si ritrovavano al mattino, saltando le lezioni, in un vicoletto a bere, fumare e farsi le canne, ho proposto di organizzare una serie di incontri con i genitori e gli studenti sulle droghe (alcool e fumo compresi), ma mi è stato risposto che era possibile farlo solo con quelli di terza media, perchè gli altri erano troppo piccoli, al che le risposi, che forse aveva ragione erano troppo piccoli per essere messi in guardia dai pericoli, ma abbastanza grandi per sballarsi.
questa voglia di non vedere il mostro, di far finta che riguardi sempre gli altri, la giustificazione che siete sottopagati per occuparvi anche di questo, non vi solleva da quanto accade fuori dai cancelli delle vostre scuole
Ma il termine “mercanti di morte” non è un pò troppo esagerato?? Parliamo di cannabis, non di eroina.
Caro Giuseppe,
nella nostra associazione “La Rondinella” ogni sera sentiamo di tutto e di più. Questa faccenda della “Dante Alighieri” non mi è nuova, è un pezzo che ci giungono “rumors” di vario tipo. Ovviamente non solo di questa scuola, ma questa fa più colpo perchè è stata da sempre considerata la scuola migliore di Macerata. La droga non fa distinzioni tra un Istituto e l’altro, qui occorre ripetere la solita solfa, cioè che i genitori devono essere più attenti ai loro figli in collaborazione stretta con gli insegnanti, gira e rigira andiamo sempre a finire lì. Ricordi Peppe quella volta in quell’istituto Superiore che incontrammo gli insegnanti? Ricordi che non presero bene per niente quello che dicevamo? Tuttora c’è qualcuno tra loro che mi ha tolto il saluto, neanche avessimo gettato loro addosso una bomba! Il fatto è che ci vuole più coraggio sia da parte dei genitori sia da parte degli insegnanti. Ovviamente ci sono anche quelli che mi telefonano spesso per chiedere come comportarsi quando hanno davanti i ragazzi che io chiamo “dallo sguardo perso”. Eppoi facciamola finita con le droghe pesanti o leggere, ma quali leggere: il THC della cannabis è passato dal 3% di vent’anni fa al 40-50% di oggi ed è causa di problemi psichiatrici anche gravi: ultimamente un ragazzo di Recanati non è stato preso da S. Patrignano perchè presentava disturbi di doppia diagnosi causati dalla cannabis. Mi meraviglia molto leggere alcuni commenti fuori luogo, io non dico che tutti debbano essere d’accordo con te, ma almeno occorre documentarsi un po’ meglio: io invito questi signori a venire alla Rondinella qualche sera così si rendono conto di che cosa stiamo parlando. Poi basterebbe leggere quello che dicono le Comunità come S. Patrignano, Don Mazzi, Don Gigi Giovannoni di Ortona, Don Chino Pezzoli di Milano, ecc.: basta andare sui loro siti e leggere quello che dicono. Faccio anche un appello ai Dirigenti Scolastici: non prendete quello che dice Bommarito come un affronto da lavare col sangue: fossi in voi sarei a stretto contatto con Bommarito che fa sempre analisi di una lucidità disarmante e farei in modo di controllare meglio cosa succede nelle loro scuole e nelle adiacenze. Questa è l’unica maniera di essere collaborativi e fattivi. E soprattutto coinvolgerei di più i genitori che non possono affidare i figli agli insegnanti, devono esserci soprattutto loro. questo è quello che mi sento di dire. Un’ultima cosa rivolta a Giuseppe: vai avanti e non demordere, ti conosco bene, sei determinatissimo e vorrei che quelli che ti remano contro capissero che tu, come me, non hai più nulla da perdere perchè sia tu che io abbiamo perso tutto con quei nostri figli che non ci sono più e che ci guidano in questa battaglia nobile e altruista portata avanti in loro nome. Un abbraccio, Giuseppe, è duro dirlo ma le nostre disgrazie sono servite per salvare tanti ragazzi. Gaetano Angeletti – Presidente dell’associazione “La Rondinella” di Corridonia
A cosa si riferisce quando parla di recenti social network, che hanno soppiantato fb? Se vuole può comunicarmeli in privato. Grazie [email protected]
@incazzato cronico … “@ester sperandini, invece di piccarsi perchè fa parte del corpo docente” … bla bla bla … ha ragione signor “non so cosa”, (m’infastidisce il suo nik in parte un pò volgare) … mi sono sentita chiamata in causa e di getto ho risposto sul personale! “piccata” come scrive lei…. però, anche lei non è migliore di me! ma, prima di spedire il commento l’ha riletto? lei non mi conosce ed ha la pretesa di “giudicare” solo da un commento!? questa frase, in particolare è offensiva < avviene sotto i vostri occhi, che evidentemente sono voltati altrove, forse in sala insegnanti, perchè il vostro mansionario vi dice che la vostra responsabilità inizia con il suono della campanella>. Le faccio un invito, signor “non so cosa” , mi venga a trovare se può e se vuole, poi le mostro in pratica se teniamo gli occhi chiusi e se guardiamo altrove … certo, siamo anche umani e possiamo sbagliare … lei è sempre preciso e solerte o qualche volta le è capitato di sbagliare? un’ultima cosa signor non so cosa, metta il suo nome e ci metta la faccia!
La storia che racconta, di qualche anno fa la conosco … anche se allora lavoravo in un’altra scuola … anche qui ha ragione lei signor non so cosa … scelta deplorevole! sa che cosa mi piacerebbe, visto che il problema centrale riguarda tutti, ma proprio tutti, tutti, che TUTTE le scuole avessero il coraggio di tornare ad essere ISTITUZIONE, che ogni dirigente sappia essere coscienzioso, aperto, trasparente, che chieda aiuto se pensa che da solo non ce la può fare … e che i genitori smettano di essere solo genitrici e le forze dell’ordine comincino a fare il loro lavoro con responsabilità! Chiedo troppo?
@ester sperandini, mi chiami con il mio nome o lei è una di quelle che non riesce a dire la parola incazzato?
quanta falsa morale traspare dalle sue parole, se anche lei è a conoscenza di quanto da me raccontato, allora non si stupisca e non si offenda quando dico che gli occhi sono voltati altrove.
lei continua a demandare agli altri, forze dell’ordine, genitori, amici, chiesa e chi più ne ha più ne metta, ma non dice una parola su quello che potrebbe e dovrebbe fare lei!!
comunque un consiglio da incazzato cronico, per stomaci deboli ” signor non so cosa”, si rilassi e invece di vedere attacchi alla sua categoria si dia da fare e controlli quello che accade davanti alla sua scuola, qualunque essa sia e se viene a conoscenza di serti atteggiamenti da parte di suoi superiori, si ribelli.
lo vede in fondo siamo dalla stessa parte.
un saluto Incazzato Cronico
Secondo me stiamo un pò esagerando, sia con l’articolo che con i commenti!!
Credo che la società debba investire nella prevenzione!
Credo che il buon operato di sensibilizzazione che sta facendo l’Avv. Bommarito non possa essere svilito continuando a dare colpe a destra e manca.
Credo che le “agenzie educative”, che di fatto non esistono, non possono essere solo appannaggio delle istituzioni che le millantano senza avere nulla di concreto in mano.
Credo che si deve iniziare dai genitori, dalle famiglie la sensibilizzazione al problema droga e dintorni.
I tavoli di coordinamento che esistono sulle tematiche della droga del bullismo del disturbo del comportamento ecc ecc non possono da soli risolvere il problema.
C’è un disinteressamento generale a partire dalle istituzioni: Tribunali, forze di Polizia, Comuni, Province,Sert, famiglie, istituzioni….tutti lasciati al loro destino senza coordinamento.
Cito due situazioni che ancora oggi mi tormentano e sono a mio avviso un indice da non sottovalutare:
a) negozi aperti tutto il giorno compreso il sabato e la domenica….e i figli tutti a spasso o attaccati al cellulare di ultima generazione o ad internet senza controllo….
b) tutto avviene per via telematica e le relazioni non esistono più….incontri, struscio o vasche lungo il corso, centri di ritrovo per ragazzi…..l’oratorio chiude…..le società sportive fanno fatica a reclutare atleti….quindi di nuovo tutti a spasso a provare nuove emozioni….
La città muore perchè muoiono i ragazzi che la abitano non la vivono….non facendo nulla siamo complici!
Così può vincere solo la droga!
Perdonate la verve di quanto detto sopra, sono un operatore del sociale da 12 anni.
Stefano
@ stefano p.
…ce ancora molto da fare…
https://www.cronachemaceratesi.it/2013/10/21/rave-party-interrotto-dai-carabinieri-46-denunciati/390032/
Qualche tempo fa mi sono recato in uno studio medico di un mmg maceratese (ma penso sarebbe potuto accadere ovunque) lamentando una tosse stizzosa. Mi fu prescritto, senza fornirmi particolari avvertenza, un farmaco di nome paracodina.
Di solito non leggo mai il bugiardino (anche per evitare di somatizzare inconsciamente effetti collaterali), ma quella volta lo feci e scoprii che era un oppiaceo. Per giunta rischioso: avessi fatto un incidente stradale sarei finito sul banco degli imputati come tossicodipendente.
Un mio parente per un mal di schiena non molto diverso da quello che provano in molti si è ingurgitato scatole di contramal (prescritti da altro medico in altra regione), altro potente oppiaceo.
Ci sono molti, magari anche tra quelli che commentano qui, che vanno dal proprio medico lamentando problemi d’umore, e chiedendo più o meno testualmente “qualcosa che mi aiuti a tirarmi su” e arriva la ricetta per il diazepam o il bromazepam o il micidiale clonazepam. Sono droghe, non meno subdole di quelle pesanti. Eppure sono di facile accesso, spesso (come dicono ricerche europee) elargite a piene mani e senza controllo.
Molti ansiolitici non andrebbero assunti per più di 15 giorni, ma conosco numerosi casi di persone che quotidianamente (e da anni) contano gocce la mattina e la sera. 25/30 gocce…
Sono tutte droghe, che danno dipendenza, assuefazione e fanno crescere un business che non conosce crisi. Sono droghe ampiamente diffuse e assunte prevalentemente da non giovani, che poi spesso (nel gioco dei ruoli) danno addosso al giovane che, almeno, assume sostanze naturali…
Alla luce di questo non riesco a trovare solide argomentazioni per demonizzare il giovane che si accende uno spinello, magari dopo una delusione amorosa o magari “per una serata in compagnia” (come diceva Elio). Sono esperienze che normalmente non sfociano in tossicodipendenze.
Lo spaccio di stupefacenti è un problema per il paese. È un grosso problema perchè è frutto di speculazione, sangue, violenza, mafie. È un mondo sommerso di cui non sappiamo dare una stima, sui volumi di stupefacenti, sulle tipologie, sui tipo di consumatori. Ma è anche un mondo parallelo su cui è facile accedere, spesso col rischio di trovarsi ad assumere una partita di droga tagliata male o esser partiti per uno spinello e trovarsi in mano una dose di eroina.
Da genitore sarei più tranquillo nel sapere che gli stupefacenti leggeri sono disponibili alla drogheria, che ci sono severi controlli sull’età dei consumatori, che non ci sono mafie, speculazioni e tranelli.
Il vantaggio sarebbe enorme per molti, anche considerando l’enorme gettito fiscale e imprenditoriale che una cosa del genere offrirebbe.
Fate attenzione, però, sarebbe una situazione per sanare uno status quo già esistente.
Trovo infine esagerata la presenza della polizia nelle scuole. È come se nella ricerca di chi inquina il fiume si andasse a cercare in mare. Chi inquina è a monte, cercare a valle è tanto semplice quanto inutile: tutti i fiumi sono inquinati alla foce.
Giuro che è un articolo che non avevo letto prima di ora: http://www.ilsecoloxix.it/p/levante/2008/08/20/ALL2fV1B-medicina_droga_preso.shtml
Caro Pischello,
quando faccio un articolo sulla cannabis Lei scrive che è molto più grave il problema degli oppiacei; quando parlo degli oppiacei Lei scrive che è molto più grave il problema dell’alcol; quando parlo dell’alcol, Lei scrive che è ben più grave il problema delle benzodiazepine; se accenno alle benzodiazepine, è il tabacco che uccide di più, e così via, nel più classico “benaltrismo”, che sposta continuamente i termini del problema ed evita di confrontarsi in maniera diretta con l’argomento specifico trattato in quella determinata occasione.
L’unica cosa che si capisce è che Lei è d’accordo per la liberalizzazione della cannabis, che farebbe assumere anche a suo figlio, purchè l’acquisti in drogheria. Io invece penso che sono dannose – ognuna a modo suo – tutte le varie droghe, sia quelle legali che quelle legali, cannabis compresa, quest’ultima doppiamente pericolosa per i giovani, specie se adolescenti, sia per l’elevatissima concentrazione attuale di principio attivo sia perché molti adulti, Lei incluso, tendono a far passare il concetto che sia innocua. Ed anche perché è una tipica sostanza “apripista”.
Ad ogni modo, siccome non è obbligatorio andare d’accordo su tutto, ognuno è libero di pensarla come crede.
Attraverso lo studio degli effetti sull’uomo della cannabis e dei suoi derivati, soprattutto nella fase di completamento della maturazione cerebrale, nella fascia d’età 14-21 anni (quella più a rischio per l’uso di sostanze stupefacenti e alcoliche), si è arrivati alla convinzione che la cannabis, le sue molteplici forme e produzioni, sono in grado di produrre danni e condizioni di rischio per la salute mentale e per altri organi ed apparati tali da poterla definire sicuramente una sostanza pericolosa per la salute pubblica
Le evidenze hanno dimostrato che questa pericolosità varia e aumenta anche in base alle caratteristiche individuali del soggetto, alle concentrazioni di principio attivo contenuto, alla frequenza d’uso e al periodo di assunzione, e aumenta anche in base alla contemporanea assunzione di altre sostanze stupefacenti e alcol.
Tuttavia, ad oggi esistono prove scientifiche che dimostrano come questa sostanza non possa più essere considerata “leggera” anche per il ruolo di “gateway” che ha dimostrato avere nell’agevolare l’accesso precoce e la progressione verso altre sostanze, quali cocaina ed eroina.
… fonte web…
Non riesco a concordare con lei sig Pischello e provo uno stupore negativo a come sottovaluta ogni tipo di droga e le distingue ancora tra leggere e non. Alla luce di studi scientifici ed esperienze reali ,quelle che lei definisce leggere sono comunque puro incipit al proseguio verso il mondo TOTALE delle dipendenze, che vertiginosamente ne porta con sè di ogni tipo, dalla ludopatia all’alcol etc…La notizia di ieri inoltre, della sedicenne di Modena vio lentata, è prova di come anche un po’ di fumo unito a qualche bicchiere di alcol, o peggio ancora alcol in cui qualcuno ha pensato bene di scioglierti sostanze stupefacenti, diventino goliardicamente il passo verso il baratro dell’indignità più totale.Concordo invece con Stefano sui punti della sua analisi e naturalmente sulle posizioni sia di Angeletti che di Bommarito e sono sempre più convinta che la rieducazione civile e umana deve ripartire prorpio da noi genitori e rispondere a questa domanda che racchiude tute le altre: a COSA vogliamo educare i nostri figli? ( o ci abbiamo rinunciato?)
A volte, Bommarito, il benaltrismo è un ripiegamento strategico del negazionismo.
AVV. BOMMARITO ERA TANTO CHE NON COMMENTAVO I SUOI ARTICOLI PERCHE’ LEI SI SENTE ….!!
A – “Gesù è stato consumatore di cannabis e uno dei primi sostenitori delle proprietà medicinalidella droga“. Secondo uno studio americano, riportato dal Guardian, Gesù e i suoi discepoli avrebbero utilizzato il farmaco per effettuare guarigioni miracolose.
Secondo lo studio l’olio dell’unzione usato da Gesù e dai suoi discepoli conteneva un ingrediente chiamato kaneh-bosem che da allora è stato identificato come estratto di cannabis.
Bennett suggerisce quindi che gli oli usati da Gesù erano “letteralmente intrisi di questa potente miscela, anche se le persone più moderne scelgono di fumarla, ma quando i suoi principi attivi sono trasferiti in un vettore a base di olio, la cannabis può anche essere assorbita attraverso la pelle”.
Secondo un articolo di Chris Bennett nella rivista High Times, intitolato “Gesù era un fattone?”, anche l‘incenso usato da Gesù nelle cerimonie conteneva un estratto di cannabis.
“Se la cannabis è uno degli ingredienti principali di questi oli, la ricezione di questo olio è ciò che ha reso Gesù il Cristo, e i cristiani suoi seguaci, e oggi perseguitare coloro che fanno uso di cannabis potrebbe essere considerato anticristiano”, conclude Bennett.
Certo che un incenso come quello descritto dal Chris Bennett darebbe, come si suol dire, nuova linfa alle cerimonie.
@Bommarito: la mia coerenza è solida, supportata da dati oggettivi. Non andremo mai d’accordo, questo è lapalissiano. Tuttavia ho rispetto per le sue posizioni e iniziative.
@ Gabriele Ballini: Ma che “capperi c’azzecca” il suo commento con l’articolo giornalistico. Credo che sia fuori luogo e senza senso. Per giustificare l’uso della droga tirate in ballo pure figure religiose che non c’entrano niente. Cambi spacciatore, poiché quello che la rifornisce gli vende la roba troppo forte e poi ha le allucinazioni!!!!
Lo sapevo che le magie di Mago Otelma non funzionano. Purtroppo Xxxyyy si è di nuovo ritrasformato in Attila. Attenti tutti quanti che, dove passa lui, non cresce più erba.